Discorsi sulla bellezza

La bellezza è soggettiva. La bellezza è oggettiva.

È possibile discutere obiettivamente circa la Bellezza senza essere influenzati dal proprio senso e gusto?

Nella raccolta di saggi “Discorsi sulla Bellezza” edito da Pensa, io e i coautori, esperti in discipline molto diverse tra loro dall’arte alla letteratura, dalla filologia classica alla filosofia, dalla musicologia alla sociologia, dalla teologia alla psicologia, abbiamo indagato approfonditamente il tema della bellezza nel tentativo di afferrare l’inafferrabile. Bellezza oggettiva o soggettiva? Il libro porta alla luce alcuni criteri eterni di bellezza – riferibili ad esempio alla sezione aurea, rapporto armonico presente in natura, nelle arti figurative e in matematica – ma indaga, al tempo stesso, il ruolo assunto dalle emozioni nell’attribuzione soggettiva di valore estetico ad un’opera d’arte, ad uno stimolo, dando origine, in alcuni casi, a sintomi psicosomatici transitori, la nota “Sindrome di Stendhal” con estasi e paralisi contemplativa.

Il bello per Aristotele e Platone è il “Vero”. Nell’età moderna, Vico afferma un altro criterio, secondo cui il “vero” è il “fatto” (verum – factum).

Unificando questi due criteri si ricava la forma occidentale della bellezza?

Imbrigliare il segreto della bellezza in dogmi occidentali, orientali, in regole, criteri… è operazione, secondo me, destinata a perdere. Il mio tentativo è stato ed è, viceversa, di aprire e non di chiudere a punti di vista differenti che possano far luce sulle implicazioni eterne del contagio positivo della bellezza.

Oggi, l’opera d’arte è intellettualizzata: l’opera d’arte è “operazione” sul corpo

dell’arte; si fa meta-arte ed in molteplici correnti si traduce in una discesa agli inferi dei materiali dell’arte.

Cosa ne pensa dell’arte che si congiunge con il residuale, con l’immondizia?

Sono cauta nell’esprimermi, qui subentrano suggestioni personali non essendo esperta d’arte. Sono contagiata dal bello eterno, dalle opere della Natura. L’arte moderna la rispetto, ne comprendo il messaggio ma raramente, a mio avviso, tocca punte di eterna bellezza.

Può commentare l’aforisma di Ernst Jünger: “Il mondo diventa sempre più brutto e si riempie di musei”?

Le brutture del mondo credo ci siano sempre state, siamo solo più coinvolti da una rete che ci informa in tempo reale. La bellezza non trovo sia chiusa nei musei anzi apprezzo molto i musei che custodiscono e si prendono cura delle opere che altrimenti andrebbero in rovina. Una nota negativa è nella fruizione, ridotta nei tempi e accelerata nei ritmi, molto spesso pari a quelli di una catena di montaggio. Occorrerebbe maggiore rispetto e la ricaduta, anche a livello culturale, sarebbe sicuramente positiva.

L’educazione e la cultura possono costituire una soluzione eroica per contrastare la volgarità, il pressapochismo ed aprirsi all’invisibile?

La chiave è proprio questa: educazione al gusto, ai sentimenti, al bello.

Il contagio della bellezza è tangibile: amministro da anni un gruppo Facebook “Arte Bellezza Conoscenza” in cui le volgarità sono pari a zero e il bello mostra il suo benefico effetto quotidianamente su comportamenti, pensieri, proposte. In chiusura di questa intervista mi permetto di allegare un mio breve testo tratto dal libro di prosa poetica “Lettere dalle nuvole” esemplificativo delle ricadute positive della bellezza.

 

E se l’antidoto alla rabbia fosse la bellezza?

Chi avrebbe mai moti aggressivi e violenti

se educato dall’infanzia alla grazia e alla gentilezza.

 

La bellezza gratifica e seda la rabbia

dona pace agli animi, nutrendoli.

 

Non una mera promessa

che se non mantenuta alimenterebbe frustrazioni e malcontento

ma esperienza di ricerca e cura del bello in tutte le forme

che il nostro generoso mondo possiede e dona.

Stefania Aurigemma vive a Roma, è psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni, specializzata in Formazione Formatori, esperta in Gestione Integrata della Qualità. Ha svolto attività di consulenza nell’ambito della Formazione Manageriale e della Gestione delle Risorse Umane presso primarie aziende nazionali, enti pubblici e Organismi di Certificazione. È autrice di numerose pubblicazioni in tema comportamenti organizzativi efficaci ed ha curato volumi sulla Qualità della Formazione tra cui Formazione innovativa per la qualità – Metodologie, strumenti ed esperienze, Nuovo Studio Tecna, 1999; Formazione nella sanità come strategia di cambiamento, (con Rita Pomposini), Nuovo Studio Tecna, 1999; Qualità e fattore umano (con Massimiliano Galli), Nuovo Studio Tecna, 1999. Recentemente ha orientato i propri interessi verso la psicologia del profondo ad orientamento junghiano. È autrice dei libri di prosa poetica Lettere dalle Nuvole, L’Inedito Edizioni (2018) e I tempi dell’anima, Luca Pensa Editore (2019), curatrice delle raccolte di saggi Autenticità, Pensa Editore (2021), e Discorsi sulla bellezza, Pensa Editore (2023).

Giuseppina Capone

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