Nel 1734, il re Carlo di Borbone appena giunto a Napoli sentì immediatamente la necessità di avere una dimora sulla splendida collina di Capodimonte affinché le sue due passioni, caccia e collezioni d’arte, potessero essere soddisfatte.
Commissionò quindi la costruzione della Reggia all’architetto Giovanni Antonio Medrano e quando fu completata, vi portò da Roma e Parma la sua Collezione Farnese.
Dopo qualche anno, nel 1742, l’attenzione del Re si spostò sul Bosco che aveva un’estensione di 130 ettari ed affidò la realizzazione del Parco alle scenografo Architetto Ferdinando Sanfelice che, riuscendo ad utilizzare tutte le risorse del territorio che aveva a disposizione, fuse in meravigliose prospettive scenografiche tutte le risorse naturali.
Partendo dall’ingresso principale realizzò la Porta di Mezzo disegnando una grande area ellittica da dove partono cinque viali ognuno intersecato da vialetti laterali.
All’interno del Parco aggiunti a costruzioni preesistenti, furono edificati alcuni edifici tuttora esistenti, parte di questi utilizzati come fabbriche o per usi agricoli ed allevamento di animali, mentre alcuni costituivano i luoghi di ritrovo della corte e degli ospiti occasionali.
La prima costruzione, acquistata dal re fu una palazzina originariamente di proprietà della famiglia di Carmignano. Era una tra le più belle ed originali ville collocate sulla collina e dove si svolgevano piacevoli giornate di svago dedicate alla natura e alla musica. Questa villa dal 1826 divenne la residenza ufficiale dei figli del monarca borbone.
In seguito al suo ritorno sul trono avvenuto nel 1815, re Ferdinando, seguendo la tradizione che voleva che un re offrisse un voto per la riconquista del Regno, volle la costruzione di un eremo che ospitasse dei monaci cappuccini. L’eremo dei Cappuccini fu quindi eretto nel 1817.
Nel 1745, per soddisfare le insistenti richieste della numerosa popolazione del Real Bosco, fu affidata sempre all’Architetto Sanfelice, la costruzione di una Chiesa denominata di San Gennaro, per adornala furono ordinate diverse opere d’arte, tra le quali una grande immagine di San Gennaro e altre quattro statue di Santi protettori: San Filippo, San Carlo, Santa Elisabetta e Santa Amalia.
Attualmente la Chiesa di San Gennaro a Capodimonte, dopo 50 anni di chiusura, il 16 aprile 2023, dopo alcuni necessari lavori di restauro è stata finalmente riaperta al culto dei fedeli.
Una delle arti che si praticava sul territorio collinare riguardava la produzione di oggetti in ceramica, pertanto il Re commissionò all’architetto Sanfelice la trasformazione nel 1743, di un edificio già presente nel Real Bosco in una Fabbrica di porcellana i cui prodotti divennero famosi e si diffusero in tutto il mondo. Attualmente in questo antico edificio l’arte della ceramica e della porcellana continua ad essere insegnata dai docenti dell’Istituto G. Caselli.
Tra gli edifici adibiti a funzioni agricole e di allevamento trova un posto di primo piano il Giardino e Casamento Torre dove nel 1889, nel suo forno a lega fu cotta la prima pizza Margherita (pomodoro, basilico e mozzarella), dedicata alla regina Margherita di Savoia.
Questo edificio è composto da una torre e da alcuni giardini suddivisi per aree di diversa coltivazione. Lungo tutti i vialetti si ergono alberi da frutto in particolare agrumi e alcuni ananas.
Al piano terra di un edificio agricolo del 18° secolo, denominato la Capraia, si trovano stalle e locali adibiti a deposito dei prodotti agricoli e di animali, mentre i pastori e i contadini potevano accedere ai loro ambienti situati ai piani superiori.
Attualmente questo edificio è adibito a centro d’arte grazie alla collaborazione tra il Museo di Capodimonte e l’Istituto di storia dell’Arte Edith O’Donnell.
I vini del re erano ben conservati in botti di legno in una cantina denominata il Cellaio. Nel Cellaio trovavano posto anche i cereali e le conserve di carne, miglio, legumi e tutta la buona selvaggina del Real Bosco destinata alla mensa del re.
Alessandra Federico