La natura e l’uomo

Quando parliamo di natura indichiamo l’ambiente e quindi  tutto il mondo  materiale  che è intorno a noi: un luogo esterno a noi.

In tal modo l’uomo quasi non si considera parte integrale della natura ma la considera solo come qualcosa da utilizzare  per i propri scopi.

Al contrario è proprio per tutelare  noi stessi, che dovremo  considerare la natura  come  l’universo  stesso, ovvero:

sistema totale dei fenomeni fisici e degli esseri viventi, animali vegetali e  minerali, che presentano un ordine, realizzano dei tipi e si formano secondo leggi”.

La parola natura quindi racchiude in sé il concetto stesso di esistenza.

Ma in effetti il concetto di natura è strettamente connesso a quello di ambiente.

Sono ambienti  naturali  i boschi e le foreste, il deserto, le spiagge ed il  mare e gli oceani e tutti gli ambienti che  non sono stati  artefatti dagli uomini.

Quando da nomade e cacciatore-raccoglitore, la specie umana  è divenuta  stanziale, ha iniziato ad apportare modifiche nell’ambiente naturale, per renderlo più idoneo alle proprie necessità, ma ha continuato a rispettare le leggi dell’universo, rapportandosi costantemente a loro, valutando ogni possibile impatto che ogni  innovazioni avrebbe potuto apportare non solo  nel  tempo immediato ma per le  future generazioni.

Questo è il modello di vita che ha consentito all’umanità di progredire nel corso dei millenni in  armonia con la natura.

Durante il medioevo esisteva una concezione  dell’armonia e dell’equilibrio tra l’uomo, la natura e l’universo, che rendeva l’uomo qualcosa di speciale, un tassello unico all’interno di uno straordinario e celestiale mosaico. Questa visione dell’armonia e dell’equilibrio cosmico  proveniente soprattutto dalle filosofie del mondo greco e romano, ha influenzato per secoli  la  mente umana rendendola capace  delle  più alte realizzazioni.

Sull’armonia tra uomo e cosmo.

Giuseppe  Veneziano

Quando  successivamente, ed in particolare  negli ultimi due secoli, le espressioni dell’uomo si sono  distaccate da queste concezioni, e abbandonando il dubbio  metodologico della ricerca  scientifica,  si è accostato alla scienza con lo stesso spirito di fede che aveva verso le divinità, il suo comportamento nei confronti della natura è radicalmente  cambiato.

“nei secoli il fare scienza ha cambiato radicalmente senso. Da una concezione che collocava  le  verità scientifiche in subordine a quelle  religiose si è passato alle più radicali  posizioni libertarie. La società condiziona, quindi, le scelte degli scienziati. Il progresso scientifico, a sua volta ha spesso innescato processi di  cambiamento della società”.

Umberto  Galimberti

L’antropizzazione ha quindi  fatto si che:

In alcune aree dell’ambiente  naturale si  è intervenuti trasformando e  modificando, sfruttando  le risorse  naturali mettendo a repentaglio  la sua  stessa sopravvivenza e quelle delle altre specie viventi”.

Stefania Belmonte. Il giornale dell’ambiente

L’ambiente antropizzato è  il luogo dove viviamo ed è l’insieme  delle condizioni sociali, morali  culturali, storiche ed economiche in cui un individuo vive e che lo definiscono

Alessandra Federico

seers cmp badge