Luna Rossa alla Louis Vuitton Cup

Barcellona è la protagonista della Louis Vuitton Cup. E’ partita il 29 agosto la sida di Luna Rossa agli altri team per la conquista della Luois Vuitton Cup.

Le Challenger Selection Series sono nate nel 1970 e da allora l’obiettivo principale è quello di selezionare il miglior sfidante da opporre al Defender nel Match finale di America’s Cup. Quattro anni di attese e allenamenti prima di intraprendere la sfida fra i team che sono ben consapevoli che al termine dei due Round Robin passeranno alla fase successiva solo quattro equipaggi.

Jimmy Spithill, timoniere di Luna Rossa ha dichiarato: “La flotta è vicina come prestazioni e sono certo che vedremo delle gare combattute, anche perché le condizioni di Barcellona, con onda e vento, sono complicate e rendono il lavoro dell’equipaggio molto difficile. Le regate preliminari hanno messo in luce i punti deboli e quelli di forza dei team. Tutti quanti abbiamo vissuto momenti splendidi, abbiamo commesso errori e abbiamo avuto problemi tecnici. Per quanto riguarda la presenza del Defender nei Round Robin, non c’è dubbio che per loro sia un enorme vantaggio, perché noi regatiamo per sopravvivere e loro no e questo fa la differenza. Può essere rischioso scoprire le carte con loro? Probabilmente sì, ma adesso siamo concentrati sui challenger, non guardiamo troppo in là. Il nostro lavoro è uscire in mare e vincere una regata alla volta”.

Cuore dell’evento è il Race Village allestito per l’evento ed aperto tutti i giorni di regata con accesso gratuito. Le regate potranno essere seguite dal pubblico e dagli appassionati anche nelle frequentatissime Fanzones di Plaça del Mar e Bogatell.

Vediamo come si svolge l’evento: le regate della Louis Vuitton Cup sono a Match Race e vince la barca taglia per prima il traguardo. Per ogni vittoria viene assegnato un punto mentre la barca che arriva seconda non guadagna nessun punto.

La Louis Vuitton Cup comprende tre fasi.

La prima è la ROUND ROBIN – 2 Gironi Eliminatori: 29 agosto – 11 settembre. Tutti i team incontrano gli avversari una volta per girone. Le regate sono esclusivamente a Match Race. A partecipare sono i cinque challenger (Luna Rossa Prada Pirelli, Ineos Britannia, NYYC American Magic, Alinghi Red Bull Racing e Orient Express Racing Team) più il Defender (Emirates Team New Zealand).  Non verrà conteggiato quello che è il risultato degli incontri con il Defender. Il team che si troverà nella classifica nel posto più basso sarà eliminato, mentre gli altri accedono alle semifinali e il top team sceglierà il suo avversario.

La seconda fase è quella delle SEMIFINALI che si terranno dal 14 al 23 settembre. In questa fase i quattro challenger si affrontano in regate a Match Race. Il primo a raggiungere i 5 punti è il vincitore.

La terza fase è quella delle FINALI che si tendono dal 26 settembre al 7 ottobre quando i due challenger finalisti si affrontano nella finale della Louis Vuitton Cup e conquista la vittoria chi raggiunge per primo 7 punti con diritto di sfidare il Defender Emirates Team New Zealand nel Louis Vuitton 37^ America’s Cup Match.

Sarà possibile seguire live la Louis Vuitton Cup sarà trasmessa sul sito  www.lunarossachallenge.com, mentre in tv in diretta sui canali di Sky (205) e di Mediaset (Italia 1 e 20).

Come nasce il team di Luna Rossa. E’ il 1997 e l’imprenditore Patrizio Bertelli e lo yacht designer argentino German Frers si incontrano e quest’ultimo propone a Bertelli di lanciare una sfida alla 30^ America’s Cup del 2000. Dalla costituzione ormai il team ha preso parte a cinque edizioni dell’America’s Cup, ha vinto due volte le regate di selezione dei Challenger – la Louis Vuitton Cup nel 2000 e la PRADA Cup nel 2021 – e ha disputato la finale nel 2007 e nel 2013.

Quest’anno Luna Rossa continuerà a rappresentare lo yacht club Circolo della Vela Sicilia nella sfida alla 37^ edizione dell’America’s Cup a Barcellona.

Antonio Desideri

Caldo estremo: la nuova realtà dei bambini nel mondo

Un allarmante rapporto dell’UNICEF mette in luce una crisi climatica che colpisce in modo devastante i bambini di tutto il mondo. Oggi, quasi 466 milioni di bambini, ovvero uno su cinque, vivono in aree dove le temperature estreme sono raddoppiate rispetto agli anni ’60. Questa situazione è particolarmente grave in paesi come Mali, Niger, Senegal, Sud Sudan e Sudan, dove i bambini trascorrono più della metà dell’anno in condizioni di caldo opprimente, con temperature superiori ai 35 gradi Celsius. L’analisi dell’UNICEF evidenzia che in Africa occidentale e centrale, circa 123 milioni di bambini – il 39% della popolazione infantile della regione – affrontano in media oltre 95 giorni all’anno di caldo estremo. Questa esposizione prolungata non è solo un disagio temporaneo: rappresenta una minaccia significativa per la salute e il benessere. Secondo l’UNICEF, “il caldo estremo è legato a complicazioni per le donne in gravidanza e favorisce la diffusione di malattie infettive come la malaria e la dengue”. Anche l’Italia non è immune a questa tendenza preoccupante. Negli anni ’60, il paese registrava circa 4,97 ondate di calore all’anno, un numero che è quasi triplicato, arrivando a 13,49 negli ultimi anni. Inoltre, il numero di giorni con temperature estreme è aumentato drasticamente, passando da 0,79 a 4,72 all’anno. Questo cambiamento solleva interrogativi sulla salute pubblica e sulla sicurezza dei nostri bambini. “Le ondate di calore più frequenti e intense stanno alterando le condizioni di vita dei più giovani”, avverte un esperto di climatologia. Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF, sottolinea l’urgenza di affrontare questa crisi climatica, affermando che “i bambini non sono piccoli adulti” e che “i loro corpi sono molto più vulnerabili al caldo estremo”. L’aumento delle temperature mette a rischio non solo la salute fisica, ma anche lo sviluppo neurologico e il benessere mentale dei più giovani. Russell aggiunge che “il caldo estremo può portare a conseguenze devastanti, in particolare per i neonati e i bambini in fase di sviluppo”. La necessità di azioni concrete è urgente. Con l’Accordo di Parigi che richiede ai governi di presentare nuovi piani climatici, i leader mondiali hanno un’opportunità unica di implementare misure che garantiscano un ambiente sano e sostenibile per i bambini. L’UNICEF chiede a governi, comunità e settore privato di lavorare insieme per “ridurre le emissioni e proteggere la vita e la salute dei più vulnerabili”. Russell esorta i leader globali a “cogliere questa opportunità per realizzare un’azione climatica urgente e coraggiosa”. “Ogni bambino ha il diritto a un ambiente sano e sostenibile, e spetta a noi proteggerlo”, conclude Russell.
Ivan Matteo Criscuolo
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