L’allegria del ragazzo di Monghidoro infiamma Alghero

Strepitoso Gianni Morandi all’Alguer Summer Festival. Sold out all’anfiteatro Ivan Graziani.

Una splendida serata riporta alla Riviera del Corallo e in tutta l’isola una ventata di gioia e spensierata allegria per le migliaia di persone   di ogni età – accorse all’anfiteatro Ivan Graziani nell’ultima domenica di luglio.

A pochi giorni dal successo di Biagio Antonacci, le gradinate e le poltroncine in platea vanno rapidamente esaurite in tutti i posti disponibili. I varchi d’ingresso sono aperti per una festosa processione già due ore prima dell’inizio del grande concerto.

L’attesa, sostenuta da tempo, è divenuta spasmodica per l’unica data 2023 in Sardegna, per il ritorno di Gianni Morandi.

“Go Gianni Go! Estate 2023” è il titolo dell’ultimo tour, realizzato con la produzione Trident Music, con il debutto estivo lo scorso sei luglio nella piazza Garibaldi a Senigallia.

L’approdo nel nord Sardegna segue l’ultimo concerto nella penisola di Matera e realizza uno straordinario appuntamento nel palinsesto dell’Alguer Summer Festival con il contributo dell’associazione sassarese Le Ragazze Terribili, storico brand culturale fondatore del festival musico letterario Abbabula, giunto quest’anno alla sua venticinquesima edizione.

Il ragazzo di Moghidoro, appare sull’imponente palco algherese intorno alle 21.30 con un disinvolto completo bianco. Si illumina la scena con una alchimia di luci e trailer digitali.

Ritraggono la prima vita dell’attore cantante agli albori dei “Sessanta” con le prime immagini in bianco e nero trasmesse dalla tivù di Stato.

Allegria è lo scoppiettante brano d’apertura   un dono creato dall’estro di Jovanotti per l’amico Gianni – incluso nell’ultimo album, Evviva!

Il trentacinquesimo nella longeva carriera musicale di Morandi, pubblicato lo scorso tre marzo da Sony Music.

E’ l’avvio di un mega show che ne include tanti, quanto le vite, del protagonista in ribalta.

Supportato da una band di tredici eccellenti musicisti. Rappresentanti almeno tre generazioni nella storia musicale italiana. Al pari della composita fascia anagrafica del pubblico. Immediatamente coinvolto dalla vitale empatia del cantante bolognese.

Naturale l’interazione con le scatenate fan sistemate nelle prime file sotto il palco.

Arriva subito un omaggio per Gianni, un berretto con i Quattro Mori di Sardegna.

Il repertorio è vasto, come la sua immensa carriera.

Brani storici: Se perdo anche te – Occhi di ragazza –VarietàBella Signora.

Impossibile citare tutti i titoli dei brani visitati in oltre due ore consumatesi in un bellissimo viaggio sonoro.

Realizzatosi grazie ad un perfetto interplay musicale sul palco. Con la direzione dei suoni affidata al Maestro Luca Colombo, prima chitarra elettrica insieme al collega Michele Quaini.

Una performante sezione fiati riunisce Ambrogio Frigerio al trombone, Nicholas Lecchi al sax e la giovanissima – ventenne –Camilla Rolando alla tromba.

Quest’ultima protagonista nello struggente omaggio per Lucio Dalla nella interpretazione di Futura.

La dedica per l’amico fraterno, scomparso prematuramente nel 2012, include un commovente arrangiamento di Vita. Accompagnata dalla vibrante esecuzione di Roberto Tiranti. Non può mancare la cover di Caruso nel tributo a Lucio.

Tiranti è voce solista, nella terna del coro in scena, insieme con Silvia Olari e Alessandra Kidra.

La prima, esemplare nell’interpretazione in duo di In amore. Brano che valse il secondo posto al Festival di Sanremo nel 1995 per la coppia Morandi – Barbara Cola, dopo Giorgia che vinse con la canzone Come saprei. 

Al pari della seconda, Alessandra Kidra, magistrale nell’accompagnare Morandi in Grazie perché.

Con la Kidra, Morandi intrattiene un esilarante siparietto nella seconda parte dello show, per l’assunzione di tre pillolette del piano terapeutico per tutelare la sua veneranda età (classe 1944).

Lo stesso Morandi ironizza sulla sua longeva carriera, parafrasando l’amico Fiorello: “dall’eterno ragazzo a… l’eterno riposo è un attimo!” – scatenando risate scaramantiche dalla platea.

Tutti i musicisti hanno l’opportunità di offrire nelle rivisitazioni dei brani, il proprio talento: Maurizio Campo al pianoforte, Michele Lombardi alle tastiere, Ricky Quagliato alla batteria, Daniele Leucci alle percussioni.

Non da ultima, completa la sezione acustica, la bravissima Paola Zadra al basso elettrico.

Prima dei prolungati bis, c’è lo spazio per gli intramontabili: Andavo a cento all’ora – Un mondo d’amore – Fatti mandare dalla mamma.

E il pubblico che non vuole più lasciarlo, balla in piedi con Banane e lamponi.

Difficile descrivere altro con l’adrenalina e le emozioni vissute in questo viaggio musicale.

La possibilità migliore è viverlo in una delle prossime tappe. Con il sud della penisola pronto ad accogliere il “Go Gianni Go!”

Dopo la Sicilia e una puntata a Malta, sono due gli appuntamenti in Campania: il venti agosto a Baia Domizia e il 28 a Benevento.

Luigi Coppola

 

Foto Luigi Coppola

Discorsi sulla bellezza

La bellezza è soggettiva. La bellezza è oggettiva.

È possibile discutere obiettivamente circa la Bellezza senza essere influenzati dal proprio senso e gusto?

Nella raccolta di saggi “Discorsi sulla Bellezza” edito da Pensa, io e i coautori, esperti in discipline molto diverse tra loro dall’arte alla letteratura, dalla filologia classica alla filosofia, dalla musicologia alla sociologia, dalla teologia alla psicologia, abbiamo indagato approfonditamente il tema della bellezza nel tentativo di afferrare l’inafferrabile. Bellezza oggettiva o soggettiva? Il libro porta alla luce alcuni criteri eterni di bellezza – riferibili ad esempio alla sezione aurea, rapporto armonico presente in natura, nelle arti figurative e in matematica – ma indaga, al tempo stesso, il ruolo assunto dalle emozioni nell’attribuzione soggettiva di valore estetico ad un’opera d’arte, ad uno stimolo, dando origine, in alcuni casi, a sintomi psicosomatici transitori, la nota “Sindrome di Stendhal” con estasi e paralisi contemplativa.

Il bello per Aristotele e Platone è il “Vero”. Nell’età moderna, Vico afferma un altro criterio, secondo cui il “vero” è il “fatto” (verum – factum).

Unificando questi due criteri si ricava la forma occidentale della bellezza?

Imbrigliare il segreto della bellezza in dogmi occidentali, orientali, in regole, criteri… è operazione, secondo me, destinata a perdere. Il mio tentativo è stato ed è, viceversa, di aprire e non di chiudere a punti di vista differenti che possano far luce sulle implicazioni eterne del contagio positivo della bellezza.

Oggi, l’opera d’arte è intellettualizzata: l’opera d’arte è “operazione” sul corpo

dell’arte; si fa meta-arte ed in molteplici correnti si traduce in una discesa agli inferi dei materiali dell’arte.

Cosa ne pensa dell’arte che si congiunge con il residuale, con l’immondizia?

Sono cauta nell’esprimermi, qui subentrano suggestioni personali non essendo esperta d’arte. Sono contagiata dal bello eterno, dalle opere della Natura. L’arte moderna la rispetto, ne comprendo il messaggio ma raramente, a mio avviso, tocca punte di eterna bellezza.

Può commentare l’aforisma di Ernst Jünger: “Il mondo diventa sempre più brutto e si riempie di musei”?

Le brutture del mondo credo ci siano sempre state, siamo solo più coinvolti da una rete che ci informa in tempo reale. La bellezza non trovo sia chiusa nei musei anzi apprezzo molto i musei che custodiscono e si prendono cura delle opere che altrimenti andrebbero in rovina. Una nota negativa è nella fruizione, ridotta nei tempi e accelerata nei ritmi, molto spesso pari a quelli di una catena di montaggio. Occorrerebbe maggiore rispetto e la ricaduta, anche a livello culturale, sarebbe sicuramente positiva.

L’educazione e la cultura possono costituire una soluzione eroica per contrastare la volgarità, il pressapochismo ed aprirsi all’invisibile?

La chiave è proprio questa: educazione al gusto, ai sentimenti, al bello.

Il contagio della bellezza è tangibile: amministro da anni un gruppo Facebook “Arte Bellezza Conoscenza” in cui le volgarità sono pari a zero e il bello mostra il suo benefico effetto quotidianamente su comportamenti, pensieri, proposte. In chiusura di questa intervista mi permetto di allegare un mio breve testo tratto dal libro di prosa poetica “Lettere dalle nuvole” esemplificativo delle ricadute positive della bellezza.

 

E se l’antidoto alla rabbia fosse la bellezza?

Chi avrebbe mai moti aggressivi e violenti

se educato dall’infanzia alla grazia e alla gentilezza.

 

La bellezza gratifica e seda la rabbia

dona pace agli animi, nutrendoli.

 

Non una mera promessa

che se non mantenuta alimenterebbe frustrazioni e malcontento

ma esperienza di ricerca e cura del bello in tutte le forme

che il nostro generoso mondo possiede e dona.

Stefania Aurigemma vive a Roma, è psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni, specializzata in Formazione Formatori, esperta in Gestione Integrata della Qualità. Ha svolto attività di consulenza nell’ambito della Formazione Manageriale e della Gestione delle Risorse Umane presso primarie aziende nazionali, enti pubblici e Organismi di Certificazione. È autrice di numerose pubblicazioni in tema comportamenti organizzativi efficaci ed ha curato volumi sulla Qualità della Formazione tra cui Formazione innovativa per la qualità – Metodologie, strumenti ed esperienze, Nuovo Studio Tecna, 1999; Formazione nella sanità come strategia di cambiamento, (con Rita Pomposini), Nuovo Studio Tecna, 1999; Qualità e fattore umano (con Massimiliano Galli), Nuovo Studio Tecna, 1999. Recentemente ha orientato i propri interessi verso la psicologia del profondo ad orientamento junghiano. È autrice dei libri di prosa poetica Lettere dalle Nuvole, L’Inedito Edizioni (2018) e I tempi dell’anima, Luca Pensa Editore (2019), curatrice delle raccolte di saggi Autenticità, Pensa Editore (2021), e Discorsi sulla bellezza, Pensa Editore (2023).

Giuseppina Capone

Un nuovo mondo su Marte: i pericoli dell’IA

L’esordiente Goffredo Tripi trascina con il suo Alpha, per i tipi di Effigi Edizioni, il lettore in una storia di fantascienza che travolge e fa riflettere. Ma veniamo alla storia.

Un gigantesco meteorite colpisce il pianeta Terra nel 2187 devastandolo e cancellando ogni forma vivente. Gli unici sopravvissuti dell’umanità sono quelli che abitano la colonia di Marte costituita nel 2053 dalla Società Scientifica Internazionale “e, successivamente, sostenuta e irrobustita da un manipolo di nazioni e multinazionali, aveva realizzato un nuovo modello di struttura geopolitica e sociale. A poche ore dall’Assemblea delle Nazioni di Marte”, incontro assolutamente fondamentale per “il futuro degli abitanti del pianeta, l’impossibile accade: da una remota stazione scientifica realizzata al polo boreale marziano, un gruppo di ricercatori, intento nella mappatura da remoto della superficie della Terra, si accorge che sul pianeta “morto” è apparso come dal nulla un gigantesco manufatto alieno. Misteriosa l’origine, ignoto il significato, sconosciute le sue intenzioni”.

E da qui si dipana un’interessante costruzione narrativa sicuramente interessante per gli appassionati di fantascienza e per i lettori e un monito legato a profondi timori sulla reale pericolosità della Intelligenza Artificiale. Non diciamo di più per non svelare il finale di questo romanzo di Tripi che speriamo non si avveri mai per il bene dell’umanità ma resti sempre e solo un capitolo della vasta letteratura e filmografia fantascientifica.

Antonio Desideri

 

L’impegno continuo dei Lions International – Distretto 108 Ya

Si è chiusa ieri la due giorni programmatica dei Lions del Distretto 108 Ya presso la sala del Centro Congressi dell’Hotel Royal-Continental di Napoli, location scelta per accogliere i rappresentanti provenienti da Basilicata, Calabria e Campania che hanno avuto modo di incontrarsi, scambiare esperienze, ascoltare gli interventi che hanno illustrato mission, lavoro svolto e da svolgere sui territori.

Molti i momenti ad alta carica emozionale quali la cerimonia della “Sfilata delle Bandiere” del “Campo Vesuvio” con la presenza dei giovani ospiti del campo, il saluto di un partecipante degli scambi giovanili e la cerimonia di giuramento del Governatore Pasquale Bruscino con il passaggio di consegne dell’Immediato Past Governatore Franco Scarpino.

Di particolare interesse la relazione del Governatore Bruscino il quale ha illustrato il programma per l’anno sociale 2023-2024 che si muove nel solco della continuità con i suoi predecessori ponendo però l’innovazione come uno degli elementi distintivi per un maggiore sviluppo operativo e una maggiore diffusione delle attività. Il motto scelto da Pasquale Bruscino coniuga “Affidabilità e Concretezza” e a questi due parole semplici ma dense di significato si dovranno ispirare nel concreto tutte le azioni, le iniziative, i service di quest’anno.

Non va dimenticato che i Lions International sono un’Associazione internazionale di servizio che si compone di 1,4 milioni di soci distribuiti in 49.000 club nel mondo che lavora per migliorare la salute e il benessere, rafforzare le comunità e sostenere chi ha bisogno, a livello locale e globale operando nello spirito dello storico motto “We Serve” (Noi Serviamo).

Un anno, quello che inizia per il Distretto 108 Ya, che vedrà un grande impulso, coinvolgimento ed impegno da parte di tutti.

Orsola Grimaldi

Maghi, streghe e guaritori, un viaggio nell’arte e nel tempo

Un interesse quello di Rosalda Bologni per il mondo dell’esoterismo e la tradizione nei riti di guarigione e nell’arte dagli egiziani al web passando per le campagne senesi che “attraverso un viaggio nel tempo e frequenti rimandi all’arte, si propone di accompagnare il lettore nella ricerca di curiosi legami esoterici tra magia e operatori della tradizione” con il suo libro pubblicato da Effigi dal titolo “Maghi, streghe e guaritori”.

Un interesse nato nel periodo dei suoi studi universitari condotto alla Facoltà di Lettere dell’Università di Siena seguendo l’insegnamento di “Storia delle Tradizioni Popolari” tenuto dal professor Pietro Clemente negli anni ’70-80 del secolo scorso.

Il volume è arricchito da disegni ed illustrazioni e accompagna il lettore alla scoperta dell’esoterismo. La prima parte è dedicata  a “Esoterismo, religione e magia presso gli Egizi”, la seconda a “Esoterismo, tradizioni popolari e stregoneria, anche nell’area senese”, la terza a “Stregoneria e capacità di guarire nella tradizione popolare”.

Un volume da scoprire in particolare per gli appassionati dell’esoterismo.

Bianca Desideri

Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”: Disabilità e diritti per una società più inclusiva

Presso la sala conferenze del Museo archeologico di Nola si è tenuto il 16 giugno scorso un incontro organizzato dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” sul tema della disabilità.

Il dibattito è stato aperto dal presidente del Club, dott. Nello Manzi, che ha sottolineato come sia importante l’impegno e il dispendio di attività soprattutto tra i giovani, che contribuiscono ad alimentare il concetto di “inclusività”.

Nonostante i pochi fondi destinati alle attività di inclusione, nei vari comuni della Città Metropolitana di Napoli esistono diversi spazi dedicati alle persone con disabilità, ma purtroppo, come ha tenuto a precisare il Consigliere delegato della Città Metropolitana Giuseppe Bencivenga che ha portato i saluti del Sindaco della Città Metropolitana prof. Gaetano Manfredi, spesso questi spazi vengono occupati da chi non dovrebbe, esempio lampante il posto auto. L’assessore alle Politiche Sociali, Sport e impianti sportivi, Affari Generali e Istituzionale, Turismo, Associazionismo e Politiche Giovanili del Comune di Nola Giuseppe Napolitano, si è ricollegato al tema citando le organizzazioni sociali, come i Lions, che contribuiscono a rendere più viva che mai “l’inclusività”.

Importante ed incisivo l’intervento dell’attuale Governatore del Distretto 108 YA Lions Club International, dott. Pasquale Bruscino.

Rimanendo nell’area nolana, ha preso parola il direttore del museo, il dott. Giacomo Franzese, il quale ha molto a cuore questo tema e ha illustrato agli intervenuti che il museo archeologico di Nola ha sviluppato diverse disposizioni per rendere efficiente la visita anche alle persone con disabilità. La visita deve essere uguale per tutti, infatti le attività per i disabili dovrebbero essere normali, una normalità auspicata dall’ing. Ada Minieri, Consigliere Segretario dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Napoli che ha portato i saluti del presidente dell’Ordine e ha sottolineato l’importanza della formazione alla disabilità come insegnamento nelle scuole.

L’Avv. Arcangelo Urraro,  Segretario dell’Unione regionale dei Fori campani, ha portato i saluti dell’Unione e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola. L’inclusività, secondo l’avv. Arcangelo Urraro, va inserita nel percorso formativo di ognuno, anche autonomamente, visto il preoccupante 20% in meno di fondi rispetto alla media europea. C’è da dire che questo è stato sostenuto anche da altri interventi come quello della prof.ssa Maura Striano, Assessore alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli, della dott.ssa Esther Flocco, presidente nazionale dell’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), dell’avv. Giusi Lanzaro,Presidente della II Circoscrizione Distretto 108 YA Lions Club International.

L’avv. Francesco Urraro,  Consiglio di Presidenza del Consiglio di Stato, in primis ha ringraziato il presidente del sitting volley di Nola, campione d’Italia, Guido Pasciari, responsabile della “normalità” di questo sport, oltre ogni difficoltà o discriminazione incontrate nei percorsi sportivi. Successivamente si è augurato che presto venga eliminato il Ministero delle disabilità, non per qualche avversione contro il governo, ma perché se dovesse cessare di esistere questo ministero, cesserebbero l’emergenza e le misure specifiche per i disabili e quindi si arriverebbe alla cosiddetta normalità con i diritti garantiti e tutelati.

In collegamento da remoto, come altri relatori, anche il prof. Massimo Fragola, Docente di Diritto dell’Unione Europea Università della Calabria e Presidente SSIP Seminario Permanente di Studi Internazionali, l’Ing. Franco Del Conte, Segretario Generale AIPROS (Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza), la dott.ssa Patrizia Ordasso, Responsabile DC AP Affari Sindacali Gruppo Intesa Sanpaolo che ha evidenziato come Intesa Sanpaolo usufruisca di un team di disability manager molto efficiente e l’attività svolta in favore delle lavoratrici e dei lavoratori  e delle loro famiglie nell’ambito del Gruppo anche in collaborazione con le OO.SS..

Il Dott. Giuseppe Desideri, Segretario Generale UMEC-WUCT World Union of Catholic Teachers ha evidenziato l’importanza del tema nell’ambito della formazione, della scuola e dell’Università e come si debbano creare interrelazioni.

Uno degli ultimi interventi invece è stato quello del prof. Alessandro Pepino, Delegato del Rettore per la Disabilità e DSA dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”con i suoi dati sul team della sua Università, che fornisce percorsi di laurea a persone con disabilità, con una diversificazione al processo formativo, ma, nonostante ciò, porta ad un 90% di occupati post-laurea. Il dato negativo riguarda sicuramente quel 10% di non occupati, formato da persone con gravi disabilità, molto spesso non prese in considerazione dalle aziende.

La dott.ssa Giovanna De Leo, Responsabile Cure Primarie ASL NA3 Sud – Distretto 5 A, Responsabile GMA “Squadra supporto dei Leader” Area statistiche e ricerca formativa Distretto 108 YA Lions Club International ha fornito dati comparandoli con quelli del professore Pepino.

Un ulteriore intervento in questo convegno ha visto protagonista l’ing. Paola Astuto, Coordinatrice Commissione Pari Opportunità dell’0rdine degli Ingegneri della Provincia di Napoli,  la quale ha proposto corsi di formazione finanziati con i fondi del Pnrr, per rendere la disabiltà parte integrante della vita quotidiana. Per segnalare gli impegni nel sociale e come Terzo Settore è intervenuto il dott. Maurizio Di Gennaro, Presidente CdA Coop. Umanista Mazra – Coop. soc. a r.l. Onlus.

Le conclusioni e i saluti sono stati tenuti dal dott. Giovanni Meo, Referente Distrettuale del Service “Un poster per la pace” e già Referente Distrettuale “Cani Guida” Distretto 108 YA Lions Club International., con la proiezione di un video sui cani guida.

Il tutto è stato reso possibile grazie alla moderazione e al coordinamento della giurista e giornalista Bianca Desideri che insieme all’avv. Claudio De Leo e con la collaborazione della dott. Gelsomina Cepparulo, consorte del presidente Manzi, ha organizzato l’evento per il Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”.

La presente tavola rotonda ha avuto valore per l’acquisizione di crediti formativi presso l’0rdine degli Avvocati di Napoli e presso l’0rdine degli Ingegneri della Provincia di Napoli.

Rocco Angri

 

 

(Foto: Modestino Annunziata e Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” per gentile concessione)

Nicola Cotugno: Fare scuola a Scampia- Buone pratiche digitali per la coesione educativa

Scampia è una periferia napoletana certamente difficile, dimenticata e, soventemente, mistificata.
Un contesto di marginalità sociale e di povertà educativa.
Come “si fa scuola”? Quali pratiche mettere in campo?
Nicola Cotugno, architetto, esperto in tecnologie didattiche, progettista di ambienti di apprendimento multimediali, avvalendosi delle testimonianze di studentesse e studenti raccolte dal 1996 al 2021 all’ITI “Galileo Ferraris”, narra di “Buone pratiche digitali per la coesione educativa”: dal videogioco didattico alla costruzione di siti web.
Marco Rossi Doria nella Postfazione scrive: “Il tratto distintivo delle esperienze qui raccolte è il sostegno al protagonismo dei ragazzi, al loro fare, alla loro ricerca che può espandersi e diventare progressivamente loro propria, lontana, anche, da noi, emancipata dalla nostra presenza. […] Queste pagine sono buon antidoto a un’idea di comunità educante formale o fredda, scritta da qualche parte ma non vissuta, che non abbia al centro i ragazzi, che non sia fondata sull’esperienza poliedrica e rischiosa della scoperta, che non sia autenticamente aperta sulla città e sul mondo. Perché sono pagine che mostrano il lavoro vivo, faticoso, artigianale, incerto e sorvegliato che il costruire comunità educanti autentiche comporta. […] Questo libro è una meravigliosa offerta creativa di soluzioni possibili di uso delle tecnologie per lo sviluppo di competenze grazie a una ricerca sperimentale delle opportunità trasformative e della leva di cambiamento delle ICT per la scuola in una periferia difficile.”
Con spiccata sensibilità pedagogica vengono illustrate le esperienze didattiche realizzate nel corso di oltre 25 anni con il prezioso ed innovativo contributo delle tecnologie digitali e multimediali, adoperate in senso non meccanico bensì umanistico, mai  tecnocratico, proprio per edificare nei giovani consapevolezza critica nell’uso del digitale, della rete  e della realtà aumentata senza temere derive. D’altro canto già Isaac Asimov aveva ammonito sin dagli anni ’40, indicando la via etica da seguire per non consentire alle macchine ed all’intelligenza artificiale di manifestarsi come distruttiva: “Un robot non può recare danno agli esseri umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri umani ricevano danno”; “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, tranne nel caso che tali ordini contrastino con la Prima Legge”; “Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, purché ciò non    contrasti con la Prima e la Seconda Legge.”
Emerge che sia ottimale applicare un’ottica chiaramente istituzionalista ed apertamente libertaria, affatto “istruzionista”, nonostante l’Istituzione scolastica sia normata ed incastonata in “un’architettura di sistema” spesso inamovibile: l’assunto è che ciascun ragazzo sia unico e che sia ineludibile incentivare lo sviluppo della creatività,  dell’autonomia di giudizio critico e delle singole espressività.
Giuseppina Capone

Pagliacci di Ruggero Leoncavallo: a Sassari la grande lirica in piazza d’Italia

Una straordinaria ribalta a cielo aperto. Imponente produzione dell’Ente de Carolis.

“I Pagliacci conobbero un successo straordinario e ancor oggi è una delle opere più rappresentate al mondo. Tuttavia ha suscitato numerose polemiche che durano ancora oggi, per una presunta volgarità del testo. ‘Grand Guignol in bello stile – ha scritto Antonio Gramsci – che richiama sempre alla impressione violenta, passionale, vecchi e nuovi uditori sempre numerosi’. Opinione condivisa anche da Boito, Puccini e Rimskij-Korsakov. A differenza di Mascagni, la produzione successiva di Leoncavallo, soprannominato ‘Leonbestia’ da Puccini, non ebbe la fortuna di quel primo capolavoro. La ‘Bohème’ (1897) rappresentata 15 mesi dopo quella pucciniana viene oggi eseguita raramente, come Zazà (1900). In sostanza di Leoncavallo, oltre ai ‘Pagliacci’, è rimasta in repertorio soltanto la bella romanza ‘Mattinata’, ripresa anche in versione pop. Troppo poco per un musicista che andrebbe riscoperto e riconsiderato.”

Le note sopra riportate, tratte dal libretto dell’opera, nel “Prologo” del verismo, a cura del prof. Antonello Mattone, risaltano lo stile e la sostanza nei contenuti drammaturgici di un’opera sottostimata rispetto alle sue potenzialità, al pari del suo Autore.

Una circostanza che amplifica il buon esito del grande progetto di arte diffusa, realizzatosi per la prima volta, nella principale piazza di Sassari, una delle più belle d’Italia, con la realizzazione di “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo.

Il  nuovo allestimento dell’Ente de Carolis, evento di punta di Sassari estate, è stato un grande successo una scommessa vinta per l’Ente.

Applausi scroscianti, molti dei quali a scena aperta, hanno accolto la prima esecuzione dell’opera lirica in piazza d’Italia. L’evento di portata storica, inserito nel cartellone della stagione lirico-sinfonica del de Carolis, realizzata grazie al contributo del Ministero, della Regione, del Comune di Sassari e della Fondazione di Sardegna, è andato in scena venerdì sette luglio.

A disposizione del pubblico novecento posti a sedere numerati (alcuni dei quali aggiunti solo poche ore prima dell’inizio del concerto per cercare di accontentare le tante richieste).

Migliaia di persone in piazza a seguire l’opera: alcuni seduti con le proprie sedie portate da casa e sistemate dietro le transenne; altri ancora nei tavoli dei bar diventati palchi d’opera.

Un grande palco montato sulle scalinate di Palazzo Sciuti, in una postazione studiata dal progettista dell’allestimento Emilio Sonnu e dalla scenografa Antonella Conte, ha favorito la visione dello spettacolo da tutti i lati della piazza.

L’acustica è stata adeguata al contesto sinfonico con la giusta amplificazione curata da Alberto Erre. La gestione delle luci, curata da Tony Grandi, ha caratterizzato una scenografia memorabile in un teatro  a cielo aperto.

Eccellenti i protagonisti in ribalta. Un cast di caratura internazionale: Angela Nisi (Nedda), Luciano Ganci (Canio), Marco Caria (Tonio), Murat Can Guvem (Peppe), Gabriele Nani (Silvio).

Perfetta l’interpretazione musicale dell’orchestra del de Carolis, diretta magistralmente dal Maestro Sergio Oliva, storico direttore d’orchestra dell’Opera di Roma.

All’unisono le prestazioni del coro del de Carolis diretto da Antonio Costa e del coro delle voci bianche della corale Canepa diretto da Salvatore Rizzu.

Una produzione imponente, inedita non solo per la Sardegna, resa possibile da una decisiva azione corale dei soggetti istituzionali sopra citati, coordinati da una impareggiabile direzione artistica del Maestro Alberto Gazale, capace, insieme al presidente, prof. Antonello Mattone, di rinnovare la missione dell’Ente de Carolis, quale promotore di teatro diffuso. Affinché la distanza fra l’arte e il pubblico sia sempre più breve, con una fruibilità senza barriere, aperta per tutti.

L’entusiasmo di Sassari ha fatto il resto. L’idea di replicare l’iniziativa per il prossimo anno è già in cantiere.

Intanto al teatro comunale di Sassari è attiva la prevendita per gli abbonamenti della stagione autunnale. Fra le opere programma “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, diretto dal Maestro Roberto Gianola e il “Nabucco” di Giuseppe Verdi per la direzione del Maestro Fabrizio Maria Carminati.

Luigi Coppola

 

(Foto di Luigi Coppola: Il direttore artistico Alberto Gazale – nel testo: I protagonisti Luciano Ganci – Angela Nisi)

 

 

“Eccellenze napoletane”, un riconoscimento al poeta Renato Cammarota

Il bravissimo e poliedrico poeta Renato Cammarota è stato ospite della manifestazione “Eccellenze Napoletane la kermesse culturale che, come ogni anno, premia di chi con il proprio operato ha contribuito a fare cultura.

L’iniziativa si è tenuta  il 30 maggio presso Palazzo Migliaresi a Pozzuoli.  Il noto poeta e scrittore napoletano ha presentato al pubblico e alle personalità istituzionali presenti il suo importante lavoro, unico nel suo genere per l’accuratezza con cui  è stato realizzato. Si tratta di un traduttore italiano-napoletano,  strumento semplice ma al tempo stesso molto sofisticato per i risultati che riesce a raggiungere. Come si sa la lingua napoletana è complessa e spesso per uno stesso termine esistono più significati.

Nel corso della manifestazione, tra le altre personalità presenti, riconoscimenti per il lavoro svolto sono andati al Sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, al Sindaco di Bacoli, Josi della Ragione, al Sindaco di Monte Procida, Giuseppe Pugliese,  e al Sindaco di Quarto Antonio Sabino. Nell’ambito medico sono stati premiati il prof. Giuseppe Fiorentino, Direttore Sanitario dell’Ospedale dei colli e  il Prof. Nicola Capuano, primario di Ortopedia e traumatologia presso l’Ospedale Buon Consiglio, per la cultura fra gli altri il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano e il Presidente del Parco della Regione Campania Francesco Maisto.

Antonio Desideri

Mattia Zangari: La santa e il Giglio. Mistiche nella Firenze del Seicento

Religiosità, mistica e autorialità: in quale prospettiva va intesa la santità femminile nel Seicento?

La santità delle donne, in un secolo tanto vivace quanto controverso, sottende una pluralità di prospettive indagabili. Molte delle mistiche secentesche sono state monache, ma anche scrittrici, ragion per cui la dimensione della religiosità e quella della scrittura risultano sostanzialmente appaiate: si intersecano, si avviluppano, si confondono.

Leonora Ramirez de Montalvo, Maria Triboli, Diomira Allegri, Maria Angiola Gini, Anna Caterina Guasconi: è possibile rintracciare tratti comuni nella tradizione agiografica che le rende protagoniste?

Assolutamente sì, anzi il problema è che sembrano tutte uguali, almeno stando a quello che dicono i loro biografi. Tutte hanno le visioni (le visioni, peraltro, hanno sempre gli stessi attori: il Christus passus, Gesù Bambino, la Vergine, lo stesso novero di santi). Nonostante il quadro di riferimento sia l’età moderna, un’altezza cronologica in cui le stigmate visibili sono ‘pericolose’ (nel senso che le donne che sostengono di averle vengono guardate con sospetto), molte delle mistiche che ho studiato (e in alcuni casi ri-scoperto) affermavano di avere i sacra signa. Ciò che determina queste somiglianze è, perlopiù, la prospettiva dei biografi, nel senso che gli agiografi sistematizzano dei ritratti a penna attribuendo carismi e virtù che erano topici, già caratteristici della santità femminile del Medioevo: la frugalità del puer senex, lo zelo del miles Christi, il conflitto genitoriale per la scelta monastica o para-monastica ecc. Inoltre c’era stata la ‘rumorosa’ canonizzazione di Teresa d’Avila, motivo per cui le mistiche che ho studiato, in molti casi, sono ‘tratteggiate’ con gli stessi carismi teresiani: la transverberazione, le virtù eroiche, l’attrazione per i romanzi di cavalleria ecc. Senza contare che in Italia c’era stata Maria Maddalena de’ Pazzi – un doppio della santa avilana –, che può essere considerata la santa italiana della Controriforma.

Il testo approfondisce le formule tipiche della “prassi” agiografica sei-settecentesca.

Quali sono i topoi adoperati?

La prassi rappresentativa dell’agiografia di allora si rifà sia ai luoghi comuni medievali sia a quelli controriformistici, ragion per cui, nel ritratto della mistica fiorentina del Seicento, è possibile rinvenire, per esempio, tanto gli elementi della militia Christi e della mulier virilis (tipici del santo medievale) quanto quello dell’esaltazione dell’obbedienza o dell’avversione nei confronti delle grate del monastero (caratteristici della Controriforma).

Diomira Allegri ed il dono delle stimmate. “Non credo che un pennello l’avesse così ben dipinte”: può commentare questa nota visiva

così suggestiva?

Suor Diomira Allegri del Verbo Incarnato è una mistica secentesca che vive la sua breve ma florida vita mistica all’ombra del chiostro. Alla sua morte, il 17 dicembre 1677, medici e monache esaminarono il suo corpo, nel tentativo di rinvenire le stimmate che si diceva avesse prodigiosamente ricevuto in dono. Cominciarono i processi e le redazioni dei libri delle testimonianze; in una di esse, la consorella-segretaria, suor Reparata de’ Montagnani, affermò che Diomira, la notte del lunedì santo del 1676, aveva avuto una crisi, durante la quale si era disposta a forma di croce e proprio allora, tra le mani della monaca, si videro uscire vesciche essudanti e sanguinolente. Le ferite, affermà Reparata, erano «livide», ma fatte «bene e pari», tanto da sembrare dipinte.

Delle figure che ha delineato quale ha maggiormente destato il suo interesse?

Trovo che Leonora Ramirez de Montalvo sia forse, tra tutte, la figura più ricca e poliedrica: mistica, educatrice, scrittrice e drammaturga. I testi agiografici sono altrettanto vivaci perché traboccano di visioni, estasi, stimmate, ma anche immagini: tutto coopera a delineare un ritratto mirabolante.

 

Mattia Zangari

Dottore di ricerca in Discipline letterarie e filologiche moderne e linguistiche alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è Marie Skodowska Curie Fellow all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Oltre a vari articoli su riviste internazionali, ha pubblicato Tre storie di santità femminile tra parole e immagini (Narr, 2019) e Santità femminile e disturbi mentali fra Medioevo ed età moderna (Laterza, 2022).

Giuseppina Capone

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