A Matera il Women’s Fiction Festival

La fantasia, la scrittura, la creatività, sono tutte parole al femminile che bene si adattano a presentare l’idea (altro termine di genere della nostra lingua) che sta dietro al Women’s Fiction Festival, l’unico Festival europeo dedicato alla narrativa femminile e che ha dalla sua la particolarità della formula del Congresso per letterati, nel senso più letterale possibile che ha il vocabolo. Ogni anno, infatti, da 13 anni, scrittura e letteratura vengono celebrate con una 3 giorni, dal 28 al 30 settembre, di approfondimento culturale fra i Sassi di Matera, per un’occasione di incontro unica per chi legge e per chi scrive.

La novità del Festival, pensato e voluto da Elizabeth Jennings, Maria Paola Romeo, Mariateresa Cascino e Giovanni Moliterni, sta nel suo format che propone per la prima volta il modello del Congresso, inteso come unico luogo in cui far convergere donne lettrici, scrittrici e protagoniste del mondo editoriale internazionale; e in esso convergono master class e corsi di scrittura creativa, “briefings for thriller writers” dedicati ai giallisti, appuntamenti a tu per tu tra scrittori, editor, agenti letterari e consulenti editoriali, incontri con il pubblico e con gli allievi delle scuole, happy hour, concerti, nonché  la premiazione letteraria denominata “La Baccante”.

Tema di quest’anno: gli “equi-libri”, per cui protagonisti del mondo della letteratura, del giornalismo, della scienza punteranno l’attenzione sugli equilibri possibili raccontando storie di realtà e fantasia, di amore e di guerra, di fughe e bugie, di quotidianità e voglia di cambiamento.

Anche per il Women’s Fiction Festival la priorità sta nel favorire il processo di crescita e di empowerment delle donne, attraverso i libri, la letteratura e l’editoria e, quindi, attraverso tutte le possibili forme in cui esse possono esprimere il proprio rapporto con la cultura e la carta stampata (o quella digitale), creando e raccontando storie, esperienze, testimonianze capaci di stimolare il cambiamento nella società.

Tra i vari ospiti di questa edizione 2017: Donato Altomare, Tommaso Avati, Federico Baccomo, Giulia Beyman, Flavia Borelli, Laura Calosso, Cristina Cassar Scalia, Luigi Catalani, Gianluca Caporaso, Francesca Cecca, Teresa Ciabatti, Mark Dawson, Tiziana D’Oppido, Flumeri & Giacometti, Alessandro Garigliano, Gabriella Genisi, Paola Gianinetto e molti altri. Ma nel corso degli anni tantissimi sono stati gli autori che hanno incontrato i lettori di tutte le età nelle scuole e nelle piazze, tra cui:  Margaret Mazzantini, Clara Sanchez, Sveva Casati Modigliani, Lina Wertmüller, Inge Feltrinelli, Nick Hornby, Daniel Pennac, Nicholas Sparks, Stefano Benni, Alessandro Baricco, Giuliana Sgrena e Gianrico Carofiglio.

Rossella Marchese

 

Cento candeline per Virginia

Natalina Virginia Altomonte ha compiuto lo scorso 24 dicembre 100 anni. Classe 1916, nata in una ridente cittadina, Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia. La signorina, così tutti la conoscono e la salutano, ha percorso con grande abnegazione e senso del dovere i gradi della carriera nelle Poste italiane per raggiungere la direzione dell’Ufficio postale della ridente cittadina calabrese. Festeggiata da vicino, seguita amorevolmente da Santina, amata e festeggiata da lontano dalla sorella Lina e dai nipoti, Natalina Virginia è stata sempre punto di riferimento, disponibile ad aiutare gli anziani e le persone in difficoltà e sempre vicina ai propri familiari.
La Redazione di Networknews24 e la sorella e i nipoti da Napoli le hanno fatto pervenire in occasione del centenario i loro auguri affettuosissimi che le rinnovano quotidianamente.

Alessandra Desideri

Napoli è: Donne e violenza. Voci e parole, al Caffè dell’Epoca

La violenza sulle donne è uno dei principali drammi con cui l’umanità si confronta giorno per giorno in ogni parte del pianeta. La violenza è trasversale, senza distinzioni culturali, sociali, economiche, religiose, di razza,  Paese o continente. Nel nostro Paese il femminicidio ha già fatto, secondo alcune stime, 116 vittime dall’inizio del 2016, anno non ancora concluso e migliaia e migliaia di episodi gravi di stalking.

Nel 1999 l’Assemblea Generale dell’ONU decretò il 25 novembre Giornata Internazionale per la lotta alla violenza sulle donne e in questa giornata molte sono le iniziative in  tutto il mondo per sensibilizzare le donne a denunciare la violenza e creare le condizioni culturali perché non si ripetano tanti episodi tragici.

Anche l’Associazione Culturale “Napoli è”, da sempre sensibile ed impegnata nel campo della tutela dei diritti, in particolare delle fasce più deboli (bambini, donne, anziani, persone con disabilità),  e delle politiche di pari opportunità ha organizzato domenica 27 novembre 2016 alle ore 10.00 a Napoli nella Sala del Caffè dell’Epoca in via Costantinopoli n. 81, nell’ambito della manifestazione indetta dal Comune di Napoli #SVERGOGNATI in occasione della Giornata Internazionale per la lotta contro la violenza sulle donne, l’incontro “Donne e Violenza. Voci e Parole”.

L’iniziativa si propone di sensibilizzare le donne attraverso la testimonianza letteraria e giuridica a denunciare ogni forma di violenza e a farle sentire protette dalla “rete”. A parlare di violenza contro le donne Giuseppe Desideri, presidente dell’Associazione, Enzo Grano, massmediologo, Gerardo Grossi, docente di lingua spagnola presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Bianca Desideri, direttore responsabile di napolie.it online ed esperta di politiche di genere e pari opportunità, Antonella Verde, avvocato giuslavorista, Rossella Marchese e Nicola Massaro, p. avvocati.

Graditissimi ospiti dell’evento culturale: Vincenzo Aurino, Anna Bartolomucci, Nazario Bruno, Renato Cammarota, Lino Cavallaro, Graziella Cerbella, Giovanni D’Amiano, Carlo Del Preite, Vincenzo De Pascale, Caterina De Simone, Roberto Di Roberto, Luigi Esposito, Peppe Esposito, Teresa Esposito,  Giuseppe Iaquinta, Ida Noviello, Giulio Pacella, Liliana Palermo, Tina Piccolo, Irene Pumpo, Marisa Pumpo Pica, Tullio Sabella, Lidia Sanseverino.

A moderare e coordinare gli interventi il critico letterario Ino Fragna.

Un momento di riflessione e di approfondimento per contribuire insieme a sviluppare sempre di più consapevolezza e informazione.

 

Alessandra Desideri

I costi della violenza sulle donne

Più che una piaga sociale, la violenza contro le donne mina non solo la sfera della pubblica morale, della legge e dei diritti umani, ma i danni ricadono anche in ambito economico, con costi di spesa altissimi per il nostro Paese in termini di mancato sviluppo economico. Ad affermarlo un interessante dossier commissionato dall’Associazione Onlus WeWorld dal titolo esplicativo “Quanto costa il silenzio?”, la prima indagine stesa in Italia per dare sistematicità ai dati che indicano i costi economici e sociali della violenza contro le donne, non solo per le singole vittime, ma per la comunità nel suo complesso.

Con questo nuovo punto di vista la ricerca è stata in grado di stimare i costi economici più evidenti: salute, farmaci, giustizia, legali etc.., gli effetti moltiplicatori economici, quali quelli legati alla mancata produttività, i costi sociali, stimati in base ad una simulazione di risarcimento danni, nonché il valore degli investimenti nella prevenzione. Uno strumento di indagine, questo dossier, certamente perfettibile, data la povertà dei dati di partenza che non vengono raccolti in maniera sistematica dalla varietà di istituzioni e soggetti che si occupano della questione, ma che può costituire l’inizio di una nuova valutazione del fenomeno, partendo da un punto di vista diverso per stimolare nuove strategie i  vista di una sempre più fattiva ed efficace azione di contrasto alla violenza di genere. Dei 17 miliardi di euro di costi diretti e indiretti calcolati in “Quanto costa il silenzio?”, la percentuale più alta è rappresentata dal costo umano e di sofferenza che le donne subiscono lungo tutto l’arco della loro vita e che si ripercuote inevitabilmente e inesorabilmente sull’intera società. Le conseguenze esistenziali patite dalle donne in termini di danni fisici, morali e biologici e l’impatto sui figli e sulle figlie e sulle generazioni future ci costano approssimativamente 14,3 miliardi di euro.

Il progetto prende il via dall’unica ricerca nazionale sul fenomeno (Istat 2006). Partendo da quei dati e con il conforto di alcuni pionieristici studi internazionali e la validazione di un Comitato Scientifico multidisciplinare, si è potuto ricostruire un valore approssimato, per difetto, dei costi della violenza sulle donne in Italia.

L’intera ricerca è fruibile gratuitamente online sul sito www.weworld.it.

 

Rossella Marchese

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