Il CITS Comitato Italiano per la Salute, presieduto da Raffaele Federico, ormai da decenni è impegnato, fra le tante iniziative, nel Progetto Vivere Meglio realizzato anche in collaborazione con altre Associazioni.
Nell’ambito di questo progetto è partito, a inizi di settembre, il safari fotografico “Scatta e riscatta” della durata di 11 settimane.
Ne parliamo con l’ideatore Raffaele Federico.
Come e perché nasce l’idea del safari fotografico “Scatta e riscatta” per le vie della città di Napoli?
Il safari fotografico “Scatta e riscatta” è un programma pratico di educazione permanente all’educazione civica ed ambientale rivolto a tutta la cittadinanza.
Attraverso la fotografia si possono raggiungere risultati ed affermare valori che rappresentano l’avvio di un processo di maturazione della coscienza civile.
Il progetto quindi si propone di mettere in evidenza situazioni di degrado igienico-sanitario che possono generarsi anche temporaneamente per le strade della città, non necessariamente solo nei quartieri periferici.
Quanto durerà questo safari?
11 settimane, durante le quali il safari penderà in esame alcune problematiche e ne cito solo alcune: carta, cartacce e cartoni; vetro; rifiuti ingombranti e auto abbandonate; cassonetti dei rifiuti rotti e posti in luoghi non idonei, contenitori della differenziata posti fuori dai giorni e dagli orari consentiti; occupazioni suolo abusive; verde trascurato sia pubblico che privato; persone senza dimora; plastica; degrado del patrimonio artistico e architettonico.
Durante l’ultima settimana, dedicata al patrimonio artistico, sarà tenuta una tavola rotonda dedicata al recupero dei sensi della bellezza attraverso l’educazione allo sguardo e la fotografia in questo è uno strumento efficace ed idoneo.
La conoscenza dei diritti fa parte dell’educazione civica, come stimolate la sua diffusione?
E’ indispensabile conoscere quali sono i nostri diritti e come esigerli in maniera certa, agevole e tempestiva ma la conoscenza dei propri diritti deve essere accompagnata dallo sviluppo del senso della Giustizia e di appartenenza.
La nostra azione come singoli e come associazione si attua oltre che con il safari, con cicli di conferenze e incontri, iniziative di sensibilizzazione sui territori, articoli sulla stampa, collaborazione con altre realtà associative e con singoli. A proposito delle conferenze le anticipo che da gennaio terremo 5 conferenze, una la mese, sui 5 pilastri della salute e della bellezza.
Non dobbiamo, peraltro, dimenticare che i diritti sono gli stessi per tutti e ciascuno ha il dovere di rispettare quelli degli altri.
Spesso, però, ciò non accade…
Purtroppo no e il comportamento dettato dalle abitudini e dalla consuetudine può ledere il diritto degli altri a volte anche senza che ce ne rendiamo conto e la legge di inerzia ci fa permanere in quello stato di “quiete” fin quando non intervenga una forza esterna a modificare tale stato.
Non rispettare le norme e le leggi, anche quelle che possiamo considerare marginali, provoca un clima di tensione e di malessere.
Ci fa qualche esempio?
Certo, ad esempio parcheggiare sulle strisce o davanti agli scivoli per persone con disabilità; esporre merce, tavoli e sedie sui marciapiedi; depositare rifiuti fuori dai cassonetti e in orari non conformi alle disposizioni, etc., etc., questi sono ormai comportamenti considerati normali e a volte forse anche tollerati da chi invece deve intervenire per rimuoverli o in termini sanzionatori.
Il modo più efficace per modificare questo stato di inerzia è di prospettate un’altra abitudine più gratificante e soddisfacente utilizzando metodi e programmi coinvolgenti.
Quali sono le modalità per partecipare al safari fotografico?
Nel corso del safari chi scatterà le foto e invierà le immagini agli indirizzi e mail che sono indicati sulla pagina facebook dedicata potrà contribuire al cambiamento, come auspichiamo, di abitudini e mentalità. Chi poi osserverà le foto su web, in mostra o pubblicate potrà ricevere l’immagine percependone e introiettandone il significato.
Antonio Desideri