Da una villa abbandonata nel fiorentino riaffiorano affreschi di uno dei più importanti protagonisti dello stile Liberty in Italia, Galileo Chini, artista poliedrico, versatile, imprevedibile, sicuramente tra i pionieri del Liberty in Italia, della fine Ottocento inizi Novecento.
Si dedicò con passione all’arte della ceramica, partecipando all’abbellimento di facciate in molti palazzi e ville italiane e arricchendo l’arredamento interno di vasellame e rivestimenti ricercati. Dipinse nature morte, bellissimi paesaggi della Versilia e ritratti.
Cimentatosi nell’attività d’illustratore, realizza espressivi manifesti per eventi culturali, manifestazioni e rappresentazioni teatrali e per molte opere del tempo crea scenografie e costumi.
A scoprirli, è stato lo studioso e direttore del sito di settore ‘Italia Liberty’, Andrea Speziali. “Sono stati realizzati senza dubbio dal grande artista di Firenze”, spiega, dopo aver effettuato raffronti e indagini sull’autenticità delle opere. I grandi affreschi decorano le pareti di alcune stanze di una villa, privata e situata fuori da Castelfiorentino, ad alcune decine di chilometri dal capoluogo toscano, in stato di forte abbandono da alcuni anni. Per salvare i dipinti di Chini, Speziali ed Italia Liberty, hanno lanciato l’idea all’attuale proprietà dell’edificio, di una raccolta fondi: l’iniziativa servirebbe anche ad organizzare un convegno dedicato allo stile Liberty e all’opera di Chini nei prossimi mesi a Firenze.
Nell’ambito dell’evento verrà proposta l”istituzione del primo museo del Liberty italiano.
La nuova area culturale potrebbe trovare posto proprio nella villa abbandonata di Castelfiorentino.
La scoperta degli affreschi risale alla metà del mese scorso, quando l’attenzione di Speziali, è attirata da alcune nuove immagini pubblicate sul social di immagini e foto Flickr dal fotografo Jonathan Dellagiacoma, vincitore del primo premio nella prima edizione del contest nazionale Italian Liberty. Ritraggono le sale diroccate della villa a Castelfiorentino, dalle cui pareti l’occhio dello studioso riconosce istantaneamente l’affiorare di affreschi dall’inconfondibile tratto Liberty. “Il paragone con altri suoi lavori, tra pitture, ceramiche e disegni non lascia adito a dubbi, a dar vita alle forme, ai colori della villa fiorentina è proprio la mano di Chini, spiega lo studioso, è la stessa struttura degli affreschi a confermarlo. Inoltre lo studioso prova anche a ipotizzare una datazione per i dipinti ritrovati: “Considerata la villa nella sua caratterizzazione architettonica di inizio Novecento e la manifattura degli affreschi, è presumibile che essi siano stati realizzati tra il 1898 e il 1905”. Resta da capire, adesso, se il rudere di Castelfiorentino potrà rinascere e diventare, oltre che la casa dei capolavori dell’artista fiorentino, anche il primo museo del Liberty in Italia”.
Nicola Massaro