L’importanza delle attività educative per i bambini

I bambini sono in continua ricerca di nuovi stimoli e nuove cose da scoprire e, infatti, sono in costante apprendimento e assimilano tutto ciò che gli viene spiegato con una rapidità sorprendente. Ed è proprio mentre crescono e imparano cose nuove che iniziano a sviluppare e riconoscere i loro sensi, soprattutto durante le attività scolastiche.

Le attività creative, musicali e culinarie, durante la fase infantile, sono di fondamentale importanza poiché sollecitano, appunto, i loro sensi: l’olfatto, l’udito, la vista, il tatto, il gusto. Di attività creative educative ce ne sono tante come ad esempio dipingere (imparare ad elaborare lavori creativi con i colori e con diverse tecniche), che fa emergere il loro lato inventivo; aiuta a comprendere loro quanti metodi esistono per dare sfogo alla fantasia.

Uno dei metodi spesso utilizzati dai più piccoli, soprattutto negli asili, è  la tecnica di colorazione con le loro mani senza l’utilizzo dei pennelli. Questo metodo suscita in loro grande curiosità nello scoprire quante cose possono essere in grado di creare da soli con il proprio corpo. Maneggiare i  pennelli o pennarelli, invece,  aiuta loro a comprendere che si possono utilizzare diversi strumenti per dipingere e suscita in loro forte interesse e desiderio di imparare cose nuove, termini nuovi e padroneggiare oggetti nuovi da soli ed è soprattutto fondamentale per insegnare loro l’importanza della precisione, della disciplina e della concentrazione. Inoltre, queste attività sviluppano il loro lato empatico poiché imparano l’importanza del lavoro di gruppo e del rispetto verso il prossimo. Per di più, i colori sono potenti attivatori di sensazioni, fantasie e immaginazioni, in particolare i colori pastello (più utilizzati nelle scuole) sono simbolo di amore, eleganza e dolcezza. Dunque, lo stato emozionale che vivono i bambini quando sperimentano questi colori è il senso di gioia, amore e uno stato personale di serenità. Passando invece all’arte culinaria è solito, durante le attività scolastiche infantili, cercare di creare un connubio tra cibo e creatività. Ad esempio, formare il volto di un orso utilizzando diversi alimenti stimola nei bambini estrema immaginazione, e poi lavorano, anche in questo caso, sui loro sensi. Ancora, il profumo della frutta si fonde perfettamente con il mondo degli animali, quindi, il loro lato empatico viene fortemente stimolato in quanto questa attività è un ottimo riferimento all’ambiente e al mondo animale.

Anche la musica, per i bambini, fa parte delle attività educative perché non è solo divertimento, bensì dona loro l’opportunità di conoscere nuove forme di comunicazione, migliora la loro capacità di ascolto, la loro attenzione, la loro memoria, e stimola l’espressione corporea e la coordinazione. Difatti, l’educazione musicale, è appunto considerata appartenente al ramo della comunicazione. Un altro basilare insegnamento da parte della musica per i bambini è la conoscenza culturale. Insomma, la musica è un’altra fondamentale disciplina completa imprescindibile per una sana crescita dei bambini.

Alessandra Federico

Museo e Real Bosco di Capodimonte, ingresso gratuito domenica 2 aprile

Una domenica tutta da vivere, quella del 2 aprile, al Museo e Real Bosco di Capodimonte visitabili con ingresso gratuito senza necessità di prenotazione.

Prosegue quindi l’appuntamento con la #domenicalmuseo, iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei italiani e nei parchi archeologici statali.

Sarà possibile accedere e visitare: il primo piano con la Collezione Farnese, la Collezione De Ciccio, la sezione dell’Armeria Reale, le sale dell’Appartamento Reale dalle 8.30 alle 19.30 con ultimo ingresso alle 18.30; nella sala Causa, dalle 10 alle 17.30, la mostra “Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale” con l’eccezionale prestito dal Museo del Prado della Madonna del pesce di Raffaello che torna a Napoli dopo 400 anni.

Restano, invece chiusi al pubblico, il terzo piano e il Cellaio per disallestimento della mostra Emblema e la Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte.

Sarà non solo possibile ammirare i capolavori custoditi nel Museo o ammirare e passeggiare nel Real Bosco ma anche poter  ascoltare nel Salone delle Feste l’eccellente e virtuoso Maestro Rosario Ruggiero al pianoforte in una lezione-concerto e gli attori della Compagnia Arcoscenico, entrambe le iniziative a cura dell’Associazione MusiCapodimonte.

Antonio Desideri

XXIII Raduno di Primavera. Il Classic Car Club Napoli inaugura alla grande la 40° stagione

La festa del sodalizio partenopeo, sul porto di Baia a Bacoli, ha attirato una gran folla di appassionati.

Una splendida domenica di sole ha aperto le braccia al XXIII Raduno di Primavera, la kermesse con cui il Classic Car Club Napoli inaugura la sua quarantesima stagione di vita. Nell’area riservata del porto di Baia erano cinquanta le vetture iscritte alla manifestazione accolte dal comandante della Capitaneria di porto Luogotenente Paolo Rinaldi, che non ha nascosto la sua emozione: “sono contento che il Classic Car Club Napoli abbia reinserito a calendario, dopo la pandemia, il Raduno di Primavera – afferma l’ufficiale – è l’occasione per far vivere il nostro porto, ricco di storia e di tesori nascosti. Vorrei proporre al presidente Giuseppe Cannella, per il prossimo anno, una escursione alla scoperta del Parco sommerso di Baia: un sito archeologico che merita grande attenzione”.

Alle 9,30, come da programma, cominciano ad arrivare le prime vetture storiche e le prime Ferrari. Dopo un’ora il piazzale è gremito e cominciano ad affollarsi numerosi visitatori. Fra le più interessanti auto esposte sul porto di Baia spicca la Fiat 1400 di Giuseppe Scudieri del 1951 reduce da un lunghissimo ed accurato restauro. Degna di nota anche la Fiat 508 “Balilla” del 1936 di Vincenzo Riccio e le Fiat Topolino di Luciano Desio e Alessandro Sollo. Tantissime le spider inglesi: MG, Austin Healey, Triumph , che hanno festeggiato il primo sole a capote aperta insieme alle italianissime Alfa Romeo Duetto e Fiat 850 Spider. Tante “Young Timer” con le tedesche BMW Z3 e Z4 a farla da padrone, Merceds SLK e Fiat Barchetta, e tantissimi i giovani presenti, pronti a cogliere il testimone della cultura automobilistica che tanto lustro ha dato all’Italia sia dal punto di vista tecnologico che di stile. E non si può nascondere l’ammirazione dei numerosi appassionati giunti sul Porto di Baia per le Rosse: su tutte, la più ammirata è stata la Ferrari Testa Rossa, incorniciata dalle 360 Modena, dalle Mondial e dalla Dino GT4. Ovazioni anche per la Lancia Delta Integrale nella colorazione corsaiola “Martini” del veterano Teodoro Cotumaccio.

Alle 12,30 ha avuto luogo la prova di abilità sotto l’attenta direzione della sezione napoletana della Federazione Cronometristi. Su tutti si erge Francesco Galletta con la Ferrari Dino GT4 vincitore della classifica assoluta avanti alla Topolino di Luciano Desio e alla Giulia di Gennaro Tortora, racchiusi in pochissimi centesimi di secondo. A Desio va anche la categoria Classic sull’Austin Healey Sprite di Gianluca Spedaliere e alla MG A di Mariano Piccolo. Fra le Ferrari alle spalle del dominatore assoluto Francesco Galletta, giungono l F360 Modena di Antonio Guida e la Testarossa di Guido Cautiero. Nella categoria Modern grandissima lotta con l’Alfa Romeo Giulia di Gennaro Tortora che vince sulla Fiat 850 Spider di Paolo Henke e la Volkswagen Pescaccia di Carlo Grassi. Bellissima sfida nella Post-Classic con Bruno Pignalosa con l’Austin Healey 3000 Mark II che stacca di appena 4 centesimi l’agguerrito Lorenzo Galletta, questa volta al volante di una rarissima Fiat 1500 Cabriolet mentre il podio è completato da Lorenzo Fiaschi su Fiat 500F. la categoria più numerosa, la Post-Modern, è stata appannaggio della Mercedes SLK di Carlo d’Aulisio, che ha preceduto la BMW Z4 di Mario Bonanno e la BMW Z3 di Cosimo Corrado Casilli, mentre corre in solitario Vincenzo Riccio nella Post-Vintage con la Balilla segnando comunque un tempo di tutto rispetto.

Al termine della prova la carovana del Classic Car Club Napoli si è spostata all’Hotel Serapide a Pozzuoli per il pranzo e la premiazione del Raduno: “una giornata spettacolare ha accolto il XXIII Raduno di Primavera – afferma Giuseppe Cannella, preidente del Classic Car Club Napoli – questa manifestazione rappresenta un po’ la storia del nostro sodalizio ed è particolarmente amata dai soci. Credo ch sia stato il degno inizio del nostro quarantesimo anno di vita”. Gli fa eco il vicepresidente Raffaele Cocozza: “siamo arrivati un po’ in affanno per impegni istituzionali, ma fortunatamente il club ha uno staff meraviglioso ed è andato tutto benissimo, tanto che abbiamo potuto rilassarci e goderci questa magnifica festa. Ora diamo appuntamento alla XXVI Rievocazione storica del Gran Premio di Napoli – Circuito di Posillipo il 7 maggio sul Viale Virgilio e siamo certi di regalare ai soci e agli appassionati un’altra splendida festa”

Ilio Ascione

 

Al Ridotto del Mercadante Galatea Ranzi: “La mia Madonna contro il perbenismo”

Dal 29 marzo al 2 aprile il Ridotto del Mercadante offre al suo pubblico uno spettacolo di grande interesse e coinvolgimento “In nome della madre” con una protagonista d’eccezione l’attrice romana Galatea Ranzi, con la regia di Gianluca Barbadori, un lavoro tratto dall’omonimo romanzo di Erri De Luca.

Si tratta della storia che viene narrata in prima persona, di Miriàm/Maria, giovane donna della Galilea alla quale, in una visione, un angelo annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza. Subito dopo, la giovane scopre di essere incinta e ne parla con Iosef, il suo promesso sposo. Miriàm/Maria è consapevole del fatto che rischia di essere lapidata, ma rivendica “il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede”. Iosef, dopo un sogno premonitore, decide comunque di sposare la giovane. I due sposi saranno costretti però ad un lungo viaggio a causa del censimento organizzato dai Romani.

Erri De Luca racconta facendo ricorso al “linguaggio semplice e terso della poesia la gravidanza di Miriàm/Maria e la nascita di Gesù in chiave laica e contemporanea”.

“È magistrale – dichiara Galatea Ranzi – il linguaggio che l’autore ci ha fornito, osservando i fatti col coinvolgimento di una testimonianza, mettendo a fuoco dettagli inediti, come ad esempio il rapporto con un Giuseppe uomo mansueto e allo stesso tempo rivoluzionario”.

“La mia Miriàm – continua l’attrice – riferisce a sua volta la sua condizione di ragazza di un piccolo villaggio, priva di contatti e affetta da riservatezza e pudore, ma capace anche di una visione critica rispetto alla chiusura del mondo in cui vive, infastidita dalle regole e dal perbenismo di chi la circonda. Il testo mostra l’assoluta ricerca di libertà di lei e di lui. Una prova d’amore”.

“La scrittura di Erri De Luca discende dalla sua passione per la cultura ebraica, pur senza appartenenza religiosa, da cultore di un’area spirituale storica e letteraria, ed è stupefacente – sottolinea Galatea Ranzi – la sua confidenza e la sua sottigliezza nel ritrarre i caratteri femminili arcaici, qui un profilo che però senti anche rapportato ai nostri giorni, scandito in quattro stanze. Che dire? Dopo tanti anni sentirsi vergini è bellissimo e terribile, e avverto adesione col personaggio sia nelle frasi acute e tenere, sia nelle osservazioni spiritose e affettuose. È un’affabulazione, meritevole di collocarsi pure in luoghi non teatrali”.

Il costume di scena è di Lia Francesca Morandini e la produzione dello spettacolo è a cura del Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con soc. coop. Ponte tra Culture/ AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, con il patrocinio di Regione Marche.

Uno spettacolo che da vedere e vivere con la necessaria attenzione per meglio calarsi nella storia e nel linguaggio del racconto di Erri De Luca.

Antonio Desideri

 

 

Dantedì: Eleonora Lizzul e “Dante e la critica esoterica. Ediz. Critica”

La lingua dantesca nelle sue peculiarità fonomorfologiche, in assenza di documenti autografi, va ricreata. Giudica che il testo dell’opera così come lo leggiamo oggidì sia realmente corrispondente alla lingua del Sommo Poeta?

Un po’ come è accaduto, nello scorrere dei secoli, per la tradizione omerica, è importante sottolineare innanzitutto come Dante sia divenuto nel tempo una sorta di leggenda, un insieme di ricordi, di usanze e testimonianze indirette, di personaggi che gravitano intorno alla sua aura di grandezza; tutti i visionari del passato riportano lo stesso problema di mancanza di documenti autografi, ed è forse per questo che rimangono tali. Per quanto riguarda Dante, più che definire la lingua come quella del Sommo Poeta, mi verrebbe da giudicarla come la lingua dell’Italia intera: a parte i famosissimi neologismi creati appositamente dall’autore (si veda, ad esempio, indiarsi) e diversi modi di dire che, successivamente, sono entrati a far parte dell’uso comune (senza infamia e senza lode), il linguaggio della Commedia, o addirittura dell’intero corpus dantesco, è possibile che sia un insieme di testo e conoscenza “a più mani”, magari un gruppo di poeti e scrittori, nonché amici del Sommo, che ha agito su una base – pre-costituita da un unico uomo – per ampliarla.

È una questione spinosa, che sicuramente ha ancora oggi delle grandi lacune a livello conoscitivo, ma per analizzare un testo dantesco è necessario avere una mente aperta a centinaia di possibilità; senza dimenticarci, poi, di tutti i compagni che si muovevano intorno alla sua persona.

Rassegnazione, meraviglia e mistero coabitano, s’annodano e si arruffano. La modernità di Dante sta nel concedere al lettore di scoprirsi tra le terzine delle Cantiche?

Credo che la risposta più completa in assoluto sia una sola: la modernità di Dante sta nel concedersi, punto. Non tutti i poeti hanno avuto l’ardire di mostrare la propria storia, il proprio pensiero e le proprie azioni, in un modo così schietto e sincero come quello di Dante. E dirò di più: non solo il Sommo ha avuto il coraggio di scoprirsi Cantica dopo Cantica, ma l’ha fatto tramite altri, dando la diretta parola ai personaggi della Commedia. Perché mostrarsi al lettore in maniera egoistica quando è possibile creare un gioco di rimandi e referenze? Dante ha sempre sottolineato l’importanza delle compagnie, vuoi per la cattiveria del suo esilio, vuoi per le sue capacità comunicative, e non ha mai smesso – in tutto il corpus di opere – di svelarsi a poco a poco tramite gli occhi e la bocca dell’altro.

Si è convinti che le parole celino significati inesplorati. “Sotto il velame delle parole oscure” quale Dante Alighieri emerge?

Sotto ‘l velame emerge un Dante tutto nuovo, vicino al sentire umano e alla percezione che tutti abbiamo del mondo: è sempre un errore banale innalzare i poeti a super-uomini o creature divine. Dante era un uomo come lo siamo noi, fatto di vizi e virtù, di pessime decisioni e di intuizioni brillanti, sicuramente con una sensibilità artistica più alta della nostra. Ciò che emerge dalle sue parole è la volontà di ribellione: Dante, da sempre inserito nel gruppo dei Guelfi, è in realtà un grande sostenitore Ghibellino, un dissidente nei confronti delle istituzioni, prima tra le quali la Chiesa cattolica. Sotto le sue parole si cela quindi una volontà tutta nuova, ovvero quella di cambiare il normale corso della storia italiana insieme ad altri compagni. La sua simpatia per il catarismo o il templarismo – si pensi appunto alla sua partecipazione attiva alla setta dei Fedeli d’Amore – non fa che incrementare la possibilità che ci sia altro ancora sotto le terzine della Commedia.

La scrittura quale mezzo di comunicazione occulta. Perché la tradizione ha preferito sancire altro rispetto alle risultanze della critica esoterica?

Essenzialmente perché la tradizione non la fanno i dissidenti. È sempre un problema mostrare la vera faccia di una situazione – poetica o scientifica che sia – e portare avanti una tradizione “difficile” nell’interpretazione probabilmente non è mai la prima scelta. Oltre alla difficoltà d’interpretazione e di analisi del testo, ci si aggiunga anche un vero e proprio problema politico: parlare di dissidenza nei confronti della Chiesa e della politica del tempo (con forti rimandi anche a quella odierna, proprio perché Dante sa parlare a qualsiasi epoca) poteva avere delle ripercussioni gravissime, sia per la persona singola sia per la famiglia o per le compagnie intorno alla stessa.

Scegliere la tradizione positivista è stata, molto probabilmente, una scelta di convenienza, per quanto i sostenitori siano personalità di altissimo intelletto.

Morale, religione, politica, amore, odio, passioni, vizi, virtù: come far coesistere il messaggio e la visione dantesche con l’umanità divisa e fragile del Terzo Millennio?

Anche in questo caso mi verrebbe da dire che coesiste già il messaggio dantesco con l’umanità odierna: essenzialmente, noi siamo il messaggio dantesco. Siamo fragili, incoerenti, passionali e pronti a tentare la rivoluzione. Siamo un popolo tratteggiato già nel 1300 e rimasto uguale nelle intenzioni – un po’ meno nelle azioni, fortunatamente. È per questo che Dante va riletto in qualsiasi epoca: perché ribellione e dissidenza, amore e religione, politica e virtù sono binomi che ogni uomo ha sviluppato dentro di sé. È un co-esistere nel vero senso dell’espressione, è “esistere insieme con gli altri”: la tradizione a cui Dante ha dato inizio, tralasciando per un attimo quella poetica, è quella di una nazione, un gruppo definito di uomini mossi da sentimenti contrastanti, che cercano una via di fuga dalla realtà.

Il Terzo Millennio è la naturale conseguenza del messaggio dantesco ed è altrettanto naturale pensare che la tradizione dantesca non debba andare persa, perché ha forgiato la nostra sensibilità e il nostro sentirci parte di un tutto.

 

Eleonora Lizzul 

Dopo aver terminato gli stui scientifici, si laurea in Lettere Moderne e poi Filologia Moderna presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio (Chieti). Frequenta un master in Editoria e ha pubblicato, per la casa editrice Divergenze, un saggio di critica dantesca: Dante e la critica esoterica (2022).

Attualmente lavora nell’ambito dell’editoria per bambini per la casa editrice Prometeica.

Giuseppina Capone

Il Classic Car Club Napoli torna sul porto di Baia con il XXIII Raduno di Primavera

Ritorna domenica 26 marzo, dopo lo stop forzato per la pandemia, il Raduno di Primavera, l’evento di apertura della stagione del Classic Car Club Napoli giunto alla XXIII edizione, dedicato alle auto e moto storiche e Ferrari. Il sodalizio partenopeo prepara i festeggiamenti per il suo 40esimo anno di attività tornando a schierare le sue auto storiche sul porto di Baia. Per l’evento 2023 c’è stata grande collaborazione da parte del sindaco del Comune di Bacoli Josi Gerardo della Ragione e dell’assessore alla Cultura Mariano Scotto di Vetta, e dell’ufficio locale marittimo di Baia, comandato dal 1° Luogotenente NP Paolo Rinaldi, che hanno accolto il Classic Car Club Napoli con la consueta affabilità e collaborazione.

La concentrazione di veicoli storici e vetture del Cavallino comincerà alle ore 9,30 nel piazzale antistante la capitaneria di porto del porto di Baia dove le vetture verranno schierate in bella mostra fino alle 13,00. Al termine della mostra statica e della attesissima prova di abilità, la carovana del Classic Car Club Napoli si sposterà presso il Grand Hotel Serapide a Pozzuoli, nei pressi dell’Accademia Aeronautica dove si terrà il pranzo sociale e la premiazione della XXIII edizione del Raduno di Primavera.

“Insieme alla commemorazione storica del Gran Premio di Napoli, che si terrà il 7 maggio, il Raduno di Primavera è molto sentito dai soci del Club, che sono sempre pronti a tirar fuori i loro gioielli per dare spettacolo sullo storico porto di Baia” – racconta il presidente del Classic Car Club Napoli Giuseppe Cannella – “Quest’anno, in particolar modo, ricorrono i 40 anni della nostra “famiglia” e sono certo che ci sarà una grandissima risposta da parte di tutti i nostri adepti. Sarà l’inizio di una stagione importantissima per noi che festeggeremo ad ogni evento di quest’anno”.

Il Classic Car Club Napoli ribadisce il suo predominio nazionale con il numero più alto di soci fra i club federati (oltre 5000) e la qualità dei suoi eventi premiati dall’A.S.I. (Automotoclub Storico Italiano) con ben 18 Manovelle d’Oro.

Transizione sostenibile sulle rotte della Cultura

Dalla blu economy segnali virtuosi per l’agenda globale 2050.

Il Green deal europeo annunciato nel dicembre 2019 dalla Commissione Europea, ha sancito l’obiettivo di rendere l’Europa, climaticamente neutrale entro il 2050.

Un traguardo ambito che impegnava il vecchio continente ad azzerare le emissioni di carbonio per diventare il primo continente a rimuovere dall’atmosfera tutta la CO2 che si produrrebbe entro quella scadenza.

La tempesta perfetta scatenatasi con l’avvento della pandemia Covid-19 prima e l’invasione della Russia in Ucraina nel febbraio 2022, hanno destabilizzato con traumi profondi i principali equilibri geopolitici del globo imponendo giorno dopo giorno una “economia di guerra” con provvedimenti politici contingenti atti a contrastare le ricadute economiche e sociali del conflitto bellico, sui Paesi più esposti dell’area euromediterranea.

In questo scenario, a dir poco instabile, è il comparto dello shipping internazionale a muovere passi importanti, non procrastinabili, nel programma di adeguamento energetico delle flotte.

Se la definizione di uno standard globale circa l’adozione di combustibili eco compatibili è ancora lontano,  l’alimentazione dual – fuel  con il ricorso privilegiato al GNL come combustibile prioritario nella navigazione sta prendendo il largo nelle strategie politiche dei principali armatori internazionali.

É entrata in esercizio a novembre 2018 la prima nave alimentata a GNL nei porti italiani, il traghetto «Elio» di Caronte & Tourist che fa servizio tra Messina e Villa San Giovanni.

La nave è dotata di due serbatoi di GNL da 150 mc ciascuno.

Da poche settimane Monfalcone ha visto  il varo di “Sun Princess”, la prima di due navi da crociera a gas naturale liquefatto per Princess Cruises.

175.500 tonnellate di stazza lorda per la nave più grande finora costruita in Italia.

Prima nave da crociera a LNG mai costruita da Fincantieri e prima nave dual-fuel alimentata principalmente a LNG nella flotta di Princess.

Il ricorso al GNL è stato promosso da altre importanti compagnie marittime con significativi ordinativi in diversi cantieri internazionali. Da MSC Crociere sino a importanti vettori del cabotaggio nel Mediterraneo: i traghetti di Corsica Ferries (nel 2019 la commessa affidata ai cantieri Visentini); la compagnia Baleària attiva sulle rotte da Barcellona e Valencia per le Baleari.

Anche la compagnia regionale Caronte & Tourist in convenzione con i servizi di collegamento marittimo in Sicilia,  ha firmato l’ordine per la costruzione di un nuovo traghetto alimentazione dual-fuel diesel – Gnl,  presso un cantiere turco.

L’abbattimento delle emissioni tossiche e dei gas di scarico passa anche per una riorganizzazione strutturale  sostenibile nei porti resi compatibili con l’esigenza di una reale transizione energetica.

In questo ambito l’elettrificazione delle banchine, resa possibile dalla tecnologia definita

on-shore power supply o più comunemente cold-ironing, già avviata in diversi porti americani,

è stata proposta, con un progetto dedicato, già nell’aprile 2020, nello scalo marittimo di Porto Torres (Sassari).  Un progetto che coinvolgerebbe il porto del nord Sardegna insieme ad altri scali nazionali fra i quali Taranto, Genova e Livorno.

La transizione energetica in atto nello shipping mondiale è accompagnata in molte realtà nel comparto del cabotaggio mediterraneo da iniziative culturali collaterali alla mission del trasporto passeggeri. Campagne di comunicazione che accompagnano soprattutto il flusso turistico, in avvio della stagione estiva nei collegamenti con le isole maggiori italiane mete privilegiate d’importanti fette del mercato vacanziero internazionale.

Con il graduale ripristino dei noli passeggeri, dopo il crollo tombale dovuto alle chiusure per l’emergenza sanitaria, riprendono alcuni felici sodalizi fra alcune compagnie marittime e diversi produttori di eventi culturali.

Da non dimenticare il tradizionale concerto inaugurale nella traversata marittima da Livorno a Golfo Aranci  che ha dato puntualmente il via alle edizioni estive di un appuntamento culto nella ribalta musicale internazionale, il Time in Jazz a Berchidda. Così anche la passata  trentacinquesima edizione ha vissuto il felice prologo, il nove agosto 2022, con l’esibizione della Funky Jazz Orchestra diretta da Antonio Meloni a bordo della nave gialla di Sardinia Ferries.

Così la ripresa della storica rassegna polifonica del Festival Voci d’Europa, organizzato a Porto Torres giunta nello scorso settembre alla sua trentanovesima edizione e sostenuta con il contributo di Grimaldi Lines.

Anche la compagnia marittima regionale sarda Delcomar, in questa manifestazione aveva ospitato il Coro Polifonico Turritano con un concerto in itinere in una delle traversate diurne da Porto Torres a Cala Reale (Asinara) sul traghetto Sara D.

Torna, dopo la sospensione imposta dalla pandemia, la “Festa dei libri e delle rose”, che ricorre il 23 aprile in concomitanza con la Giornata Mondiale del Libro. Dal 21 al 27 aprile,  navigherà Una nave di libri per Barcellona. La partenza è prevista da Civitavecchia nella tarda serata del 21 aprile con la Cruise Roma di Grimaldi Lines, il ritorno nella serata del 27.

L’iniziativa, forte di dieci edizioni, dal 2010 si avvale del supporto di Agra Editrice, in collaborazione con Leggere: tutti, ANP (Associazione nazionale presidi) e con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona. Analoga manifestazione ripresa nel mese di marzo,aMare Leggere – Festival di letteratura per studenti”, traversate marittime letterarie dedicate ad alcune centinaia di studenti provenienti da tutta Italia. Con loro a bordo della Cruise Ausonia scrittrici e autori attivi con le principali case editrici nazionali.

Luigi Coppola

 

 

(Foto: Samule Schirra, ufficio stampa edizione 2022 Festival di polifonia Voci d’Europa)

Marzo Donna in Poesia. Armando Fusaro: ‘E ffemmene

Bisogna ricordare continuamente le lotte sociali e politiche che le donne hanno fatto e devono continuare a fare, per la parità della loro vita.

Vi proponiamo in lingua napoletana e in lingua italiana la poesia di Armando Fusaro:

 

Onore e dignità alle donne

‘E ffemmene

 

A Nnapule e p’‘o munno…

pulecenella dice: cu  gran

facilità, s’è aizato ‘o muro

all’ ammòre e â dignità.

 

Ogge ‘a femmena ‘e casa

nisciuno cchiù ‘a vò fa!…

Sentenno ‘e raggiunà

po’ a ttanta ggiuventù…

se capisce ‘o ppecchè

e gghiesce fòre ‘a verità.

 

‘O Senato ‘o Parlamento,

fanno cunferenze, riunione,

parlane tanta chisti putiente

e, fanno poco, quase niente!…

 

Nunn’ è colpa d’‘e ffemmene,

si ‘o lavoro nun ce stà!…

Nisciuno dà na vera mano

â ggiuventù ca se vò spusà.

 

Ogge ‘a famiglia è gghiuta

‘nfunno e nun ce stà  futuro

po’ munno, se vo’sulo ggiudicà

senza sapè n’ato comme stà!!!…

 

Allora nzieme a pulecenella

‘o populo s’ha dda mparà!..

Nunn’ ha dda dì cu facilità…

 

Ogge‘a femmena ‘e casa

nisciuno cchiù ‘a vo’ fà.

Armando Fusaro

 

 

Onore e dignità alle donne

       

A Napoli e per il mondo

parità sociale non c’è.

Le donne sono maltrattate

sfruttate e sottopagate…

la voce  resta inascoltata.

 

Il popolo dice con faciltà…

la donna non vuole restare

in casa, la casalinga

nessuna vuole farla più!…

 

Si è alzata una barriera

all’amore e alla dignità.

 

Ascoltando le ragioni

di tanti validi giovani,

si comprende il perché

e salta fuori la verità.

 

Il Senato, il Parlamento,

fanno conferenze e riunioni,

parlano tanto questi potenti

e, fanno poco, quasi niente!

 

Non è colpa delle donne

se il lavoro non c’è!…

Nessuno da un vero aiuto

alla gioventù, che vuole

sposarsi e mettere su famiglia.

 

Oggi la famiglia ha toccato

il fondo e, non c’è più futuro

per il mondo; si vuole solo

giudicare, senza conoscere

le condizione degli altri.

 

E allora pulcinella, il popolo

deve imparare, non solo

giudicare con superficialità!…

 

Oggi la donna casalinga

nessuna vuole farla più…

Armando Fusaro

 

Luigi Esposito e Il Sole e l’Oblio

Ancora una volta protagonisti del romanzo di Luigi Esposito “ll Sole e l’Oblio” sono Luigi e Sandro, con altre figure tra cui Elena, un giovane avvocato che lavora in uno studio a Napoli e che alla fine della narrazione e della storia vedrà cambiata per sempre la sua vita professionale.

I due amici l’uno prete e l’altro antiquario non sono nuovi ad imprese che hanno in sé qualcosa di misterioso e allo stesso tempo pericoloso. Questa loro avventura li porterà a immergersi in una situazione che va al di là della loro immaginazione e che li lascerà anche stavolta segnati per sempre.

“Una leggenda senza tempo, un mito senza storia, le origini della creazione” sono al centro del loro percorso verso una conclusione che vedrà ricompensati tutti i protagonisti della storia.

Non vi sveliamo di più per lasciare al lettore il piacere di scoprire il mistero pagina per pagina.

Bianca Desideri

Giornata Mondiale della Poesia. Solo la poesia ispira poesia

Solo la poesia ispira poesia

Ralph Waldo Emerson

Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Poesia. La data, che segna anche il primo giorno di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica, della comunicazione e della pace. La celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia rappresenta “l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni”, spiega Giovanni Puglisi, già Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. “Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica”.

Cos’è la Poesia?

Certo, un componimento in versi! Definizione universalmente riconosciuta e tecnicamente ineccepibile. Tutti i dizionari vi concordano, taluni ci spiegano anche che l’etimologia della parola poesia sia da ricollegare al latino pŏēsis dal greco ποίησις, derivato a sua volta da ποιέω, produrre, fare, creare ed, in senso più ampio, comporre. Andando ancora più indietro, si risale alla radice sanscrita pu- che ha appunto il significato di generare, procreare.

Tutto parrebbe davvero molto concreto. Forse, chissà per sottolineare l’immane fatica che si compie per crearla: un viaggio faticoso, scosceso, una scalata a mani nude ad esemplificare un dolore che per tanti è condizione ontologica. Dalla prima poetessa della storia di cui si abbia notizia, la sacerdotessa sumera Enheduanna, vissuta nella Mesopotamia del XXIV secolo a.C., per raccontare una quotidianità quasi atemporale, una vita vissuta in una costante condizione di anonimato in cui, eppure, nell’anno manzoniano, ricordando Il Cinque Maggio non si stenta a non riconoscere il contesto storico in cui la vita si svolge. Un balsamo in un tempo politico, sociale ed economico che grida l’impellente bisogno di tessere un dialogo con sé stessi, per lenire la conflittualità interiore.

Ed il fine, lo scopo della Poesia? Qual è? No, è un mezzo: la Poesia ci aiuta ad esprimere ciò che non siamo capaci di comunicare, “la poesia educa il cuore, la poesia fa la vita, riempie magari certe brutte lacune, alle volte anche la fame, la sete, il sonno.”, scriveva Alda Merini, nata proprio il 21 marzo, neLa pazza della porta accanto”.

Ed ora, la voce dei Poeti per provare a definire ciò che esprime bellezza, gioia, allegria, serenità, ma anche afflizione, tormento, amarezza, malinconia e rimpianto.

Per Charles Bukowski “La poesia dice troppo in pochissimo tempo.

Per Stéphane Mallarmé “La poesia il sublime mezzo per il quale la parola conquista lo spazio a lei necessario.”

Per George Steiner “L’incertezza di significato è poesia incipiente.”

Per Antonin Artaud “La poesia è molteplicità triturata e che restituisce fiamme.”

Per Andrea Zanzotto “La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza.”

Per Thomas Stearns Eliot “La poesia è fuga dall’emozione.”

Per Edoardo Sanguineti “Uno sguardo vergine sulla realtà: ecco ciò ch’io chiamo poesia.”

Per Pier Paolo Pasolini “La poesia è qualcosa di oscuro che fa luminosa la vita.

Per Walt Whitman “La poesia (come una grande personalità) è il frutto di molte generazioni – di molte rare combinazioni. Per avere grandi poeti occorre avere anche un grande pubblico.

Per Pablo Neruda “La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane.”

Giuseppina Capone

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