Gli attuali programmi elettorali italiani ignorano la questione “casa”cioè il disagio abitativo delle famiglie più povere, che include anche una fascia del ceto medio.
Nella Costituzione italiana non c’è una specifica tutela del diritto all’abitazione. Tuttavia, in alcuni articoli, emerge un chiaro riferimento a valori riconducibili al diritto alla casa, la quale viene concepita come elemento essenziale per garantire per garantire lo sviluppo della persona umana.
Il diritto alla casa, all’abitazione, sembra porsi, soprattutto da qualche decennio, come un diritto “nuovo”, sociale, funzionale al soddisfacimento dei bisogni costituzionali della persona. Esso si atteggia a precondizione per il godimento di tutta una serie di diritti fondamentali, quali ad esempio il diritto alla salute, alla riservatezza, alla sicurezza, all’inviolabilità del domicilio ed alla sua libera scelta.
La Carta Costituzionale difende il diritto alla casa agli artt. 2 e 3 è una Carta solidale, generosa, aperta, permissiva, disinteressata. Ma alla nostra Legge fondamentale non sembra interessare che i prezzi delle case in Italia costino mutui troppo onerosi e non facili da ottenere. Questione, quella della casa che incide fortemente come valore identitario nella mente degli italiani ed è su questo diritto sociale alla casa che è cresciuto in Italia il fenomeno delle occupazioni abusive prima di abitazioni, poi di spazi collettivi da ultimo di teatri. A riguardo, il codice penale ha accolto l’indirizzo costituzionale nell’articolo 54, riferito allo stato di necessità. Per questo, la necessità di un’abitazione, a chi ne è privo, può essere riconosciuto uno stato di necessità irrefrenabile per condizione di malattia propria o di congiunti, per stato di debolezza, per un più generico bisogno economico e abitativo. Lo stato di necessità si è poi con il tempo allargato secondo livelli di resistenza e sopportazione sempre più labili: da fisico, psicosomatico, psicologico, ambientale fino al caso che sussista “un pericolo attuale di un danno grave alla persona”.
Per questo, senza dubbio è oggi necessaria un’azione sociale sinergica che permetta alle Istituzioni impegnate a garantire sul territorio il diritto alla casa, impegnata a voler concretizzare il perseguimento degli obiettivi sociali e di eguaglianza, visto che da un alloggio adeguato dipendono ulteriori connessi diritti essenziali alla persona: il diritto alla privacy, il diritto ad essere liberi dalla discriminazione, il diritto allo sviluppo, ma soprattutto, il diritto a conseguire il più alto livello di salute mentale e fisica. Oggi i comitati e le associazioni italiane sul diritto alla casa si sono unite tutte in difesa di questo diritto, scendendo in piazza anche per agire contro le disuguaglianze sociali che la mancanza del riconoscimento del diritto alla casa comporta. Una mobilitazione nazionale che intende sensibilizzare il rilancio di un piano nazionale di edilizia pubblica, che dovrà basarsi sui bisogni reali della popolazione e dei quartieri popolari.
Danilo Turco