Pietro Lorenzetti è stato un pittore italiano del Trecento. Fratello maggiore di Ambrogio Lorenzetti (anch’egli artista di quel tempo) Pietro nasce a Siena nel 1290 circa (dati calcolabili in maniera approssimativa poiché non è certo il giorno della sua nascita e della sua morte).
La sua formazione si svolse sotto Duccio di Buoninsegna. Al pari di Giotto e di Simone Martini, il giovane artista senese lavorò ad Assisi nella basilica di San Francesco. Ma è il trittico ad affresco del 1300 (raffigurante la Madonna col bambino fra i santi Francesco Giovanni Battista per la cappella Orsini della Chiesa inferiore assisiate) l’opera di Pietro considerata ancora tutt’oggi la più celebre. In seguito, Lorenzetti lavorò al meraviglioso ciclo di affreschi, le Storie della Passione, affrescate col braccio sinistro del transetto della stessa chiesa inferiore di Assisi. In questa opera, Lorenzetti, rivela subito l’autorità delle componenti culturali che animano la sua opera; sullo sfondo dell’impronta duccesca, negli affreschi si compongono e si saldano le più moderne sollecitazioni stilistiche. Da un lato, invece, la vitalità, la tensione del dettato Gotico. Dall’altro ancora, fu per l’artista, l’incontro con il grande modello giottesco. Fu per Pietro un periodo di grande crescita artistica che lo invogliò a recuperare un nuovo valore plastico ai suoi volumi mediante contrasti di chiaroscuro e di colore.
Il progresso artistico
Nel 1320 Lorenzetti era ormai considerato uno degli artisti più illustri del momento, di fatti, da lì a poco iniziarono a commissionargli diversi importanti incarichi: Madonna con bambino e santi (commissionata dal vescovo Tarlati per la pieve di Arezzo); L’annunciazione (dipinta per secondo ordine del polittico) dove la Madonna e il santo sono inseriti in uno spazio saldo architettonicamente costruito. Ancora, Uomo di dolori (1330, tempera e oro su tavola – Altenburg, Lindenau Museum); Trittico della Madonna col Bambino e le sante Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria (1330-1340, tempera e olio su tavola, Washington, National Gallery of Art); Funerali di un santo vescovo (1330-1340, tempera e oro su tavola, Assisi, Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco); Santa Margherita (1330-1340, Assisi); Santa Chiara (1330-1340, tempera e oro su tavola, Athens (Georgia) Georgia Museum of Art); Trittico dei Santi Bartolomeo, Cecilia e Giovanni Battista (1332, tempera e oro su tavola, Siena, Pinacoteca nazionale); Storie della vergine (1335, Siena, ospedale di Santa Maria della Scala); Madonna col Bambino (1335, tempera e oro su tavola, Firenze Palazzo Vecchio); Reliquiario con Cristo benedicente in trono e frate francescano (1335, tempera e oro su tavola, New York).
Le opere di Pietro continuavano a rivelarsi uniche e originali e tra il 1327 e il 1329 realizzò il suo primo affresco per la propria città : la pala raffigurante la Madonna del Carmine per i carmelitani di Siena, in cui è presente un evidente influenza giottesca. Pietro nutriva forte stima nei confronti di Giotto e della sua arte, era per lui una leggenda artistica a cui ispirarsi infatti, nel trittico per l’altare di San Savino, (eseguito da Pietro per il duomo tra il 1335 e il 1342) è ben nota una forte influenza di Giotto.
La morte di Pietro Lorenzetti è avvenuta nel 1348 circa a causa della peste.
Alessandra Federico