Quando ero piccolo mi capitò tra le mani un opuscolo insieme ad un grosso raccoglitore. Erano di mio fratello ed erano stati richiesti ad Astra Francobolli, una società che si occupava di materiale filatelico e spediva a domicilio in contrassegno un librone con tante fotografie di francobolli rigorosamente in bianco e nero sul quale attaccare con famose linguelle i francobolli di tutto il mondo, tutto il materiale era anche comprensivo di una piccola vaschetta nera in cui collocare il francobollo per visionarne la filigrana.
In quel manuale delle giovani promesse della filatelia erano riportate in maniera abbastanza dettagliata tutte le regole che un piccolo collezionista in erba doveva conoscere, regole comunque tuttora valide e per certi aspetti essenziali. Si partiva dalla cosa più ovvia che era quella di fornire indicazioni su come scollare un francobollo da una lettera. Sembrerà strano ma anche questo aveva ed ha delle regole. A questo punto è opportuno comunque chiarire un concetto che non era all’epoca ben evidente e che oggi, invece, è molto apprezzato. Tanti anni fa non era diffusa la cultura della storia postale intesa come oggi la conosciamo, per storia postale si intende la conservazione del francobollo sulla lettera originaria andando così a ricercare le date più vicine all’emissione come anche le date ultime della validità dello stesso, gli usi postumi che talvolta si facevano del francobollo.
Nel passato e fino al 1975 il francobollo aveva una “scadenza fisica” e non era consentito l’utilizzo dopo quella data, chi lo faceva era considerato un fraudolento; ma naturalmente alcune lettere per ignoranza di chi le mandava e per superficialità nei controlli riuscivano a sfuggire alla norma creando ulteriori motivi di interesse per il collezionista. Parliamo di quei valori filatelici non usati con continuità nel senso che in una serie di francobolli c’era quello che serviva come valore ordinario e quelli invece che servivano per fornire una gamma di servizi in più, tipo raccomandate, espressi, posta pneumatica ed altri.
Un tempo, prima dell’avvento della “posta prioritaria”, i servizi postali erano diversificati ed ovviamente anche i costi. Prima dell’avvento della posta prioritaria il costo di un francobollo era di molto inferiore a quello attuale. Per fare un paragone: con l’euro il servizio ordinario, soppresso definitivamente a favore della tariffa unica il 20 maggio 2006, era pagato 0,41 centesimi di euro oggi lo stesso servizio costa 0,95 centesimi e si è sostanzialmente anche snaturata la motivazione per cui la posta prioritaria fu ideata e cioè per dare un’accelerazione alla consegna. Il servizio più o meno è rimasto uguale mentre abbiamo avuto una maggiorazione del costo, come sempre è facile far soldi in regime di monopolio.
I nostri lettori scuseranno la digressione, ma tornando alle nozioni elementari riportate nell’opuscolo va ricordato che il francobollo non deve mai essere immerso in acqua calda, va messo in acqua a temperatura ambiente e si scollerà dalla lettera naturalmente.
Nello stesso opuscolo citato c’era anche una strana sequenza di pallini, uno vicino all’altro e tutti con un diametro che andava dal più piccolo al più grande ma di questo parleremo in un altro articolo.
Salvatore Adinolfi