Al via la nuova edizione del concorso “Scriviamo insieme la storia dei Sedili”

Al via, in occasione del Maggio dei Monumenti, l’edizione 2022  del concorso “Scriviamo insieme la storia dei Sedili” nell’ambito della manifestazione “Rivive la Napoli dei Sedili. Il PALIO DEI SEDILI“.

L’iniziativa nata nel 1997 a cura dell’Associazione Culturale “Napoli è” è  diventata un appuntamento fisso.

Frutto di un percorso di studio e ricostruzione storica a cura di esperti e giornalisti sull’evoluzione dei Sedili dalla loro costituzione alla loro soppressione, l’iniziativa ha visto nelle varie edizioni anche il coinvolgimento di maestranze e costumisti napoletani che hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa.

La manifestazione nel corso degli anni è stata inserita nel Maggio dei Monumenti ed ha ricevuto il patrocinio di Comune, Provincia e Regione nelle sue varie edizioni.

I mezzi di comunicazione hanno sempre seguito con attenzione la manifestazione sin dalla sua prima edizione nel 1997.

Le passate edizioni del “Palio dei Sedili di Napoli” hanno visto impegnati nel corteo storico che ha percorso le strade della città figuranti in costumi storici del 1400 preceduti dagli Sbandieratori di Cava de’ Tirreni, mostre, concerti, concorsi, convegni, rievocazioni storiche, collaborazioni con le scuole napoletane, partecipazioni di importanti artisti che hanno realizzato il Palio dei Sedili per il vincitore della coreografica sfida tra gli antichi sedili napoletani in costumi storici quattrocenteschi.

L’iniziativa intende tenere alta l’attenzione di cittadinanza e turisti sulla storia di Napoli e dei Sedili prime forme di organizzazioni che possono essere avvicinate alle circoscrizioni diventate poi municipalità.

Con “Scriviamo insieme la storia dei Sedili”, l’Associazione Culturale “Napoli è”, intende coinvolgere sempre più tutti i cittadini e le scolaresche nella difficile ma affascinante opera di recupero e ricostruzione della storia degli antichi Sedili napoletani, prime forme di decentramento amministrativo della città, riportate all’attenzione della cittadinanza dalla nostra Associazione nel 1997.

I lavori (fotografici, ricerche storiche e letterarie, disegni ed illustrazioni, studi, ecc.) – selezionati da una qualificata giuria composta da giornalisti, docenti, esperti – verranno premiati e resi pubblici in una serie di iniziative nel corso del 2022.

E’ possibile partecipare al concorso con materiale d’epoca o con lavori realizzati per l’occasione (fotografico, cartografico, iconografico, studi, ricerche storico-letterarie, contributi letterari, racconti, poesie, testi musicali, sartoriali, ecc.) che ripercorrano la vita degli antichi Sedili di Porto, Portanova, Capuana, Nilo o Nido, Montagna, Popolo, attivi dal ‘200 all’800.

La partecipazione è gratuita.

Chiunque voglia partecipare al concorso potrà proporre la propria collaborazione gratuita scrivendo o inviando materiali all’Associazione Culturale “Napoli è” presso Fondazione Casa dello Scugnizzo – piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3 – 80136 Napoli oppure per e-mail: associazionenapolie@libero.it.

A tutti verrà consegnato un attestato di partecipazione.

Il termine ultimo per la partecipazione è fissato al 30 settembre 2022.

 

Maria Giovanna Luini. Parla come ami: L’infallibile potere delle parole

“Aderire con il cuore e la mente a una visione che oltrepassi la materialità”

E’ questa la chiave per giungere ad una piena coscienza di sé?

Non esiste una sola chiave, ognuno di noi può decidere di scovare chiavi che, passo dopo passo, portino a una visione sempre più consapevole. Non fermarsi al piano materiale, tangibile, fisico è un requisito essenziale per rendersi conto di ciò che realmente si è, ma anche usare la mente e il cuore all’unisono: viviamo in un contesto che privilegia la razionalità e il pensiero, considerando il sentire (e le emozioni) prodotti meno rilevanti e un filino pericolosi. La realtà è diversa: sentire, cioè percepire e provare emozioni, ha un’importanza almeno pari rispetto all’uso delle aree razionali del cervello, e contribuisce moltissimo spingerci nella dimensione più completa della consapevolezza.

«Quelle parole mi hanno fatto bene, non so perché ma mi sono sentito subito meglio.» «Ciò che hai detto mi ha fatto male, lo ricorderò per tutta la vita.».

Le parole travalicano il mero elemento comunicativo?

Le parole sono elementi energetici che possiedono un potere creativo o distruttivo. Possiamo considerarle pacchetti di energia che raggiungono destinatari rilasciando vibrazioni multi-livello e, di conseguenza, creando cambiamenti: il contenuto è importante, ma ugualmente importanti sono il tono e l’ispirazione con cui le parole sono emesse. Le parole ispirate, per esempio, arrivano da aree del corpo che associano in modo coerente mente e cuore e ottengono effetti molto più profondi rispetto al semplice contenuto. Come elementi di cura, le parole sono complete cioè non necessitano di altri rimedi: se diventassimo consapevoli di questo potremmo fare tantissimo per elevare il livello di salute, armonia e ricchezza nel mondo. Le parole che distruggono sono spesso inconsapevoli, buttate fuori senza badare a quanto siano potenti: potrebbero essere riconvertite in parole costruttive la cui vibrazione d’amore sappia guarire in modo ampio e duraturo.

La mimica di un volto, il tono di un’esclamazione involontaria, il colorito della pelle, il ritmo nel respiro di chi parla possono regalare o togliere energia a chi ci ascolta?

Certo, è utile restare presenti quando si parla. I cosiddetti aspetti metaverbale e paraverbale entrano a fare parte della comunicazione, in pieno. In studio o nelle sessioni in remoto sono consapevole che i sensi dei pazienti siano accesi e vogliano cogliere non solo ciò che dico, ma come lo dico: vale anche per me quando ascolto e colgo molto al di là del semplice contenuto. E l’energia risponde: ci sentiamo più o meno carichi, positivi, sani, respiriamo meglio o peggio in base a ciò che abbiamo percepito in termini di tono, sguardo, emotività, esitazione, fluttuazioni vocali. Le parole entrano in noi e istantaneamente di scatenano reazioni chimiche, ormonali: è inevitabile che accada, rispondiamo in modo fisico a ciò che riceviamo e l’effetto riguarda rapidamente tutto il corpo.

Dottoressa, lei è consulente all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. Guardando la sua personale esperienza, quanto è tangibile il potere delle parole?

Il potere delle parole è meraviglioso e micidiale insieme: con le parole e i toni, con gli sguardi si può togliere o rinforzare la speranza, si può influenzare negativamente o positivamente l’adesione dei pazienti alle cure, si può implicitamente suggerire che una diagnosi di malattia sia una condanna senza appello oppure apra a molte possibilità di terapia. Da consulente in alcuni centri medici ho visto pazienti rinunciare a priori ad affrontare una cura solo per le parole e il tono usati nel colloquio specialistico.

Lei reputa che il potere delle parole d’amore sia infallibile ma esse possono altresì costituire un veleno a rilascio graduale. Ebbene, qual è l’antidoto?

Diventare consapevoli e presenti a se stessi, in una parola: risvegliarsi. Nella maggioranza delle ore di una giornata si vive addormentati, si funziona come automi caricati a molla e si seguono idee vaghe perlopiù appartenenti ad altri: risvegliarsi porta a vedere sul serio, sentire, rendersi conto. Siamo gli artefici della nostra esistenza, anche nelle parti buie: le parole sono il mezzo e lo strumento che usiamo per creare noi stessi e il mondo che percepiamo, ma non ce ne rendiamo conto. L’antidoto a ogni danno creato dal vivere senza consapevolezza è fermarsi, respirare e prestare vera attenzione a ciò che si sta facendo, dicendo, vivendo. Qui, adesso.

 

Maria Giovanna Luini è laureata in medicina, ha due specializzazioni e un master universitario in ambito medico e sta perfezionando la specializzazione in Psicoterapia Psicosomatica al Centro Riza di Milano. Dal 1994 è anche consulente all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) a Milano, dove è stata assistente medico personale di Umberto Veronesi alla Direzione Scientifica e con lui ha scritto alcuni libri. Si occupa di medicina psicosomatica e di approcci terapeutici non convenzionali, tiene sessioni individuali e di gruppo, seminari di meditazione e guarigione spirituale. Nel suo ultimo libro, Parla come ami (Mondadori, 2021), ha raccontato il proprio peculiare metodo terapeutico basato sulle parole e su un mantra in grado di interagire con la dimensione psicofisica umana. Grazie all’integrazione tra le diverse medicine accompagna i pazienti su una strada che persegue la guarigione attraverso un approccio personalizzato centrato sul sé.

Giuseppina Capone

 

Cento anni fa nasceva Enrico Berlinguer. A Sassari celebrazioni alla presenza del Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alle celebrazioni in ricordo di Enrico Berlinguer all’Università di Sassari.

“Voi mi avete ricordato delle frasi che mi sono piaciute particolarmente, di quelle dette da nostro padre. Io ne vorrei ricordare una che dà il senso giusto di come è stata la sua vita. Almeno per come l’ho pensata io. Quella che dice: – noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, possa essere conosciuto, interpretato, trasformato. In vista del servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obbiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita. – E la sua vita è stata interamente dedicata al raggiungimento di questo obbiettivo.”.

Un velo di emozione, contenuto nella consolidata esperienza professionale al pubblico confronto, accompagna il saluto finale di Bianca Berlinguer.

La giornalista romana, già direttrice della terza rete Rai, ha concluso, con alcuni intensi, intimi ricordi di famiglia, la cerimonia in ricordo del centenario della nascita del papà Enrico.

L’iniziativa, promossa dal Senato Accademico dell’Ateneo sassarese, ha preso il via, intorno alle 11.00 del 25 maggio, con l’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Prima dell’ingresso in Aula Magna, dopo l’esecuzione del brano “Su patrioutu sardu a sos feudatarios” ad opera del Coro dell’Università di Sassari, diretto dalla Maestra Laura Lambroni, è stata scoperta una lapide dedicata alla vita di Enrico Berlinguer. Posta nel piano superiore del loggiato, accanto a quella in memoria del Presidente Francesco Cossiga.

L’impeccabile esecuzione dell’inno di Mameli è stata realizzata dal tenore turritano Francesco Demuro.

“Enrico Berlinguer ha portato queste virtù e anche qualche difetto di noi sardi, nel grande mondo dell’impegno politico. Per capire quale sia la sua influenza, il suo carisma, la sua eredità basterebbe ricordare il giorno triste ed epico dei suoi funerali.”.

Nel saluto iniziale il Magnifico Rettore Gavino Mariotti ha tratteggiato alcuni aspetti umani del politico sassarese. Valori che il Governatore della Regione Sardegna Christian Solinas, ha ampliato in un quadro storico. Presidiato da una selezione importante di politici e intellettuali sardi che precedettero o incrociarono l’impegno e l’azione di Berlinguer.

“Lavorare insieme. Essere uniti non significa pensare tutti allo stesso modo ma saper ascoltare.

Per dare il giusto valore a ogni contributo. Il programma europeo PNRR deve essere attuato.

Per un cambiamento che tutti comprendano. In questo ambito è determinante una adeguata comunicazione della ricerca scientifica.”

L’apertura al dialogo, lo sforzo di operare azioni sociali per il bene di tutti, riconosciute nel pensiero di Berlinguer sono state recepite dalla rappresentante del Governo nazionale intervenuta da Roma.

Sintetica e diretta, la Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa.

La figura politica dello statista è stata visitata nella prolusione del professor Omar Chessa, ordinario di Diritto Costituzionale, presso il dipartimento di giurisprudenza dell’ateneo sassarese.

“L’eredità morale e politica di Enrico Berlinguer”, il titolo conferito dal docente sassarese incentrato nella cifra etica insita nel pensiero berlingueriano.

“In realtà, l’eredità è una sola e si tratta perciò di un’endiadi. E’ questa, a mio avviso, la cifra specifica del lascito berlingueriano. Non c’è un’eredità politica che non sia anche morale e viceversa.”

L’incipit del giurista è il preludio di una lettura della vita politica culturale di Berlinguer a tutto tondo.

In una visione geo politica di quell’epoca, denominata talvolta in una vulgata approssimativa della così detta “Prima Repubblica”. 

L’attrattiva popolare che circonda la statura internazionale di Berlinguer, rendendolo degno del massimo rispetto da ogni differente credo politico, è espresso nella forma più lucida e fluida dal relatore.

“Non ci può essere una scissione tra agire pubblico e postura privata. Sotto questo profilo lo “stile Berlinguer” fu esemplare. Norberto Bobbio, in un articolo comparso nell’Unità del 12 giugno 1984, scrisse che la <<caratteristica fondamentale di Berlinguer>> era di <<non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana>>: la <<vanità>>, l’<<esibizionismo>>, il <<desiderio di primeggiare>>. La sua vita privata era nettamente separata da quella pubblica. La sua convinta e tenace riservatezza era una condizione imprescindibile del suo agire come politico.”.

Prima del congedo, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo consegna alla famiglia Berlinguer, rappresentata in sala dai quattro figli, un attestato di Alta Benemerenza.

Nel saluto finale del Capo dello Stato: “da un lato l’orgoglio dell’ateneo per aver concorso a formare un protagonista della vita democratica del nostro Paese e dall’altro l’omaggio a questa figura, appunto, protagonista della vita del nostro Paese.”.

Una figura con “la tensione morale e il profondo rispetto per la Costituzione e le sue regole, due aspetti inscindibili, strettamente collegati che rappresentano un messaggio sempre attuale per la nostra Repubblica”.

Anche l’amministrazione comunale ha ricordato la ricorrenza alle 12.30, dopo la cerimonia in Università, con l’inaugurazione di un monumento ad opera dell’artista Igino Panzino.

Il video della cerimonia in ateneo è fruibile al seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=cqNY-1_IUMQ&t=839s

Luigi Coppola

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