I Van Gogh ritrovati a Castellammare

Ritrovati i due dipinti di Van Gogh spariti nel 2002, un colpo da 100 milioni di dollari

A poche ore dal ritrovamento sensazionale di due dipinti di Vincent Van Gogh, a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, la notizia ha già fatto il giro del mondo.

Le due tele erano sparite il 7 dicembre del 2002, rubate dal Van Gogh Museum di Amsterdam, per mano di una banda specializzata nel traffico di opere d’arte e, nonostante l’arresto dei responsabili un anno dopo il colpo, la refurtiva non era stata recuperata.

Il ritrovamento, ad opera della Guardia di Finanza, è avvenuto a casa di un narcotrafficante di spessore.

Non è certo una novità che malavitosi di un certo calibro si rivolgano al mercato nero delle opere d’arte per investire e riciclare i propri lauti guadagni, provento delle loro riprovevoli azioni; è il caso della “Bella Addormentata”, sarcofago di epoca romana di enorme prestigio ritrovato dall’FBI in un magazzino nel Queens, a New York, pronto per essere spedito al suo acquirente giapponese che lo aveva acquistato da un collezionista e mercante d’arte vicinissimo ad un noto  mafioso, o ancora, le 125 tele d’autore, da Fontana a Carrà, De Chirico, Dalì e Sironi, confiscate ad uno ‘ndranghetista di Reggio Calabria, un patrimonio artistico inestimabile dal valore complessivo di circa 300 milioni di euro.

Per quanto riguarda i due dipinti di Van Gogh appena ritrovati, “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, olio su tela del 1882, e “Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nouen”, olio su tela del 1884, le dichiarazioni di gioia e soddisfazione sono riecheggiate da Palazzo del Collegio Romano a Palazzo Chigi, fino al Vincent Van Gogh Museum, ma molte testate internazionali portano la notizia in prima pagina.

Finalmente il pubblico potrà ritrovare un altro pezzo del genio pittorico dell’artista olandese, soprattutto nell’opera “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, la storia, infatti, narra che Van Gogh lo realizzò all’aperto in una giornata particolarmente ventosa e che dei granelli di sabbia furono trascinati dal vento direttamente sulla tela, mescolandosi irrimediabilmente alla vernice; questo avrebbe conferito a quel paesaggio fatto di onde e nuvole maestose un tumulto tangibile.

Rossella Marchese

ICSR: le Quattro Giornate di Napoli

Si concluderanno il 5 ottobre le celebrazioni per il 73° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli.

L’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea “Vera Lombardi” messo in campo in questa occasione numerose iniziative perché la memoria di quei giorni non si perda.

Ma cosa significa ricordare un episodio di 73 anni fa. Significa fare in modo che anche le giovani generazioni possano conoscere e rivivere attraverso le testimonianze episodi della nostra storia passata che hanno segnato il percorso di un popolo. I tragici giorni del 1943 in cui dal 27 al 30 settembre 1943 Napoli fu protagonista di un’insurrezione popolare per liberare la città di Napoli dall’occupazione delle forze armate tedesche. L’episodio valse alla città il conferimento della medaglia d’oro al valor militare.

Ricordiamo gli eventi di questo 73° anniversario:

– 28 settembre: Mostre fotografiche e documentarie su Gaetano Arfè e Roberto Bracco. Omaggio- ricordo: “Gaetano Arfè tra politica e storia”. Complesso di San Domenico Maggiore.

– 29 settembre:  rappresentazione teatrale: Coraggio, ci vuolea cura della compagnia “La Carrozza d’Oro”. Casina pompeiana, Villa comunale.

– 30 settembre: “Cacciatori di memorie”: Le Quattro Giornate di Napoli nei libri di Aldo De Iaco e nel film di Nanni Loy. Sede dell’ICSR “Vera Lombardi” (via Costantino 25).

– 3 ottobre: Cerimonia in onore di Salvatore Sabella “un napoletano messicano. Sala Giunta – Palazzo San Giacomo (Comune di Napoli), ore 11.00.

– 5 ottobre: Omaggio- ricordo: “Roberto Bracco, pacifista e antifascista”. Complesso di San Domenico Maggiore , ore 16,30.

Salvatore Adinolfi

 

Alla scoperta di Agropoli e Castellabate

Un nuovo appuntamento per soci e simpatizzanti è quello che l’Istituto Italiano dei Castelli ha organizzato per sabato 22 ottobre incentrando la sua attività culturale su un’escursione esclusiva ad Agropoli e Castellabate. Antonio Capano, già soprintendente archeologico in Basilicata, guiderà la visita al bellissimo borgo medievale ad al castello, uno dei più importanti in area cilentana.

Seconda tappa Castellabate dove l’architetto Giuseppe Ianni e lo storico locale Gennaro Malzone, guideranno i visitatori alla scoperta del centro storico e del castello. “Entrambi i castelli, tra l’altro,  ben rappresentano con le loro poderose torri circolari scarpate la fase cruciale nella storia dell’architettura militare definita di Transizione, che trovò ampia diffusione anche nel regno di Napoli, in età aragonese. Le interessanti caratteristiche difensive – si legge nel comunicato dell’Istituto Italiano dei Castelli – dei due complessi saranno commentate dall’arch. Luigi Maglio, vicepresidente nazionale del Consiglio Scientifico dell’istituto Italiano dei Castelli”.

Salvatore Adinolfi

 

 

 

Acropoli dei Giovani e scuola medica salernitana

Domani 1° ottobre 2016  riprendono gli appuntamenti dell’Acropoli dei Giovani – Primo Presidio Permanente Palomonte, nato nel 2014 dalla collaborazione fra l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e il Comune di Palomonte con il sostegno del gruppo spontaneo di cittadini “Amici della Biblioteca Palomonte”.

L’Acropoli dei Giovani nasce dall’esigenza di diffondere la cultura nel senso più ampio del termine, in modo particolare il sapere filosofico.

Un ricco calendario di appuntamenti è stato svolto sin d’ora a partire dal 18 ottobre 2014, giorno di inaugurazione dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Palomonte, quando in una magnifica sala affollata di giovani studenti, l’avvocato Gerardo Marotta e i componenti del comitato scientifico, il prof. Gerardo Grossi e la dott.ssa Bianca Desideri, responsabile a livello nazionale, davano il via a quello che fu definito un vasto progetto di formazione, di promozione e di crescita rivolto alle giovani generazioni nell’obiettivo di un sempre maggiore sviluppo culturale, sociale, economico e produttivo del territorio, nel rispetto dell’ambiente e nella continuità della tradizione storico-culturale.

1-ottobre-2016-acropoli-definitivaPer questo nuovo incontro dal titolo: “Primati e attualità di un’istituzione medievale di eccellenza: la Scuola medica Salernitana”, che si terrà nell’aula consiliare del Comune di Palomonte, a partire dalle ore 10.30 di sabato 1° ottobre 2016, si è voluto porre l’attenzione sulla più antica e importante istituzione medica d’Europa. Dopo i saluti della dott.ssa Bianca Desideri, responsabile scientifico nazionale dell’Acropoli dei Giovani-Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del prof. Gerardo Grossi, coresponsabile scientifico dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Permanente Palomonte, interverrà il dott. Umberto Greco, primario del reparto di Urologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno, che illustrerà primati e attualità della Scuola medica Salernitana nel pensiero medico moderno.

A conclusione dell’incontro, lo scrittore salernitano Carmine Mari, parlerà della sua prima fatica letteraria: Il regolo imperfetto. Intrighi e alchimie alla Scuola medica Salernitana, un’opera letteraria edita da Atmosphere libri, un avvincente thriller storico ritenuto dalla critica: “un giallo veramente ben costruito, con più piani di azione che si intrecciano e con la giusta dose di suspense, ambientato in un medioevo presentato con ricercatezza e dovizia di particolari. Il regolo imperfetto ha anche il pregio di presentarci un mondo, quello della medicina e delle scuole mediche medievali, e un ambiente storico-geografico – la Salerno del XIII secolo – di solito poco conosciuti ed esplorati dalla narrativa.”

Modera l’incontro la giornalista Valentina Risi, conduttrice radiofonica – Radio Mpa -, nonché appassionata volontaria della biblioteca comunale di Palomonte.

Ogni appuntamento è un’occasione per poter conoscere e apprezzare la biblioteca comunale e il suo patrimonio librario di circa 3500 volumi, in modo particolare, il Fondo Marotta, 130 volumi donati dall’avv. Gerardo Marotta con l’intento di nutrire il desiderio di conoscenza, soprattutto, dei giovani studenti. La biblioteca comunale di Palomonte è una realtà culturale curata e valorizzata da un gruppo spontaneo di cittadini di cui si possono seguire le attività collegandosi alla pagina facebook Amici della Biblioteca Palomonte.

Trasparenza fiscale tra UE e Principato di Monaco

Il 22 febbraio scorso l’Unione europea e il Principato di Monaco hanno siglato un nuovo accordo in materia di trasparenza fiscale. Tale intesa rappresenta un successivo passo in avanti nella lotta contro l’evasione fiscale.

L’accordo prevede nel 2018 lo scambio automatico, tra Monaco e gli Stati membri, delle informazioni sui conti finanziari dei loro residenti. Questi dati saranno raccolti dal primo gennaio 2017. La formale sottoscrizione di questo nuovo accordo è prevista prima dell’estate, una volta che il Consiglio avrà autorizzato tale firma su proposta della Commissione. L’accordo evidenzia la volontà politica del Principato di Monaco di progredire verso una maggiore trasparenza fiscale.

Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e finanziari, fisco e dogane, afferma che “questo accordo rappresenta l’inizio di una nuova era nei rapporti tra Monaco e l’Unione europea. Noi condividiamo il medesimo obiettivo, combattere la frode a beneficio dei contribuenti onesti. Tale accordo concretizza il nostro obiettivo in modo equo ed efficace”.

Jean Castellini, Consigliere economico e finanziario del governo del Principato di Monaco, ha indicato che “questa sigla costituisce un nuovo esempio di politica gestita da Monaco al fine di contrastare l’evasione e la frode fiscale internazionale, onorando l’impegno di concludere accordi, in materia di scambio di informazioni, nel rispetto degli standard internazionali sviluppati dall’Unione europea e dal Forum mondiale dell’OCDE.”

All’interno del quadro del nuovo accordo, gli Stati membri riceveranno i cognomi, gli indirizzi, i numeri di identificazione fiscale e le date di nascita dei loro residenti che hanno dei conti presso il Principato di Monaco. Tra le altre informazioni condivise vi sarà anche il saldo di questi conti. La procedura prevista è conforme alla nuova normativa mondiale dell’OCDE e del G20 sullo scambio automatico di informazioni. L’incremento nella condivisione delle informazioni di questo tipo consentirà alle autorità di contrastare più efficacemente le frodi, fungendo contemporaneamente da deterrente per coloro i quali ambiscono a occultare capitali all’estero. L’Unione europea ha firmato accordi simili l’anno scorso con la Svizzera, San Marino, il Liechtenstein e nel 2016 anche con Andorra.

Diego Turco

 

Deflazione: uno spettro sull’eurozona

Un ritorno della deflazione, se prolungata nel tempo, potrebbe arrecare degli effetti negativi su tutta l’economia europea.  In seguito a un debole tasso d’inflazione pari a +0.3% in gennaio, l’eurozona, secondo l’Eurostat, ha raggiunto -0.2% a febbraio. Per la prima volta da settembre 2015, il tasso di inflazione della zona euro è approdato a un valore negativo.

Le cause di questa diminuzione dipendono in gran parte da una debole crescita economica e dal nuovo assestamento del prezzo del petrolio che spiega la caduta dei prezzi dell’energia, con una diminuzione dell’8% in febbraio rispetto al 5.4% del mese di gennaio. Tuttavia anche altri settori, oltre a quello energetico, sono interessati da una diminuzione dei prezzi. Secondo l’Eurostat i settori dell’alimentazione, dell’alcol e del tabacco hanno visto i loro prezzi aumentare dello 0.7% il mese scorso invece dell’1% di gennaio. I prezzi dei beni industriali non energetici hanno subito un incremento pari allo 0.3% in febbraio, comparato allo 0.7% di gennaio, quelli dei servizi a febbraio sono aumentati dell’1% rispetto all’1.2% di gennaio.

La debole inflazione sottostante preoccupa molti economisti. Essa potrebbe avere un impatto negativo sui salari. La diminuzione dell’inflazione è una preoccupazione prioritaria di lunga data per la Banca Centrale Europea. “L’inflazione debole o lievemente negativa è una porta d’ingresso verso una logica deflattiva in cui la diminuzione dei prezzi si autoalimenta. […] Per incrementare le vendite le imprese devono lanciarsi in una guerra dei prezzi e tagliare i loro margini” (afferma il giornalista Romaric Godin nell’articolo “Zone euro: la menace déflationniste toujours d’actualité”, pubblicato da La Tribune, il 29/02/2016).

La deflazione, essendo uno scenario da cui è difficile uscire, preoccupa molto la BCE. In un tale contesto, è atteso un ulteriore impiego del dispositivo di Quantitative Easing da parte di Mario Draghi. Questa strategia, che ha già mostrato i suoi limiti in materia di inflazione, mediante il suo flusso di denaro potrebbe anche arrecare dei danni nella misura in cui una politica accomodante comprenda varie componenti di una miscela pericolosa in grado di promuovere bolle speculative (opinione espressa dal canale d’informazione tedesco Deutsche Welle nell’articolo “Kommentar: Don Marios Kampf gegen die Windmühlen” pubblicato il 29/02/2016).

Secondo l’economista Anatoli Annenkov, senza riforme economiche più sostanziali, l’obiettivo di un tasso d’inflazione pari al 2% non può essere raggiunto prima di 4 anni (“ECB under mounting pressure to step up eurozone support”, pubblicato il 29/02/2016 da The Guardian). Riforme economiche più sostanziali tuttavia, appaiono poco probabili nel breve periodo.

Danilo Turco

 

Tito Boeri all’Università di Sassari

“L’Università pubblica serve a rendere un Paese degno di essere difeso”. La citazione di Robert Wilson, primo direttore del Fermilab di Chicago, ha chiuso l’intervento del Magnifico Rettore Massimo Carpinelli che ha aperto, lo scorso 23 settembre, la cerimonia di inaugurazione del 455° anno accademico dell’Università di Sassari. Nel suo discorso, Carpinelli ha evidenziato il rinnovamento dell’offerta formativa dell’Ateneo, caratterizzata da quattro corsi di laurea internazionali e del nuovo sistema di programmazione gestionale che ha reso l’Ateneo virtuoso e sostenibile in termini economici e finanziari. Nel sottolineare l’importanza del merito, valorizzato con l’assegnazione del 5×1000 agli studenti migliori, il Rettore ha ricordato il primo posto in Italia per l’internazionalizzazione e il terzo nella classifica dei medi atenei Repubblica-Censis. Ospite d’onore nella cerimonia, il prof. Tito Boeri, già ordinario all’Università Bocconi, dal 16 febbraio 2015, presidente dell’INPS.

Con una lectio magistralis su “Il lavoro futuro”, l’economista, ha catalizzato l’attenzione dei numerosi presenti, tanti studenti oltre i rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico nazionale.

La cerimonia celebratasi nell’Aula Magna, è stata preceduta da un breve incontro con la stampa locale. Boeri ha anticipato i temi salienti del suo intervento legati indissolubilmente al nuovo mercato del lavoro senza celare un forte segnale di discontinuità culturale nel suo mandato istituzionale alla guida del primo ente di previdenza nazionale. “Spesso, nei vari incontri, qualcuno mi dice: – fra poco sarò suo cliente -, riferendosi all’uscita dal lavoro. Niente di più sbagliato. L’INPS vive dei soldi dei lavoratori e deve erogare servizi ai lavoratori e ai giovani che cercano di entrare nel mondo del lavoro”.

Da questo principio, evolve l’impegno a sdoganare ataviche concezioni legate, almeno a livello prioritario nelle agende dei politici, agli assegni di quiescenza. In Italia mediamente vicini all’ottanta per cento dell’ultimo reddito pro capite percepito nel lavoro attivo. Fermi fra il quaranta e cinquanta per cento negli altri paesi europei, ovviamente ancorati in altri contesti economici e con applicazioni previdenziali diverse.

Il docente bocconiano smonta con decisione un altro mito, il polo manufatturiero. Nettamente in declino in tutti gli stati economicamente avanzati del mondo e delocalizzato in altre realtà dove il costo della manodopera (non qualificata) tende a zero. Bandite dalla stampa riferimenti alla riforma di uscita anticipata dal lavoro (ape) avviata in questi giorni dal governo. Il presidente  ha “congelato” le sue posizioni precedentemente esternate e non convergenti con i palazzi romani (circa l’erogazione dei vitalizi ai parlamentari o altri assegni previdenziali non coerenti ai contributi versati dai beneficiari), forse anche per non “disturbare il manovratore”. Spingendosi in una lettura non completamente pessimistica sui dibattuti ritorni economici legati ai provvedimenti del “jobs act”.

dsc_0024Sul lavoro futuro, destinato ai giovani, la relazione in Aula Magna risponde a quattro domande essenziali. Alla  prima, “chi crea lavoro?”, Boeri, a suo agio nel ruolo di docente,  presenta una lista di discipline che non si limita alle innovative legate alla I.T. o ai software della rete Internet. Nel paniere dei saperi essenziali rientrano la clean-tech, la robotica, oltre una manifattura avanzata. Ciò che potrà apparire scontato è importante da ribadire circa le nuove competenze richieste: tutte quelle che richiedono un uso intensivo del capitale umano. Circa la geografia del lavoro, dati oggettivi alla mano, la domanda più forte è chiaramente presente nei cluster europei prossimi alla ricerca scientifica attiva dove sorgono i principali atenei universitari collegati alle imprese, forti di maestranze di alta specializzazione. In tale contesto l’Italia rimane indietro sul nuovo lavoro proprio per l’assenza di questi distretti di dimensione europea. Unitamente al basso investimento nel capitale umano, allo scarso training impegnato sui luoghi di lavoro, alle troppe lauree proposte in settori improduttivi. Con una immigrazione che funziona al contrario: giovani cervelli in uscita e soggetti con bassa scolarità in entrata. Sul dibattito contemporaneo circa l’opportunità di stare in Europa, Boeri non batte ciglio. “L’Europa è per i giovani, chi può muoversi deve farlo. Purtroppo oggi questa libera circolazione del lavoro è compromessa dalle paure legate alla immigrazione che favoriscono movimenti populisti e il ripristino delle frontiere”.  Rispetto a tutte le buone intenzioni permangono per chi un lavoro ancora lo possiede, tutte le criticità che si prospettano nei sopravvenuti cambiamenti. Basti pensare ad esempio, all’impresa del ricongiungimento dei contributi previdenziali esistente nel sistema nazionale. Boeri ha avanzato su questi temi la proposta dell’INPS di un numero di sicurezza sociale europea, una soluzione comune nella rete d’informazioni tra i sistemi di protezione sociale dei diversi paesi europei a tutela dei lavoratori.

Da ricordare i trenta secondi netti di intensi applausi per Michela Loi, delegata degli studenti nel cda dell’ateneo. “Quando penso all’Università e a cosa dire, immagino sempre una pietra ed un cuore”  – ha esordito la Loi che, risaltando gli straordinari target raggiunti nell’ateneo di Sassari, non si è risparmiata nel ricordare, con eloquente efficacia, alla schiera dei politici locali, seduti nelle prime fila, l’indecente situazione delle rete infrastrutturale dell’isola. Situazione resa ancor più drammatica dall’azzeramento dei collegamenti internazionali sullo scalo di Alghero con il concomitante aggravio del penoso sistema di collegamento interno su gomma.

Il buon 455esimo anno accademico è davvero un impegnativo auspicio.

Luigi Coppola

Fondazione Donnaregina e Artecinema insieme

Un calendario ricco di iniziative quello che Artecinema e Fondazione Donnaregina mettono in campo dal 6 all’8 ottobre 2016 con proiezioni straordinarie, focus di approfondimento, workshop con registi, attori e fotografi nell’ambito della partnership fra le due realtà.

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee diviene, infatti, quest’anno, partner di Artecinema, il Festival internazionale di film sull’arte contemporanea. “In occasione della sua 21ª edizione, Artecinema entra a far parte di Progetto XXI, piattaforma di ricerca proposta da Fondazione Donnaregina per sostenere e diffondere su tutto il territorio regionale campano le pratiche e le narrazioni della contemporaneità, sviluppando rapporti con altri soggetti istituzionali, pubblici e privati, in grado di delineare un vero e proprio “sistema del contemporaneo” regionale – evidenziano gli organizzatori”.

Ma in che consiste la partnership? “La partnership – proseguono – è dedicata, in particolare, al rafforzamento dell’impegno nel sociale già avviato dal Festival nella scorsa edizione: saranno proposte iniziative mattutine, esterne ai teatri in cui si svolge abitualmente il Festival, con l’obiettivo di avvicinare alle culture del contemporaneo contesti e pubblici più ampi, dagli studenti delle scuole secondarie e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ai detenuti dell’Istituto Penale Minorile di Nisida e della Casa circondariale di Secondigliano”.

Vediamo più nel dettaglio quali sono gli appuntamenti: giovedì 6 e venerdì 7 ottobre, alle ore 11:00 (Accademia di Belle Arti di Napoli) incontro e workshop con la regista Mo Scarpelli e i fotografi afghani Massoud Hossaini e Farzana Wahidy, protagonisti del film Frame by Frame (regista: Mo Scarpelli, Stati Uniti, 2015; durata: 85 minuti; lingua: inglese e dari); venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Francese di Napoli): proiezione dei film Les gènies de la grotte Chauvet e La Mason Unal, alla presenza del regista Christian Tran, che incontrerà gli studenti di diversi Licei e Istituti superiori della Campania. Venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Penale minorile di Nisida) e sabato 8 ottobre, ore 10:00 (Casa circondariale di Secondigliano): proiezione del film Garden in the Sea (regista: Thomas Riedelsheimer, Messico, Germania, 2011, durata: 68 minuti, lingua: spagnolo e inglese).

Alessandra Desideri

 

Il Potere e lo spazio nella Napoli cinquecentesca

Uno sguardo appassionato sulla Napoli cinquecentesca è quanto emerge dalla mostra del fotoreporter Enzo Barbieri presso la Galleria Carpentiero in piazza Municipio, nel cuore della città, dal titolo “Il Potere e lo spazio nella Napoli cinquecentesca”.

Un progetto fotografico e non solo per far conoscere e allo stesso tempo sollecitare il recupero di opere d’arte sparse nel centro storico e nei luoghi di culto di Napoli.

“Promuovere l’arte ed ogni forma espressiva affinché siano elementi portanti della cultura e, come tali, occasione di crescita individuale, e collettiva. Queste le motivazioni che mi spingono da oltre trent’anni – dichiara Enzo Barbieri – a fotografare i monumenti della città, avendo realizzato le prime foto in occasione delle prime visite con una ricerca fotografica iniziata con il bianco e nero e approdata poi al colore che ha immortalato centinaia di opere d’arte che da secoli giacciono nei luoghi di culto e sfuggono  all’occhio dei visitatori”.

Nella sua lunga attività di reporter tante sono le immagini della città scattate, tante le fabbriche esplorate,  Santa Maria La Nova, Santa Maria del Soccorso, San Domenico Maggiore, Chiesa di San Carlo all’Arena, Chiesa San Giovanni a Carbonara con la statua di Ladislao a cavallo e la scultura della Madonna del Carmine di Michelangelo Naccherino in sommità del monumento sepolcrale stile tardo-gotico (1414 ), Chiesa di San Pietro a Maiella, Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi con il Compianto sul Cristo morto (1492 – 94) di Guido Mazzoni  la sacrestia affrescata da Giorgio Vasari che nasconde le statuette lignee dei padri Olivetani , Pontificia reale basilica San Giacomo degli Spagnoli con il Sepolcro di Don Pedro de Toledo 1540-1570- opera di Giovanni da Nola posizionato dietro l’altare maggiore, Chiesa Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco con il gruppo marmoreo di Cosimo Fanzago che raffigura una testa alata.

Ad alcune immagini è più legato e ne ha dato forte segno nella mostra alla Galleria Carpentiero: come solo per fare qualche esempio il Cristo nella Chiesa di San Carlo alla Rena di Michelangelo Naccherino, il Cristo nella Chiesa di Santa Brigida in abito della croce di Lucca.

Una mostra che rivela l’attenzione e la passione per la città con  l’occhio profondamente indagatore del giornalista fotocronista che raccoglie, attraverso le immagini delle opere realizzate nei luoghi di culto napoletani dal periodo cinquecentesco all’ottocentesco sia da artisti napoletani sia provenienti da tutta l’Italia, la storia di una Napoli che è stata culla di civiltà ed arte.

“Il progetto – sottolinea Enzo Barbieri – è legato alla ricerca storica che negli anni ho realizzato con l’intento di rappresentare la storia e le vicissitudini che questi luoghi hanno subito corredate di didascalia con cenni storici sull’opera rappresentata, sugli artisti esecutori nonché sull’itinerario luoghi  visitati”.

Le belle e significative immagini sono raccolte in 2 DVD multimediali che consentono ai fruitori la riscoperta delle opere straordinarie conservate nei siti visitati e fotografati dall’autore.

La mostra alla Galleria di piazza Municipio rappresenta una tappa del percorso fotografico per la valorizzazione di luoghi noti e meno noti della città portata avanti da Barbieri.

Alessandra Desideri

 

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