Davide Iodice si confronta con l’Amleto di Shakespeare in Mal’essere in scena dal 1° al 12 febbraio al Teatro San Ferdinndo di Napoli.
Una riscrittura in napoletano della tragedia del grande Bardo firmata da un gruppo di rapper. Un’esperienza che il regista Davide Iodice prova a descrivere: “in questo tempo di “paranze d’‘e criature” e di criature morti ammazzati, di padri che mandano – ancora – i figli alla strage, nell’Elsinore dove vivo, tra Forcella e Sanità, qui mi riappare l’ombra di Amleto, qui sento che non è tanto questione di essere o non essere ma di mal’essere, nel senso doppio della nostra lingua che dice insieme di persona cattiva ma anche di un profondo scoramento esistenziale: essere o non essere il male, piuttosto. Nessuno più e meglio dei numerosissimi rapper dei nostri territori sa esprimere, a parer mio, questo malessere oggi”.
Una esperienza non certo facile, quella del regista e della produzione curata dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, ma che si inserisce in quella personale ricerca “da sempre attenta a far risuonare l’eco emotiva della rappresentazione scenica lungo sentieri e luoghi non canonici, di forte impatto sociale”. Una ricerca-indagine che vede numerosi impegnativi titoli: “La fabbrica dei sogni”, “Un giorno tutto questo sarà tuo”, “Mangiare e bere. Letame e morte“,“Mettersi nei panni degli altri-Vestire gli ignudi” del progetto “Che senso ha se solo tu ti salvi” ispirato a Le sette opere di misericordia di Caravaggio, “Il velo”, del progetto sostenuto dalla Comunità Europea, Città in scena/Cities on stage, nel 2015, Euridice e Orfeo, Drommar (realizzato con il Folkteatern di Goteborg) e Sonnai, entrambi parte della “ricerca itinerante sui sogni degli ultimi” del regista.
La trama shalesperiana risuonerà con il dramma del Principe di Danimarca nelle voci dei rapper e degli attori evidenziando agli spettatori scorci e ferite della città odierna di sorprendente e inquietante attualità.
“Con questo Mal’essere – ha dichiarato Davide Iodice – si può provare a dire qualcosa su Napoli, da Napoli, scartando l’imperante e cinica oleografia criminale, questo tempo di paranze dei bambini, un’estetica del male che stiamo assecondando, dove le crew dei rapper sono paranze vitali, di chi ha scelto l’arte al posto delle pistole”.
Su drammaturgia dello stesso Davide Iodice e testi e riscritture dei rapper Gianni De Lisa detto ‘O Yank e Pasquale Fernandez detto Sir (dei Fuossera), Alessandro Caricchia detto Joel, Paolo Romano detto Sha One, Ciro Perrotta detto Op Rot, Damiano Rossi detto Capatosta, in scena recitano gli attori Salvatore Caruso, Luigi Credendino, Veronica D’Elia, Angela Garofalo, Francesco Damiano Laezza, Marco Palumbo, Antonio Spiezia insieme ai rapper attori Gianni De Lisa detto ‘O Yank, Vincenzo Musto detto Oyoshe, Paolo Romano detto Sha One, Damiano Rossi detto Capatosta, Peppe Sica detto Oh. Scene di Tiziano Fario, costumi di Daniela Salernitano, luci di Davide Iodice e Angelo Grieco, musiche di Massimo Gargiulo. Un’ora e cinquanta minuti di uno Shakespeare napoletano.
Alessandra Desideri