«Catalonia is Spain»: tensioni per il referendum

Il primo ottobre alle 9.00, sono stati aperti alcuni seggi per il referendum per l’autodeterminazione della Catalogna. Madrid ha promesso di ostacolare lo svolgimento di questa votazione.

Domenica 1° ottobre, alcuni seggi per il voto del referendum per l’autodeterminazione della Catalogna sono stati aperti alle 9.00. Altri seggi sono stati circondati dalla polizia che ha sequestrato le urne e le schede elettorali. Le forze di polizia sono entrate con la forza nel seggio elettorale del presidente regionale Carles Puigdemont che, tuttavia, è riuscito a votare presso un altro seggio.

Le conseguenze di una secessione della Catalogna – che rappresenta il 19% del PIL della Spagna – sono difficilmente calcolabili e molto inquietanti per molti spagnoli. Madrid ha promesso di impegnarsi a contrastare questo voto. Carles Puigdmeont ha garantito, in caso di vittoria del “si”, la proclamazione dell’indipendenza entro 48 ore.

La polizia catalana aveva avuto la precisa direttiva di recarsi, di prima mattina, presso alcuni centri per bloccarne l’accesso e per invitare eventuali occupanti a uscire. Tuttavia, Enric Millo – Rappresentante dello Stato in Catalogna – ha vivamente criticato la polizia catalana che non ha impedito agli elettori di depositare le schede elettorali nell’urna. Il Governo spagnolo ha comunque inviato nella Regione, alle 8 del mattino, la polizia e la guardia civile per fermare i seggi e sequestrare il materiale elettorale. Nonostante l’ordine di procedere con delicatezza, a Barcellona, 38 votanti sono stati feriti dalla polizia che ha impiegato dei proiettili di gomma. Carles Puigdemont ha parlato di impiego ingiustificato, irrazionale e irresponsabile della violenza da parte dello Stato.

Per aggirare i blocchi della polizia ai seggi elettorali, il governo indipendentista sostiene l’idea di un censimento universale e cioè, tutti i cittadini catalani possono votare in qualunque seggio e non solo in quelli in cui sono iscritti. Secondo il governo della Catalogna, nonostante l’intervento della polizia, il 73% dei seggi elettorali erano ancora aperti a mezzogiorno.

Il 6 settembre gli indipendentisti avevano deciso questo referendum, nonostante l’interdizione della Corte costituzionale. L’opinione nella Regione è divisa in parti quasi uguali sull’indipendenza, ma si reputa che la maggioranza aspiri a un referendum legale concordato con Madrid. Da qualche anno la volontà indipendentista si è irrobustita nella potente Regione autonoma della Catalogna. Né i procedimenti giudiziari, né gli arresti o le perquisizioni sono riusciti a dissuadere i separatisti di questa Regione dall’organizzare uno scrutinio irregolare. Tuttavia, molte persone sono scese in piazza per protestare contro un referendum considerato non rappresentativo. «Catalonia is Spain» era scritto su alcuni cartelloni.

Danilo Turco

UNICEF per le popolazioni colpite da Irma

All’inizio di settembre l’America è stata nuovamente devastata da un violento uragano.
Stavolta ha preso il nome di “Irma” ed è stato il più intenso osservato dall’uragano “Dean” del 2007.
Tra le vittime di Irma si contano più di 20mila bambini e adolescenti; l’UNICEF ha mobilitato un’urgente risposta, cercando di garantire la fornitura di acqua potabile sicura alle comunità colpite, nonché il sostegno psicosociale ai bambini e alle loro famiglie, il ripristino dell’istruzione attraverso la riabilitazione delle scuole e l’istituzione di centri a misura di bambino.
Diversi facilitatori formati provenienti da paesi non colpiti si sono mobilitati, per integrare le squadre locali e fornire sostegno psicosociale ai bambini e agli adolescenti più colpiti, tra i 6 e i 14 anni, con il programma “Ritorno alla felicità”.
Alessandra Desideri

Le vere vittime delle guerre

Quando pensiamo ai bambini associamo subito la felicità e la spensieratezza, ma non tutti possono vivere la loro infanzia così; 1 bambino su 5 in Medioriente e Nord Africa ha bisogno di aiuti umanitari.
Il 90% di questi bambini si trova in paesi colpiti dalle guerre, vengono privati di tutto, perfino della loro vita.
In Siria e nei paesi che ospitano rifugiati, circa 12 milioni di bambini siriani necessitano di assistenza umanitaria, numero sempre più in crescita.
Circa 2 milioni di bambini vivono in aree difficilmente raggiungibili o sotto assedio continuo.
In Yemen, i continui combattimenti hanno distrutto sistemi idrici e igienici, scatenando la peggiore epidemia di colera e diarrea acquosa del mondo. Sempre qui anche il servizio sanitario è insufficiente e circa 15 milioni di persone non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base.
In queste situazioni, i primi a soffrire sono proprio i bambini, che vengono esposti a malattie e morte.
A causa di questi conflitti così duraturi molte famiglie sono costrette a mandare i propri figli a lavorare o a far sposare presto le proprie figlie.
Bisogna ristabilire al più presto la pace in questi paesi per cercare di salvare le vite di tanti piccoli indifesi.

Alessandra Desideri

Settimana della prevenzione sul lungomare di Napoli

Sarà presentata lunedì 2 ottobre alle ore 11 nella Sala Giunta del Comune di Napoli la Settimana della prevenzione (9-15 ottobre). Il progetto prevede tre giorni dedicati alle tavole rotonde scientifiche di AlfaOmega, il Campus 3S con visite mediche gratuite sul lungomare in un ospedale da campo, attività ludiche, sportive e di solidarietà e la conclusione con la Prevention Race, una corsa per la salute.
Interverranno gli assessori Roberta Gaeta e Ciro Borriello, il coordinatore scientifico del progetto prof. Annamaria Colao, il presidente di Sportform Tommaso Mandato.
Saranno presenti, infine, anche alcuni dei tanti testimonial dell’iniziativa tra i quali Rosaria de Cicco, Adele Pandolfi, Lello Esposito, Gioia Spaziani e Monica Sarnelli.

Guardiamoci negli occhi

The World’s biggest eye contact experiment avrà luogo domenica 1° ottobre dalle ore 11.30 a presso Piazza Dante. Ma di che cosa si tratta? Gli organizzatori evidenziano che ” la manifestazione è un esperimento umano e sociale, nato in Australia, diffusosi in oltre 350 città per offrire la possibilità di recuperare il proprio bisogno naturale di contatto e di condivisione profonda con l’altro attraverso lo stare seduti, per qualche minuto, l’uno di fronte all’altro semplicemente guardandosi negli occhi”. A Napoli è organizzata, con il patrocinio del Comune di Napoli, da Simona Esposito, Massimiliano Ricci e Gaetano Balestra. Sarà presente l’Assessore ai Giovani Alessandra Clemente.

ANMIL e la 67ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Quella che si celebra domenica 8 ottobre in tutta Italia è la 67ª Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro ed è all’insegna dello slogan “Cambiamo la storia” che l’ANMIL (Associazione Nazionale  fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) ricorda le vittime degli incidenti sul lavoro. E’ stata proprio l’ANMIL a richiedere che fosse istituita tale giornata, istituzionalizzata con D.P.C.M. nel 1998, individuando la seconda domenica di ottobre per la celebrazione. Le 106 sezioni ANMIL presenti sul territorio del nostro Paese saranno tutte attivamente coinvolte nell’iniziativa.
La manifestazione è patrocinata dalla Rai e avrà la partnership della TGR Rai che seguirà le varie iniziative. Per l’occasione è stato realizzato anche uno spot di animazione di 30” quale monito per una attenta riflessione sul fatto che gli infortuni sono sempre esistiti ma che è possibile evitarli investendo di più in sicurezza e dando reale valore alla vita.
La celebrazione nazionale quest’anno sarà ospitata dalla città di Cagliari.
Da quanto emerge dai dati INAIL, la situazione resta purtroppo allarmante con un andamento altalenante delle denunce sia degli infortuni che delle malattie professionali sia di quelli con esito mortale. Nel periodo gennaio-agosto sono state 421.969, ovvero 5.229 in più rispetto allo stesso periodo del 2016.
Lo spot “Cambiamo la storia” sarà mandato in onda sulle reti RAI dal 4 all’8 ottobre, su LA7 dall’1 al 14 ottobre, in molte emittenti televisive locali e in 187 maxi-schermi di 93 aree di servizio della rete autostradale italiana. Il video può essere visionato sulla pagina dedicata alla Giornata sul sito ANMIL www.anmil.it dove è possibile reperire anche maggiori informazioni sulle manifestazioni locali.
A Napoli a manifestazione si svolgerà presso la Basilica Pontificia Incoronata di Capodimonte, dalle ore 10 alle 12.
“E’ necessario – ricorda il presidente territoriale Raffaele Ievolella – il massimo impegno da parte di tutti per far sì che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità per l’economia di un paese come il nostro che fatica ad uscire dalla crisi e non vede ancora nella prevenzione un obiettivo strategico.
ANMIL e la sicurezza sul lavoro”.
“L’ANMIL – ricorda Ievolella – da oltre 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie 400.000 iscritti – tra invalidi del lavoro, lavoratori che hanno contratto una malattia professionale e familiari di caduti sul lavoro – offrendo loro supporto e assistenza avvalendosi di professionisti e personale esperto su tutto il territorio”.
Salvatore Adinolfi

Brexit: la questione del confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda

Il Coordinatore del Parlamento europeo per la Brexit si è recato in Irlanda per valutare le conseguenze dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

La nascita di una frontiera tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda è una delle questioni prioritarie nelle negoziazioni sulla Brexit. Guy Verhofstadt – Coordinatore del Parlamento europeo per la Brexit – si è recato in Irlanda per valutare l’attuale situazione politica e valutare le possibili opzioni per il futuro. Alcuni punti sono stati stabiliti:

– Primo, l’Irlanda non può e non deve essere uno strumento di mercanteggiamento nelle negoziazioni della Brexit, questo non sarebbe nell’interesse né dell’Irlanda né dell’Ue.

– Secondo, è di fondamentale importanza che le negoziazioni tra il Regno Unito e l’Unione europea preservino l’accordo di pace di Venerdì Santo del 1998 che pose fine a un conflitto trentennale che causò più di 3500 vittime nell’Irlanda del Nord.

– Terzo, l’Ue ambisce anche a mantenere la zona di libero spostamento tra l’Irlanda e il Regno Unito.

Una volta garantiti i primi due punti, i 27 Stati membri dell’Ue si sono mostrati disponibili a studiare tutte le possibili soluzioni per evitare la creazione di un confine problematico e difficile da gestire nell’Irlanda del Nord.

Danilo Turco

Riforme per l’Ue: diritto d’iniziativa dei cittadini europei e finanziamento dei partiti politici

Importanti modifiche istituzionali sono state suggerite dal Presidente Juncker durante il discorso annuale del 13 settembre sullo stato dell’Unione.

Durante il discorso annuale sullo stato dell’Unione svoltosi lo scorso 13 settembre, il Presidente Juncker ha evidenziato la necessità di un progresso in senso democratico dell’Ue capace di consentire una migliore articolazione dei partiti europei. Cambiamento democratico è il titolo dell’ultima delle 10 priorità della Commissione Juncker. Per rinforzare la legittimità democratica all’interno dell’Ue mediante una maggiore partecipazione dei suoi cittadini, la Commissione europea ha adottato 2 proposte di riforma concernenti: il regolamento sull’iniziativa dei cittadini europei e, quello sui partiti politici europei e le fondazioni politiche europee.

Timmermans – Vicepresidente della Commissione – ha affermato che il fine è fornire ai cittadini dell’Ue gli strumenti di partecipazione al processo democratico. Pertanto, l’obiettivo è non soltanto abbassare il limite minimo per l’iniziativa dei cittadini europei da 18 a 16 anni (fornendo più opportunità a livello digitale per esercitare questo diritto ed eliminando molti oneri), ma anche migliorare i partiti politici al fine di informare meglio gli europei sul legame tra partiti nazionali e partiti europei. Il finanziamento dei partiti dovrà riflettere meglio le scelte democratiche fatte dai cittadini con le elezioni europee.

Il Trattato di Lisbona ha dotato i cittadini europei del diritto d’iniziativa. Mediante questo diritto, un numero minimo di un milione di cittadini può chiedere alla Commissione di proporre nuove norme europee e in questo modo contribuire meglio alla formulazione del programma politico europeo.

Sin dalla sua nascita nel 2014, la Commissione Juncker ha migliorato il funzionamento di questo dispositivo. Con il nuovo approccio, le decisioni sono adottate a livello politico dal collegio dei commissari e, in certi casi, è autorizzata la registrazione parziale. Solo l’iniziativa Stop Brexit è stata rifiutata dalla Commissione Juncker (non rientrando nell’ambito di applicazione del regolamento). Tuttavia, la Commissione ha cambiato la sua posizione iniziale, registrando l’iniziativa Stop TTIP (dopo il suo annullamento da parte della Corte di Giustizia dell’Ue).

Per agevolare la fase di registrazione dell’iniziativa, la Commissione coopererà con gli organizzatori al fine di garantirne l’ammissibilità. E’ prevista l’istituzione di un servizio on-line gratuito per la raccolta dati e un sistema identificativo elettronico anche per garantire la traduzione delle iniziative in tutte le lingue dell’Ue. Per agevolare la procedura, la Commissione ha intenzione di ridurre i dati e il numero di formulari richiesti (2 invece dei 13 attuali). Tali diversità dipendono dall’esistenza di regole differenti a livello nazionale.

La proposta di riforma dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee è funzionale alle richieste del Parlamento europeo, di contrasto a un impiego improprio dei soldi dei contribuenti europei (a volte, membri differenti di uno stesso partito nazionale hanno sponsorizzato la creazione di diversi partiti europei). Inoltre, non solo il sistema di ripartizione del finanziamento tra i partiti politici europei non è proporzionalmente adeguato ai risultati ottenuti alle elezioni europee, ma i partiti hanno anche difficoltà a raggiungere la soglia prevista per il cofinanziamento. La Commissione propone un incremento (dall’85% al 95%) del finanziamento allocato in base al risultato degli scrutini (nel sistema attuale il 15% del finanziamento è ripartito tra i partiti indipendentemente dal numero dei voti ottenuti). La maggiore trasparenza cui la proposta ambisce, richiede ai partiti nazionali di esporre sul loro sito sia il logo sia il programma del partito europeo cui sono collegati.

Le due proposte di legge presentate venerdì 15 settembre dalla Commissione devono ancora essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La Commissione spera in un dibattito rapido e costruttivo.

Danilo Turco

 

Elezioni in Germania: AfD, fratture interne

Frauke Petry, copresidente di AfD, ha inaspettatamente rifiutato di far parte del gruppo parlamentare del suo partito dopo un risultato elettorale positivo.

Lunedì 25 settembre, Conferenza stampa di AfD (Alternativa per la Germania), Frauke Petry – copresidente di AfD – ha rifiutato di far parte del gruppo del suo partito al Bundestag dopo il successo elettorale. AfD, considerato un partito di estrema destra, ha sorpreso la Germania ottenendo il 12,6 % dei voti alle elezioni legislative. Pertanto, Alexander Gauland e Alice Weidel – i due leader della campagna – insieme a Jörg Meuthen e Frauke Petry – i due copresidenti del partito – hanno visto l’AfD (un giovane partito con pochi anni di vita) diventare la terza forza politica della Germania.

Petry ha dichiarato che Alternativa per la Germania oltre ad essere un partito di opposizione, ambisce anche a governare. Tuttavia, AfD è un partito molto lacerato al proprio interno. In esso si fronteggiano due opposte visioni: quella di Petry – la più moderata – e l’altra più radicale dei suoi tre colleghi, i quali considerano le divergenze espresse da Petry come una mancanza di responsabilità particolarmente inappropriata, specialmente in questo momento.

Pertanto, il futuro di Petry all’interno di AfD è ormai compromesso. Da una parte, Alice Weidel – candidata alla presidenza del gruppo al Bundestag – ha chiesto che Petry lasci il partito (anche altri esponenti di AfD condividono quest’opinione). Dall’altra, Frauke Petry considera, da diverse settimane, l’eventualità di una scissione ormai come inevitabile.

Disporrà Frauke Petry delle risorse sufficienti per realizzare le sue ambizioni e fondare un nuovo gruppo? Dei circa 90 membri AfD eletti al Bundestag, una ventina sono conosciuti per le loro posizioni particolarmente radicali. Tuttavia, una trentina di membri difende la linea più moderata di Petry. La rimanente parte del gruppo è composta da deputati difficilmente classificabili.

Occorre almeno il 5% dei deputati del Bundestag per costituire un gruppo e l’obiettivo di Petry, in teoria, non sembra impossibile. Tuttavia, anche se non dovesse nascere questo gruppo dissidente all’interno del Bundestag, la decisione di Frauke Petry potrebbe creare altre difficoltà all’AfD. Questa estate, alcuni militanti di diversi Länder hanno costituito Alternative Mitte (Alternativa di centro), una corrente che punta a controbilanciare l’influenza di Björn Höcke, responsabile del partito in Turingia e figura importante dell’ala radicale di AfD.

La creazione di un gruppo dissidente AfD è stata annunciata lunedì al Parlamento regionale del Länder di Meclemburgo-Pomerania Anteriore, dove il conflitto tra l’ala moderata e quella radicale covava già da tempo.

Alternativa per la Germania rischia di dover fronteggiare una crescente opposizione interna.

Danilo Turco

Essere o non essere (vaccinati)? La legge decide per tutti

Lo sappiamo, la legge 119/2017 sulle vaccinazioni obbligatorie è una realtà ormai consolidata e recepita, eppure ancora non si spengono le polemiche attorno alla disposizione. Ancora pochi giorni fa si leggeva su La Tribuna di Treviso, che durante un dibattito con lo scrittore Gianni Lannes, apertamente schierato contro i vaccini, i presenti si organizzavano per mettere su una resistenza “gandhiana” contro la circolare del Ministero della Salute che rende operativa la legge e porta definitivamente a 10 il numero dei vaccini obbligatori.

Diventano obbligatorie l’anti poliomielite, anti difterite, anti tetanica, anti epatite B, anti pertosse, e anti emofilo B (esavalente) che si fanno al terzo mese di vita; seguono anti morbillo, parotite, rosolia e varicella. Non tutti i bambini nati dal 2001 al 2017 dovranno però farle tutte, perché per ogni classe di età verranno considerate solo le vaccinazioni previste a suo tempo dal piano vaccinale. Va specificato che l’obbligo vale anche per i richiami. In caso non si dovesse adempiere al dictat normativo è prevista per i genitori, dopo un richiamo formale dell’Asl e un colloquio informativo, una multa da 100 a 500 euro e soprattutto, permane, fino al momento dell’assolvimento dell’obbligo, il divieto di accesso per il bambino ad asili nido o a scuole dell’infanzia, mentre potrà accedere alla scuola dell’obbligo.

Pertanto i contrari parlano di inviolabilità del corpo, di legge contro tutte le carte a tutela dei diritti umani e di autismo, che potrebbe essere misteriosamente legato, quale possibile conseguenza negativa, all’inoculazione, il tutto senza che esista a riguardo alcuno studio scientifico dimostrativo: una caccia alle streghe adatta ai nostri tempi.

Eppure già gli antichi Greci avevano notato, ai tempi della peste di Atene (descritta da Tucidide e da Lucrezio) che coloro che l’avevano presa in forma lieve ne erano diventati immuni. E già nel 1796 Edward Jenner aveva inoculato del siero estratto da una pustola di vaiolo bovino in un ragazzo, rendendolo immune al vaiolo umano, ufficialmente scomparso nel 1980 (non grazie ad una resistenza “gandhiana” al problema).

La Natura, dimostrata scientificamente, fa sì che nelle popolazioni in cui almeno l’80% degli individui è vaccinato si sviluppi una immunità di gruppo, che tutela anche le minoranze non vaccinate, quelle che il vaccino non possono farlo per una intolleranza congenita. Ma, quando il tasso di vaccinazione scende, una malattia dormiente può risvegliarsi: è già successo negli anni ’90 con il morbillo in Inghilterra e la difterite in Russia e succede ancora e costantemente in molte zone dell’Africa con la polio.

Diventa fondamentale, quindi, che la medicina sappia parlare ai pazienti e ricordare costantemente, ad esempio, che l’idea che il vaccino può causare l’autismo, diffusa nel 1998 dal medico inglese A.J. Wakefield, fu dimostrata falsa da studi successivi  e Wakefield fu addirittura incriminato e condannato per frode.

Rossella Marchese

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