Storie di Pietra. Una passeggiata fotografica alla scoperta di gioielli d’arte e cultura: I Castelli, le vie, le strade, i monumenti  di Napoli – La Napoli dei Sedili  – I Castelli pavesi

Storie di Pietra. Una passeggiata fotografica alla scoperta di gioielli d’arte e cultura: I Castelli, le vie, le strade, i monumenti  di Napoli – La Napoli dei Sedili  – I Castelli pavesi”, questo il titolo della mostra fotografica organizzata dall’Associazione Culturale “Napoli è” in collaborazione con il Museo dei Sedili di Napoli, l’Associazione Fotografica Frascarolo, l’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania e la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus.

L’evento inaugurale si terrà a Napoli venerdì 19 maggio 2023 ore 17.00 presso la Sala espositiva del Centro Studi & Ricerche “Mario Borrelli” della  Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus  in piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3.

“L’idea di realizzare la mostra è nata all’indomani del gemellaggio avvenuto nel 2020 tra l’Associazione Culturale “Napoli è” e l’Associazione Fotografica Frascarolo entrambe affiliate alla FIAF – evidenzia la giornalista Bianca Desideri co-curatrice e coordinatrice dell’evento. Dal progetto iniziale che prevedeva l’esposizione fotografica di scatti legati al solo percorso della Napoli dei Sedili e di alcune strade e monumenti del centro storico –  prosegue Bianca Desideri –  abbiamo poi pensato, con il presidente dell’AFF Claudio Babilani e con i fotografi dei du

e circoli FIAF, di arricchire ulteriormente il percorso e dedicare una sezione di questa mostra anche ai Castelli coinvolgendo il prestigioso Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania che ringrazio per la continua attenzione verso le iniziative legate al recupero della storia dei Sedili di Napoli di cui l’Associazione Culturale “Napoli è” ormai da quasi un trentennio si occupa con il progetto “Rivive la Napoli dei Sedili. Il Palio dei Sedili”. Sarà possibile così conoscere oltre ai Castelli di Napoli anche i Castelli pavesi. Un forte ringraziamento va al presidente dell’IIC Campania prof. arch. Leonardo Di Mauro e al vice presidente arch. Luigi Maglio e al presidente della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus prof. Antonio Lanzaro che ospita presso la Fondazione il Museo dei Sedili di Napoli e ha favorito immediatamente la realizzazione di questa iniziativa”.

La mostra fotografica, che successivamente sarà esposta anche nel castello Ducale di Vigevano, costituisce un importante momento culturale e turistico in cui fotografia, storia, architettura, urbanistica, arte, sono le protagoniste di un evento che mira a far conoscere “gioielli di arte e cultura”  di Napoli e del Pavese a tutti coloro che la visiteranno, napoletani e turisti che affollano la nostra città, candidandosi attraverso il Museo dei Sedili di Napoli che l’accoglierà come mostra permanente ad essere stimolo per un ulteriore itinerario da visitare.

La mostra realizzata in occasione del Maggio dei Monumenti 2023 – degli eventi  del progetto Rivive la Napoli dei Sedili. Il Palio dei Sedili  e del gemellaggio dei Circoli Fotografici FIAF Associazione Fotografica Frascarolo e Associazione Culturale “Napoli è”, col patrocinio morale dall’Ecomuseo del paesaggio lomellino e manifestazione riconosciuta R10/2023 dalla FIAF Campania (Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche) presente con il suo delegato regionale Francesco Soranno,  è curata da Claudio Babilani, Laura Bourellis, Bianca Desideri e Alessia Fresca.

In mostra gli scatti fotografici degli autori: Claudio Babilani; Natalino Berti; Luca Candiani; Alberto Costa; Natalina Costa; Angela Luigia Ferrari; Giorgio Fiocco; Rocco Landino; Domenico Marangon; Sara Pellegrini; Paolo Pianca; Mario Vettorello; Francesca Vitale; Giovanni Vitale (Associazione Fotografica Frascarolo); Laura Bourellis, Alessandra Desideri, Rossella Marchese, Nicola Massaro (Associazione Culturale “Napoli è”); Antonio Amitrano; Alessia Fresca; Lucio Sisto; Mirko Sisto (Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania).

La mostra resterà aperta dal 19 maggio fino al 29 settembre 2023 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00.

Contatti: Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus tel.: 081-5641419

 

(foto coperte da diritti – Non è possibile la riproduzione senza il consenso degli Autori e dell’Associazione Culturale Napoli è)

E sono 3

La Repubblica ha voluto fare omaggio nelle scorse settimane ai suoi lettori di una pubblicazione interamente dedicata al sogno più bello di Napoli.

“E sono 3. Napoli, lo Scudetto più bello” è il titolo del volume che racconta la storia, la festa, i campioni, la città, e non solo, attraverso immagini, voci, testimonianze.

Il libro si apre con la prefazione del direttore di Repubblica Maurizio Molinari  che evidenzia come sia rimasto sempre colpito dal rapporto che la squadra ha con la città. “Un abbraccio eterno, indissolubile, che attraversa tutte le fasce sociali e le generazioni”. E ancora “Il Napoli unisce tutto e tutti”. Il calcio “è, in senso assoluto, una vera fede”.

Una pubblicazione destinata a rimanere nella storia di questa festa globale che ha coinvolto non solo i protagonisti in campo, ma i tifosi e l’intera città. Una festa che ha travalicato i confini di Napoli ed è diventato un momento di gioia e socializzazione a livello planetario, dovunque nel mondo, infatti, i tifosi del Napoli hanno festeggiato questo tanto atteso (ben 33 anni) scudetto.

Antonio Desideri

Lucrezia Lombardo: Una vita di lampo. Portraits de poètes

Lei ripercorre la produzione letteraria italiana del XX secolo.

E’ possibile individuare caratteristiche comuni alla poesia contemporanea?

Si, credo che ogni epoca influenzi in qualche modo la produzione letteraria che le è propria. Le differenze tuttavia permangono, nella misura in cui ciascun autore è figlio del proprio personale percorso e dei propri vissuti. Detto questo, il contesto storico-sociale in cui si colloca una certa produzione, influenza in parte il linguaggio che si viene a creare. Nello specifico, gli autori protagonisti del libro “Una vita di lampo” hanno in comune un sentire: sono tutti figli della secolarizzazione, tutti parimenti chiamati a confrontarsi con le trasformazioni che la società occidentale vive dal XIX secolo in poi, con l’avvento dell’industrializzazione, le prime lotte per i diritti delle donne, la nascita della psicoanalisi freudiana, lo sviluppo della questione sociale e, più avanti, con due guerre mondiali che si susseguono, con i Totalitarismi che annullano le libertà fondamentali e, successivamente, con l’affermazione del consumismo e di una società che cresce nel benessere materiale, ma  che sempre di più sottostà a leggi economiche e tecniche. Un altro tratto comune che si riscontra negli autori protagonisti del libro, è la tensione esistenziale, che rende la loro produzione incentrata su interrogativi di senso, che spesso configgono con una realtà storica che, di contro, tende – vuoi per ragioni politiche, vuoi per ragioni economiche – a sacrificare l’interiorità dell’essere umano.

Applicando differenti prospettive ad altrettante corrispettive esperienze che l’uomo con le sue attitudini, peculiarità e tessuti relazionali si trova ad affrontare, ritiene che il verso possegga la potenza per scarnificare l’uomo nella sua complessità e totalità?

A questo proposito ritengo che nessun linguaggio, teoria, o scienza possano sondare definitivamente l’essere umano, inclusa la poesia. L’uomo resta, in ultima analisi, un mistero destinato solo in parte ad essere compreso e a comprendersi. Quelle discipline che pretendono di scarnificare sino in fondo la struttura umana, presentano infatti – come la storia ci ha dimostrato – elementi totalizzanti e una spinta alla perfezione pericolosissimi. Al contempo è bene continuare a sondare il sentite umano, ma senza la pretesa di una sistematicità definitiva. Solo il mistero che giace in seno all’uomo slava la vita da derive di morte, da esiti strumentali, dall’oggettificazione e dai riduzionismi oggi tanto di moda, specie in certi ambiti disciplinari. Il linguaggio poetico può casomai mettersi in ascolto di questo mistero ed essere il più adatto a cantare l’insondabilità dell’essere-venuti-al-mondo.

Montale, Caproni, Sinisgalli, Penna, Fortini, Sanguineti, Quasimodo, Macario, Luzi, Pozzi, Negri, Campana, Saba, Pasolini, Sereni, Bertolucci e la “terza generazione poetica” tradotti in francese.

Quali le difficoltà insite nel processo traduttivo della versificazione?

Ritengo che tradurre poesia sia assai complesso, anche in virtù del fatto che i versi devono conservare la loro originaria musicalità, un elemento, questo, assolutamente connesso alle liriche. Se poi consideriamo che la poesia è spesso espressione antiempirica di un invisibile, canto di un sentire, vetrata di immagini che sforano la logica razionale, comprendiamo bene come il tradurre debba essere anzitutto uno “spogliarsi delle proprie proiezioni”, per farsi ascolto autentico del verso. Il lavoro del traduttore somiglia dunque a quello dell’autore di icone, che è chiamato a ridurre il proprio ego, per lasciare spazio all’altro-da-sé.

Tanti gli esponenti della poesia novecentesca esaminati.

Quali sono stati i criteri che ha adottato per compiere una scelta?

Ho cercato di scegliere gli autori, a mio parere, più originali e di rilievo per la loro ricerca letteraria, tuttavia, non nego un criterio di predilezione. Ho cercato altresì di conciliare la rilevanza di poeti conclamati dalla critica,  con il mio gusto, che mi ha portato a scegliere anche “nomi minori”, che ritenevo importanti per lo stile, per i contenuti, o per le scelte esistenziali anticonformistiche. Ho infatti voluto elaborate un libro dedicato, in qualche modo, ad autori non-conformi, non di sistema e che hanno avuto, ciascuno a proprio modo, il coraggio di “andare contro” per scelte personali e per i temi trattati.

Portraits de poètes” è una raccolta di saggi realizzata in collaborazione con la rivista letteraria italo-francese “La Bibliothèque Italienne”.

Quanto è diffusa in Francia la poesia italiana?

In Francia esiste un vasto bacino che apprezza e conosce la poesia italiana (almeno quella più nota del Novecento), ma questo interesse mi pare che scarseggi nei confronti degli autori contemporanei. In Italia, infatti, la poesia contemporanea tende ad essere chiusa nei soliti circuiti, di cui fanno parte i soliti nomi, solidali tra loro per legami personali. Nel nostro paese è perciò complesso far emergere davvero il nuovo, consentire a chi ha davvero qualcosa da dire di essere ascoltato, a causa della solita logica “del giro di conoscenze”. In Francia invece c’è più apertura, una insofferenza atavica verso “la poesia da salotto con i soliti nomi” e questo spirito di autenticità è ciò che spinge i francesi ad essere, almeno in parte, poco curiosi nei confronti del nostro modo attuale “di concepire i poeti e la poesia”.

 

Lucrezia Lombardo

Dopo la maturità classica si laurea in Scienze filosofiche a Firenze con il massimo dei voti. Lavora quindi come curatrice, autrice di testi d’arte contemporanea e come giornalista, specializzandosi con vari corsi di perfezionamento e con un master in gestione dei beni culturali. Attualmente l’autrice scrive per alcune riviste letterarie internazionali, insegna Storia e Filosofia presso un liceo e collabora con vari atenei privati come docente di Storia della filosofia contemporanea, oltre ad aver conseguito una specializzazione triennale come Counselor psicologico a indirizzo psicobiologico. Dal 2020 Lombardo è co-direttrice e curatrice della galleria d’arte contemporanea “Ambigua” di Arezzo e si occupa di poesia da diversi anni, sia come autrice, che come redattrice (collabora infatti per la rivista letteraria italo-francese “La Bibliothèque Italienne” ed è responsabile del blog culturale del quotidiano ArezzoNotizie). Le sue raccolte poetiche: La Visita (Giulio Perrone 2017), La Nevicata (Castelvecchi 2017), Solitudine di esistenze (Giulio Perrone 2018), Paradosso della ricompensa (Eretica 2018), Apologia della sorte (Transeuropa 2019), In un metro quadro (Nulla Die 2020), Amor Mundi (Eretica 2021), con prefazione del poeta e regista Mauro Macario, Cercando il mezzogiorno (Helicon 2021), L’errore della luce (Ensemble 2022), Il gelsomino indiano (Cosmopoli 2023, italiano e romeno).

Giuseppina Capone

 

 

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