Antonio Mezzancella vince l’ottava edizione di Tale e Quale Show 2018

Antonio Mezzancella è il vincitore dell’ottava edizione di “Tale e Quale Show”, il varietà cult di Raiuno che, dalla prossima settimana, tornerà con il torneo dei campioni dove i migliori protagonisti del 2017 incontreranno i migliori del 2018, in una gara al miglior trucco e alla miglior imitazione.
Lo show di Carlo Conti vince la prima serata televisiva con il primo gran finale di “Tale e Quale show”con 4 milioni 425 mila spettatori e uno share del 22.

Al giro di boa, nella classifica finale, Antonio Mezzancella ha confermato la prima posizione con l’interpretazione di Francesco Renga di “Vivendo adesso”, trionfando davanti ad Alessandra Drusian, medaglia d’argento e Roberta Bonanno, medaglia di bronzo, grandiosa nell’interpretazione di Mina.Vladimir Luxuria, pur essendosi piazzata all’ottavo posto della classifica, parteciperà lo stesso al torneo al posto di Mario Ermito che si è piazzato al settimo posto.

Carlo Conti ha ammesso che quest’anno prenderanno parte al super torneo tre donne e quattro uomini e nel caso in cui ci fosse stato Mario Ermito, diventavano cinque uomini. Una scelta che tuttavia non ha reso contento il pubblico social, che avrebbe voluto rivedere Mario anche al torneo dei campioni.

Nicola Massaro

La stampa tipografica dei francobolli

In questo articolo tratteremo i diversi modi con cui sono stati stampati i francobolli italiani ed anche quelli della vicina Repubblica di San Marino.

I sistemi principali di produzione dei francobolli sono quello tipografico, usato fino al 1929 con alcune eccezioni ed il sistema rotocalcografico usato dal 1929 in poi. Oltre a questi due sistemi,che possiamo definire principali, sono stati utilizzati i sistemi litografico, quello in offset o fotolitografico, il calcografico ed il rotocalcografico, qualche volta, come vedremo più avanti, anche contemporaneamente.

La stampa tipografica consiste nel creare una composizione recante in rilievo le parti destinate a dare la stampa. L’inchiostro versato sulla composizione, a contatto con la carta, impregna le parti in rilievo e nel successivo contatto determina la composizione dell’immagine.

Una delle caratteristiche di questo tipo di stampa è che i francobolli stampati presentano il disegno leggermente in rilievo anche al rovescio. Per la stampa tipografica dei francobolli si parte da un punzone in acciaio sul quale il disegno del francobollo viene inciso negativamente a mezzo di bulino. Con un bilanciere, in cui è inserito il punzone, vengono punzonate tante impronte di piombo, quante ne occorrono per la composizione di un foglio di 200 o 400 francobolli. Composta la relativa forma, questa è immessa nel bagno galvanico dove la forma di piombo viene riprodotta in rame. La stampa è eseguita su macchina tipografica nella quale le parti in rilievo della composizione vengono inchiostrate per imprimere l’immagine da riprodurre.

I francobolli tipografici italiani furono emessi dal dicembre 1863 per l’Italia e dall’agosto 1874 per la Repubblica di San Marino fino al 1929, per essere precisi detto tipo di stampa continuò per i pacchi postali fino al 1945.

Nello stesso periodo, comunque accanto a questo sistema di produzione tipografica furono utilizzati anche, per alcuni valori, il sistema litografico e quello in calcografia. I francobolli stampati in tipografia hanno in comune numerosi elementi relativi alla composizione dei fogli, alle diciture marginali, ai numeri progressivi e numeri di tavola apposti sul margine superiore dei fogli, al fondo di sicurezza, alla gomma e alla dentellatura. Va, comunque, detto che la stampa dei francobolli italiani spetta allo Stato, in applicazione della norma contenuta nell’articolo 26 della legge sulla riforma postale del 5 maggio 1862 n. 604. Lo Stato italiano ha sempre provveduto a questo suo compito, ad eccezione del periodo relativo alla parentesi londinese ed altre poche serie emesse, per i curiosi, nel 1908, 1921, 1923, 1925 e 1944. Con la legge 11 maggio 1865 n. 2285 fu creata l’Officina Governativa Carte Valori, mentre il successivo R.D. 25 maggio 1865 n. 2316, contiene le norme per l’impianto dell’Officina, che fu posta alle dipendenze del Ministero delle Finanze.

Salvatore Adinolfi

 

Mary Wollstonecraft, i diritti delle donne

Qualche anno fa il Corriere della Sera ha pubblicato in un’agile ed elegante veste editoriale il volume “Sui diritti delle donne” che rappresenta una vera e propria pietra miliare nella lunga ed inesauribile lotta perché le donne e gli uomini raggiungano la parità. Percorso, purtroppo, che a distanza oltre duecento anni non ha ancora raggiunto un risultato soddisfacente per le donne. Progressi sono stati fatti ma molto, anzi moltissimo, deve ancora essere fatto.

L’autrice del saggio, Mary Wollstonecraft, è ritenuta madre del femminismo. Avversata in modo estremo dagli uomini del tempo, l’intellettuale anticonformista, nata nel 1759 e morta nel 1797, con una vita personale tempestosa, ha scritto quello che è un vero e proprio manifesto dei diritti delle donne in un’epoca nella quale le donne avevano pochi diritti. In Francia era epoca di rivoluzione, e che rivoluzione, dove i diritti diventano il centro della battaglia politica contro la monarchia, negli altri Paesi si guardava a quella situazione con timore.

Per la Wollstonecraft tutti dovevano godere degli stessi diritti civili, ivi comprese le donne e per meglio esprimere il proprio pensiero pubblica “A Vindication of the Right of Woman, with Strictures on Political and Moral Subjects” (1792).

Le sue teorie si mostrarono da subito “indigeste” per la cultura dell’epoca e le sue posizioni furono avversate a tutti i livelli. Una vita breve ma intensa che ha lasciato una profonda traccia nella storia mondiale del femminismo e della parità di genere.

Salvatore Adinolfi

 

Draghi, la Commissione europea e l’Italia

Nel ribadire un non imminente rialzo dei tassi il Presidente della Banca europea Mario Draghi sottolinea come il programma di acquisto dei titoli non rappresenti uno strumento che influenzi il contenimento degli spread.

Per questo è opportuno che l’Italia cerchi un compromesso con la Commissione. Occorre non interrompere il percorso virtuoso intrapreso con una politica accomodante attivata su due binari indicati nel 2013-2014: la forward guidance e il Quantitative easing. Draghi ha ribadito infatti che il rialzo dei tassi non ci sarà  fino a tutta l’estate del 2019. Per quanto riguarda  Qe, strumento di politica monetaria, non strumento di contenimento degli spread, il programma continuerà, a partire da gennaio 2019, nella forma del riacquisto dei titoli privati e pubblici in scadenza, mantenendo quindi immutato l’eccesso di liquidità bancaria.

Draghi ha anche ricordato che il mandato della Bce non consente salvataggi dei singoli Paesi in difficoltà finanziaria e che per mettere un tetto allo spread occorre la soluzione di ultima istanza (Omt – Outright Monetary Transactions), condizionata a un programma di assistenza dell’Esm – European Stability Mechanism. A questo però ha aggiunto che una via più efficace sarebbe quella di abbassare i toni politici e non mettere in dubbio la moneta unica.

Nel suo intervento Draghi ha ribadito che l’unione monetaria rimane fragile a causa della sua incompletezza, e ciò non dipende né dalla Bce né dagli eurocrati di Bruxelles, ma dalla volontà dei governi europei. Ha poi aggiunto che è necessario completare l’unione bancaria e del mercato dei capitali, con una rinnovata capacità fiscale.

Infine, sulla manovra presentata dal governo italiano Mario Draghi si è detto fiducioso che il buon senso prevarrà e si troverà un compromesso nell’interesse del paese e del popolo italiano, riferendo che su questo concorda anche il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, presente ai lavori del Consiglio della Bce del 25 ottobre.

Danilo Turco

Il Vizio della Speranza trionfa al Festa di Roma 2018

ll pubblico della Festa del Cinema di Roma ha scelto Il Vizio della Speranza di Edoardo De Angelis come Miglior Film tra la selezione di quest’anno.

Edoardo De Angelis, come già in Indivisibili, non teme di risultare retorico, pur di gridare il proprio disperato messaggio umanista. In Il vizio della speranza il regista rende Castel Volturno uno scenario apocalittico per coltivare lì, dove e più difficile farla crescere, la speranza di una nuova vita e di una nuova civiltà. Simboli forti, dal percorso mariano ai cavalli selvaggi in riva al mare, per una pellicola a tinte fortissime sulla battaglia per la sopravvivenza del sacro, nella disperazione dello sfruttamento. Gli applausi di Roma, Tokyo e Montpellier, dove nel giro di una settimana il film è stato presentato, raccontano molto sull’universalità di una nuova voce del cinema italiano.

“Offrire un dono può essere un gesto invadente ma scoprire che quel dono è gradito rappresenta il premio più importante. Faccio film per regalarli a chi li guarda” dichiara Edoardo De Angelis

Nel cast Pina Turco, Massimiliano Rossi e Marina Confalone. Il film sarà al cinema dal prossimo 22 novembre, distribuito da Medusa.

Un film “spirituale e cristiano”: la stessa Maria ammantata di cinismo si troverà di fronte a una scelta difficile e coraggiosa quando sarà lei ad aspettare un bambino. “La resistenza umana è la più grande delle rivoluzioni”, ha detto il regista napoletano di Indivisibili.

Nicola Massaro

Francobollo autentico o falso? La parola al perito filatelico

Avete dubbi sull’autenticità di un francobollo? Anche i più esperti del settore possono avere dei forti dubbi sull’autenticità di un francobollo raro, su una sovrastampa, spesso nei circoli filatelici ci si confronta, si dibatte, se la perforatura è quella originale oppure no, ma quando le diversità di opinioni non convengono, anche gli esperti alla fine devono ricorrere all’ausilio del perito filatelico.

Il mestiere del perito filatelico è molto delicato e difficile, bisogna avere una esperienza non comune, una vista ben addestrata all’individuazione di particolari speso invisibili e per risolvere i casi più complessi il perito deve avere a disposizione campioni sicuramente autentici con i quali confrontare i pezzi ed anche un laboratorio attrezzato per le analisi ai raggi ultravioletti e per le indagini microscopiche. Per le perizie di pezzi di un certo valore il perito rilascia un certificato corredato dalla fotografia, sulla quale annota tutte le sue osservazioni. Per cose di minor valore al perito va richiesto un parere sull’autenticità del pezzo che generalmente esprime con una forma sul retro del francobollo. A richiesta il perito completa il suo lavoro dando anche un parere scritto che può contenere parole tipo “originali”, “falso”, “timbro originale”, “difettoso”, “riparato”, “ridentellato”, etc..

Molte sono le insidie che si possono nascondere dietro ad un francobollo di valore. La firma del perito come già detto e meglio ancora il certificato fotografico che rilascia ovviamente a pagamento, è sinonimo di garanzia la sua firma attesta l’autenticità del francobollo o della lettera e ci permette di affrontare acquisti anche importanti con la dovuta tranquillità.

Nell’acquistare un francobollo comunque ricordiamoci che lo stato di conservazione gioca un ruolo molto importante, può capitare di vedere in qualche convegno filatelico dei collezionisti che mostravano fieri dei pezzi particolari, ritenendoli in qualche caso anche unici, fierezza seguita poi da disappunto quando il perito od i periti, hanno detto loro che magari il colore non era originale ma che si erano scambiati alla luce molto forte, avevano come si suol dire preso un “colpo di sole”. Ricordiamoci queste parole: falso; originale; timbro originale; difettoso; riparato; ridentellato; risommato; senza gomma; sono tutte parole importanti in un certificato filatelico.

Salvatore Adinolfi

Il MANN ospita “Fantasmi a Pompei”

 

Suggestivo titolo per la mostra di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla che sarà visitabile dal 31 ottobre fino all’8 gennaio 2019. Appuntamento per il vernissage alle ore 17.00.

Suggestivo anche il connubio tra affreschi e mosaici antichi e scatti fotografici (41 per la precisione) dei due fotografi che si muovono in una città fantasma: Pompei e la raccontano attraverso gli scorci di rovine e paesaggi, con pochissime presenze umane che la popolano quasi come fantasmi.

“Il momento successivo della ricerca è offerto dallo studio degli affreschi e dei mosaici del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli): nelle sale dell’Archeologico, gli scatti si concentrano, piuttosto, sui personaggi, sugli uomini e le donne che popolarono la creatività degli artisti di un tempo”. Ampio utilizzo delle tecnologie digitali.

“Abbiamo immaginato di chiudere gli occhi lasciandoci trasportare dalla fantasia; abbiamo passeggiato per le antiche strade, accompagnati da una misteriosa melodia e dagli spettri che tornavano nella propria dimora”, commentano Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla.

“Allestendo Fantasmi a Pompei, abbiamo accostato le creazioni fotografiche di Dario Assisi e Riccardo Cipolla ad alcune opere della sezione mosaici ed affreschi: in tal modo, l’incontro tra passato e presente produce suggestioni immediatamente percepibili agli occhi di un visitatore che sceglie un approccio emozionale all’opera d’arte”,afferma il Direttore del Museo, Paolo Giulierini.

Una mostra da vedere con gli occhi del presente immergendosi nel passato per scoprire la immortale Pompei e il ricchissimo MANN.

Salvatore Adinolfi

Parlamento europeo in filatelia

Una importante mostra fu organizzata  a Strasburgo nel 1964. Durante la Sessione del novembre 1964 i Parlamentari europei ed i visitatori della Maison de l’Europe di Strasburgo ebbero la possibilità di ammirare forse la più bella esposizione di documenti filatelici relativi alla storia del Parlamento europeo. L’esposizione fu organizzata dalla Direzione generale della Documentazione Parlamentare e dell’Informazione del parlamento europeo, per documentare i passi verso l’Unione che fino a quel punto erano stati fatti.

L’esposizione era suddivisa in tre grossi filoni.

Il primo presentava la raccolta di tutti gli annulli storici che documentavano i lavori di tutte le sessioni che il Parlamento europeo aveva tenuto presso la Maison de l’Europe di Strasburgo a partire dalla Sessione costitutiva del 19 marzo 1958. In quella raccolta tutti gli avvenimenti erano perfettamente documentati dai diversi annulli commemorativi, che comprendevano i lavori di tutte le sessioni del Parlamento europeo. Tra questi c’erano l’elezione dei diversi presidenti del Parlamento, la seduta solenne di commemorazione del X anniversario del piano Schuman del 1960, i documenti della sessione straordinaria del 18-19 gennaio 1961 nella quale venne approvato l’accordi di associazione della Grecia al Mercato Comune, la sessione del 29 marzo 1962, nella quale venne commemorato il V anniversario della firma del Trattato di Roma del 25 novembre 1963 che rendeva omaggio solenne alla memoria del presidente Kennedy e tante altre iniziative che l’allora Europa dei sei aveva intrapreso.

Il secondo rendeva un omaggio solenne a Robert Schuman, se vogliamo, il “padre dell’Europa” ed il suo ricordo era riportato su quattro quadri che comprendevano avvenimenti importanti che andavano dall’inaugurazione dell’Avenue Robert Schuman all’ottavo e decimo anniversario della CECA. I quadri comprendevano anche un insieme di documenti in onore della CECA e della CEE, nonché un documento relativo ad un incontro tra i rappresentanti dell’Assemblea Consultiva del Consiglio d’Europa e quelli del Parlamento europeo.

Il terzo segmento comprendeva il tema relativo alla Conferenza Parlamentari Europa Africa, in questi quadri erano compresi i documenti ricordo della Prima Conferenza Parlamentare Europa-Africa tenutasi a Strasburgo il 19 giugno 1961 e quelli delle varie riunioni dal 1962 al 1963. Vi figurava, inoltre, la collezione completa di tutti i foglietti e di tutte le buste primo giorno emessi dalle amministrazioni postali dei vari Paesi africani in ricordo della fine dell’accordo di convenzione di associazione economica euro-africana sottoscritta a Yaoundè il 20 luglio 1963, come pure degli aiuti economici dati dalla CEE ai diversi Stati associati. Su questi quadri presentati alla mostra di Strasburgo, vi erano numerosi documenti fotografici che corredavano la mostra stessa, tanto da farne una delle più grandi esposizioni. La mostra non interessò solo i filatelici ma diede a tutti i visitatori l’opportunità di vedere un lavoro costruttivo che il Parlamento europeo svolgeva per la costruzione dell’Europa.

Salvatore Adinolfi

 

 

Start up innovative in Italia, una ricerca in Lombardia

Una ricerca  sulle  caratteristiche delle start up innovative nel territorio nazionale e lombardo  presenta anche consigli  per incrementarne l’esistenza in tutta Italia, con il coinvolgimento di università e incubatori.

I dati aggiornati a luglio 2017 delle Camere di commercio d’Italia riportano attive 7.568 start up innovative e circa un quarto di esse è localizzato in Lombardia.

L’andamento di crescita evidenzia che si è passati dalle 884 create nel 2013 alle 1.954 del 2016, un incremento di circa il 120 per cento. Sono strutture a micro-dimensioni, con un team di 3-4 componenti, che nel 60 per cento dei casi non si modifica. Gran parte di esse opera nel settore dei servizi con un output finale di vendita di un servizio, nel 78% dei casi.

Per quanto concerne i titoli di studio dei fondatori di start up, la ricerca evidenzia che la maggioranza del campione, circa l’80%, possiede la laurea specialistica) e circa la metà del campione ha ricevuto principalmente una formazione nelle aree “tecnico/scientifiche” e a seguire, il 24,5% l’area “affari, finanza e marketing”.

Il finanziamento di queste start up deriva maggiormente da risorse proprie (57%) e solo il 6 % ha ricevuto un supporto da società di capitali e risulta molto ridotto l’apporto proveniente da fondi pubblici.

In riferimento alle esperienze pregresse delle figura professionali delle start up, risulta che più dell’80% del campione ha già lavorato o in azienda oppure in attività da libero professionista e circa il 15%  è stato ricercatore in un’università o centro di ricerca, prima di fondare la start up. Inoltre, l’età media dei fondatori risulta pari a 40,5 anni, mentre solo il 30% è nella fascia compresa tra i 18 e i 34 anni. Questo dimostra che la nascita di una start up non dipende dalla necessità di impiego, ma risponde proprio al desiderio di voler creare un progetto imprenditoriale innovativo.

Danilo Turco

La posta in aerostato

Riprendendo il tema della posta aerea (n.d.r. articolo 27 ottobre) vale la pena ricordare che il primo esperimento con regolare servizio di posta aerea con mezzo più leggero dell’aria è quello, come abbiamo ricordato dell’assedio di Parigi. In totale furono compiute 68 ascensioni, alcune delle quali piene di avventure e di emozioni per i più coraggiosi aeronauti che dopo i primi lanci di aerostati senza piloti, accettarono di correre i rischi del volo. In tal modo, però, era stato risolto solo una metà del problema, poiché se si era trovato il mezzo relativamente facile di inviare lettere in provincia, altrettanto difficile, se non più, risultava invece ricevere notizie dalle periferie. Era infatti semplicemente assurdo pensare di rientrare a Parigi con lo stesso sistema e i tentativi che vennero fatti con piccoli palloni, approfittando di venti favorevoli, non approdarono a nulla. Si pensò allora di ricorrere ai cani ma ben presto anche questa idea venne scartata in quanto nessuno degli animali inviati a Parigi riuscì ad attraversare le linee nemiche. Non si sa chi suggerì di servirsi dei colombi viaggiatori che sarebbero sicuramente riusciti a tornare alle colombaie parigine dove erano stati allevati e così dopo quattro secoli la posta aerea con i piccioni tornò in augue.

Il sistema ovviamente si rilevò praticissimo e venne adottato chiudendo il ciclo della comunicazione da e per Parigi assediata. Da allora con alterna fortuna, il servizio espletato dai piccioni venne sempre lasciato in efficienza e anche in epoca relativamente vicine a noi è stato usato talvolta a scopo militare.

Dopo l’assedio parigino, la Germania ha il vanto di aver effettuato nuove ascensioni durante le quali fu trasportata corrispondenza. E’ nel 1893 che troviamo notizie di un volo compiuto dalla divisione militare tedesca partito il 22 aprile di quell’anno da Riedesderf e che il 23 settembre, gettò su Schoneberg alcune cartoline postali.

Un altro tentativo fu fatto da Lipsia in occasione della famosa fiera e da Tarnau dal 19 al 22 ottobre 1897 con un pallone libero montato dal capitano Gobard, successivamente a Monaco di Baviera, durante l’esposizione con l’aerostato Europa avente come pilota lo stesso capitano e poi il 3 ottobre 1899 ancora a Monaco.

Ritorneremo ancora su questo argomento che come si può constatare è bellissimo e ci porterà a vedere poi il primo volo aereo con le lettere dell’epoca.

Salvatore Adinolfi

 

 

 

 

 

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