Mostra all’Istituto Francese di Napoli

 

E’ stata inaugurata il 18 maggio la mostra “Cognizioni Misteriche tra Napoli e Parigi”, con opere recenti dell’artista napoletana Maria Pia Daidone e della collega d’oltralpe Tatiana Chafcouloff, presso l’Istituto Francese di Napoli, dove resterà visibile fino al 3 giugno prossimo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 20, il sabato, dalle 8,30 alle 19. Curatore dell’esposizione, il critico d’arte Maurizio Vitiello.

Claudio Scarano e i Sedili di Napoli

Claudio Scarano, erede della Scuola Napoletana dell’Ottocento, così definito dagli addetti ai lavori, ha realizzato alcune opere che riproducono pittoricamente i luoghi dei Sedili di Napoli per la mostra fotografico – documentaria – pittorica inserita nel Maggio dei Monumenti e organizzata dall’Associazione Culturale “Napoli è”, presieduta dal giornalista Giuseppe Desideri,  in esposizione dal 15 maggio al 15 giugno 2017 a Palazzo Serra di Cassano nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
L’artista, che ha al suo attivo mostre personali e collettive, prestigiosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, ha ricevuto lusinghiere segnalazioni di critici e giornalisti che hanno più volte sottolineato la sua capacità artistica di rendere immediatamente percepibile ed emozionante la pittura rendendo vivi e pulsanti luoghi, persone, ambienti, protagonisti delle sue opere. Ha esposto a New York, Londra, Parigi, San Pietroburgo.
La sua pittura è stata definita “disarmante e semplice emozione” e l’artista è, secondo critici e giornalisti, “l’erede legittimo di una scuola di alta qualità artistica” con una grande capacità di valorizzare al meglio i colori suggeriti da “madre natura” facendo immergere chi osserva le sue opere in piccoli gioielli di pittura e magici spaccati paesaggistici della nostra meravigliosa Italia.

Claudio Scarano, però, continua ad amar definirsi, solo… modestamente pittore.
Salvatore Adinolfi

Un Maggio tutto dedicato a Totò

Il Maggio dei Monumenti 2017,  storica rassegna del Comune di Napoli dedicata all’ineguagliabile patrimonio artistico e culturale della città, quest’anno, in occasione dei 50 anni dalla morte del Principe della Risata, ha per titolo  ‘O Maggio a Totò.

La rassegna è stata presentata a Palazzo San Giacomo dall’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, che ha sottolineato come “la copresenza di due anime differenti rende la figura dell’attore assolutamente emblematica: un nobile, un principe, affiancato da un guitto, un personaggio comico e tragico allo stesso tempo, un romantico riferimento alla nostra città, elegante e ricca di fascino, divertente e sopra le righe ma con una certa vis drammatica”.

Il ricco calendario delle iniziative è consultabile sul sito del Comune di Napoli www.comune.napoli.it.

Nel calendario delle iniziative anche il nutrito programma dell’Associazione Culturale Napoli è che a Palazzo Serra di Cassano inaugurerà il 16 maggio la mostra “Totò, i Sedili e la Settima Arte” con il patrocinio dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e la preziosa collaborazione con l’Istituto Superiore “G. Marconi” di Giugliano in Campania.

Sarà possibile consultare il programma delle iniziative sul nostro giornale e sulla pagina face book Napoli è.

Alessandra Desideri

Incontro con l’autore dell’anno Fiaf 2016

Fra le numerose iniziative fotografiche che si svolgono nella regione Campania organizzate dalla FIAF (Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche) il 26 aprile il Circolo Fotografico Salernitano, presieduto da Aldo Iannuzzi, ha ospitato nella Sala “Tommaso Locecere” del DopoLavoro Ferroviario di Salerno tutti gli autori selezionati al Concorso Regionale FIAF Autore dell’Anno 2016.
Nel corso dell’iniziativa gli autori 2016 hanno proiettato e commentato le loro immagini. A vincere l’edizione 2016 del concorso, Fabio De Michele, socio del Circolo Fotografico Salernitano. Tutte interessanti sia per i temi affrontati sia per la qualità delle immagini prodotte i lavori sottoposti alla giuria.
L’intento della manifestazione è quello di realizzare un tessuto di coesione e collaborazione tra quanti nella regione operano in nome della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

Maggiori informazioni sulla pagina FB https://www.facebook.com/Cirfos/ e sul sito del Circolo www.cirfos.it

Alessandra Desideri

La Cappella della Sindone riapre ai visitatori dopo un lungo restauro

Vent’anni e qualche mese e trenta milioni di euro. È questo il “conto” da pagare per rivedere la cappella della Sindone com’era prima dell’incendio che la distrusse nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997. Per poterla visitare, inserita nel percorso dei Musei Reali, bisognerà attendere la fine del 2017 o, forse, i primi mesi del 2018. La prudenza, quando si tratta di restauri impegnativi come questi, non è mai troppa. Ma la “Commissione per il completamento del restauro e del recupero funzionale della Cappella della Sacra Sindone” – composta dal ministero dei beni culturali e del turismo, Segretariato regionale, Musei Reali, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio e Diocesi – annuncia che il gioiello del Guarini libero dai ponteggi già entro l’anno sarà restituito allo sguardo di torinesi e turisti. Una volta riaperta alle visite, smontato il castello di impalcature di sostegno, nella cappella gli ultimi interventi, come quello del restauro dell’altare, saranno portati avanti “a vista”.

“Il processo di restauro – osserva Gennaro Miccio, Segretario regionale del MiBACT per il Piemonte – è stata l’occasione per comprendere e approfondire il prezioso patrimonio artistico rappresentato da arredi, affreschi e decorazioni custodito all’interno della Cappella, anch’esso oggetto di recenti studi ed acquisizioni. Ben tredici delle trenta colonne dell’ordine minore sono state sostituite, così come otto lesene dell’ordine maggiore. Restyling anche per le due colonne, per l’arco sghembo di affaccio verso il Duomo e per la trabeazione di un vestibolo.  In tutti i casi, è stato utilizzato il marmo nero di Frabosa Soprana. Si è trattato di un intervento straordinario, perché la cava era stata chiusa in quanto le sue risorse erano quasi esaurite. Per l’opera, invece, la cava cuneese è stata riaperta e utilizzata. Il marmo bigio di Frabosa è stato impiegato per i livelli superiori. Per il resto, sulla totalità della struttura, sono state applicate migliorie e consolidamenti per opere murarie. Ciliegina sulla torta è l’inserimento dei finestroni e della cerchiatura esterna alla base del tamburo. La Cappella della Sindone si presenta dunque in gran forma, per tornare ad accogliere i fedeli e i curiosi dopo oltre due decenni.

Nicola Massaro

1917 – 2017: cento anni del Premio Pulitzer

Joseph Pulitzer era un appassionato, quasi un fanatico del giornalismo, fu tra i primi a perseguire un’idea di giornalismo militante, per certi versi anche aggressivo, votato alla ricerca della verità dei fatti; storiche le sue inchieste sulla corruzione pubblica apparse sulle colonne prima del St. Louis Post-Dispatch, poi del New York World, entrambi giornali che furono di sua proprietà.

Pulitzer si batté per rendere la professione di giornalista “un modo onesto per guadagnarsi da vivere” e proprio con il World riuscì nell’intento, portandolo ad alti livelli di popolarità e diffusione. Tra i tanti giornali che popolavano la Grande Mela,  il quotidiano si trasformò in qualità e stile diventando una delle più grandi e influenti testate del suo tempo, promotrice di un’informazione libera da ogni interesse politico o aziendale e feroce nel rincorrere la verità dei fatti.

Fedele fino alla fine  a questa sua idea di diffusione delle notizie, nel 1903 donò alla Columbia University svariati milioni di dollari per la costituzione di una scuola di giornalismo, la “Columbia University School of Journalism” e da lì, per sua volontà, venne costituito il celebre premio a lui intitolato.

Il suo lascito diede origine a 12 premi che vengono assegnati ogni anno, a partire dal 1917, per altrettante categorie, dalla fiction alla cronaca, passando per la musica (che comprendono anche disegno umoristico e fotografia).

Prima della morte, che avvenne nel 1911, Joseph Pulitzer delegò la gestione delle premiazioni a un comitato cui demandò i più ampi poteri; oggi il comitato è noto come “Pulitzer Prize Board”, ed è composto da editori, giornalisti, professionisti di altri ambiti e dalle cariche più alte della Columbia University e dal 1917 assegna ogni anno, da cento anni, la maggiore onorificenza per il giornalismo e la letteratura americana.  Tra i vincitori del Pulitzer, Ernest Hemingway con il suo Il vecchio e il mare, Harper Lee, con Il buio oltre la siepe, Philip Roth e la sua Pastorale americana e Michael Cunningam di The Hours.

Rossella Marchese

La lunga rivoluzione delle ragazze della Disney

Attraverso quasi 80 anni di capolavori animati, dal 1937, data di uscita del primo lungometraggio d’animazione Disney, Biancaneve e i sette nani, nel Natale del 1916, quando nelle sale arriva Oceania, nel 2016, con l’ultima eroina Vaiana, passano ben 56 film e innumerevoli personaggi, tra cui un ruolo di spicco spetta a principesse, regine e altre fanciulle coronate.

A modo loro, le protagoniste delle avventure che hanno fatto sognare generazioni, hanno compiuto un lunghissimo cammino. Da figure in attesa di un principe azzurro, a donne che si rimboccano le maniche e si salvano da sole.

Ogni film Disney, infatti, è figlio della fonte da cui è tratto (una fiaba, una leggenda, un romanzo), ma anche dell’epoca in cui è apparso e spesso ha trasportato nel mondo dei cartoni animati gli indizi del cambiamento nella condizione delle donne nella vita di tutti i giorni.

Se volessimo cercare un punto di svolta, dovremmo trovarlo “in fondo al mar”, infatti è con La sirenetta, nel 1989, che comincia il “rinascimento disneyano” e le figure femminili entrano in una nuova fase. Le giovani eroine acquistano una loro personalità e compiono scelte consapevoli.

Per curiosità e ambizione Ariel infrange le regole del mare; per sete di sapere Belle si azzarda a leggere libri, attività proibita alle donne del suo tempo. Pertanto non sembra un caso che l’attrice Emma Watson, da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne, abbia deciso di interpretare la protagonista del remake live campione di incassi di La Bella e la Bestia, ora al cinema. E nell’ultimo decennio le donne disneyane diventano totalmente artefici del proprio destino, eroine pronte a combattere persino una guerra, preferendo la compagnia di una sorella a quella di un uomo.

Questi cambiamenti si riflettono anche nel design dei prodotti Disney al femminile. Al tradizionale rosa sono subentrati l’azzurro e il turchese di Frozen, comincia così la definitiva affermazione di ciascuna principessa, chiamata a manifestare il proprio carattere fin dalla scelta delle tinte di copertina.

Ogni principessa ha il proprio colore per incorniciare la propria storia e per farsi amare, lasciando il dubbio che il finale della fiaba per molte di loro sia ancora da scoprire.

Rossella Marchese

 

Due donne omaggiano il grande Viviani

Autore verace, Raffaele Viviani ha saputo regalarci magnifiche pagine non solo di ammirevole intensità artistica, ma di alto valore documentario antropologico e sociologico. La sua “Bammenella ’e copp’’e Quartiere”, con tutta la sua viscerale devozione al suo uomo carnefice (“Pe’ mme ’o ’ssenziale/ è quanno me vasa carnale./ Me fa scurda’ tutt’’o mmale/ ca me facette fa’!”), la sua sudditanza masochisticamente accettata ed affettivamente giustificata (“E tutte ’e sserate,/ chillo m’accide ’e mazzate!/ Me vo’ nu bene sfrenato,/ ma nun ’o dà a pare’!”), il piccolo mondo che ruota intorno alla figura di Mast’Errico, l’irriducibile speranza della nubile che è protagonista di “’O struscio”, la penosa condizione operaia splendidamente espressa in “Fravecature”, tratteggiano realtà, psicologiche e sociali, con ogni probabilità di ardua comprensione in altri contesti geografici, ma ben vere, perciò doverose di sensibile, colta attenzione, se si vuole comprendere l’uomo in tutte le sue sfaccettature.

Ad omaggiare l’illustre poeta e drammaturgo di Castellammare di Stabia, prossimamente, il collaudato duo costituito da Anita Pavone e Tiziana Tirrito, attrici di solida esperienza, da qualche anno in felice sodalizio artistico nei ruoli di Perzechella e Serafina con i quali esplorano la più significativa napoletanità. Così sabato 15 aprile, alle 21, saranno al Piccolo teatro CTS di Caserta, coadiuvate dal fisarmonicista Giulio Fazio, per “Perzechella e Serafina e li cunti d’’a vita ’e Papilluccio”, scritto da Anita Pavone.

Difficile prevedere la qualità di un evento teatrale, oneroso ipotizzarla, ma, conoscendo la chiara bontà dell’autore de “La morte di Carnevale”, la bravura, e piacevolezza scenica, delle due protagoniste e l’efficacia dei loro spettacoli già svolti, diventa quasi urgenza garantirne qui i sicuri meriti.

Rosario Ruggiero

Reggia di Caserta ospita i capolavori di Klimt

Dopo il successo registrato a Firenze, la Klimt Experience sbarca in Campania. Arrivano tutti, in blocco, alla Reggia di Caserta. Non gli originali, ma riproduzioni multimediali fedelissime, per un tipo di exhibit virtuale che attira sempre più pubblico.  “Il Bacio”, “Giuditta”, “L’Albero della vita” e altre numerosissime opere: i capolavori di Gustav Klimt saranno in mostra nel palazzo vanvitelliano da metà maggio fino al prossimo ottobre, diffusi da  trenta laser su megaschermi con risoluzione addirittura superiore al Full Hd.

I visitatori potranno ammirare  ben 700 immagini a grandezza naturale dedicate alla vita e alle opere del grande artista viennese. Il percorso includerà anche un’area interattiva, con ulteriori contenuti multimediali e didattici attuabili su un touch screen e proiezioni 3d da ammirare con gli occhiali Samsung Gear VR. Il prezzo del biglietto sarà di 10 euro, aggregato a quello della reggia.

Il perfezionismo di Gustav Klimt era leggendario, tanto che lavorò per tre anni al ritratto di Elisabeth Bachofen-Echt, figlia di una sua importante mecenate. Elisabeth era costretta a posare per ore. Klimt prendeva degli schizzi della ragazza in diverse pose, ma non era mai soddisfatto del risultato. Poiché Elisabeth dal canto suo criticava sia le posizioni come pure gli abiti scelti, si arrivò ben presto allo scontro e, durante una discussione, Klimt alla fine sbottò: “Dipingo una ragazza come mi pare e piace e basta!”. Dopo tre anni Elisabeth Bachofen-Echt perse la pazienza, si recò allo studio di Klimt, prese il quadro dal cavalletto e se lo portò a casa. Quando in seguito Klimt lo vide esposto nel salotto della famiglia avrebbe dichiarato, di cattivo umore: “Non le assomiglia per nulla”. La committente non si fece assolutamente scoraggiare da questa affermazione e commissionò a Klimt il ritratto di sua madre, Charlotte Pulitzer. “Contro Klimt” era il titolo di un’opera di Hermann Bahr in cui lo scrittore austriaco si schierava apertamente a favore del controverso artista. Nulla nella produzione artistica di Gustav Klimt aveva suscitato reazioni tanto appassionate quanto i Fakultätsbilder realizzati per l’Università di Vienna. Uno dei primi bozzetti di questo ciclo allegorico per la raffigurazione della Filosofia mostrava, nella parte inferiore, un giovane profondamente immerso nei propri pensieri. Quando il rettore dell’università vide questa immagine, circondata da coppie strette in abbracci sensuali e appassionati, sostenne che il ragazzo, in quella posa, non pensasse tanto alla filosofia quanto piuttosto sembrasse domandarsi come nascessero i bambini. Un’artista istrionico dal talento straordinario.

Nicola Massaro

 

Uno spettacolo a sostegno del Progetto Nest

E’ Tomcat, lo spettacolo di James Rushbrooke, con la regia di Rosario Sparno, in un primo momento previsto al Ridotto del Mercadante andrà invece in scena giovedì 6 e venerdì 7 aprile alle 21.00 al teatro NEST di San Giovanni a Teduccio in via B. Martirano 17.
Tomcat è un inedito per l’Italia è una produzione del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale e Casa del Contemporaneo, nella traduzione di Roberto Vertolomo.
Ma non solo spettacolo, anche un impegno per il progetto culturale Nest, infatti l’incasso sarà destinato al sostegno di questo progetto.
Andranno in scena Francesca De Nicolais, Fabiana Fazio, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani, Rosario Sparno. I costumi sono di Alessandra Gaudioso, il disegno luci di Riccardo Cominotto, le scene di Enrico de Capoa, le sonorizzazioni e le musiche sono di Massimo Cordovani, i disegni di Micaël Queiroz, aiuto regia Paola Zecca, il progetto è della Compagnia Bottega Bombardini.
Perché Tomcat. Tomcat è lo stato d’animo della protagonista protagonista che sente di essere – e di fatto è – un animale domestico, una cavia, sia per i medici, che la studiano, sia per Tom, il suo infermiere. Interessante lo studio dei i labili confini etici della ricerca scientifica, ponendo nello spettatore inquietanti quesiti anche sull’aborto e la sanità mentale.
Uno spettacolo da vedere per molti motivi, valorizzazione del territorio e del teatro Nest e attenzione al progetto.

Alessandra Desideri

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