Qualche riflessione su politica ed economia nell’Italia di oggi

Sarebbe oltremodo importante riuscire a frenare il diffondersi di dichiarazioni continue che tendono a destabilizzare condizioni e stili di vita che non consentono un ritorno al passato ormai sepolto.

Occorrerebbe non ricercare consenso politico attraverso slogan proponendo una visione del mondo dei tempi passati, con i confini e i muri che delimitano le relazioni internazionali. Occorre una politica moderna, stimolo per l’innovazione, la ricerca e che combatte situazioni di arretratezza nel lavoro, come il caporalato, per concedere il soggiorno a chi ha un lavoro e facilitare gli impieghi stagionali. Poi, per difendere la qualità dei prodotti italiani in agricoltura non andrebbero imposti dazi sul riso asiatico e sudamericano e poi, andrebbe ratificato il Ceta, il trattato Ue-Canada, il più avanzato nella protezione dell’origine dei nostri prodotti.

Inoltre, sui finanziamenti UE impegnati si osserva che negli appalti pubblici si nasconde il rischio di corruzione, come mostrano le cronache e la flessibilità – richiesta dagli operatori e recepita dal Codice dei contratti del 2016 – ha di fatto accresciuto il numero di gare finite a imprese vicine alla politica.

Infine,la modernizzazione dei sistemi di pagamento al dettaglio, che prevedono l’uso di strumenti diversi dal contante per le spese sui consumi, è ormai un fenomeno strutturale in Italia e altrove, anche se avviene si consolida più lentamente rispetto ad altri Paesi. Il dato più significativo al riguardo ci sarà con l’entrata in vigore nel 2018 della direttiva europea Psd2 sui pagamenti digitali. A riguardo la proposta di abolire il limite all’uso dei contanti, risulta in controtendenza rispetto al concreto diffondersi della digitalizzazione dell’economia e nei sistemi di pagamento al dettaglio, in linea con quanto accade nei Paesi più avanzati e con l’effettiva esperienza delle famiglie consumatrici in Italia.

Danilo Turco

La fine del decennio di crisi  per la Grecia

Finalmente la svolta! La Grecia ha rispettato gli impegni e quindi sono state concordate le misure che possono a questo momento sostenerla nel lungo processo di ripresa e che potranno essere allentate in futuro.

I ministri delle Finanze europei hanno accertato che la Grecia ha sostanzialmente rispettato gli impegni assunti in occasione dei tre piani di salvataggio approvati finora. Hanno quindi concordato il 21 giugno scorso una serie di misure per sostenerla nel lungo processo di ripresa. Già su alcuni tweet, Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici e monetari, aveva  anticipato il suo giudizio positivo sulla Grecia ed evidenziando come il governo di Atene avesse introdotto circa 450 provvedimenti legati alle richieste della Troika, come la riforma del catasto per una più efficiente tassazione immobiliare e l’istituzione del reddito di solidarietà, di cui è oggi beneficiario circa il 6 per cento della popolazione.

La Grecia dal 2010 ha usufruito di tre piani di salvataggio (2010, 2012, 2015), ricevendo circa 274 miliardi di euro dai Paesi europei e dal Fondo monetario internazionale, risorse determinanti per il superamento della crisi. Oggi occorre che si realizzi la ripresa con la diminuzione del tasso di disoccupazione(18%), cosa possibile, se la Grecia continuerà sulla strada delle riforme, in modo che i paesi europei decideranno di alleggerire questi vincoli con futuri interventi.

Occorre evitare il rischio che la Grecia, una volta scampato il pericolo, torni sul sentiero poco virtuoso che l’ha condotta a un passo dall’uscita dall’euro, devastando il suo sistema finanziario e riducendo in povertà milioni di suoi cittadini. Talune condizioni imposte sono da ritenere giuste, come la soluzione del processo in cui è imputato l’ex presidente dell’istituto nazionale di statistica e il completamento della riforma del catasto e del piano di privatizzazioni.

Danilo Turco

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