Il Teatro Popolare Napoletano

Alcune compagnie teatrali amatoriali napoletane stanno preparando per il prossimo anno un programma comprendente antiche  farse napoletane intendendo con esse rappresentare l’amore, la felicità, il sogno impossibile di un cambiamento di fortuna e di ceto, la lotta aspra e salace contro un potere che è tanto più forte quando più si nasconde dietro un latinorum da leguleio o sotto vesti  stinte  di una nobiltà spuria: tra questi elementi i personaggi delle farse si  muoveranno, carichi di anni  e ingenui come fanciulli, nell’alone magico di quell’illusione  eterna che è il teatro.

Gli elementi della farsa sono antichi come il teatro. Lo sberleffo, la risata, il grottesco che il ghigno dell’attore esalta con autoironica compiacenza sono, da sempre, gli ingredienti di un teatro sapido, gustoso che riesce anche a ridere di se stesso. E’ così per i tipi, non certo ora inventati, che da millenni calcano, con sfrontata sufficienza, le tavole del palcoscenico.

Nessuna operazione dunque né pretesa di rivalutazione di un teatro che vorrebbero classico e popolare, tutt’al più una riabilitazione in toto del teatro senza ulteriori aggettivi. Non laboratorio né università, non podio politico né efficace digestivo. Teatro! Dove da sempre una umanità vive la sua giornata tra il riso e il pianto, tra il sogno e il patetico,

Al  di là di una ideologia che potrebbe mostrarsi deformante e restrittiva, il Teatro Popolare Napoletano, dopo anni di ricche esperienze intende mostrare, grazie a questi giovani artisti, nella duratura illusione di uno spettacolo, l’aspetto comune, quotidiano, ineffabile di figure umane colte nel momento di un lazzo, di un ammiccamento, tanto più oggi che un cosiddetto e frainteso ritorno al privato sembra privilegiare l’individuo nei suoi  momenti più banali e sacri.

Aspettiamo di gustare questi lavori  in  siti che non  saranno necessariamente  solo  teatri, ma anche  luoghi  dove si svolge la vita quotidiana.

Alessandra Federico

 

Napoli, città senza tempo

E’ ‘na parola! …  si esclama  da più parti, d’altronde  è proprio vero, le cose vanno male. E allor?… E qui mettiamo il dito sulla piaga perché i problemi sono tanti, e non solo da noi.

La nostra è l’epoca delle nevrosi e della insicurezza sociale e psichica. L’uomo  moderno si trova perduto nelle grandi città dove sembra che venga annullata la propria personalità e la sua esistenza e quella dei suoi cari è messa  continuamente in pericolo.

L’era della tecnologia potrebbe senz’altro offrirci  una vita  migliore di quella che noi stessi ci costringiamo a vivere, ma il mondo non ha ancora imparato ad utilizzare le invenzioni e le scoperte nel modo più opportuno, pertanto  gli stress   sono aumentati al punto di diventare una delle malattie più importanti di questo nuovo secolo. Un esempio eclatante è dato dalla tecnologia telefonica che ormai ha trasformato radicalmente  la nostra vita  quotidiana e i  nostri rapporti sociali. L’uso sconsiderato dello smartphone condiziona in ogni momento la vita di qualsiasi essere umano, senza distinzione di età, condizione sociale né livello d’istruzione.

A Napoli, prima ancora di attuare un valido progetto di intercettazione per combattere la confusione, il disordine, il traffico, la sporcizia è necessario intervenire sul malcostume e la violenza urbana. In tal caso lo stress è soltanto un aspetto di un popolo che sembra vivere in una sorta di abbandono a tutti i livelli. Un problema contro il quale bisogna in qualche modo reagire, perché  abbiamo il dovere  di salvare il grande patrimonio di cultura e di civiltà di cui disponiamo.

Napoli non deve morire. Bisogna salvarla ad ogni costo, con quel poco di napolitanità che ci resta, quella vera, capace di fronteggiare e risolvere i tanti problemi che affliggono questa grande città, da sempre importante nel  mondo.

Napoli, infatti, ha una particolare posizione geografica, trovandosi al centro del Mediterraneo godendo di un clima temperato, alla luce di un mondo incantato. E’ opinione di molti studiosi  che essa sia sorta ventisei secoli prima di Cristo, da popolazioni giunte dalla Tessaglia e unitesi con gli indigeni del litorale. L’attività vulcanica delle zone vesuviane e flegree, divise fra loro dal colle di Pizzofalcone, avrebbe tracciato  le prime  strade, poi intersecate dai solchi lasciate dalle acque piovane che defluivano dalle  colline. In questi spazi sarebbero sorti agglomerati formatisi per la navigazione, la pesca ed il commercio.

I coloni greci, quando giunsero sulla costa, venuti a conoscenza di tale organizzazione, affermarono che questa terra, già prima della guerra di Troia, era abitata da un popolo di navigatori in grado di amministrarsi con grande  rettitudine.

A questo punto è  doveroso rivolgere un appello a tutti i rappresentanti politici di buona volontà, agli amministratori pubblici, agli addetti all’informazione.

Per risolvere tanti problemi è necessario, però, che i napoletani si scuotano dal torpore,  escano  dalla soporifera rassegnazione ritrovando l’antico spirito  di unità e  di cooperazione.

Alessandra Federico

Mario Borrelli. Uno scugnizzo tra gli Scugnizzi

Un momento di incontro per ricordare la figura di Mario Borrelli, fondatore della Casa dello Scugnizzo a cui è dedicata l’iniziativa “Mario Borrelli. Uno scugnizzo tra gli scugnizzi” che rientra le iniziative a ricordo del centenario della nascita che si protrarranno per tutto dicembre e nell’ambito delle iniziative proposte nel programma della Consulta delle Associazioni, Organizzazioni di Volontariato e ETS della Municipalità 2 del Comune di Napoli.

Appuntamento oggi mercoledì 29 novembre 2023 alle ore 16.30 a Napoli in piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3, presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus presieduta dal prof. Antonio Lanzaro,  per l’iniziativa realizzata in collaborazione con l’Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive, l’Associazione Culturale “Napoli è” e NomoΣ Movimento Forense.

Dopo i saluti e gli interventi dell’Avv. Roberto Marino, Presidente  Municipalità 2  Comune di Napoli; del Dott. Enrico Platone, Consigliere delegato Consulta Associazioni e Organizzazioni di volontariato ed ETS Municipalità 2; del Prof. Antonio Lanzaro, Presidente Fondazione Casa dello Scugnizzo Onlus; dell’Arch. Giovanna Farina, presidente della Consulta delle Associazioni, Organizzazioni di Volontariato e ETS della Municipalità 2; del Dott. Giuseppe Palmieri, Presidente “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive, della Dott.ssa Alessandra Desideri, direttore del Museo dei Sedili di Napoli e consigliere dell’Associazione Culturale “Napoli è”; dell’Avv. Argia Di Donato, presidente dell’Associazione NomoΣ Movimento Forense; della Dott.ssa Bianca Desideri  – Giornalista – Direttore Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, prenderà parola il Dott. Francesco Maria Caso – Musicoterapista e Tecnico del non Verbale Benenzon che illustrerà l’iniziativa di Musicoterapia realizzata nell’ambito della collaborazione instaurata fra la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus e l’Associazione “Voce di.. Vento e l’Associazione Culturale “Napoli è” con il Laboratorio di Musicoterapia.

Un’iniziativa fortemente voluta per venire incontro alle esigenze del territorio e delle famiglie che risiedono nella Municipalità 2. Un ulteriore importante presidio di supporto alle esigenze dei più deboli in due zone della Municipalità 2, Materdei e Mercato.

Lions: Giovani e ambiente, un convegno per “proteggere” l’ambiente

Si è tenuto oggi presso la sala consiliare del Comune di Casagiove in provincia di Caserta alla presenza del Governatore del Distretto 108 Ya Lions International Pasquale Bruscino e del Sindaco di Casagiove ing. Giuseppe Vozza, il convegno Giovani reporter per l’ambiente “Proteggiamo l’ambiente. Il mondo in cui viviamo è stato creato per noi”.

Numerose le Autorità presenti per un

Service promosso dal socio Lions Giuseppe Casapulla dedicato all’ambiente, alla tutela dell’ambiente, tema di indiscussa attualità.
Il Governatore Pasquale Bruscino nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di un’azione collettiva a favore del pianeta, rivolgendosi in particolare ai giovani presenti in sala. “Il futuro si costruisce giorno per giorno soltanto attraverso i comportamenti del singolo, di ognuno di noi nella quotidianità”, ha evidenziato il Governatore.  L’esperienza professionale in tale campo del Governatore del Distretto 108 Ya Lions International ha immediatamente offerto stimoli di discussione, ampiamente elaborati dai prestigiosi relatori, tra cui il Generale Elia Rubino, Pres. Sez. AAA (CE).

L’impegno delle “New Voices” dei Lions del Distretto 108 Ya Lions International contro la violenza di genere

Parliamo di violenza di genere e delle iniziative poste in atto dai Lions del Distretto 108 Ya nell’ambito delle “New Voices” con la Responsabile Distrettuale Carmela Fulgione.

Quali iniziative avete posto in campo per il 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”?

Oggi  25 novembre 2023 giornata internazionale contro ogni violenza sulle donne c’è la mobilitazione dei Lions e dei Leo del Distretto 108 Ya il cui Governatore è Pasquale Bruscino. Le New Voices con i Clubs eleveranno “Un’unica voce: No alla Violenza!”

Quali attività hanno mobilitato non solo oggi su questo tema le New Voices?

Le Coordinatrici di Circoscrizioni e le New Voices dei Clubs hanno promosso una serie di attività per denunciare una piaga sociale che continua a colpire milioni di donne in tutto il mondo. È una ferita profonda che le New Voices hanno affrontato con determinazione e forte impegno. I Clubs hanno concretizzato idee e progetti in una molteplicità e diversità di service sul territorio del Distretto 108 Ya.
Sono stati organizzati convegni di studi sugli aspetti sociologici, psicologici e giuridici nelle scuole superiori da Napoli a Reggio Calabria. Sono state promosse giornate di sensibilizzazione presso Tribunali e Corti d’appello da Lamezia Terme e Catanzaro a Nocera. Si parla e si parlerà di donne da Soverato su “Franca Viola:la ragazza che disse NO!” a San Giuseppe Vesuviano con “Monologhi sulle donne da Francesca da Rimini a Giulia Tramontano”.
Rappresentazioni teatrali, flash mob e marce da Gioia Tauro a Battipaglia e a Capua. Incontri sull’educazione di genere e sull’affettività da Acerra a Potenza, da Maddaloni a Cirò Marina e ad Acri.
“A Giulia… per tutte” sono state donate dai Lions panchine rosse ai comuni da Lamezia Terme, S.Sofia D’Epiro a Giffoni Valle Piana.
E ancora dalla Mostra d’arte nel plesso museale di Agropoli al convegno medico su “L’omertà della violenza” a Reggio Calabria; dalle mostre fotografiche e convegni sui territori da Sant’Anastasia a Crotone. Non finisce qui: da una “panchina del cuore” al Museo della liquirizia di Rossano Calabro “per ricordare sempre” fino al Tempio di Nettuno illuminato di rosso nel Parco archeologico di Paestum “per dire Stop alla violenza”.

Anche iniziative legate allo sport…

Sì, ricordo solo quelle dello Stadio Arechi di Salerno prima del fischio d’inizio della partita Salernitana-Lazio in diretta Sky e Dazn per elevare la voce: “Non ho paura” e il torneo di calcio per la legalità a Caivano “Preferisco vivere”, ma sono tante.
Un importante impegno per le New Voices e per i Clubs?

Sì, si tratta di un importante impegno di cittadinanza attiva da parte dell’eccellente Squadra delle New Voices del Distretto 108 Ya, che sono orgogliosa di coordinare. Le nostre iniziative sono state promosse e veicolate anche grazie all’azione di comunicazione interna e di quella esterna del Distretto.
Antonio Desideri

 “INTERconNETtiamoci… ma con la testa!”

Si è tenuto il 24 novembre “presso il Teatro-Cinema ‘Corso-Seccareccia’ di Sessa Aurunca “INTERconNETtiamoci… ma con la testa!” il service civico-umanitario promosso dal Lions Club ‘Roccamonfina – Cittadini Umanitari’ nell’ambito del Service Lions di rilevanza nazionale 2023-2026 e patrocinato dal Comune di Sessa Aurunca, dedicato alla sicurezza dei ragazzi sulla rete per sapere cosa fare ma soprattutto cosa non fare durante la navigazione su internet.

Un incontro rivolto agli studenti delle scuole primarie e superiori del territorio, che ha registrato una copiosa presenza di giovani, adulti e lions, al limite della capienza della struttura.

Dopo i saluti iniziali affidati a Marco Melese, presidente XVI Zona, sono intervenuti: Giovanni Lettieri, moderatore dell’evento e segretario distrettuale del service Centro Internazionale e di Ricerca ‘I Lions Cittadini Attivi e Umanitari’; Piero Fontana, esperto in sicurezza informatica – responsabile nazionale del service – in collegamento da remoto e Maria Grazia Ceraldi, in veste di cerimoniere del Lions Club Roccamonfina – Cittadini Umanitari. Tra i presenti anche il Presidente del Rotary Club di Sessa Aurunca, Mariolina Cresce, che ha portato i saluti del Club rappresentato.

Internet è diventata nel tempo, una componente irrinunciabile della nostra vita ed offre indubbiamente enormi opportunità di comunicazione e di progresso. Sono molti però i pericoli legati all’utilizzo sempre più intensivo e precoce della Rete: da una parte, c’è il rischio che dal mondo esterno arrivino in casa nostra, tramite la Rete, truffe, violenza ed altre minacce; dall’altro, è facile perdere di vista, durante la navigazione, il mondo reale e lasciarsi andare a comportamenti diversi da quelli tenuti nella vita di tutti i giorni. Il mondo virtuale può rappresentare, quindi, un pericolo per qualunque tipo di utente. Per i ragazzi, essere “nativi digitali” rappresenta indubbiamente un enorme vantaggio nell’approccio alle nuove tecnologie, ma molto spesso questo non li protegge dagli enormi rischi che possono correre durante le loro attività online, a causa, anche ma non solo, della loro tenera età o comunque per la scarsa conoscenza delle regole (o della mancanza di esse) nella giungla della Rete. Opportunità e rischi sono stati affrontati anche con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Temi attualissimi che con le nuove tecnologie che stanno man mano prendendo piede, richiedono attenzione ma, soprattutto formazione. Ed è per questo motivo che il dibattito è stato declinato nelle diverse professionalità e competenze, affidate a: dottoressa Ida Distinto, Neuro psichiatra infantile ASL di Caserta; Capitano Giovanni Russo, comandante del Nucleo Operativo e radiomobile di Sessa Aurunca, avvocato Luigi Imperato, docente di Diritto Penale presso l’Università ‘Marconi di Roma’; Magistrato dott. Sergio Enea presidente della Prima sezione Penale – Collegio A del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e al professore Ermanno Bocchino, direttore scientifico del Centro di Ricerca Internazionale ‘I Lions cittadini attivi e umanitari’.

Ha presieduto i lavori e ha concluso l’incontro il Governatore del Distretto Lions 108YA Pasquale Bruscino.

Fondamentale è stata l’attivazione della rete territoriale  e la sensibilità al tema grazie ai professionisti del settore e all’impegno dei dirigenti scolastici per aver accolto sin da subito la rilevanza di questo progetto.”.

(comunicato stampa)

 

 

25 novembre contro la violenza contro le Donne

Un impegno continuo quello dei Lions del Distretto 108 Ya sui temi dei diritti e della tutela contro la violenza di genere. Pasquale Bruscino, Governatore del Distretto 108 Ya Lions International, ha voluto rivolgere un ricordo a chi è vittima di violenza di genere.

“Non è solo in questa “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che noi Lions siamo impegnati per contribuire fattivamente a ridurre il triste fenomeno della violenza di genere.

La nostra è una presenza continua, quotidiana, che si sostanzia in azioni concrete e campagne di sensibilizzazione che vedono i Lions del Distretto 108 Ya con le loro professionalità, la loro passione, la loro sensibilità,  impegnati a dare il loro contributo nelle scuole, nella società e al fianco delle Associazioni e delle Istituzioni per creare una rete sempre più vasta che possa essere di supporto e sostegno alle Donne e a chi vive la tragica condizione di essere vittima di violenza di genere non solo fisica ma anche psicologica.

Le tragiche vicende di questi giorni che hanno visto fra le altre vite spezzate, la tragica fine della giovane esistenza di Giulia, ci portano a fare ulteriori riflessioni su quanto sinora abbiamo fatto e su quanto ancora dobbiamo fare come società e come Lions per combattere la violenza di genere e per essere sempre più vicini a chi vive situazioni di molestie e violenza.

Oggi, ma non solo oggi, il nostro pensiero va a tutte le Donne vittime di femminicidio, uccise dalla mano di chi doveva rispettarle e amarle e a chi è vittima di violenza di genere”.

 

A Ròsetta

Quando la nostra umanità viene provata da una malattia, ci sentiamo naturalmente vulnerabili, crollano le forze, la sofferenza diventa oggetto di riflessione e, per noi può essere viatico di salvezza; perché forgia la nostra fragile umanità.
Gesù Cristo ci insegna!… Il coraggioso non è colui che non ha paura, ma è colui che con l’aiuto di Dio vince ogni paura.
A Ròsetta
Nennè
Nun ce vò ‘nu pueta,
nun servo ‘o scrittore,
quanno te veno ‘o dulore
i’ me vesto ‘a duttore.
Nennè
Scusa s’io e vvote sbaglio
è ‘a fiamma ‘e ll’ammóre,
ca pe’ te calmà ‘o dulóre,
è ffòrte e i’ m’abbaglio.
Nennè
Ti ‘a mettere ncapo
ca si’ ssèmpe capace,
Tu si’ ‘o sole ‘a scentìlla
po’ bbene e p’‘a pace
‘e tutta chesta famiglia.
Nennè
Tu pe’ mme si’
sèmpe bbella,
pe’ nnuie si
‘a vera stella.
Rosè
Comme t’aggia dì…
Tu si’…’a raggione
‘e tutta ‘a vita mia.
Armando Fusaro

Arianna Ninchi: Ada Pace

Ada Pace è stata una delle leggende dell’automobilismo italiano. Tra gli Anni ‘50 e ‘60 è stata la più forte pilota italiana: una “corridrice”.

Oltre i meriti sportivi lampanti, quali sono le ragioni per le quali la sua figura va ricordata?

Ada è una leggenda per gli appassionati di motociclismo e automobilismo, sì. Noi, che abbiamo lavorato alla puntata che “Il segno delle donne” le ha voluto dedicare, siamo desiderosi di mostrare a quante più persone possibile quanto lei abbia percorso, di più… aperto una strada nuova per le donne della sua epoca. Come tutte le pioniere, merita di essere celebrata perché ha dimostrato che una donna può tutto. Nello specifico, però, credo che la sua vicenda dica molto della fatica per il femminile di affermarsi in ambiti tipicamente maschili. La sua è una storia di tenacia esemplare, coronata dal successo. Gli incidenti di percorso, i trucchetti meschini per metterla fuori gara, i reclami che ha dovuto affrontare, sono stati numerosissimi. Ma Ada non si è mai lasciata scoraggiare. E, cosa che in lei amo molto, spesso ha usato l’arma dell’ironia con i colleghi, fino al colpo di genio del soprannome “Sayonara” (arrivederci, in giapponese), inciso anche sulla targa posteriore delle sue auto. Dietro al suo bellissimo sorriso, ci sono grande consapevolezza e forza di carattere.

Pace cavalca anni complessi quanto alla libera determinazione femminile.

Qual è la genesi della sua passione sportiva e come si evolve?

Ada cresce nell’officina del padre e lì nasce la sua passione per i motori. La velocità le entra nel sangue, e poi le diventa impossibile farne a meno, come lei stessa in un’intervista dirà. La svolta cruciale per la sua carriera avviene intorno al 1956, con il passaggio dalla Vespa alle auto da corsa. La scelta non è stata immediata, anzi, al contrario, ci ha messo un po’ prima di dedicarsi solo alle quattro ruote. Mi chiedo quanta parte abbiano avuto nelle sue valutazioni il cuore e la ragione. E non ho una risposta certa, ma sento in lei molta intelligenza e autonomia di pensiero.

Per la corretta ricostruzione della figura di Ada Pace, fortemente osteggiata durante le competizioni, Lei si è avvalsa di numerosi fonti di archivio nonché di numerose testimonianze.

Quali difficoltà ha incontrato nella raccolta e nel discernimento?

Il lavoro sulle fonti è stato fatto prima del mio coinvolgimento in qualità di attrice, e immagino sia stato molto affascinante. La produzione mi ha consegnato un copione sul quale è stato per molti versi facile lavorare. Ho subito fatto i complimenti alla sceneggiatrice, Manuela Tempesta, per la qualità della sua scrittura. È stato poi importante confrontarmi con il regista, Marco Spagnoli, per fare delle scelte interpretative. Sono anche convinta del fatto che la disponibilità mostrata dal nipote di Ada, Antonio Pace, abbia fatto la differenza. L’ho conosciuto quando è sceso a Roma a consegnare scatole e scatole piene di interessantissimo materiale: c’è stato anche con lui uno scambio prezioso. Le immagini inedite e i filmati di repertorio hanno contribuito a rendere la puntata ricca di attrattive.

Donna coraggiosa, passionale e volitiva, letteralmente sommersa da “reclami ufficiali”, almeno in un caso sfocianti in un procedimento giudiziario.

Quale scotto ha dovuto pagare il suo essere una donna integerrima e impetuosa?

“Ogni volta io sono stata sola contro tutti”, nella seconda parte dell’intervista mi sentirete dire. Per poi subito aggiungere: “E mi sono anche divertita. Ho fatto cose pazze”. Ecco, credo che questa dichiarazione racchiuda, in un modo molto sintetico, la personalità di Ada. Gli ostacoli nel suo percorso sono stati molti, in primis la famiglia, che era contraria alla sua decisione di gareggiare, ma lei ha fatto ricorso anche a una sana pazzia per superarli. Nella trasmissione, la bravissima conduttrice Angela Rafanelli ed io raccontiamo aneddoti divertenti e poco dopo episodi drammatici, perché, scegliendo una vita contro corrente e senza limiti, Ada si è molto esposta alle intemperie, diciamo. Ma la complessità era proprio parte del suo carattere, cosa di cui anche era consapevole.

“Il segno delle donne” di RAIStoria celebra “Sayonara”, pseudonimo con cui era nota Ada Pace.

Per quale ragione, occorre un momento celebrativo per sottrarre una donna dal palmares impressionante all’oblio?

L’oblio cade anche sui miti. È un nemico invisibile contro cui, secondo me, vale la pena lottare. Da erede di una famiglia di attori, che molto ha dato all’arte e alla cultura italiane, sento su di me questo compito di mantenere viva e calda la memoria di chi ci ha preceduto. Credo però sia impossibile addossarsi questo sforzo da soli. Ci vuole un gran lavoro di squadra. Quello di Anele che, con Rai Cultura, produce “Il segno delle donne” è davvero un buon esempio di servizio pubblico.

Sebbene la partecipazione femminile allo sport stia gradualmente aumentando, le donne, spesso, sono relegate ai margini dei processi decisionali.

Il divario di genere diventa tanto più ampio quanto più apicale è la posizione?

Ho seguito e amato il calcio per anni, poi me ne sono allontanata. Ora seguo raramente lo sport, e ti posso rispondere solo dicendo che i cambiamenti sono in atto in ogni settore. Di certo noi donne dobbiamo lottare per far valere le nostre ragioni, per pretendere il rispetto e le posizioni che meritiamo. Quando un’amica ottiene un successo, una promozione, o raggiunge una posizione apicale, io sento il bisogno di esprimerle i miei complimenti, perché, non nascondiamocelo, le difficoltà per noi sono maggiori.

Lo sport è tradizionalmente un settore dominato dagli uomini.

In qual misura i progressi compiuti nella parità di genere in questo campo sono frenati dalle concezioni sociali di femminilità e mascolinità?

Non saprei dirti, anzi forse lo sport mi pare uno dei campi dove i cambiamenti sociali entrano più velocemente. Ad esempio, sottolineerei il ruolo portante e fondamentale delle Paralimpiadi nell’accettazione sociale della disabilità.

Gli stereotipi di genere prevalenti influenzano la partecipazione delle donne non solo ai processi decisionali nelle organizzazioni sportive, ma anche alla pratica sportiva.

I ruoli di genere tradizionali possono dettare il numero di ore che le donne dedicano ai compiti di cura?

Per le atlete e gli atleti l’allenamento deve essere continuo. Ma un po’ in ogni ambito, oggi, ci ritroviamo a pensare prima alla carriera e solo in un secondo momento alla vita privata. Quando Ada correva, comunque, le cose non erano più facili, anzi! Oggi le sportive e gli sportivi sono seguiti da un’équipe, hanno sponsor, ricchi premi. Per “Sayonara” ogni corsa era veramente un’avventura. Forse dovremmo recuperare un po’ quell’idea lì, che la vita tutta è una grande avventura, da affrontare con coraggio e, quando possibile, con il sorriso.

 

Arianna Ninchi studia recitazione presso il DAMS di Bologna. A teatro è diretta, tra gli altri, da Arnaldo Ninchi, suo padre, e da Piero Maccarinelli, Antonio Calenda, Ennio Coltorti, Gianfranco Calligarich, Anna Redi, Monica Nappo. Al cinema ha lavorato per Francesco Falaschi, Daniele Misischia, Leonardo Pieraccioni, Stefano Mordini, Filippo Bologna.

Giuseppina Capone

Un calcio al bullismo

L’impegno contro il bullismo dei Lions è testimoniato dai tanti Clubs che hanno aderito al Service “Un calcio al bullismo”. Ne parliamo con Rosalba Agresti, Coordinatore distrettuale Lions International Distretto 108 YA

Il fenomeno del bullismo è in aumento, come lo affrontano i Lions?

I Lions affrontano il fenomeno del bullismo proponendo un piano di interesse multidisciplinare mirando a costruire una comunità  che propone benessere attraverso lo sviluppo di sane relazioni.

Come va combattuto il fenomeno del bullismo?

Il fenomeno del bullismo va combattuto  con  interventi di educazione alla legalità e quello abilitativo per il benessere psicofisico della popolazione creando una rete tra  asl comuni e regioni.
“Un calcio al bullismo” è il Service distrettuale che porta avanti con la collaborazione e l’impegno dei Clubs del Distretto. Quanti Clubs hanno aderito?

Hanno aderito al Service una trentina di Clubs del Distretto 108 YA.
Quali attività hanno proposto e portato avanti i Clubs?

I Clubs hanno proposto varie attività per il bullismo dai convegni a interventi mirati nelle scuole per educare e formare  gli studenti e la cittadinanza sui fenomeni del disagio giovanile.

Antonio Desideri

 

(Foto: Danilo Gattola)

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