Paura dell’abbandono: ossessione e bisogno di affetto

 Volevo che mi amasse perché mio padre non l’ha mai fatto. Ero ossessionata dal pensiero di perderlo e sapevo che il mio comportamento assillante l’avrebbe fatto allontanare, ma non riuscivo a fermarmi”.

Quando un amore ci porta a vivere uno stato di ossessione non possiamo considerarlo tale. Piuttosto, potrebbe trattarsi di mancanza d’affetto che alle volte ci portiamo dentro sin dalla tenera età, un vuoto che, una volta diventati adulti, pretendiamo di colmarlo con l’amore del proprio partner.

È facile confondere il bisogno di riempire un vuoto d’affetto con il vero amore,  quando si è cresciuti senza l’amore di un genitore, soprattutto da bambine da parte di un padre. È fondamentale, quindi, andare con cautela in queste circostanze in modo tale da essere in grado di capire quando si tratta di sentimenti veri che nutriamo nei confronti di chi abbiamo accanto, o se vogliamo la loro presenza nella nostra vita per non sentirci soli e abbandonati.

A volte è necessario fermarsi, guardarsi dentro, porsi delle domande e impegnarsi nel trovare anche delle risposte.

Un’accurata conoscenza di sé stessi potrebbe essere una buona tecnica per riconoscere i propri sentimenti e poter capire cosa si cerca e di cosa si ha bisogno per vivere una vita felice. Sarà amore solo quando realizzi che nessuno potrà mai colmare quella mancanza se non amando te stesso.

L’importanza di amare se stessi

Amare sé stessi è fondamentale per acquisire maggiore sicurezza e di conseguenza conoscere sé stessi a fondo per poter capire di cosa si ha bisogno, cosa si merita e di cosa si può fare a meno.

Amare sé stessi è il primo percorso che ognuno di noi dovrebbe fare, prima di ogni altra cosa. È il mezzo più potente che si ha a disposizione per andare avanti nella vita, per non curarsi del giudizio altrui e per  assumere comportamenti diversi da quelli che solitamente ci hanno portato a sbagliare, si assumono, inoltre, approcci differenti nei confronti del prossimo, di sé e della vita. Dunque, avere una forte sicurezza di sé è di vitale importanza per poter condurre una vita serena. L’insicurezza, invece, ci porta a vivere una stato di ansia, di frustrazione perché quando si nasce e cresce con mancanze d’affetto, si è, di conseguenza, continuamente insoddisfatti ed è proprio questo che porta poi alla frustrazione, alla rabbia, all’angoscia. Quest’ultimi, sono sentimenti negativi che possono col tempo portare alla vera infelicità. Per questo motivo è importante soffermarsi sui propri sentimenti e fare una profonda conoscenza di sé, mettendo in tavola tutte le carte della propria vita ed esaminarle una per una accuratamente. Entrare nel proprio cuore e cercare di percepire ogni suo segnale, cosa proviamo e perché lo proviamo. Prendersi cura di sé e volersi bene permette di trovare la propria identità e le proprie potenzialità. Ripetersi frasi positive continuamente, al fine di sentirla completamente nostra, potrebbe essere uno dei metodi efficaci per acquisire maggiore sicurezza di sé,  perché qualsiasi parola ripetiamo con costanza influenza la nostra mente in continuazione, ed è quindi  importante parlare a sé stessi con frasi che trasmettono apprezzamento di sé, entusiasmo, gioia, incoraggiamento, verso tutto ci che si vuole realizzare: lavoro, una relazione d’amore, relazioni di amicizia e familiari e tanto altro.

 “Aspettavo che la mia vita iniziasse. Vivevo con un buco nell’anima. Attendevo l’arrivo di qualcosa o di qualcuno che avrebbe finalmente colmato quella sensazione di solitudine che mi porto dentro da sempre. Solo col passare degli anni ho capito che posso colmarlo con l’amore verso me stessa, e che devo superare la paura dell’abbandono”.

Lorena, ventiquattro anni, napoletana, racconta la sua esperienza e come ha superato queste paure.

Lorena, quando hai scoperto di avere queste paure?

Mi porto dietro questo problema, se così si può chiamare, sin dai tempi dei miei primi fidanzati, dall’età di quindici anni, quando tutto dovrebbe essere rose e fiori, quando tutto dovrebbe essere una novità, io l’ho sempre vissuta come una cosa già vissuta. Mi spiego: come se dentro di me già sapessi come sarebbero andate le cose, come se in qualche modo io avessi già avuto una rottura, una delusione da parte di un uomo. Ad oggi, riconosco il motivo e sto cercando di superarlo anche se mi rendo conto che faccio molta fatica perché una volta scoperta la causa, ci vuole altro tempo per elaborarla e per far si che rimanga solo un ricordo assopito. Non ho mai avuto fiducia, ho sempre fatto pensieri strani e contorti e alla fine mi sono sempre ritrovata da sola. Commetto sempre lo stesso errore: inizialmente sono serena, ma col tempo inizio a diventare ossessiva e a controllarlo e a fare pensieri negativi per qualsiasi cosa. Può sembrare una cosa banale e forse è una cosa che accomuna molte persone ma per me è davvero una sofferenza.

Sei a conoscenza del motivo per cui hai queste paure?

Durante i miei primi anni di vita, mio padre è stato molto presente: mi portava in giro, sulle giostre, al mare, sulla neve, mi regalava le videocassette dei cartoni animati Disney. Cenerentola l’avrò visto almeno un centinaio di volte insieme lui. Avevo 4 anni quando i miei genitori iniziarono a litigare. Non capivo perché, non capivo nulla di tutto ciò che stava accadendo. Nel corso degli anni vedevo mio padre sempre meno, era meno presente a casa, addirittura mancava a pranzo o a cena. Solo diversi anni dopo e quando ormai ero già grande, hanno avuto il coraggio di dirmi che in realtà erano da tempo separati in casa. Adesso ognuno prosegue per la propria strada, entrambi hanno la propria vita. Ora siamo una famiglia allargata, un po’ come quelle delle fiction italiane. Io e i miei fratelli viviamo con nostra madre, il suo compagno e i suoi figli. Mio padre lo vedo poco, continua a non essere presente. Non so se la causa di tutto ciò sia dovuta solo all’abbandono da parte di mio padre, fatto sta che tutt’ora lo vivo come se mi avesse lasciato. Non sa niente di me eppure sono sua figlia, a stento ci salutiamo e scambiamo due chiacchiere quando quella volta al mese trascorriamo un pomeriggio assieme anche con i miei fratelli. L’unica cosa che mi fa provare meno rabbia nei sui confronti è pensare che anche lui, a sua volta, ha vissuto la mancanza del padre e che quindi non ha saputo svolgere il suo ruolo con me e con i miei fratelli. A suo modo manifesta l’affetto che nutre per noi, con soldi, maggiormente. Ma purtroppo le cose materiali non colmano i vuoti d’affetto. Questi sono i motivi per cui le mie relazioni d’amore vanno sempre a finire male. Forse pretendevo troppo da parte dei miei ragazzi. Volevo che colmassero la mancanza di mio padre.

Qual è stato il motivo per cui il tuo ragazzo si è allontanato da te? Ero molto gelosa. Troppo. Ogni donna per me era una sfida, un ostacolo. È anche divertente se adesso mi soffermo a pensarci perché ogni settimana la mia fissazione ricadeva su una ragazza diversa. Ma so bene che una relazione non funziona così. Con il ragazzo che frequento adesso sto cercando di avere un comportamento diverso e se devo essere sincera le cose stanno andando anche abbastanza bene. Ma è ancora l’inizio. D’altronde, le esperienze ci lasciano sempre un segno, ci danno sempre un insegnamento, anche se, ad essere sincera, ci ho impiegato diversi anni per imparare dai miei errori e non so nemmeno se effettivamente ho imparato davvero. Forse perché quest’ultima delusione da parte del ragazzo precedente mi ha segnato molto. Credo anche che io sia una di quelle persone che non riescono a stare sole, ho paura dell’abbandono e ogni volta che finisce una storia con un ragazzo, poco dopo ne sto già frequentando un altro. Con Vittorio, il ragazzo che frequento adesso, sto cercando di prendere le cose molto alla leggera perche devo capire tante cose di me, innanzitutto. E capire se è lui che voglio o voglio solo essere protetta da un uomo perché mio padre non c’è mai stato.

Come pensi di risolvere questo tuo problema?

Non lo so. So solo che ancora una volta ho fallito. Per me è una sconfitta, per me ho perso. Perché credevo che almeno questa volta sarei riuscita a sconfiggere questa paura, perché in fondo si tratta di questo: la paura di non avere quella persona tutta per sé, è la paura di un abbandono che ti porta ad essere così oppressiva e sinceramente non so nemmeno se si tratti di amore, a questo punto. Adesso credo che io debba pensare a me stessa e a risolvere questo mio problema se non voglio portarmelo dietro per tutta la vita. Anche avendo accanto Vittorio, in modo da poter capire davvero cosa sento. A volte c’è bisogno di una grande scossa per capire certe cose, c’è bisogno di toccare il fondo per risalire ed io credo di essere precipitata abbastanza. È come se io facessi di tutto per mettere alla prova la persona che ho accanto, come se nella mia testa pensassi che lui debba essere torturato per vedere fin quando è capace di restarmi accanto. Ma non è cosi che dovrebbero andare le relazioni d’amore. Sono stanca di soffrire, voglio essere felice. Credo di meritarlo.

Hai mai permesso a qualcuno di aiutarti a farti superare questa tua paura?

A volte ne parlo con amici o amiche ma non è facile farsi comprendere, spesso ti giudicano o ti danno consigli banali giusto per dire qualcosa. Non è facile trovare persone sensibili e soprattutto empatiche. Ecco, empatia è la parola che più amo al mondo. Mettersi nei panni degli altri è la cosa che mi riesce meglio, è la cosa che cerco nelle persone e forse anche per questo motivo faccio fatica ad avere relazioni durature, che si tratti di amicizia o di amore. Credo che le persone empatiche siano coloro che hanno maggiore sensibilità e profondità d’animo. In realtà sono anche andata diversi anni in terapia da un analista. Credevo di aver risolto, ma credo che se la cosa non parta da me poco risolve anche uno psicanalista con 40 anni di esperienza. Ho trascorso anni a parlare di questo mio problema e ogni volta che credevo ne stessi uscendo, tornavo punto e a capo. Anche se a dirla tutta, quest’ultima rottura mi ha insegnato tanto, e mi ha fatto guardare lontano dove il mio sguardo non era mai arrivato prima d’ora: devo amarmi, devo conoscermi e devo sapere cosa mi rende felice, sopra ogni cosa. Ora penso sia arrivato davvero il momento di superare questa paura se voglio essere felice. Ed io ora voglio esserlo. Forse mai come prima sto riuscendo a riempire il mio cuore. Credo anche che tutto questo io l’abbia fatto di proposito, inconsciamente. Avevo paura di vivere un amore così grande.

Alessandra Federico

 

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