Apice protagonista di visite guidate e di un convegno dell’IIC Campania

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio promosse dal Ministero della Cultura ed alle quali l’Istituto Italiano dei Castelli aderisce (come seconda fase delle GNC) sabato 28 e domenica 29 settembre  sono state organizzate delle visite guidate al castello di Apice (in provincia di Benevento) ed un convegno che si terrà, sempre nel castello, domenica mattina. Il convegno, che vedrà la partecipazione di docenti dell’Università di Salerno, di membri dell’istituto e dell’Archeoclub, avrà per tema l’evoluzione degli insediamenti fortificati dell’appennino campano. Il castello di Apice, di origini longobarde,  è situato nella parte alta del centro abitato di “Apice Vecchia”; subì ampliamenti sia in epoca normanno – sveva  che in età angioina, fino all’adeguamento della seconda metà del XV secolo per resistere al tiro delle bombarde, con due possenti baluardi scarpati a loro volta dotati di postazioni per armi da fuoco.

Ecco il programma dettagliato dell’evento

Sabato 28 – visite guidate  gratuite ore 10,30 – 12;    pomeriggio ore 16 -17,30

Domenica 29 – visite guidate gratuite ore 16 -17,30

Prenotazione obbligatoria: castellimpania@virgilio.it –  campania@istitutoitalianocastelli.it

Le visite guidate saranno curate dai giovani dell’IIC e da membri dell’Archeoclub di Apice

Domenica  29 settembre ore 10.00

Convegno – Castelli e dinamiche insediative nell’appennino campano – molisano (Vedi locandina allegata)

La fotografia protagonista

La passione fotografica prende vita quotidianamente nelle attività e nelle azioni che i circoli e le associazioni federate alla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) portano avanti per far sconoscere e sviluppare la fotografia sia amatoriale sia più professionale.

Gli amanti degli scatti fotografici possono, oltre che partecipare ai concorsi, alle mostre, ai portfolio e alle numerose iniziative che si svolgono in tutta Italia, anche leggere la rivista della Federazione.

FOTOIT presenta sempre un vasto panorama di interviste e di approfondimenti.

Nel numero di settembre sono protagonisti i fotografi Lello Fargione, Nadia Ghidetti, Valentina Tamborra, Valeria Laudani, Vanessa Vettorello, Carlo Rampioni,Giovanni Nastasi.

Spazio anche agli approfondimenti con Laboratorio di Cianotipia, il ritratto fotografico di Giacomo Matteotti, la mostra retrospettiva di Angèle Etoundi Essamba “Le donne determinate”, il Teatro in fotografia, la mostra “Bar Stories”, le tecniche fotografiche: la diffrazione.

Un mondo di immagini e tecniche tutto da scoprire.

Antonio Desideri

 

Valentina Torrini: Lady cinema. Guida pratica per attivare le tue lenti femministe

“Le donne, al cinema, diventano figure mitologiche, da una parte monocordi e semplificate, dall’altra innalzate a simbolo perfetto ed eterno.”

In qual misura il cinema è speculare al reale?

Una volta ho letto (non ricordo dove, ahimè!) che siamo 7 miliardi di persone nel mondo: come possiamo pensare che le nostre storie siano tutte uguali? Ecco, il cinema, come specchio della realtà dovrebbe restituire queste miriadi di sfaccettature invece che appiattirle a degli stereotipi, ma purtroppo siamo ancora distanti anni luce; tanti film raccontano ancora le donne come appartenenti a due categorie: la santa e la puttana. Qualcuna di noi magari potrà riconoscersi in uno di questi caratteri, magari entrambi, ma vorrei vedere tutte le sfumature che ci sono nel mezzo. Per i personaggi maschili questo accade già (limitiamoci alla cerchia dei maschi bianchi, etero, cis, sani, ok), ma sullo schermo vediamo protagonisti giovani, belli, intelligenti, come anche anziani, non molto piacenti o brillanti. Eppure, hanno spesso una storia di cui sono protagonisti (e una bella attrice, più giovane di loro da conquistare). Ma se parliamo di personagge, vediamo la stessa varietà? E per le attrici non bianche, lesbiche o queer, con corpo non conforme? Allora c’è quasi il deserto oppure l’appiattimento a stereotipi.

Ma voglio essere positiva e dare un consiglio di visione che esce da questa impasse: Lola Darling di Spike Lee è un piccolo gioiello!

Oggi, il corpo messo al centro del dibattito nella società contemporanea è quello muliebre. Quali forze diverse ed in contrapposizione si combattono su questo campo?

Oserei dire che l’oggetto del dibattito è il corpo non conforme, considerato “mostruoso”, in cui rientrano certamente anche i corpi delle donne (pensiamo alle donne che decidono di abortire). Il patriarcato ci vorrebbe suddivis* in un sistema binario e, a senso suo “ordinato”, di maschi e femmine. Ma i corpi sono tutti diversi, una scissione netta è limitante e cieca e sono convinta che la libertà passi prima di tutto proprio da come decidiamo di usarlo, questo corpo, e anche di raccontarlo al cinema. Il corpo è uno strumento politico!

Vorrei continuare sulla scia della precedente risposta, consigliano un film potentissimo, uscito al cinema prima dell’estate. Si tratta di Orlando. My Political Biography di Paul B. Preciado.

La polisemia di accezioni (genere linguistico, biologico e sociale) che sviluppa, dimostra quanto la dimensione linguistica emani riecheggiamenti nella maniera in cui si avverte la realtà, si erige l’identità e si calcificano i preconcetti. Reputa che modi di dire, proverbi e battute possano costituire l’anticamera di forme di violenza?

Mi permetto di spostarmi su un altro piano del linguaggio, altrettanto importante, simbolico e rischioso quanto quello della lingua parlata nei modi di dire e nei proverbi (ma anche nel vituperio e non solo), e che è quello cinematografico. Che si tratti di narrazione filmica o di scene che ci vengono proposte, quando si tratta di donne o, meglio, di corpi, femminili o marginalizzati, proviamo a fare caso a come sono ripresi. Spesso i corpi delle attrici sullo schermo sono fatti a pezzi, non solo letteralmente, ma anche visivamente, tagliati dall’inquadratura che ne evidenzia solo alcune parti e non la sua interezza (nello specifico: seni, glutei, pube, gambe, spesso nudi). Cosa che accade molto più raramente per gli attori, che agiscono nella realtà, a figura intera, muovendosi nella scena e… con i vestiti addosso! Se veniamo bombardat* continuamente da immagini in cui i corpi delle donne, sullo schermo, diventano soprammobili, oggetti di piacere e di violenza, chi guarda potrà, anche solo inconsciamente, pensare che lo siano anche nella vita vera…

A questo proposito, consiglio la visione di un interessantissimo documentario che indaga approfonditamente proprio questi temi: Sesso, Cinema e Potere – Brainwashed di Nina Menkes.

Lei traccia la cornice di uno schermo in cui disarmonia, precarietà ed agitazione rendono tutte le protagoniste eroine fluttuanti, disperse in un mare iniquo e furioso. Ogni donna è se stessa e tutte le altre?

Sono a loro volta loro stesse, uniche e tutte diverse. Come cerco di spiegare nel libro, con un certo cinema (quello dominato dal male gaze) ci è stato proposto un tipo di donna monolitica e inscalfibile per bellezza, moralità, rettitudine e immobilità, secondo poi quelli che i canoni dello sguardo e del desiderio maschili (e maschilisti) che ci vorrebbero tutte uguali, ordinate e ubbidienti soldatine. Ricorro a un estratto dalla prefazione del libro, scritta dalla straordinaria Marina Pierri, che in poche battute, condensa perfettamente una grande verità riguardo a questo punto: «Non siamo solo eterosessuali, non abbiamo solo corpi filiformi, non siamo solo abili, non siamo solo bianche e benestanti. Siamo grasse, nere, con disabilità, neurodiverse, non-binary, lesbiche, bisessuali, trans, madri, non madri. Non siamo disposte a subire il ricatto della forza e del “dovresti essere”. Abbiamo tutte esperienze diverse e vissuti diversi, perché proveniamo da contesti diversi».

Una donna perfetta è: sorridente, organizzata, ben vestita, in carriera, attenta all’ecologia e alla cucina sana. Quanto i social media hanno contribuito all’edificazione di quest’immagine?

Per rispondere a questa domanda, ci vorrebbero una laurea in antropologia e una specializzazione in sociologia! Io preferisco spostarmi nel campo che conosco meglio e che è quello del cinema e della rappresentazione. Ricorro anche qui all’aiuto della serialità, consigliando su questo tema l’episodio di Black Mirror con Bryce Dallas Howard dal titolo Caduta Libera. In un mondo a tinte pastello, le persone si relazionano utilizzando in maniera compulsiva un social senza nome, molto simile a Instagram, con cui si possono valutare chi incontrano, con un voto da una a cinque stelle. Una critica intelligente, distopica e cinica dell’impatto dei social su di noi.

Valentina Torrini lei elenca ed analizza sei strumenti pratici da adottare per accendere le nostre lenti femministe durante la visione di un film, per renderlo, quindi, più agevolmente leggibile in termini di contenuto e messaggio.

Può offrirci un esempio di test?

Scelgo di parlare di quello che fosse può sembrare più innocuo e invece nasconde una trappola micidiale che ingabbia in primis le nostre giovani generazioni: il Principio di Puffetta.

È chiaramente ispirato alla protagonista femminile dei Puffi, unica ragazza in mezzo a una popolazione di maschi, nonché perfetto stereotipo dei personaggi femminili, sia nei film per l’infanzia ma spesso anche in quelli per la platea adulta. Puffetta incarna la donna ingenua, bella e un po’ stupidotta a cui tutti i maschi del villaggio fanno la corte. Ma mentre ognuno di loro ha una precisa caratteristica o capacità (dalla saggezza di Grande Puffo agli occhiali di Quattrocchi), Puffetta sa essere solo carina, diventando di default il trofeo da vincere per gli altri partecipanti alla storia. Ciò accade spesso quando c’è un personaggio femminile in un gruppo di maschi: quello di non avere un vero e proprio sviluppo, ma di essere la ragazza di. Oltretutto, rivedendo da adulta la prima puntata dei Puffi mi sono resa conto di una grave criticità: Grande Puffo la mette in guardia dalle possibili reazioni degli altri Puffi dovute alla sua bellezza… praticamente le dice: “Occhio a quello che fai, altrimenti, te la sei cercata!”.

Un “antidoto” a questa narrazione sono le avventure di quattro amiche che si trovano a viaggiare nel tempo nella serie Paper Girls, in cui non compare nessuna Puffetta all’orizzonte!

“The woman is perfected” è l’incipit di “Edge” di Sylvia Plath. Può definire la “perfezione” muliebre?

Impossibile! La perfezione non esiste, né quella femminile né quella maschile. Si può, al massimo, ambire a un’idea che abbiamo in mente di perfezione, ma cambia da persona a persona e quindi è qualcosa di soggettivo. Provare a plasmarci secondo i nostri ideali, estetici e morali, che sono, ancora una volta diversi per ogni persona. Mi viene in mente, a questo proposito, La donna perfetta, film del 2004 con Nicole Kidman, perfetto esempio di come la ricerca ossessiva della perfezione (fisica e “morale”), imposta dalla società soprattutto alle donne, non possa reggere alla pressione e finisca inesorabilmente per detonare.

 

Valentina Torrini si è formata in Progettazione e gestione di eventi dell’arte e dello spettacolo con una specializzazione in Critica cinematografica. Vive a Firenze e da tredici anni lavora nel settore del cinema. Ha collaborato con il blog Feministyou.net con una rubrica di critica cinematografica femminista. Nei film ricerca donne che le siano di ispirazione; la sua personaggia preferita è Pauline di Una canta, l’altra no, della regista Agnès Varda.

Giuseppina Capone

Al via il Festival “Unimusic” con la Nuova Orchestra Scarlatti

Lo sforzo congiunto della Nuova Orchestra Scarlatti, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e del Comune di Napoli, quest’anno con la collaborazione dell’Archivio di Stato e del Duomo di Napoli, renderanno da oggi, domenica 8 settembre e sino a lunedì 16 settembre, Napoli protagonista della musica e della cultura grazie al Festival “Unimusic”, giunto alla sua VI edizione. Il Concerto inaugurale dell’attesa serie di cinque eventi musicali, tutti ad ingresso gratuito, vedrà esibirsi domenica 8 settembre, dalle ore 18.30, presso lo storico “Cortile delle statue” della Federico II, i 130 giovanissimi musicisti dell’Orchestra Scarlatti Junior, diretta dal Direttore Artistico dell’Orchestra Scarlatti, il Maestro Gaetano Russo e dal Maestro Giuseppe Galiano.

Mercoledì 11 alle ore 19 sarà la volta di un concerto cameristico dell’Orchestra Scarlatti Young, presso la Chiesa dei S.S. Marcellino e Festo. Un repertorio che spazierà dal Classico al Jazz al Pop, “Rhapsody in blue”, sarà presentato  invece il 12 settembre alle 20 presso il Cortile delle Statue dalla Nuova Orchestra Scarlatti, diretta dal Maestro Bruno Persico, con la partecipazione del sassofonista Marco Zurzolo. Sabato 14 alle ore 11.30  l’Orchestra Scarlatti Young si esibirà presso la Sala Filangieri dell’Archivio di Stato.

Concluderà la Rassegna la Nuova Orchestra Scarlatti nel Duomo di Napoli con l’esibizione per voci, coro ed orchestra del settecentesco capolavoro di musica sacra di Domenico Cimarosa “Il trionfo della fede”,  eseguito in occasione della traslazione del sangue di San Gennaro.

La Nuova Orchestra Scarlatti da trenta anni esalta e diffonde la musica classica educando a Napoli ragazzi sin dagli undici anni all’arte, al bello ed al rispetto di regole e legalità. Giovani spesso poi costretti a lasciare la propria città per avere opportunità di lavoro. Perché Napoli, come più volte asserito dal Maestro Russo, “unica tra le grandi città italiane, non ha una propria Orchestra stabile”. Ci si augura che la bellezza e poesia della musica che verrà proposta dall’Orchestra Scarlatti in questa straordinaria serie di concerti settembrini raggiungano le Istituzioni e si traducano in un impegno concreto per la città e per i nostri giovani musicisti.

Valeria Mirisciotti

Il ricordo di Ruggiero Nigro fondatore del Lions Club Napoli Camaldoli “Terra Mia”

Il Lions Club Napoli Camaldoli “Terra Mia” ha voluto festeggiare lo scorso 3 luglio il Ventennale del Club e il passaggio della campana ricordando il professor Ruggiero Nigro, primario emerito di chirurgia oncologica presso l’ospedale Cardarelli di Napoli. Scomparso nel 2019  è stato fondatore e ideatore del Club. Eccellenza nel mondo della sanità, autore di pubblicazioni scientifiche, è stato un punto di riferimento nel campo della chirurgia.

Non solo luminare nel campo della sanità, Ruggiero Nigro, definito dai colleghi il “signore” della chirurgia ma anche e soprattutto uomo dalle qualità non comuni, ha segnato il suo percorso di vita con integrità morale, generosità e la solidarietà, costituendo un esempio da seguire non solo nella vita quotidiana ma anche in quella lionistica e di Club.

Fra gli impegni portati avanti nella sua attività associativa va ricordata la pubblicazione dell’antologia storico artistica “Camaldoli” dedicata appunto alla collina dei Camaldoli da lui tanto amata, i cui proventi sono stati devoluti alla ricerca sulla sclerosi multipla.

La figura del socio Ruggero Nigro è stata ricordata dal figlio, da Lions, amici e conoscenti con parole che hanno saputo mettere in luce le sue molteplici doti e qualità professionali ed umane evidenziando il grande impegno portato avanti nel corso della sua vita in favore delle persone e in particolare di coloro che soffrono.

Grande il suo impegno lionistico e la sua attività partecipata e concreta nel Lions Club Napoli Camaldoli “Terra mia” portati avanti sin dalla fondazione del Club e proseguita con passione dagli altri soci fondatori Giovanni Cibelli e Imma Lamberti che hanno esteso le sue idee ai nuovi soci.

Una celebrazione, quella del ventennale, che ha visto la presenza del Governatore Tommaso Di Napoli e del I Vice Governatore Pino Naim e di numerosi officer distrettuali e circoscrizionali, particolarmente emozionante per i presenti e che è stata arricchita dalla presenza del soprano Martina Bortolotti

La celebrazione ha coinciso con la cerimonia del passaggio della campana tra la dinamica e competente presidente Imma Lamberti che ha profuso grande impegno nel suo anno sociale e la neo-presidente Rosaria Esposito che porterà avanti nel solco delle idee fondanti del Club e del lionismo le attività e i service del nuovo anno sociale.

Antonio Desideri

Caldo estremo: la nuova realtà dei bambini nel mondo

Un allarmante rapporto dell’UNICEF mette in luce una crisi climatica che colpisce in modo devastante i bambini di tutto il mondo. Oggi, quasi 466 milioni di bambini, ovvero uno su cinque, vivono in aree dove le temperature estreme sono raddoppiate rispetto agli anni ’60. Questa situazione è particolarmente grave in paesi come Mali, Niger, Senegal, Sud Sudan e Sudan, dove i bambini trascorrono più della metà dell’anno in condizioni di caldo opprimente, con temperature superiori ai 35 gradi Celsius. L’analisi dell’UNICEF evidenzia che in Africa occidentale e centrale, circa 123 milioni di bambini – il 39% della popolazione infantile della regione – affrontano in media oltre 95 giorni all’anno di caldo estremo. Questa esposizione prolungata non è solo un disagio temporaneo: rappresenta una minaccia significativa per la salute e il benessere. Secondo l’UNICEF, “il caldo estremo è legato a complicazioni per le donne in gravidanza e favorisce la diffusione di malattie infettive come la malaria e la dengue”. Anche l’Italia non è immune a questa tendenza preoccupante. Negli anni ’60, il paese registrava circa 4,97 ondate di calore all’anno, un numero che è quasi triplicato, arrivando a 13,49 negli ultimi anni. Inoltre, il numero di giorni con temperature estreme è aumentato drasticamente, passando da 0,79 a 4,72 all’anno. Questo cambiamento solleva interrogativi sulla salute pubblica e sulla sicurezza dei nostri bambini. “Le ondate di calore più frequenti e intense stanno alterando le condizioni di vita dei più giovani”, avverte un esperto di climatologia. Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF, sottolinea l’urgenza di affrontare questa crisi climatica, affermando che “i bambini non sono piccoli adulti” e che “i loro corpi sono molto più vulnerabili al caldo estremo”. L’aumento delle temperature mette a rischio non solo la salute fisica, ma anche lo sviluppo neurologico e il benessere mentale dei più giovani. Russell aggiunge che “il caldo estremo può portare a conseguenze devastanti, in particolare per i neonati e i bambini in fase di sviluppo”. La necessità di azioni concrete è urgente. Con l’Accordo di Parigi che richiede ai governi di presentare nuovi piani climatici, i leader mondiali hanno un’opportunità unica di implementare misure che garantiscano un ambiente sano e sostenibile per i bambini. L’UNICEF chiede a governi, comunità e settore privato di lavorare insieme per “ridurre le emissioni e proteggere la vita e la salute dei più vulnerabili”. Russell esorta i leader globali a “cogliere questa opportunità per realizzare un’azione climatica urgente e coraggiosa”. “Ogni bambino ha il diritto a un ambiente sano e sostenibile, e spetta a noi proteggerlo”, conclude Russell.
Ivan Matteo Criscuolo

“RUMORE”: Omaggio a Raffaella Carrà con musica e filosofia

Stasera,30 agosto, alle ore 21.00, si svolgerà a Napoli, presso il Maschio Angioino, lo spettacolo “RUMORE”, organizzato dal Festival della Filosofia in Magna Grecia e parte della rassegna “Estate a Napoli”. Questo evento, dedicato all’icona della musica e della televisione italiana Raffaella Carrà, combina musica dal vivo e riflessioni filosofiche, offrendo un’analisi della sua eredità culturale. “RUMORE”, presentato da POPSOFIA, è un tributo che esplora il percorso artistico di Raffaella Carrà, noto per la sua capacità di superare le censure attraverso una proposta di libertà espressiva. Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia, guiderà il pubblico in un viaggio attraverso gli esordi della Carrà, i suoi successi musicali e il suo impatto sulla cultura italiana. La band Factory accompagnerà lo spettacolo eseguendo dal vivo alcuni dei brani più celebri della Carrà, tra cui “Rumore”, “Ballo ballo” e “Tanti auguri”, insieme ad alcune canzoni meno note e omaggi a cantautori e cantautrici che hanno celebrato il suo fascino. L’evento si propone di illustrare la figura della Carrà non solo come una showgirl, ma come un simbolo di cambiamento sociale e culturale in Italia. Durante lo spettacolo, saranno esplorati elementi distintivi del suo stile, come il “caschetto biondo” e l’uso del travestimento, che hanno caratterizzato la sua immagine pubblica. La Carrà ha saputo coniugare sensualità e giocosità, diventando un simbolo di libertà e innovazione artistica.”RUMORE” rappresenta quindi un’opportunità per riflettere sull’importanza della libertà di espressione e sul ruolo della cultura nel plasmare la società. Questo spettacolo non solo rende omaggio a Raffaella Carrà, ma invita anche il pubblico a considerare il suo impatto duraturo sulla musica e sulla televisione italiana.
Ivan Matteo Criscuolo

Il patrimonio di Napoli e della Campania: La Real Villa Comunale

Il livello di trascuratezza nei parchi cittadini ha sembrato raggiungere il suo apice nella Villa Comunale di Napoli.

Il Parco della Villa comunale di Napoli sarebbe, in teoria, protetto da norme europee e da leggi dello Stato che ne garantiscono la cura e la assidua manutenzione da parte dell’ente pubblico locale che lo ha in dotazione.

Cittadini ed associazioni hanno segnalato continuamente per anni il livello di quasi abbandono e l’aggressione di  specie infestanti e di insetti  molto pericolosi per la vita degli alberi.

In Italia sono registrati 3.662 alberi  di interesse storico e pertanto tutelati dalle leggi dello Stato  in osservanza alle indicazioni europee, 25 alberi monumentali sono stati censiti dalla Regione Campania e facenti parte  dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia, di  questi attualmente ce ne sono solo 4 (quattro) nella Villa comunale di Napoli.

Ne potevamo contare 5 (cinque) se una palma gigante del Cile (Jubaea chilensis Johow), alta più di 16 metri e con una circonferenza di 324 centimetri e un’età  stimata  di 200 anni, non fosse stata  segata  ed abbattuta  dalla  scorsa amministrazione comunale.

L’abbattimento di questa pianta secolare, tutelata dalle leggi dello Stato e dalle normative europee, è un preoccupante segnale di come ormai già da tempo le amministrazioni comunali tutelino il patrimonio  verde cittadino.

La pianta si trovava nell’aiuola della Villa Comunale di Napoli, di  fronte all’ingresso della Stazione zoologica Anton Dohrn, era stata aggredita dal punteruolo rosso, ed alla fine è stata abbandonata al suo destino e quindi segata.

I napoletani e i turisti aspettano di vedere il nuovo volto della villa comunale al termine dei lavori di complessiva riqualificazione iniziati lo scorso giugno e la cui conclusione è prevista per il 2025.

Alessandra Federico

Il patrimonio di Napoli e della Campania: La Real Villa Comunale, un po’ di storia

La Villa Comunale di Napoli è un parco pubblico che sorge a pochi passi dal lungomare Caracciolo  tra piazza Vittoria e piazza della Repubblica.

L’ingresso principale si trova a piazza Vitoria ma lungo i viali esterni è dotata di altri ingressi  secondari.

La villa fu voluta da re Ferdinando IV di Borbone nel 1780 quando Napoli era una delle più importanti capitali europee.

Il progetto fu affidato all’architetto Carlo Vanvitelli  e la sua destinazione iniziale  era  un luogo di passeggio e svago  per la real famiglia e l’aristocrazia napoletana.

Il Parco era originariamente percorso da canali che permettevano di navigare in barca i suoi viali.

In seguito l’accesso fu consentito anche al pubblico divenendo così la villa un simbolo  dell’inclusione sociale auspicata dai Borbone.

Il parco ha un’estensione di circa 110.000  metri quadrati ed offre uno spettacolo davvero unico, affacciandosi sul Golfo di Napoli, sul Vesuvio  fino all’isola di Capri.

Lo stile  dei giardini  riflette il gusto dell’epoca e presenta alcuni aspetti dei giardini alla francese e all’italiana.

Oltre a possedere un vasto patrimonio arborio  la villa  è un luogo ricco di arte e cultura.

Spicca la stazione zoologica Anton Dohrn, ovvero, l’Acquario di Napoli, il più antico  d’Italia e fra i  più antichi del vecchio continente.

Inaugurato nel 1874  ospita nelle sue 10 vasche centinaia di specie marine mediterranee.

Altri edifici che troviamo all’interno sono l’ex circolo della Stampa, la Casina Pompeana e la Cassa Armonica.

Immerso nella quiete del verde troviamo un piccolo edificio neoclassico, che  secondo la leggenda sarebbe  stato dedicato  al  grande poeta Virgilio,  rappresenta un angolo  suggestivo della Villa.

Numerose fontane  inoltre adornano il Parco. La più famosa è senz’altro la Fontana della Sirena, edificata dallo scultore  Francesco Jerace, che rappresenta la sirena Partenope, simbolo della città.

Alessandra Federico

 

Marianna Napolitano è la nuova presidente del Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”

Un passaggio della campana tutto al femminile quello che il 5 luglio ha visto passare la leadership del Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” da Maria Ferrante a Marianna Napolitano.

Marianna Napolitano, informatrice scientifica del farmaco, appassionata di arte ed attenta esteta, contraddistinta  da spirito di servizio e di solidarietà, si dedica ad opere benefiche a sostegno dei bisognosi, svolgendo attività di volontariato presso le associazioni caritatevoli di cui fa parte, come il Sovrano Militare Ordine di Malta, la Croce Rossa Italiana, l’Ordine Costantiniano di San Giorgio e la Caritas locale.

Alla neo-presidente abbiamo posto alcune domande per conoscere le iniziative più rilevanti che porterà avanti nel suo anno sociale.

Un passaggio della campana tutto al femminile quello del Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”…

Sì, il 5 luglio scorso, la past presidente, Maria Ferrante, mi ha passato il testimone per questo nuovo anno sociale2024/2025. Per me è un grande onore ed una grande responsabilità essere stata scelta dai soci quale 34esima presidente di questo Club così prestigioso.

La mia presenza sarà in continuità con la sua, sperando almeno di eguagliare i traguardi del suo anno sociale, così ricco di attività e service, che hanno dato tanta visibilità e riconoscimenti al nostro Club. Voglio ricordare che, anche per il prossimo anno, il Club avrà come presidente una donna, la nostra socia Giovanna Sepe. A dimostrazione di come sia stato apprezzato e riconosciuto il nostro impegno nelle iniziative messe in campo.

Negli ultimi anni la presenza delle donne nei Lions è in continuo aumento. Auspico che anche il nostro Club possa, nei prossimi anni, arricchirsi della componente femminile. Attualmente su 45 soci, 10 sono donne. Il presidente è il biglietto da visita del Club e rappresenta tutti i soci. Credo che il valore aggiunto delle donne nelle associazioni rappresenti il motore di una cultura associativa di pari opportunità e strumento di crescita e benessere di tutte e tutti.

Per lei cosa significa essere Lions?

LIONS è l’acronimo di Liberty Intelligence Our Nations Safety (Libertà Conoscenza Soccorso alle nostre nazioni). Il nostro motto è il WE SERVE. Le radici dei Lions si fondano sugli scopi ed i principi dell’etica lionistica e lo strumento che abbiamo per raggiungerli è rappresentato dai service. Ciò che mi contraddistingue è un forte senso del servizio, che ha sempre accompagnato la mia crescita umana e la mia educazione familiare, grazie agli esempi dei miei genitori. Per questo credo sia fondamentale mettere questo bagaglio personale a servizio dei Lions.

Il legame con l’associazione viene da lontano ed è molto consolidato, in quanto mio padre è uno dei soci storici del Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”.

Melvin Jones diceva “Non si può andare lontani, finché non si fa qualcosa per qualcun altro”.

Il Club è una realtà molto attiva sul territorio nolano…

Il Club opera sul territorio e per il territorio da 34 anni, sempre guidato dallo spirito di servizio verso gli altri e spirito di aggregazione e fratellanza tra i soci. Un Club storico che ha avuto sempre grande considerazione nel Distretto 108 YA. Di questo bisogna ringraziare i tanti soci che con impegno e dedizione rappresentano un punto di riferimento per tutti noi.

Negli anni tante sono state le iniziative ed i service che ci hanno visti protagonisti. Ricordo uno su tutti “Nola città cardioprotetta”, progetto iniziato nell’anno sociale di Nello Manzi, con cui sono stati donati 7 defibrillatori alla città di Nola, dimostrando l’importanza dei presidi salvavita nei luoghi pubblici. Ciò sottolinea come le nostre azioni sono concrete e finalizzate al bene comune.

Qual è il programma del suo anno sociale?

Come ho ricordato prima, siamo 45 soci con importanti attitudini e capacità professionali nel proprio ambito. Poiché il nostro obiettivo è servire il territorio, è fondamentale la partecipazione e la collaborazione di tutti.

Quest’anno vorrei coinvolgere in alcune attività anche le mogli dei soci, che rappresentano una grande risorsa.

Inoltre continueremo a collaborare in sinergia con gli enti e le istituzioni locali, sempre pronti a supportare le nostre richieste, con le associazioni del territorio a partire dal Leo Club G. Bruno, che festeggia i 30 anni, i Lions Club della nostra zona, il Rotary Nola-Pomigliano, la Mondadori Nola, il Premio Cimitile, la Fondazione La Rocca, il Liceo Carducci di Nola, di cui ricorrono i 90 anni, la CRI, il FAI Nola.

Mi è stato chiesto quale sarà il tema che caratterizzerà la mia presidenza. Una cosa semplice e scontata per me. Una frase che mi accompagna sempre è “La bellezza salverà il mondo”. La bellezza però va oltre l’estetica. C’è la bellezza delle opere umane, della solidarietà, dell’altruismo, della fratellanza, della condivisione, delle nostre azioni associative.

Il tema che ho scelto è “La bellezza del servizio”.

Oltre ai tanti service storici e nuovi che ci vedranno coinvolti organizzeremo per i soci visite culturali in luoghi di interesse storico, come momento di crescita associativa e per consolidare i rapporti di amicizia.

Quali sono i principali service che porterete avanti nei prossimi mesi?

I service sono gli strumenti che abbiamo per realizzare gli scopi lionistici. Per organizzarli al meglio istituiremo delle Commissioni interne che vedranno coinvolte tutte le professionalità del nostro Club.

Commissione “Poster per la Pace”, che si occuperà di questo importante e storico service, al quale mi sono dedicata per tanti anni e che riscuote sempre grande successo nelle scuole del territorio, grazie anche alla disponibilità dei dirigenti scolastici. Altro service di cui ci occuperemo sarà il “Premio Roberto De Lucia”.

Commissione Sanità: la presenza di tanti medici tra i nostri soci ci consentirà di organizzare giornate di screening e visite gratuite ed anche convegni ed incontri su specifici argomenti di interesse medico scientifico. Trai nostri obiettivi anche quello di garantire gratuitamente corsi di Primo Soccorso di BLSD.

Commissione Disabilità: anche quest’anno il tema del service sarà di grande attualità e verrà trattato da esperti a 360°.

Commissione Fondazione Club UNESCO.

Inoltre ricordo il service per la Raccolta occhiali usati, la giornata del Banco alimentare, il service Eccellenze del Territorio, il Concerto di Natale ed il concerto di musica classica. A questi si aggiungeranno altre iniziative ed eventi. Chiudo augurando un buon anno sociale a tutti.

Antonio Desideri

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