Il mondo dell’associazionismo campano e napoletano è sempre stato molto attivo
Ne parliamo con Massimo Fazzari, docente e presidente dell’Associazione “L’Armonia”.
Come e quando inizia il vostro impegno associativo?
Da incontri fra amici ed amiche, riuniti intorno ad interessi diretti o indiretti per l’Arte anzi le Arti. In un momento “catartico” come quello fra il 1987 e 1988 nasce da un lato il bisogno e dall’altro la passione per fare cultura, valorizzare l’esistente e costruire un futuro più positivo nell’ambito appunto culturale per la presa di coscienza generale “culturale ed artistica” di un territorio, di un popolo, di cittadini.
Come mai avete scelto il nome “L’Armonia” e chi partecipava nei “propositi” o programmi al vostro progetto?
Il nome “L’Armonia”, dopo varie riunioni, è stato proposto proprio da me, pur se non ancora Presidente ed ha trovato d’accordo prima i due protagonisti principali, consiglieri, amici e leader, allora “capi gruppo” anche per le serate e le uscite, Carmela (eviterò i cognomi sia per riservatezza, sia perché dopo tanto tempo non a tutti può far piacere riparlare del passato, ormai passato), che faceva anche da ospite molto piacevole per i vari incontri, sia Antonio, che sarà protagonista di vent’anni di impegno. Va però detto che ci fu proprio un senso di “armonia” per far sì che ognuno prendesse il suo posto per poter portare avanti il progetto e poi le iniziative che venivano fuori in modo corale e vulcanico e perciò bisogna ricordare Kriss, Enzo, Antonio, Betty ed altri ancora. Con senso artistico, con buoni programmi e programmazioni, con grande senso organizzativo e di iniziativa, si partiva veramente per una grande avventura che trovava riscontro qualche tempo dopo, i primi di gennaio del 1988, in uno Statuto e in una vera e propria Associazione che con quegli intenti “aggregativi e raccoglitivi di arte, artisti, sensibilità ambientale, tecnica e tecnologia, formazione, era la prima in assoluto. Il successo associativo, prendendo le mosse con le prime iniziative sempre originali e potenti (per passione e competenza), era molto positivo. Più di cento soci nel giro di un paio di mesi e fra questi soci la maggior parte attiva. Tornando al nome bisogna dire il sottotitolo per capire le sue fondamenta, parole presenti nel logo: alchimia d’euritmia. E’ un principio di esistenza e insieme un principio del divenire dell’essere. Quindi gli intenti erano grandi “spiritualmente” oltre che oggettivamente, nella pratica sociale. Alchimia, vale a dire la unione e la “messa insieme” di elementi eterogenei e euritmia che richiama il ritmo e l’essenza delle cose.
Quali sono state le prime iniziative o i principali programmi?
La prima iniziativa, pur se un po’ abbandonata abbastanza presto per motivi logistici soprattutto, è stata la promozione e produzione di un “seminario sullo spettacolo” (con corsi molto interessanti), poi dopo aver preso sede a Bagnoli, abbiamo iniziato la promozione di mostre (pittura, foto, e di artisti nascenti o giovanissimi) e poi di spettacoli. Un punto importante resta nella nostra storia il 1994. Sin dall’anno precedente, da un incontro fra me e Raffaele, che portava avanti già un progetto di “vivibilità, benessere in rapporto al territorio” si iniziò a lavorare per far “valorizzare il centro storico di Napoli” e penso che in questo siamo stati proprio i primi, pur se nessuno ne ha mai reso il merito o i limiti, da una piccola traversa ora notissima, dove si trova la “Cappella Sansevero” un po’ più su di Piazza San Domenico Maggiore, che divenne la protagonista perché facemmo una “Piazza di Recupero delle tradizioni, di Commercio e artigianato e di Cultura”: per una quindicina di giorni prima di Natale organizzammo per la prima volta a Napoli una manifestazione di rappresentazioni sceniche, di bancarelle, di artigianato, e tante altre cose… certo il promotore e protagonista era Raffaele, molto più pratico di me.
Quali sono stati gli obbiettivi della vostra attività o quelli raggiunti?
In primis erano le attività, che seppur non da professionisti si sarebbero fatte con la passione e con la precisione di chi “vuole fare” e senza avere prevaricazioni di organismi e controlli e tutto il resto che spesso impediscono l’espressione, la creatività, l’organizzazione autonoma.
Il primo vero e proprio obbiettivo è stato la formazione di un gruppo di spettacolo che però andava a coprire un po’ tutti i campi utili e con volontari che si facevano avanti, dopo una breve selezione dei responsabili di settore si mettevano all’opera. Il gruppo è stato chiamato “Gruppo Teatro Genesi” (proprio la Genesi come origine e come spirito). Il primo spettacolo e forse quello che ha rappresentato non solo un successo oltre le aspettative ma che è rimasto storico e indelebile è stato la Messa in Scena sul Culto Popolare di San Gennaro, fra il sacro ed il profano scritto da me, pur se nella creazione c’è stato l’apporto di tutti i componenti del Gruppo. Dal pomeriggio del 28 giugno 1988 si percorse tutta la Sanità e si sconvolse positivamente un quartiere che allora era quasi impossibile da penetrare, da conoscere, ecc., sicuramente molto diverso da oggi. Si iniziò un percorso spettacolare, sociale e culturale e forse anche politico: promotore un comitato locale legato all’Ospedale di San Gennaro, che aveva alle spalle la Basilica di San Gennaro extramoenia, chiusa prima di quell’intervento che servì proprio a riaprirla. Uno spettacolo che risultava indecente: opere d’arte accumulate, nell’umidità, statue sgretolate quasi, quadri e tavole pittoriche appoggiate in modo casuale alle mura della chiesa. Il nostro successo, se vogliamo, fu proprio il riaprire, riconquistare all’uso della popolazione quel gioiello storico ed architettonico che oggi è gestito da una Associazione e da una Fondazione (nate molto tempo dopo…).
Ci vuole ricordare altre iniziative?
Questa iniziativa ne porterà tante altre, anche su richiesta delle Istituzioni comunali ed Enti privati, come ad esempio due idee che proposi in occasione di un Bando di Concorso sulle ricerche sui Campi Flegrei. Una riguardava il riappropriarsi da parte delle persone degli spazi sociali, culturali e anche artistici utilizzando o adottando insieme ad altre realtà luoghi e patrimonio artistico esistente in città. Un’altra proposta che facemmo fu quella del recupero delle piazze soprattutto al Centro Storico e così con l’aiuto anche di due Magistrati, queste si svuotarono dalle auto (prima erano solo parcheggi!!) e furono chiuse e da allora vennero rivalutate e riacquistate ad uso dei cittadini e di attività commerciali e culturali, insieme. Non è tanto per farsi belli che riporto queste cose, ma soprattutto per restituire alla storia, alla cronaca vera, quel che sono stati i passi, anzi i primi passi di attività sociali, culturali, artistiche nella nostra città dopo epoche di indifferenza, soprattutto ed anche per lasciare un testimone, per le generazioni che la vivono ora, eper quelli che verranno che si sappia che le cose non sono nate da un cilindro ma anche da attività di Associazioni e di cittadini volenterosi (e capaci). Si scusi l’immodestia ma pochi riconoscono i meriti di chi è stato emulato (senza “far soldi”!).
Alessandra Federico