L’infanzia, con le sue fasi, è la prima parte della vita, dal momento in cui il bambino viene al mondo fino a quando inizia l’adolescenza. Durante il ciclo della vita questo periodo si può considerare di fondamentale importanza (sia psicosociale che biologica) poiché determina il comportamento e la personalità che assumerà una volta divenuto adulto.
La sua personalità deriva da tutto ciò che ha assorbito all’interno del suo nucleo familiare; le persone con cui nasce e cresce il bambino influenzano, senza ombra di dubbio, il suo sviluppo. Ragion per cui, sarà attraverso l’educazione ma soprattutto l’esempio che avrà da parte dei suoi genitori che si formerà la sua personalità. Non solo, anche i rapporti con i suoi compagni di scuola o con le maestre, sin dal momento della scuola materna, sono di vitale importanza perché fanno parte del suo periodo infantile (detto anche periodo spugna) in cui il bambino assorbe tutto ciò che sente o che vede. Insomma, l’evoluzione del bambino nell’ambito linguistico, scio-affettivo deriverà da questa fase. I genitori sono per il bambino un modello da imitare, ed è importante, dunque, che questi ultimi si impegnino al massimo per soddisfare i bisogni del proprio bambino e per cercare di essere un esempio migliore, nei loro limiti del possibile.
Dal punto di vista evolutivo-educativo, le funzioni che i genitori devono svolgere sono molte, soprattutto per garantire al bambino comfort e tanto affetto: naturalmente cure mediche, qualora ne avesse bisogno, procurare sempre cibi sani essendo estremamente attenti a non utilizzare prodotti di bassa qualità. Massima attenzione riguardo la comunicazione verbale e non verbale; il bambino percepisce anche solo l’atteggiamento, senza bisogno di parole. La funzione cognitivo-affettiva, invece, è l’espressione che indica la gestione dei sentimenti che si apprendono all’interno del nucleo familiare. Per questo motivo, mamma e papà devono instaurare una relazione empatica con il proprio figlio in modo da favorire per lui la comprensione di sentimenti ed emozioni. Tuttavia, la mancanza di affetto anche da parte di un solo genitore, causa conseguenze negative per lo sviluppo del bambino in ambito sia biologico, psicologico e sociale.
Un’adeguata comunicazione familiare insegna al bambino ad assumere un sano atteggiamento anche nel contesto sociale, (perché è sempre la famiglia a modellare il suo comportamento e la sua identità personale), attraverso il processo di separazione-individuazione. Tale processo, consiste non solo in una sana comunicazione, ma nell’insegnare al bambino a divenire autonomo, attraverso spiegazioni e anche atteggiamenti adeguati. Questo metodo può essere d’aiuto sia al bambino che ai genitori per sciogliere il sentimento di appartenenza e radicamento tra loro.
I genitori che vogliono dare il massimo al proprio figlio devono mostrare alti livelli di affetto e comunicazione. Dovranno avere un atteggiamento dialogico, stabilire regole coerenti ma non rigide, introdurre tecniche educative induttive basate sul ragionamento e sull’educazione. Il loro rapporto deve essere affettuoso e amorevole ma allo stesso tempo stimolare il bambino a cavarsela da solo nelle situazioni anche difficili, anche se consapevole che i genitori saranno sempre il suo porto sicuro.
Il bambino deve godere di libertà ma di regole da seguire per la sua disciplina, senza sfociare nella severità estrema. Aiutarlo ad avere un alto autocontrollo e un’elevata autostima. Insegnare lui ad essere persistente e determinato nei compiti importanti della vita, e spronarlo ad avere la forza e il coraggio per affrontare nuove situazioni, far sì che abbia massima fiducia di sé per sviluppare alte competenze per affrontare la sfera sociale.
Se i genitori se ne prendono cura non solo per quanto riguarda l’alimentazione o lo studio, ma soprattutto nella sfera emozionale del bambino, le probabilità che possa crescere in pace con sé stesso e che sia in grado di relazionarsi con il mondo esterno, saranno molto alte.
Alessandra Federico