Un nuovo chatbot di Intelligenza Artificiale: una nuova risorsa o un possibile danno?

La società italiana Multiversity da alcune settimane ha lanciato un chatbot di Intelligenza Artificiale, che fornisce agli utenti risposte con un coefficiente di accuratezza al 99%.

Questo servizio è totalmente gratuito, infatti in così poco tempo ha generato già più di 100000 risposte, inoltre lo stile e il contenuto della risposta si adatta alle capacità e competenze di chi fa la domanda, garantendo un’efficienza mai vista prima.

Altri tipi di I.A. spesso forniscono dati superflui e sbagliati, invece, come sostenuto dai dirigenti di Multiversity, questa Intelligenza Artificiale è a misura di studente, adatto alla vita scolastica ed universitaria, una funzione che ha lo scopo di “facilitare” i compiti, ma ovviamente non tutti hanno accolto questa I.A. con lo stesso entusiasmo degli ideatori.

L’istruzione nel nostro Paese, ma anche in gran parte del mondo, sta riscontrando diverse problematiche riguardanti gli studenti, il loro grado di apprendimento e di concentrazione, la scarsa resa nei test e il poco studio che si svolge a casa e uno strumento che alleggerisce così tanto l’impegno e le responsabilità potrebbe risultare dannoso, a maggior ragione dal momento in cui anche gli universitari ne dispongono. Molti critici, pensatori e docenti stessi hanno evidenziato che è anti-educativo e a lungo andare un intenso e ripetuto utilizzo di questa I.A. potrebbe generare ignoranza tra chi ne usufruisce, aumentando così le problematiche della futura classe dirigente del mondo.

Nonostante le critiche, il ceo di Multiversity, Fabio Vaccarono, ha annunciato che entro fine anno il chatbot non sarà solo un programma che risponde alle domande, anzi si evolverà anche in uno strumento di educazione digitale, spiegando e valutando qualsiasi argomento, dal programma elementare a quello universitario, in forma sempre gratuita e passando così da “ strumento di ignoranza ad uno di istruzione e cultura”.

Rocco Angri

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