Durante il periodo delle festività natalizie è divenuta ormai consuetudine recarsi al centro antico di Napoli per vivere i momenti davvero magici che questo luogo offre ai suoi visitatori.
In questi nostri brevi appunti vogliamo offrire una strenna che illustra alcune strade, protagoniste del Natale, che rappresentano la parte più antica di Napoli, quella compresa tra la collina e il mare e che non ebbe sufficiente spazio per la sua evoluzione urbanistica.
Questa era in principio divisa in tre arterie principali parallele, dette “decumani” (inferiore, maggiore e superiore), intersecate da molte vie più strette dette cardini. Le tre arterie erano dedicate rispettivamente ad Apollo, ai Dioscuri e a Cerere. Col tempo altre civiltà si sovrapposero ai dedali di templi, case e palazzi che erano stati costruiti. Cerchiamo di ricostruire questo iter prendendo in considerazione i vari avvenimenti che l’hanno determinato.
Entriamo in piazza Dante, incontriamo uno spazio che era fuori delle mura e fu incorporato nella città nell’anno 1765 e a cui venne dato il nome di “Foro Carolino”, dedicandolo a Carlo III di Borbone. Questo spazio racchiude l’emiciclo del Vanvitelli, costituito da un imponente colonnato su cui poggia una balaustra adornata da 26 statue di figure femminili di epoca classica. Sulla destra del colonnato era stato edificato il carcere di San Felice, ora scomparso. Alle spalle, il monastero di San Sebastiano, con la scuola liceale ed il Collegio di musica, successivamente trasferito nell’ex convento di San Pietro a Maiella.
Nel colonnato venne realizzata una nicchia che ospitò in un primo momento la statua di re Carlo III di Borbone, sostituita poi in epoca murattiana da quella di Napoleone Bonaparte, infine divenne l’entrata del convitto che assunse il nome di Vittorio Emanuele II. L’orologio sull’ingresso, di epoca borbonica, ha una particolarità di cui parleremo in un prossimo articolo.
Una commissione presieduta da Luigi Settembrini, su proposta di Paolo Emilio Imbriani, deliberò, nell’anno 1872, di innalzare una statua a Dante Alighieri la cui realizzazione fu affidata allo scultore Tito Angelini. L’opera fu completata in breve tempo e installata nel centro della piazza che d’allora fu intitolata al sommo poeta.
Proseguiamo ed inoltrandoci nel Centro antico attraversiamo Port’Alba, antichissimo accesso che ai tempi della sua edificazione era posta più internamente ed era stata soprannominata dal popolo “porta sciuscella” per la presenza di un albero di carrube.
La porta fu fatta realizzare nell’anno 1624 dal Vicerè Duca d’Alba che fece aprire un varco nel mezzo di un antico torrione angioino. Dopo alcuni anni sulla sua sommità fu fatta installare la statua di San Gaetano Thiene, proveniente dalla porta dello Spirito Santo.
Varcando la porta si fa ingresso nel centro Antico dando inizio ad una straordinaria passeggiata nel tempo che ci farà percorrere oltre 2500 anni di storia, tra arte, leggende e magia.
Ma di questo tratteremo nei prossimi racconti.
Alessandra Federico