Confcommercio Imprese per l’Italia ha un nuovo Vice Presidente

Confcommercio Imprese per l’Italia ha un nuovo  Vicepresidente: Pasquale Russo,  Presidente di Conftrasporto-Confcommercio.
“La nomina a Vicepresidente è un passaggio importante di un percorso condiviso tra Conftrasporto e Confcommercio, iniziato sin dal 2001 portando un significativo aumento di capacità di rappresentanza della logistica”, ha dichiarato il Presidente Pasquale Russo.

La sua nomina è un riconoscimento per il lavoro svolto nel corso di questi anni come presidente di Confcommercio Campania e rafforza dunque anche il ruolo del Mezzogiorno.
“Conftrasporto è riconosciuta come la casa delle imprese di trasporto e logistica all’interno di Confcommercio, contribuendo così a dare una rappresentanza sistemica del nostro tessuto economico all’intero della Confederazione. Un settore strategico come quello del trasporto e della logistica ha certamente un valore aggiunto nel legame consolidato con Confcommercio”, prosegue Russo.

“Ringrazio il Presidente Carlo Sangalli per la fiducia accordatami e sono certo che il lavoro sinergico contribuirà a rendere ancora più forte Confcommercio e a portare avanti in maniera efficace le istanze di Conftrasporto”.

Antonio Desideri

Cento anni fa nasceva la Giornata mondiale del risparmio

1924 – 2024, la Giornata Mondiale del Risparmio compie 100 anni come evidenziato nel titolo di questa edizione “1924 – 2024. Cento anni di cultura”.

L’iniziativa è organizzata, come ogni anno, dall’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio SpA). Fu l’economista Maffeo Pantaleoni l’ispiratore della sua proclamazione con un discorso tenuto a Milano nel 1924 durante il Congresso Internazionale del Risparmio organizzato dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.

Da quell’anno in poi ogni 31 ottobre si celebra questa ricorrenza.

La sala gremita ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e gli interventi del Presidente di ACRI, Giovanni Azzone; del Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli; del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta; del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha evidenziato nel suo discorso fra l’altro che “Quello che appare evidente è la natura stessa di bene individuale e collettivo allo stesso tempo rappresentato dal risparmio, risorsa per il futuro, questa è la seconda caratteristica che gli è propria. L’inserimento in Costituzione del tema risparmio è esso stesso valore per il futuro delle famiglie e del Paese” e ancora “Incoraggiare il risparmio, per rifarci alla previsione costituzionale, significa incentivarlo come fonte importante del processo economico”.

Nel suo intervento il Presidente di ACRI, Giovanni Azzone, ha sottolineato che negli ultimi 10 anni “Il risparmio degli Italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i Paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età”. Ha anche sottolineato due punti rilevanti: “Si tratta di un dato importante, che però non deve portare a dimenticare alcuni punti meritevoli di attenzione. Innanzitutto, dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’educazione finanziaria delle giovani generazioni. Il dato sull’alfabetizzazione finanziaria degli Italiani, seppur in crescita negli ultimi anni, ci pone ancora al di sotto della media dei Paesi Ocse”, e ancora “La direzione però è corretta: penso a titolo di esempio al Mese dell’educazione finanziaria promosso da MEF, Banca d’Italia, ABI e Feduf (cui partecipa anche l’Acri) e alla recente introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi della scuola a partire dalla primaria”. E ancora “Il secondo aspetto che vorrei richiamare è quello dell’inclusione finanziaria delle donne e delle persone anziane”. Il Presidente Azzone ha anche messo in evidenza come una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome, mentre “la transizione tecnologica e digitale rischia di escludere dall’accesso a servizi essenziali una fascia importante e crescente della popolazione, quella delle persone anziane”.

Il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli ha ricordato a tutti i presenti l’importanza del risparmio, evidenziando anche che “la riduzione dei tassi BCE, l’ulteriore calo dei tassi di mercato che anticipa nuove diminuzioni dei tassi BCE, spingono e spingeranno famiglie e imprese a maggiori investimenti e a crescenti richieste di prestiti”. Ha aggiunto che “Il risparmio ben collocato tramite le banche è e sarà sempre più determinante fattore di sviluppo e di occupazione e di sottoscrizione del debito pubblico”, evidenziando anche che “Il risparmio va meglio tutelato anche perché i prestiti si fanno con la stabile liquidità derivante dal risparmio ben investito”. Il Presidente Patuelli ha, inoltre,  fatto una chiara richiesta: “Chiediamo che le leggi tributarie rispettino meglio il risparmio che oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito. Grava sul risparmio, pure sulla liquidità nei conti correnti, anche l’imposta di bollo che è una patrimoniale da abolire. Occorre che la Repubblica tuteli meglio la stabilità degli investimenti del risparmio sia in strumenti basati sulla liquidità, sia in azioni.Il risparmio investito in azioni di società subisce una tassazione di ben oltre la metà del reddito lordo prodotto, assommandosi la “cedolare secca” del 26% sul reddito netto già gravato dall’IRES del 24% e dalle addizionali regionali e comunali, dal 4,5% circa dell’IRAP, dall’IMU e dall’imposta di bollo”.

Per il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta “il flusso annuo di risparmio privato supera oggi i 400 miliardi, un quinto del reddito nazionale ma solo parte di esso finanzia gli investimenti in Italia. Nel quinquennio precedente la pandemia le risorse interne impiegate all’estero erano in media il 2,5% del PIL; se utilizzate per finanziare capitale produttivo in Italia, avrebbero accresciuto gli investimenti di quasi un quinto”. Ha sottolineato per quanto riguarda stabilità finanziaria e tutela del risparmio, che “Il sistema bancario italiano è oggi ben capitalizzato e redditizio. In prospettiva, l’elevata dotazione patrimoniale e la prevedibile riduzione della redditività potranno spingere le banche verso operazioni di concentrazione, anche su base transfrontaliera”. Anche il Governatore Panetta ha evidenziato l’importanza dell’educazione finanziaria: “La protezione del risparmio si attua anche accrescendo le competenze dei cittadini in campo economico e finanziario, proteggendo il sistema finanziario dal riciclaggio di denaro o dal finanziamento del terrorismo, contrastando i rischi cibernetici per le infrastrutture finanziarie e di mercato e vigilando affinché gli intermediari finanziari adottino le misure necessarie”.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento ha evidenziato che “Nei prossimi anni l’Unione europea dovrà colmare il divario di competitività rispetto alle altre principali economie mondiali e affrontare diverse sfide strategiche, tra cui la doppia transizione, verde e digitale, il rafforzamento della difesa comune e lo sviluppo di nuove infrastrutture. Saranno necessari ingenti investimenti che non potranno essere soddisfatti solo da fonti pubbliche, dati i vincoli di bilancio esistenti. Occorrerà mobilitare anche il risparmio privato, che assumerà di nuovo il ruolo di risorsa fondamentale per lo sviluppo. Ma questo sarà possibile solo se sapremo realizzare un ‘ecosistema’ regolamentare e amministrativo che faciliti l’accesso delle imprese al mercato dei capitali, così favorendo anche l’accesso dei risparmiatori a strumenti di investimento diversificati per rischio, rendimento e orizzonte temporale. È questo il modo in cui il risparmio privato agirà da fattore di crescita sostenibile ed inclusiva”.

Una giornata molto importante che conclude il mese di ottobre dedicato all’educazione finanziaria e celebra il centenario della Giornata mondiale del risparmio.

Antonio Desideri

 

Turismo a Napoli

L’ambiente antropizzato è il luogo dove viviamo ed è l’insieme delle condizioni sociali, morali, culturali, storiche ed economiche in cui un individuo vive e che lo definiscono.

Esistono  dieci tipologie di turismo, di cui di  norma, solo alcune sono realizzate  nella stessa area:

  1. Turismo balneare
  2. Turismo montano
  3. Turismo lacuale
  4. Turismo verde
  5. Turismo termale
  6. Turismo culturale (anche l’archeoturismo)
  7. Turismo scolastisco
  8. Turismo religioso
  9. Turismo congressuale
  10. Turismo esperienziale (insieme di proposte attraverso cui fruire del patrimonio del luogo in modo attivo immergendosi nella vita e nelle tradizioni della comunità) in questa tipologia rientra l’enogastronomia.

Nella nostra area Metropolitana, che si estende per 1171 Kmq e che comprende 92 comuni, consentendo di ampliare area interessata, tutte le tipologie di turismo sono presenti, praticate e praticabili e rappresentano un formidabile strumento per valorizzare il territorio e di solido sviluppo economico.

Un tale avvenimento sarà possibile solo attraverso una effettiva collaborazione tra le Istituzioni pubbliche  e l’imprenditoria privata nel rispetto reciproco dei propri ruoli e delle proprie funzioni.

Le istituzione, Comune, Regione, Prefettura devono provvedere alla sicurezza e al decoro del territorio e al funzionamento ottimale di tutti i servizi pubblici, assicurando che i livelli di vivibilità per la propria popolazione non subiscano alcuna modifica ma che si accrescano grazie all’incremento delle entrate dell’erario che dovrà essere utilizzato per  migliorare le condizioni del territorio  evitando spese improprie.

Gli imprenditori devono assicurare la qualità dei servizi, il rispetto delle normative  e del territorio  che non può essere ridotto a semplice  sfondo delle loro attività.

Sarà necessario dalle Istituzione e dai privati  l’impegno chiaro, professionale  e competente  capace di trasformare l’evidente pericolo di un over turismo senza regole e limiti, in un turismo sostenibile, ovvero capace di soddisfare sia le esigenze dei turisti, i cui flussi devono essere regolati ed incanalati, che dei cittadini delle località ospitanti programmando nei tempi e modalità  giuste  tutti gli interventi necessari  ad accrescere le opportunità per il futuro.

Il turismo sostenibile rappresenta, pertanto, anche un poderoso valore economico che contribuisce   allo sviluppo locale come una attività trasversale che copre vasti ambiti, creando reddito e occupazione, aumenti le entrate fiscali e secondo il luogo comune faccia ritornare la ricchezza estratta  al territorio  a beneficio di tutti i cittadini.

Alessandra Federico

 

 

Inflazione a +0,9%: Famiglie Italiane sotto pressione

Aprile vede un moderato abbattimento dell’inflazione a +0,9%, tuttavia, le famiglie si preparano a fronteggiare un extra costo annuo di circa +283,50 euro, evidenziato dall’Osservatorio Federconsumatori. Questo scenario esacerba le pressioni sul potere d’acquisto, specialmente per i segmenti più deboli. Preoccupazioni crescono con tagli ai consumi essenziali, come carne e pesce (-16%), e una maggiore dipendenza dalle offerte. Federconsumatori invoca un intervento governativo con proposte chiave: istituire un Fondo Anti-Povertà Energetica, rivedere le aliquote IVA sui beni di uso quotidiano, e promuovere equità fiscale attraverso rinnovi contrattuali giusti, pensioni adeguati e una riforma fiscale che favorisca i redditi medi-bassi. Finanziare tali misure richiede una lotta più incisiva all’evasione fiscale, estensione della tassazione sugli extraprofitti e transazioni finanziarie. In un clima di crescente difficoltà economica, l’appello è forte: azioni rapide e mirate sono essenziali per sostenere le famiglie e prevenire ulteriori squilibri sociali.
Ivan Matteo Criscuolo

Consorzio Parmiggiano Reggiano, Nicola Bertinelli riconfermato presidente

 Nicola Bertinelli è stato riconfermato per acclamazione presidente dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio Parmigiano Reggiano. Bertinelli, parmigiano classe 1972, guiderà il Consorzio per altri quattro anni e sarà affiancato da Kristian Minelli, vicepresidente vicario e Alessandro Bezzi, vicepresidente, insieme al terzo vicepresidente che sarà nominato nel corso del prossimo Cda fissato per giovedì 22 aprile durante il quale verrà costituito anche il Comitato Esecutivo.

Ringrazio la nostra base e tutti membri del Consiglio per la rinnovata fiducia – ha affermato Bertinellicontinueremo a lavorare affinché questa sia sempre di più la casa di tutti i consorziati. Un luogo di confronto costruttivo tra persone che condividono non solo un nobile mestiere ma anchei valori e quella passioneche fanno del Parmigiano Reggiano un’eccellenza assoluta.Il nostro compito è stato e sarà quello di tutelarla, di difenderla dalle contraffazioni, di valorizzarla sia in Italia sia all’estero edi favorire la transizione verso una filiera ancora più sostenibile e in linea con le richieste dei consumatori”.

La  filiera del Parmigiano Reggiano è composta da 321 caseifici e oltre 2.600 allevatori per un totale di50.000 persone coinvolte. Nel 2020 sono state prodotte 3,94 milioni di forme pari a circa 160.000 tonnellate.

Rinnovo CCNL bancari: per UNISIN ancora ampie le distanze…

“Le distanze con ABI sono ancora ampie e la proposta dei banchieri è largamente insufficiente”. Così il Segretario Generale di Unisin Confsal Emilio Contrasto dopo l’incontro di questa mattina fra Sindacati e Associazione Bancaria Italiana che segna la ripresa del confronto sul rinnovo del CCNL del credito dopo la pausa estiva.

Fra i temi al centro della trattativa anche quello che riguarda la digitalizzazione, che i sindacati già a luglio avevano posto in cima alle priorità.

“Chiediamo una vera cabina di regia che assicuri preventivamente ai lavoratori, attraverso i loro rappresentanti, la possibilità di concorrere al governo del Sistema, rendendo dinamico il contratto nazionale in modo da affrontare, tra gli altri, un fenomeno di portata epocale quale è la digitalizzazione che incide in modo irreversibile, tra le altre cose, sul modo di lavorare e sull’evoluzione delle professionalità”, commenta Contrasto.

Alla luce delle distanze fra Abi e Sindacati, il Segretario Generale Unisin Confsal avverte: “Senza un’accelerata e un’apertura concreta da parte di ABI, la mobilitazione è inevitabile e i banchieri devono capire non solo che i lavoratori ed i clienti – sempre più uniti contro politiche commerciali estremamente aggressive e pericolose e crisi bancarie generate da pessime gestioni manageriali – sono stanchi e si aspettano ben altro, ma anche che non conviene alle banche uno scontro aperto. Le Lavoratrici ed i Lavoratori sono pronti a scendere in campo con tutti i mezzi possibili”.

 

Il Bilancio dell’Eurozona, un’opportunità importante

La proposta franco-tedesca di bilancio per l’Eurozona ha molti limiti, ma viene indicata come uno strumento atto a promuovere la competitività, la convergenza e la stabilizzazione nell’area euro.

La proposta franco-tedesca di Bilancio per l’Eurozona viene esplicitamente presentata come uno dei vari strumenti volti a promuovere “la competitività, la convergenza e la stabilizzazione nell’area euro”. Continua, però, la sottovalutazione dei danni che ha prodotto negli anni della crisi. Lo stesso ministro delle Finanze tedesco Scholz si era espresso a favore di un fondo dell’Eurozona per finanziare uno schema comune di sussidi di disoccupazione, capace di soccorrere le risorse nazionali qualora la disoccupazione in un paese superasse la media degli anni precedenti di un valore predefinito. Purtroppo non si fa cenno a questo e la proposta presentata di  bilancio dell’Eurozona non è concepita come strumento multiscopo. Infatti, non fa riferimento esplicito a una parte discrezionale del bilancio che finanzi beni pubblici europei, come le infrastrutture, la difesa comune e le politiche per l’immigrazione, come auspicato dopo il discorso di Macron alla Sorbona in data 26 settembre 2017.

A beneficiare del bilancio dell’Eurozona, inoltre, sarebbero solo i Paesi che rispettano “i loro impegni nel quadro del coordinamento europeo delle politiche economiche, incluse le regole fiscali”. Si tratta di una condizione che porterebbe a escludere automaticamente i Paesi sotto procedura di infrazione per deficit o per debito eccessivo, come tra breve potrebbe essere l’Italia.

Nonostante tali limiti e carenze per l’Italia è importante sedersi al tavolo della trattativa su tale proposta franco-tedesca, per contribuire non solo a migliorarla, ma anche per un’approvazione da non rinviare in quanto in una condizione di recessione è sempre meglio avere uno strumento di stabilizzazione, seppure insufficiente, che necessita di altri strumenti, anziché il nulla.

Per fare questo occorre che l’Italia al tavolo dimostri di essere un partner credibile, che soddisfa i requisiti per l’accesso al fondo e quindi di non essere nelle condizioni di procedura di infrazione per debito. E’ possibile che grazie ai nuovi strumenti da inserire da parte dell’Italia, una revisione del bilancio per il prossimo triennio possa contemperare il rispetto delle regole europee con le esigenze di sostegno alla crescita e di tutela delle famiglie a reddito più basso.

Danilo Turco

Spread e mutui… c’è correlazione?

Non influenza il costo dei mutui esistenti l’aumento dello spread Btp-Bund , ma può avere effetto su quelli da stipulare, lo mostrano i dati. Tutto questo andrebbe spiegato adeguatamente al pubblico.

Soltanto i numeri parlano chiaro sulla correlazione esistente dell’aumento del costo dei mutui da stipulare a causa di un aumento dello spread Btp-Bund.

A riguardo, il Rapporto della Banca d’Italia del 23 novembre 2018 specifica come l’aumento del rischio dei titoli di stato impatti sulla decisione delle banche di concedere mutui a tasso maggiore. Infatti studi condotti sul periodo 2010/2011 che vide aumentare lo spread da 100 a 500  punti base, evidenziano che un aumento di 100 punti di spread può causare un aumento dei tassi d’interesse sui depositi a lungo termine e sui pronti contro termine di 40 punti base.

Il tasso d’interesse sulle nuove emissioni obbligazionarie potrebbe invece aumentare di 100 punti base. Inoltre, si potrebbero svalutare le garanzie stabili per i rifinanziamenti presso l’Eurosistema, riducendo la liquidità bancaria e tutto questo si sta già verificando.

Infine, una svalutazione dei titoli di stato riduce l’attivo di patrimonio. A fine giugno 2018 i titoli ammontavano all’11,3 % del patrimonio delle banche più piccole e al 4,7 % delle più significative. Attualmente le stime di Banca d’Italia prevedono un aumento parallelo della curva dei rendimenti sui titoli di stato di 100 punti.

Tale condizione risulta incidere certamente sulla qualità della vita delle famiglie in quanto l’accesso al credito risulta più oneroso. Infatti, se oggi si vuole stipulare un nuovo finanziamento, il costo del debito risulta più alto rispetto a qualche mese fa. Infatti, a partire da ottobre le banche hanno cominciato ad alzare gli spread sui mutui proprio per via dell’aumento del rischio sovrano (il costo medio del mutuo sulla casa è aumentato dall’1,8 all’1,87 per cento).

Anche per le imprese i margini sui nuovi prestiti a tasso fisso sono leggermente aumentati e il costo medio sui finanziamenti in essere ha smesso di abbassarsi.

Si tratta di aumenti non allarmanti ma occorre che la politica economica del nostro paese non abbassi la guardia.

Danilo Turco

Draghi, la Commissione europea e l’Italia

Nel ribadire un non imminente rialzo dei tassi il Presidente della Banca europea Mario Draghi sottolinea come il programma di acquisto dei titoli non rappresenti uno strumento che influenzi il contenimento degli spread.

Per questo è opportuno che l’Italia cerchi un compromesso con la Commissione. Occorre non interrompere il percorso virtuoso intrapreso con una politica accomodante attivata su due binari indicati nel 2013-2014: la forward guidance e il Quantitative easing. Draghi ha ribadito infatti che il rialzo dei tassi non ci sarà  fino a tutta l’estate del 2019. Per quanto riguarda  Qe, strumento di politica monetaria, non strumento di contenimento degli spread, il programma continuerà, a partire da gennaio 2019, nella forma del riacquisto dei titoli privati e pubblici in scadenza, mantenendo quindi immutato l’eccesso di liquidità bancaria.

Draghi ha anche ricordato che il mandato della Bce non consente salvataggi dei singoli Paesi in difficoltà finanziaria e che per mettere un tetto allo spread occorre la soluzione di ultima istanza (Omt – Outright Monetary Transactions), condizionata a un programma di assistenza dell’Esm – European Stability Mechanism. A questo però ha aggiunto che una via più efficace sarebbe quella di abbassare i toni politici e non mettere in dubbio la moneta unica.

Nel suo intervento Draghi ha ribadito che l’unione monetaria rimane fragile a causa della sua incompletezza, e ciò non dipende né dalla Bce né dagli eurocrati di Bruxelles, ma dalla volontà dei governi europei. Ha poi aggiunto che è necessario completare l’unione bancaria e del mercato dei capitali, con una rinnovata capacità fiscale.

Infine, sulla manovra presentata dal governo italiano Mario Draghi si è detto fiducioso che il buon senso prevarrà e si troverà un compromesso nell’interesse del paese e del popolo italiano, riferendo che su questo concorda anche il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, presente ai lavori del Consiglio della Bce del 25 ottobre.

Danilo Turco

Start up innovative in Italia, una ricerca in Lombardia

Una ricerca  sulle  caratteristiche delle start up innovative nel territorio nazionale e lombardo  presenta anche consigli  per incrementarne l’esistenza in tutta Italia, con il coinvolgimento di università e incubatori.

I dati aggiornati a luglio 2017 delle Camere di commercio d’Italia riportano attive 7.568 start up innovative e circa un quarto di esse è localizzato in Lombardia.

L’andamento di crescita evidenzia che si è passati dalle 884 create nel 2013 alle 1.954 del 2016, un incremento di circa il 120 per cento. Sono strutture a micro-dimensioni, con un team di 3-4 componenti, che nel 60 per cento dei casi non si modifica. Gran parte di esse opera nel settore dei servizi con un output finale di vendita di un servizio, nel 78% dei casi.

Per quanto concerne i titoli di studio dei fondatori di start up, la ricerca evidenzia che la maggioranza del campione, circa l’80%, possiede la laurea specialistica) e circa la metà del campione ha ricevuto principalmente una formazione nelle aree “tecnico/scientifiche” e a seguire, il 24,5% l’area “affari, finanza e marketing”.

Il finanziamento di queste start up deriva maggiormente da risorse proprie (57%) e solo il 6 % ha ricevuto un supporto da società di capitali e risulta molto ridotto l’apporto proveniente da fondi pubblici.

In riferimento alle esperienze pregresse delle figura professionali delle start up, risulta che più dell’80% del campione ha già lavorato o in azienda oppure in attività da libero professionista e circa il 15%  è stato ricercatore in un’università o centro di ricerca, prima di fondare la start up. Inoltre, l’età media dei fondatori risulta pari a 40,5 anni, mentre solo il 30% è nella fascia compresa tra i 18 e i 34 anni. Questo dimostra che la nascita di una start up non dipende dalla necessità di impiego, ma risponde proprio al desiderio di voler creare un progetto imprenditoriale innovativo.

Danilo Turco

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