La serie Vikings, ideata dal regista Michael Hirst per il canale televisivo canadese History Television, racconta l’ascesa dei popoli Vichinghi nell’Europa del IX sec.
Ispirata a fatti e personaggi reali, la serie racconta (in parte romanzata) la vita del guerriero Ragnar Lothbrok, un visionario pastore scandinavo che, con le sue gesta, contribuirà ai grandi cambiamenti storici, sociali e religiosi del suo tempo. L’obiettivo di Ragnar Lothbrok, (sposato con Shield-Maiden Lagertha), è quello di riuscire a condurre una vita migliore di quella che gli spetta secondo la tradizione celtica (per se stesso e per la propria famiglia) fatta di benessere, di terra fertile e cibo in abbondanza, un futuro aperto a cambiamenti epocali, primo tra tutti il confronto tra paganesimo e Cristianesimo. Quella di Ragnar è l’Europa di Carlo Magno, divisa e lacerata da guerre religiose in cui nasce il sistema feudale, in cui i successori del grande imperatore hanno come sacro scopo quello di conquistare tutti i territori pagani per convertirli al Cristianesimo. La sua intenzione sarà quella di donare in eredità ai propri figli tutto ciò che conquisterà. In questo contesto, Ragnar indossa le vesti del Prescelto e, contravvenendo alle regole e alle conoscenze della propria cultura, inizia ad esplorare i territori ad ovest della Scandinavia scoprendo un mondo sconosciuto e ricco di nuovi confini geografici, politici e spirituali. Nel suo percorso di conoscenza (carico di ambigue profezie e desiderio di andare oltre), Ragnar incontrerà Cristo attraverso la figura di Athelstan, (monaco anglosassone rapito e reso schiavo in seguito alla prima incursione vichinga in Northumbria). L’amicizia con il monaco cambierà la visione filosofica e religiosa che il protagonista aveva della vita, in una nuova dimensione esistenziale caotica e volitiva, devota alla famiglia e alle origini ma affascinata dal Dio Cristiano.
In quel periodo storico il popolo norreno non conosceva la scrittura, la loro cultura era orale; tramandava storie di generazione in generazione cantando gesta di eroi e dei loro destini. La loro mitologia dava significato a tutto e, non essendoci parola scritta, gli esseri umani necessitavano di medium per interrogare il proprio Dio, per stabilire cosa era giusto, cosa o chi era necessario sacrificare, in nome di quale destino andavano compiuti atti grandiosi e terribili.
Un’altra figura fondamentale della serie è Floki grande amico di Ragnar, costruttore della sua prima flotta, avversario spietato del nuovo Dio. Anche Floki è una sorta di prescelto; infatti, la sua storia privata e spirituale, segnerà momenti di svolta di grande impatto.
Oltre a queste tematiche, la serie da molto valore ai rapporti familiari tra il protagonista e la propria genia alla quale spetterà, nel corso di controverse e avvincenti avventure, di prendere possesso delle feconde terre Sassoni, di assicurare benessere ai Norreni e quindi di porre per sempre fine alle guerre intestine tra i popoli nordici. Ancora, i figli di Ragnar porteranno avanti i desideri del padre, ognuno a modo proprio, aggiungendo nuove storie e legami, rincorrendo nuove visioni, scrivendo nuove leggende. Alcune andranno perdute ma altre avranno il loro posto nel racconto delle gesta di questi uomini indomiti.
La serie ha avuto un grande successo sia di critica che di pubblico. Di certo, le vicende narrate, i personaggi, il periodo storico e le tematiche trattate hanno dato vita ad un racconto corale, denso di emozioni e suggestioni che hanno mantenuto vivo l’interesse del pubblico per ben 6 stagioni. Tanti sono i fattori che hanno contribuito a tale successo della serie Vikings: un cast eccezionale di attori capaci di interpretare il proprio ruolo in maniera impeccabile, immedesimandosi nelle rispettive parti. Anche la colonna sonora ha svolto un grande ruolo nella bellezza complessiva dell’opera, contribuendo a creare atmosfere molto suggestive. Infine, la fotografia, ha decisamente marcato la colorazione emotiva della narrazione, esaltando gli spettacolari paesaggi nordici, infondendo le luci e le ombre di quei tempi oscuri, conferendo un tono greve e intenso all’intera opera.
Alessandra Federico