Garbo, educazione e cortesia con il nuovo galateo

Sembra quasi anacronistico ai nostri giorni parlare di “galateo”, sembra più qualcosa di legato al passato, ormai superato, ma così non è. Non a caso tanti sono i libri pubblicati su questo tema che dovrebbe aiutare a regolare i rapporti interpersonali di buona educazione.

Con il termine galateo viene, appunto, indicato l’insieme di norme comportamentali con cui si identifica la buona educazione. I tratta di un codice che stabilisce le aspettative del comportamento sociale, la norma convenzionale. Sinonimi della parola galateo possono essere etichetta o bon ton.

Ma da dove viene l’origine della parola galateo? Ha origini lontane, deriva da Galeazzo Florimonte, vescovo della diocesi di Sessa Aurunca che ispirò a monsignor  Giovanni Della Casa il celebre libro  “Galateo overo de’ costumi”, primo trattato organico che si è specificamente interessato all’argomento e che vide la luce nel 1558. Il titolo dell’opera corrisponde alla forma latina del nome Galeazzo: Galatheus.

Fra i tanti volumi disponibili abbiamo scelto dalla nostra Biblioteca “Il Nuovo Galateo” edito da RL Gruppo Editoriale nella collana I grandi manuali qualche anno fa. Volume tutt’altro che superato fornisce utili consigli di come ci si deve comportare in pubblico e nella vita privata: come ci si presenta al mondo, come gestire i rapporti umani, come stare a tavola, come comportarsi in famiglia e al lavoro, come quando si è in vacanza. Due capitoli sono dedicati a cerimonie e regali per ogni occasione.

Un libro interessante, per i più giovani in particolare la gestione del telefono, gioia e dolore dei nostri tempi. Un libro da leggere piacevolmente per rinfrescare o rivedere il proprio  modo di comportarsi  con gli altri e conoscere gli errori da evitare.

Salvatore Adinolfi

PizzAward, a Cerea, nel veronese  il pizzaiolo più originale al mondo

 Arriva da Cerea (Verona) il pizzaiolo più originale del mondo, ma anche il neo detentore del titolo di pizzaiolo chef e pizzaiolo sommelier.

Con la sua “Valpoterra”, in omaggio ai prodotti della Valpolicella a partire dall’Amarone usato nell’impasto, Stefano Miozzo vince infatti la terza edizione del contest internazionale #PizzAward, battendo centinaia di concorrenti e conquistando, allo stesso tempo, uno dei nove riconoscimenti (una oliera per pizze a forma di busto di San Gennaro) previsti dalla gara ideata da MySocialRecipe e una delle menzioni speciali attribuite dai main sponsor.

Ad alternarsi sul palco sono stati quindi Enzo Coccia (premio alla Carriera Professionale), Ciro Salvo (Pizzaiolo Protagonista dell’Anno), Franco Pepe con Authentica – Pepe in Grani (Pizzeria dell’Anno), Filippo Rosato con la sua On the sea side (Migliore Pizza dall’Estero), Diego Tafone con la sua Pascalina (Migliore Pizza Healthy), Paolo De Simone con la sua Nefropizza (Pizzaiolo Social) e la ventiduenne Sara Palmieri, che ha incassato due titoli (Migliore Pizza Senza Glutine e Migliore Pizza in Rosa) con la sua Tradizioni.

Al loro fianco, inoltre, i giovani John e Elias, protagonisti del primo corso per pizzaioli rivolto ai migranti che MySocialRecipe ha voluto promuovere, con la collaborazione di Virtus Italia Impresa Sociale, dell’Associazione Pizzaioli Esperti e di Fabio Cristiano (docente della Scuola di Pizzaiolo) in un’ottica di integrazione culturale e professionale.

Al loro fianco, anche, i giovani John e Elias, protagonisti del primo corso per pizzaioli rivolto ai migranti che MySocialRecipe ha voluto promuovere, con la collaborazione di Virtus Italia Impresa Sociale, dell’Associazione Pizzaioli Esperti e di Fabio Cristiano, docente della Scuola di Pizzaiolo, in un’ottica di integrazione culturale e professionale.

Nicola Massaro

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