Anni ‘70: moda hippy, libertà e una nuova vita per la donna italiana

Il futuro apparteneva a loro: i giovani idealisti degli Anni ‘60 aspettavano impazienti il decennio successivo, decennio ricco di mutazioni sociali e di rivoluzioni. Sono stati anni che hanno totalmente cambiato il destino di un’intera generazione. Li ricordiamo, nonostante siano stati attraversati dalla generazione dell’ideologia e dal terrorismo, gli anni della più totale libertà, soprattutto per la donna, e per le rivendicazioni dei diritti di quest’ultime oramai non più considerate fenomeni di minoranza poiché aspiravano all’autorealizzazione. È stato un decennio che ha cambiato totalmente la società – come ad esempio l’avvenimento del 18 settembre 1970 quando in Italia ci fu un profondo cambiamento culturale: entrava in vigore la legge sul divorzio. Gli Anni ‘70 sono stati anni ricchi di nuovi avvenimenti e di mutamenti che hanno cambiato per sempre la visione del mondo da quel momento in avanti. Un decennio di grandi rivoluzioni tra le scuole occupate, i cortei delle donne, la nascita del primo movimento di liberazione omosessuale italiano, le manifestazioni, la scoperta della pillola anticoncezionale, delle prime esperienze riguardo all’assunzione di sostanze stupefacenti. In quei meravigliosi ma frenetici e folli Anni ‘70 c’era il coraggio di lottare e la voglia di vivere la vita. “Cambiare la società e farla diventare più giusta”, questo era l’obiettivo e i giovani che volevano ottenerlo erano in tanti e tutti volenterosi di vivere in un mondo migliore con più diritti e uguaglianze.
Anche la moda cambia
Tuttavia, di pari passo, non poteva non subire un grande mutamento anche l’abbigliamento. La moda degli Anni ‘70 assunse la forma di un grande movimento, quel movimento che stava per cambiare e rivoluzionare, appunto, anche la storia della moda. La moda si divideva secondo le diverse idee politiche: giacca di pelle, Ray Ban e la polo Lacoste erano prerogativa dei giovani di destra, invece, chi indossava l’eskimo verde abbinato ai jeans, maglioni larghi e borse a tracolla in cuoio o in tela erano quelli di sinistra. Gli hippy indossavano anche camicie larghe e lunghe tuniche trasparenti, colori sgargianti, le texture prendevano la forma di grandi fiori colorati e non solo, anche tra i lunghissimi capelli aggrovigliati sfoggiavano nastri e fermacapelli a forma di fiori e questo look era proprio il simbolo della libertà. Non a caso, la parola chiave era anti-fashion, voleva significare che tutto era permesso di indossare dai vestiti di cotone a basso costo all’Haute Couture, perché ciò che contava era non avere un look noioso e pare proprio che ci siano riuscita alla grande.
In quegli anni Elio Fiorucci fu il primo in Italia a captare questo tipo di moda e da lì a poco creò a Milano un grande emporio bazar che diventò punto d’incontro dei giovani, vi si poteva, oltretutto trovare ciò che più si desiderava per essere al passo con la bizzarra moda di quel tempo: zatteroni altissimi, jeans a zampa di elefante, camicie a fiori, e gadget colorati di tutte le forme e dimensioni, tute colorate elastiche aderenti adatte alla disco-dance. Non solo, giacche di pelle e Ray Ban per la clientela che seguiva l’altro stile di moda di quel tempo. Ma Yves Saint Laurent era, in quel periodo, lo stilista di moda più intraprendente e geniale. Le sue creazioni erano innovative e fantasiose poiché dettate dalla sua passione per l’arte. Yves credeva che l’ispirazione maggiore avrebbe potuto averla soprattutto grazie alla strada: aveva capito che avrebbe dovuto frugare, rovistare nel passato per rivisitare l’abbigliamento femminile creando così uno stile unico con il blazer, lo smoking, il trench, il tailleur-pantalone, il giubbotto di pelle che hanno immediatamente cambiato la visione riguardo alla donna. Finalmente lui e lei avevano lo stesso aspetto e rispetto in un’epoca ricca di positività, libertà e voglia di cambiare il mondo.
Alessandra Federico

Marta Marzotto, stilista e regina dei salotti

Icona dello stile italiano la Marzotto era nata a Scandiano, una piccola cittadina della provincia di Reggio Emilia nel 1931, morta il 29 luglio scorso. Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, nel 1954 sposa il conte Umberto Marzotto dal quale ha cinque figli. Tra questi Paola, nata nel 1955 e madre di Beatrice Borromeo. Stilista ed ex modella, ha lasciato un segno profondo nella vita culturale del Paese.

Marta Marzotto è morta dopo una breve malattia vissuta nella massima riservatezza circondata dall’affetto di tutti i suoi figli e nipoti. “Abbiamo raccolto il suo insegnamento, hanno dichiarato i figli, è stata una madre e una nonna molto affettuosa”. “Ho un ricordo fino all’ultimo di grande ottimismo, di fame della vita, di voracità verso la vita. Ha voluto sapere giorno per giorno le avventure di vita di ognuno di noi figli e dei nipoti. Ci ha sempre spronato ad andare avanti, faceva sempre il  tifo per nuove iniziative, per mettere a frutto i propri talenti”. Così Matteo Marzotto, il figlio più giovane della stilista ed ex modella Marta Marzotto, ha voluto ricordare la madre.

Si trasferì da piccola con la sua famiglia nel Pavese, dove insieme alla madre, Marta andò a lavorare nelle risaie. “Mi fasciavo le gambe con le pezze per proteggermi dalle foglie taglienti del riso e dalle punture di zanzare. Le bisce d’acqua e i topi mi sgusciavano tra i piedi nudi affondati nella melma, ero terrorizzata”, ricordava spesso. La svolta arrivò a Milano nel 1947; lei, adolescente e bellissima, aveva trovato lavoro in un magazzino. Fu notata da Boccassile e scritturata per fare la modella. Quattro anni dopo, durante una sfilata al Lido di Venezia, il suo sguardo incrociò quello di Umberto Marzotto, il “conte corrente” come lo chiamavano allora, per via della sua passione per le corse automobilistiche. Da quel matrimonio durato trent’anni, e piuttosto libero a dire il vero: “nella mia infedeltà ero fedelissima, sono stata un’ottima moglie”, scherzava lei, nacquero cinque figli: Paola, Vittorio Emanuele, Matteo, Maria Diamante e Annalisa, morta di fibrosi cistica nel 1989.

Musa di Renato Guttuso, adorata dal politico Lucio Magri, desiderata da Sandro Pertini: “mi telefonava tutte le mattine alle 7,45 in punto per una chiacchierata che si concludeva sempre con ‘Marta, si ricordi che lei è amata da un grande pittore e adorata da un piccolo presidente’”, ha fatto della sua vita un’opera d’arte. “Non tutti sanno che Marta Marzotto è di Reggio Emilia, che è la città in cui vivo, che ha come caratteristiche la passione, la laboriosità, l’ingegno, e tutte queste caratteristiche molto forti si ritrovano anche in lei”, ha detto Carla Gozzi, esperta di moda e volto noto di Real Time. Perché le radici di quella “libellula d’oro”, nomignolo datole da Guttuso, affondano profonde nella terra reggiana. Reggio, Scandiano, Ca’ de Caroli “aveva gli zii materni Dirce e Davide che vivevano a Ca’ de Caroli; persone umili, lui raccoglieva ferri vecchi e rottami usati, li ricordo perfettamente”, rammenta l’ex sindaco di Scandiano Valda Busani. Ma anche Valle di Albinea, dove la piccola Marta veniva in bici a trovare la nonna, una volta finite le scuole. Guerrino la metteva sulla canna e pedalando arrivavano fino alla casa di Marcellina, “dove assieme dormivano su grandi sacconi di foglie di granoturco e lenzuola che odoravano di pulito”, si legge nelle sue biografie. Di quelle umili origini, Marta Marzotto aveva fatto la sua forza. Il suo punto di rottura. Ciò che la distingueva da tutte le altre cortigiane dei salotti milanesi. La regina, indiscussa, era lei. Anche perché rideva forte, di quel mondo, di quel prendersi sul serio. Lo sapeva che si fa così per riuscire meglio ad andare avanti. “Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre”, diceva ripensando alla morte della figlia Annalisa. E sul tempo che passava, tagliava corto: “Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci”.

 

Nicola Massaro

 

 

Pubblicate le date del nuovo anno scolastico

Studenti sulla spiaggia, in giro per le città o a godersi il meritato relax si sono appena lasciati alle spalle un anno scolastico per qualcuno più o meno difficile, più o meno ricco di soddisfazioni.

Ecco però che già possono pensare almeno per un attimo al nuovo anno scolastico. E’ stato infatti pubblicato dal MIUR il calendario 2016/2017.

La Prova Nazionale Invalsi di terza media si terrà il 15 giugno 2017.

21 giugno 2017, ore 8.30, è invece fissata la data della prima prova dell’esame di maturità.

Il calendario, consultabile sul sito www.istruzione.it indica anche le festività.

Le lezioni riprenderanno tra il 12 e il 15 settembre 2016. Tra i primi gli studenti di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e veneto. Mentre avranno tre giorni di vacanza in più i ragazzi di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Toscana.

La chiusura dell’anno scolastico è fissata tra il 7 e il 10 giugno 2017.

 

Salvatore Adinolfi

D&G: Grazie Napoli! Torneremo

Il mambo è alle spalle, la festa è giunta al termine. “Grazie Napoli! Torneremo…”, è il saluto con cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana salutano le “quattro giornate” nella città del loro sogno mediterraneo, ispirato alla “Signora” della cinema italiano Sophia Loren. Si smontano le luminarie, i lustrini e le paiettes dell’Alta Moda e delle sue seduzioni per pochi, firmate dai due generosi e temerari stilisti. Ma all’alba della settimana “ordinaria2 che sorge sui Bagni Elena, dopo il gran finale con i Gipsy Kings e le seduttive danzatrici di burlesque, non tutto svanisce. Restano scene di straordinaria bellezza. “Napoli ha vinto ancora”. A scriverlo, in un lungo post su Facebook, il sindaco partenopeo, Luigi de Magistris, riferendosi alla festa conclusiva di Dolce e Gabbana, la maison di moda che ha voluto celebrare i suoi trent’anni di attività con quattro giorni di feste, eventi e sfilate a Napoli. Da giovedì scorso, fino alla notte tra domenica e lunedì, i due stilisti hanno allestito appuntamenti glamour a Villa Pignatelli, tra i vicoli nel cuore antico della città, al Borgo Marinari, a Castel dell’Ovo e su una delle spiagge più belle di Posillipo, a piedi di Palazzo Donn’Anna. Il sindaco de magisteri parlando della serata sulla spiaggia “si è chiuso l’evento D&G con una festa di luci e colori che ha illuminato il mare di Napoli”.

Successo internazionale, con fiumi di inchiostro su tutti i più importanti quotidiani del mondo, poco e niente la risposta da parte dei media italiani, non dando al mega evento lo spazio che meritava. A tal proposito il Movimento Neoborbonico ha richiesto alla Rai, Servizio Pubblico, minutaggi e par condicio sull’evento che è stato ripreso dai maggiori media internazionali quali il New York Times, Vogue, il Financial Times e tanti altri. Sulla pagina Facebook del Movimento Neoborbonico è apparsa la protesta e la richiesta alla Rai. Nei giorni in cui Stefano Dolce e Domenico Gabbana hanno portato a Napoli moda, spettacolo e ricchezza, i media italiani non hanno dato rilievo alla vicenda anche se si sono occupati di altre eventi simili ma di portata minore, come il compleanno di Lino Banfi, tacendo però sulla cerimonia in onore di Sofia Loren a cui è stata attribuita la cittadinanza onoraria di Napoli: “L’evento delle sfilate di Dolce&Gabbana a Napoli è stato ripreso dai media di tutti il mondo per la bellezza di abiti e scenari dal centro antico a Posillipo. Le telecamere della Rai sono state le meno presenti sia nei tg che nei programmi di approfondimento sempre pronti, invece, a veicolare notizie negative o di cronaca da associare all’ex capitale delle Due Sicilie”. Questa è la richiesta a Roberto Fico, il pentastellato presidente della commissione di vigilanza Rai, del conteggio dei minuti dedicati agli eventi partenopei tenutisi dal 7 al 10 luglio: “Il Movimento Neoborbonico ha richiesto al presidente della Commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico, di analizzare, nel nome di una par condicio opportuna e necessaria per un servizio pubblico, il minutaggio dedicato all’evento e di confrontarlo con eventi simili dal Pitti di Firenze alla Settimana della Moda a Milano. Il dibattito che si è acceso sul web e sui social dimostra che è sempre più diffusa la sensazione della volontà, da parte dei media pubblici e privati, di associare a Napoli e al Sud, solo e sempre immagini negative con conseguenze gravi sia sotto l’aspetto culturale che economico-turistico. Se i network privati sono liberi di scegliere la propria linea e i telespettatori di boicottarli o meno, il servizio pubblico ha il dovere di rispettare e valorizzare tutto il territorio nazionale in maniera adeguata”.

Nicola Massaro

 

 

Grande successo per Instagram: raggiunge 500 milioni di utenti

Mar Mediterraneo

Cresce l’universo di Mark Zuckerberg e la comunicazione visuale sui social network. Instagram, l’app e piattaforma di immagini acquistata nel 2012, raggiunge il traguardo del mezzo miliardo di utenti attivi mensilmente. Si vanno ad aggiungere agli oltre 1,65 miliardi di utenti di Facebook e al miliardo di utenti di WhatsApp, la popolare chat che la società di Menlo Park ha acquisito nel 2014. Numeri stratosferici, che fanno tremare Twitter, superata persino da Snapchat.

Cresce anche Spotify, che con i suoi 100 milioni di utenti si avvicina ai numeri di un social network. È aumentato anche l’utilizzo della piattaforma: ogni giorno, in media, vengono pubblicati 95 milioni di post e vengono fatti 4,2 miliardi di like. gattini, cagnolini e cuccioli piacciono sempre, ma la moda funziona di più: ogni giorno sul social vengono caricati 82 milioni di immagini dedicate agli outfit scelti dagli utenti. Anche la nostalgia attira gli utenti: ogni giovedì i post #tbt, cioè dedicati al throwback thrusday, una sorta di salto indietro nel tempo, raggiungono i 325 milioni di post. Mentre l’hashtag #love viene utilizzato ogni giorno un milione di volte.

Da  non molto la piattaforma è stata sottoposta ad un restyling radicale, proponendo un logo completamente ridisegnato e nuovo, di un layout monocromatico per le applicazioni mobile che aiuta a focalizzare maggiormente l’attenzione sui contenuti e con l’introduzione di un nuovo algoritmo per la compilazione del feed. Nel post comparso sul blog ufficiale, Instagram ringrazia i propri utenti per i risultati finora ottenuti.

Ogni Paese, poi, ha le sue specificità: il Brasile è quello dove vengono caricate più foto di golden retriever, la Repubblica Dominicana invece ha un particolare interesse per le immagini che riguardano i tagli di capelli. Scarpe in testa per essere ironici? Date un’occhiata agli account di Marocco e Algeria. Mentre i lati più selvaggi della natura sembrano essere particolarmente apprezzati in India. L’Italia, che conta 9 milioni di utenti, non sembra avere nessuna caratteristica particolare. Ma Instagram ha selezionato una lista di utenti che rispecchia la pluralità degli interessi della community: c’è chi si occupa di moda, chi di food, chi invece di design. Ma ci sono anche utenti che pubblicano ritratti, che consigliano libri o che rispolverano vecchi poster creando collage.

Nicola Massaro

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