Emanuele Apostolidis “Apos” è scrittore, sceneggiatore ed attore, con spettacoli da lui stesso scritti. Ha un curriculum nutrito di scritti, fumetti e poesie a partire dal 2008: “Un toro per Dandolo” per SF Edizioni e un volume di storie brevi curato da Fabio Mori; partecipa con successo al concorso per sceneggiatori con la pubblicazione “Medusa” sulla rivista “Fumo di china”. Nel 2009 collabora con la Regione Veneto al progetto a fumetti “Demotopia” e con diverse aziende ed associazioni per fumetti pubblicitari. Realizza come sceneggiatore alcune storie sulla città di Schio. Nel 2015 progetta e scrive il fumetto “De Gustibus”, disegnato da Francesco Frosi, che presenzia all’EXPO di Milano in rappresentanza dell’azienda giapponese Shimadzu. In teatro porta spettacoli da lui stesso scritti e recitati come “L’amore ai tempi del cellulare”, “Se fossi figo”, “A cena coi pirati”, “L’insostenibile leggerezza di essere un precario” e “Indovina chi viene a cena”. Nel 2016 sette sue poesie vengono pubblicate su un’antologia di poeti contemporanei dal titolo “Navigare” edito da Pagine SRL. Nel 2017 pubblica per Becco Giallo la sua Graphic Novel “7 Giorni in Grecia” e nel 2020 “In Viaggio con Aristotele”.
Aristotele e Kazantzakis la accompagnano in un viaggio di scoperta affascinante e di un percorso acquisitivo ammaliante. Perché li ha scelti come guide d’eccellenza?
Il graphic novel ha due tematiche principali: la Grecia e la paternità.
Al protagonista, in attesa di un figlio, date le sue origini greche, viene chiesto di organizzare una gita scolastica ad Atene che lo porta ad interrogarsi su cosa sia meglio trasmettere ai suoi studenti, se la Grecia antica dei miti, della filosofia o la Grecia moderna del Rebetiko, di Kavafis, Kazantzakis. Ogni volta che il protagonista prova ad organizzare la gita si addormenta e in sogno riceve la visita di Aristotele e Kazantzakis, che gli raccontano dei fatti o aneddoti storici legati alla Grecia antica (in bicromia ocra e nero) e alla Grecia moderna (in bicromia azzurro e nero), ma soprattutto legati anche al tema della paternità e delle radici.
Quindi Aristotele e Kazantzakis diventano il simbolo e i portatori di tradizioni, aneddoti e curiosità uno della Grecia classica che tutti conoscono e l’altro di una Grecia semi-sconosciuta che nell’arco del Novecento ha dovuto sopportare guerre civili e dittature ma che ha però portato alla ribalta personaggi del calibro di Ritsos, Mercouri e Angelopoulos.
L’obiettivo del volume è raccontare le fragilità e le paure di un giovane padre, ma anche i ricordi che lo legano indissolubilmente alle sue radici, in questo caso greche, siano esse più vicine o lontane temporalmente. Attraverso i racconti di Aristotele e Kazantzakis ripercorriamo la vita del protagonista, dei suoi genitori, dei suoi nonni e allo stesso tempo scopriamo una Grecia diversa e capiamo un po’ di più della mentalità e delle usanze dei suoi abitanti. Il tutto raccontato con ironia e leggerezza, anche grazie allo splendido stile di disegno di Elisa Tadiello.
Guerra di liberazione, combattuta con orgoglio, e reazione ad una devastante crisi economica. Ravvede un medesimo moto d’animo, squisitamente greco, che cavalca i decenni?
Non solo nei decenni, ma la mentalità greca ha attraversato i secoli. Gli antichi greci definivano il tempo in diversi modi: due principali erano il tempo quantitativo (Kronos) e il tempo qualitativo (Keiros). Questo ancora oggi lo si ritrova nella Grecia di oggi e nella mentalità dei suoi abitanti. Come si ritrova ancora oggi quell’orgoglio nazionale positivo che unisce gli abitanti nei momenti di maggior difficoltà.
Omero e Kavafis: Grecia antica e Grecia moderna. Può instaurare qualche relazione e qualche confronto?
La Grecia antica e moderna hanno molte analogie ma anche molte differenze. Una fra tutte la notorietà. Personaggi come Kazantzakis, Ritsos e Angelopoulos sono sconosciuti o quasi ma sono tra i personaggi più grandi che ci siano stati nel novecento, non solo greco. Mentre personaggi come Aristotele, Ulisse o Platone sono conosciuti da tutti persino dai bambini. Con questo libro voglio sperare che qualche lettore vada a leggere Ritsos o Kazantzakis e se ne innamori come è successo a me.
I suoi libri intrecciano linguaggi differenti come fumetto, appunti di viaggio, aneddoti personali e familiari, nozioni storiche. Qual è l’apporto che ha avuto in questo ultimo testo l’imminente nascita di sua figlia?
I linguaggi differenti aiutano a filtrare messaggi diversi e dare l’opportunità al libro di avere più chiavi di lettura. I diari di padre sono racconti introspettivi a fine di ogni capitolo che mi consentono maggior profondità di pensiero, mentre il fumetto mi consente una narrazione più leggera adatta a diverse fasce d’età. Mia figlia è stato il pretesto per raccontare le ansie di un giovane padre, ma anche la gita scolastica realmente avvenuta è stata molto importante perché mi ha messo davanti al problema di come trasmettere la grecità agli studenti e di conseguenza anche a mia figlia.
Può indicarci un particolare della sua Grecia, un elemento per lei inconfondibile?
Sicuramente la filotimia, ovvero la capacità dei greci di essere ospitali e generosi senza secondi fini e poi quella straordinaria capacità di affrontare tutto con sorriso e leggerezza.
Giuseppina Capone