Diritti umani, scienza, giustizia, istituzioni: Grecia e Cina attraversate da analogie e differenze, affinità e diversità.
Interroghiamoci circa l’universalità della natura umana, facendo sì che la storia comparata divenga esercizio di rabdomanzia come da evocazione di Marc Bloch.
Quali sono le peculiarità della civiltà cinese antica?
Lo sviluppo senza arresto; la compresenza quasi sempre pacata di tradizioni religiose differenti; la fede ottimistica nella dolcezza della natura umana, individuale e collettiva; la poderosa importanza conferita all’istruzione e la cieca fiducia nella facoltà di educare tutti; la certezza della caducità delle istituzioni umane; i poderosi ideali d’unità politica e di eufonia sociale; l’intenso rispetto per la natura esternato in tanta arte e filosofia; la rilevanza attribuita alla moralità quale principale fonte di significato dell’esistenza umana.
Quali sono le caratteristiche della civiltà greca antica?
L’eterogenea vita politica di Atene con la convivenza di democrazia, populismo e nazionalismo; la consuetudine sportiva e la cura del corpo con la rivelazione del “corpo per scoprire l’uomo”; gli innumerevoli miti e le loro discordanti versioni per risalire alle origini del mondo; la religione con i bizzarri abitanti dell’Olimpo. E, poi, ancora, il soprannaturale, il credito attribuito al sogno nonché all’influenza delle stelle, i fenomeni psichici prossimi alla trance ed all’allucinazione, come l’ossessione dionisiaca ed il furore profetico, la divinazione, l’orfismo e le pratiche magiche.
Parrebbero distanti sideralmente.
Eppure, porgendo uno sguardo dialogico ed uno spirito critico coevo, le due lezioni paiono convergere nell’esortarci a reagire alle sventure con inclinazione alla tolleranza ed alla acquiescenza di fronte alle tempeste degli sconforti, delle affezioni, dei drammi misteriosi.
La Cina, fino al recente passato produttore di mercanzia a basso costo, oggi padrona del mercato high-tech mondiale; la Grecia da culla della civiltà occidentale a culla della povertà più nera, tradita dalle potenze occidentali.
L’individualismo dell’antico e nuovo milionario cinese e la polis, recente terra di necessaria solidarietà.
Confucio e Socrate in serrato confronto oltre i limiti territoriali e temporali, oltrepassando altresì quelli linguistici e culturali, così da farsi capitale comune di conoscenza per noi gente del Terzo Millennio dopo Cristo.
Un networking che si attua mediante l’interrelazione di popoli che s’indagano scambievolmente, talora da un’angolazione estetico-formale, talora da un’ottica politico-dialogica.
A Pechino nel 2022 i “Greci: da Agamennone ad Alessandro Magno” e “Il mare nell’arte greca dall’antichità a oggi”, poiché il mare è da sempre, per i greci, la fonte cardinale delle imprese economiche, giacché gli armatori greci da decenni fabbricano i mercantili nei cantieri navali cinesi, perché il porto del Pireo è stato acquistato dalla Cosco sino al 2052.
A Creta, nel museo archeologico di Iraklio, accanto ai resti della civiltà minoica, “Tesori melodiosi: riti e liturgie della dinastia Qing”, in sincronia con una mostra su Dedalo, il mitico architetto del labirinto.
Già, Geoffrey E. R. Lloyd, professore emerito di Filosofia e scienza antiche all’Università di Cambridge, mediante lo studio sistematico delle orme archeologiche del pensiero antico nelle testimonianze storico-letterarie pervenute, fu predittivo di relazioni ieratiche ed amichevoli.
Le relazioni sociali e culturali tra i due popoli assumono la forma di un incontro di “sguardi” reciproci nell’ottica della promozione di un confronto “interumano” e “interdiscorsivo”.
La prospettiva delle scienze sociali e la prospettiva estetico-ermeneutica, di natura etica, si intrecciano con le percezioni emotive e sensoriali che emergono dal tessuto comunicativo fra le due civiltà antiche nel nuovo corso della storia.
Giuseppina Capone