Casa dello Scugnizzo: “Un sorriso alla salute”

Nell’ambito del programma di celebrazione del centenario della nascita di Mario Borrelli (1922 – 2022), fondatore a Napoli della Casa dello Scugnizzo, in piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3 sarà possibile partecipare all’iniziativa di prevenzione dentale “Un sorriso alla salute” grazie alla collaborazione con lo Studio odontoiatrico del dott. Vincenzo Surrianelli, sito all’interno della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, presieduta dal prof. Antonio Lanzaro.

La prevenzione, anche nel caso di quella odontoiatrica, è essenziale per mantenere la salute dei denti ed evitare che patologie  anche che non manifestano immediati sintomi od evidenze possano nel tempo mettere a rischio l’integrità del sorriso e la salute stessa dell’apparato dentale e della bocca.

Presso lo Studio  Surrianelli sarà possibile sottoporsi a visita di controllo odontoiatrica a titolo gratuito nel mese di novembre 2022 nei giorni  14 – 21 – 28  dalle ore 10:00 alle ore 13:00.

Per prenotare la visita è possibile contattare la Segreteria della Fondazione allo 081-5641419 o direttamente lo Studio Surrianelli al 3803241167.

Un’iniziativa che si inserisce  nelle attività della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus che vengono realizzate non solo a supporto del territorio di Materdei in cui si trova la sua sede ma estesa a quanti vogliono conoscere una realtà che da oltre settant’anni lavora e opera in favore delle fasce più deboli della popolazione.

4 novembre: per non dimenticare

Stamani le note della leggenda del Piave, conosciuta anche come La canzone del Piave, Il Piave mormorava o semplicemente Il Piave, brano composto nel giugno 1918 dal maestro napoletano Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E. A. Mario) e quelle dell’inno nazionale, sono risuonate nell’aria accompagnando le celebrazioni del 4 novembre all’Altare della Patria in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.

Nei giorni scorsi il “Treno della Memoria” aveva percorso il nostro Paese  in ricordo del convoglio che 101 anni fa trasportò a Roma la salma del milite ignoto e che quest’anno, dopo il viaggio del centenario, ha di nuovo attraversato l’Italia, da Trieste a Palermo, transitando in 730 stazioni e sostando in 17.  Nel 1921 la salma del “Milite Ignoto” fu scelta tra 11 corpi non identificati da Maria Bergamas, una madre italiana che aveva perso un figlio nella Prima Guerra Mondiale, in rappresentanza di tutte le donne che avevano avuto figli caduti in guerra. La salma, trasportata su un convoglio speciale che partì da Aquileia per arrivare a Roma dove sarebbe stata tumulata.

La celebrazione del 4 novembre fu istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale. Fu scelta questa data che coincideva con l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (firmato il 3 novembre 1918) che sancì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia.

Un giorno in cui ricordare non solo i caduti della Prima Guerra Mondiale ma anche del Secondo conflitto mondiale e di tutte le guerre combattute o che si stanno combattendo.

In questo giorno il mio pensiero va in particolare al giovane Francesco Altomonte, insignito di riconoscimento al valor militare, caduto a soli 23 anni a Tobruk il 12 ottobre 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale mentre era imbarcato su una torpediniera di scorta ad un convoglio. Il sacrificio e il nome di Francesco, che non ho potuto conoscere se non attraverso le fotografie e i ricordi di famiglia, è stato giustamente ricordato con altri caduti in guerra nella lapide collocata in piazza dei Martiri a Palizzi Marina in provincia di Reggio Calabria.

Bianca Desideri

Alla FoCS con “Napoli è” il M° Ruggiero presenta “Percorsi alla scoperta della musica”

Appuntamento oggi giovedì 3 novembre ore 17.30 presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo,  piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3, Napoli con il M° Rosario Ruggiero per la presentazione del nuovo ciclo di incontri “Percorsi alla scoperta della Musica” organizzato dall’Associazione Culturale “Napoli è” in collaborazione con il Centro Studi “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, presieduta dal prof. Antonio Lanzaro.

Interverranno il M° Rosario Ruggiero, la dott.ssa Bianca Desideri, giornalista e curatrice dell’iniziativa organizzata dall’Associazione Culturale “Napoli è”, il prof. Antonio Lanzaro presidente della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus.

Al via la rassegna di prosa e danza invernale a Sassari

Presentata a Sassari la rassegna di prosa e danza invernale organizzata da Cedac Sardegna.

L’incontro con la stampa si è tenuto nella mattinata del 27 ottobre nella sala conferenze a Palazzo Ducale. Con l’assessora alla cultura Laura Useri, ha partecipato il dirigente municipale di riferimento, Alberto Mura. Per l’ERSU Sassari sono intervenuti il direttore del servizio amministrativo Antonio Francesco Temussi e il direttore generale, Libero Meloni.

“Per noi la cultura è importante. Quello che si fa non è scontato. Bisogna iniziare ad apprezzare tutto. La Cedac dà tanto al nostro territorio. Siamo contenti e orgogliosi di essere qui”- ha dichiarato Useri nel suo saluto iniziale.

In puntuale arrivo da Cagliari, Valeria Ciabattoni, direttore artistico Cedac: “E’ una  stagione importante per tutto il settore. Ci affacciamo ad una ripresa della normalità della stagione teatrale (almeno pare) per la stagione della pandemia. Abbiamo fatto un ottimo risultato a Sassari lo scorso anno con una capienza ancora ridotta e la presenza aggressiva del virus. Oggi con l’abbattimento delle prescrizioni sanitarie ma con la grave crisi economica abbiamo ancora il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo ndr)  che ci sostiene”.

Ciabattoni, come di consueto, ha presentato i contenuti del cartellone in programma a Sassari.

Un palinsesto capace di raggiungere i gusti di tutte le aspettative dell’ampia variegata platea sassarese.

Anche la danza, con i suoi quattro spettacoli, spazierà in un omogeneo equilibrio, dal classico al contemporaneo.

“Sono 11 straordinari spettacoli” –  ha affermato Ciabattoni .“La portata dei nomi è importante. Iniziamo con Daniel Pennac. Innamorato dal teatro da tanti anni, con la pandemia si è messo in gioco anche come attore”.

Sarà proprio la commedia “Dal sogno alla scena” ideata dallo scrittore francese, classe 1944, insieme a Clara Bauer e Pako Loffredo, l’esordio della rassegna. Primo appuntamento, il prossimo 6 dicembre, l’unico del cartellone, in scena al teatro Verdi.

La rassegna proseguirà dal 15 dicembre al teatro Comunale con il secondo appuntamento.

In ribalta una scenografia policromatica ideata da Giorgio Gallione con una speciale carovana sonora. Elementi unici per “Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci”.

A gennaio, in programma due matrici teatrali:

una drammaturgia inglese, con Alessandro Serra impegnato, il 9 gennaio, con una visione molto particolare del testo shakespeariano “La tempesta; Remo Girone, sarà protagonista, oltre a dirigerne la regia, de “Il cacciatore di nazisti. L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal”. L’appuntamento è fissato al 31 gennaio.

Impossibile non citare il gradito ritorno di Lucrezia Lante della Rovere, in scena il 28 febbraio per la produzione di Palcoscenico Italiano. L’attrice romana interpreta “La divina Sarah”, un ammaliante testo di Eric – Emmanuel Schmitt, con la partecipazione di Stefano Santospago.

Nell’anno molierano non poteva mancare un classico del grande commediografo francese.

“Il malato immaginario”, coprodotto da una sinergia di più compagnie nazionali, per la regia di Guglielmo Ferro, in scena il prossimo 20 marzo, vedrà impegnati sul palco Emilio Solfrizzi e Lisa Galantini.

Non da ultima, la commedia che chiuderà, il 28 marzo, la prosa in cartellone, vedrà l’ottima Maria Paiato nel testo brillante di David Mamet, “Boston marriage”; per l’adattamento di Masolino D’Amico e la regia di Giorgio Sangati.

Vere sorprese di calibro internazionale, le serate dedicate alla danza.

Ricordiamo solo il Balletto di Roma, protagonista il 7 marzo con “Astor un secolo di tango”. Una straordinaria coreografia di Valerio Longo per le musiche di Astor Piazzolla e la regia di Carlos Branca.

Nel congedare i giornalisti il direttore Meloni ha ricordato il riferimento culturale di Sassari per il nord Sardegna grazie all’iniziativa di Cedac. Analogamente l’impegno istituzionale offerto dall’ERSU per “creare parentesi di positività per i nostri studenti.”

La campagna abbonamenti partirà il prossimo 2 novembre. Gli interessati potranno prenotare l’appuntamento per l’acquisto e ogni informazione utile, previo contatto telefonico con il responsabile Cedac, Tore Pintus.

Luigi Coppola

 

(Foto Luigi Coppola)

Percorsi alla scoperta della musica con il M° Rosario Ruggiero alla FoCS

L’Associazione Culturale “Napoli è” in collaborazione con il Centro Studi “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, presieduta dal prof. Antonio Lanzaro, da anni ormai  promuove l’iniziativa dal titolo “Percorsi alla scoperta della Musica”.

Appuntamento domani giovedì 3 novembre ore 17.30 presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo,  piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3, Napoli per il primo degli incontri di questa nuova edizione organizzata dall’Associazione Culturale “Napoli è” nata nel 1994 e attiva in vari settori della cultura non solo a livello locale. Poesia, letteratura, fotografia, musica, storia, arte e architettura, pari opportunità e tutela delle differenze di genere, recupero delle tradizioni con “Rivive la Napoli dei Sedili. Il Palio dei Sedili” che ha compiuto quest’anno i 25 anni dall’ideazione, sono i principali impegni che la vedono protagonista.

“La musica è un linguaggio universale in grado di coinvolgere e affascinare persone di differenti lingue e culture, senza distinzioni sociali o di età, di superare le barriere della comunicazione, di creare legami oltre le frontiere, di creare atmosfere e stemperare tensioni – evidenzia la giornalista Bianca Desideri che cura l’organizzazione dell’iniziativa”.

A volte, però, le persone utilizzano termini musicali senza conoscerne l’autentico significato (armonia, ritmo, sincope, canzone, sinfonia, ecc.).

“Gli incontri con il pianista e valente concertista Rosario Ruggiero – prosegue Bianca Desideri – si propongono di rendere fruibili anche ai non esperti termini, curiosità, elementi della storia della musica, spaziando nel tempo e nei vari generi musicali, spiegandoli e facendo scoprire i loro autori, da Bach ad Haydn, Mozart, Beethoven, Chopin, Brahms fino a Rachmaninoff, Debussy, Kachaturian e più”.

Il prossimo incontro è previsto per il 15 dicembre alle ore 17.30.

Per informazioni sul seminario: 3478139937 oppure e-mail associazionenapolie@libero.it. 

 

I grandi romanzi di avventura in edicola

Accompagneranno i lettori della collana ben 65 uscite di grandi romanzi di avventura scritti tra il XIX e il XX secolo, diventate vere e proprie pubblicazioni di pregio editoriale grazie alla presenza di tavole realizzate da grandi maestri dell’illustrazione.

La collana di Hachette, presente in edicola, raccoglie, nelle pagine dei volumi scelti a comporla, incisioni di grandi artisti, tra i quali Bayard, Meryon, Vierge, Morin, Roux o Finnemore.

La tecnica dell’incisione rappresentò, nel periodo del Romanticismo, un vero e proprio genere artistico riuscendo a rendere evidenti e narrare, come è possibile vedere nelle illustrazioni dei libri, emozioni e paure dei protagonisti della narrazione.

Abbiamo scelto di presentare la collana con il primo “capolavoro” illustrato  uscito lo scorso agosto: “L’Isola del Tesoro” di Robert Luis Stevenson, autore che ha lasciato ai posteri opere di grande fascino e successo, come appunto “L’isola del tesoro”, “La freccia nera” e “Lo strano caso del Dottor Jekyll e del signor Hyde”.

La narrazione della ricerca del tesoro ha appassionato generazioni di adulti e ragazzi che hanno letto la storia del misterioso marinaio con una gamba di legno che si rifugia nella locanda “Ammiraglio Benbow” e che è in possesso di una mappa di un tesoro rubato, sepolto in un’isola deserta. Proprio di questa mappa verrà in possesso il giovane Jim Hawkins e da quel momento sarà un susseguirsi di eventi e avventure.

Antonio Desideri

The passenger: a Napoli la mostra dedicata a David Bowie

“The passenger” si intitola la mostra dedicata a David Bowie e, questa volta, dopo Milano sarà Napoli ad ospitare le opere che raccontano la carriera cinematografica della star. Ad organizzare questo evento, per ricordare dopo sei anni dalla sua scomparsa l’amatissimo cantante, attore e musicista londinese, sono stati la società Navigare srl, Vittoria Mainoldi e Maurizio Guidoni di Ono Arte.

L’esposizione ha avuto inizio il 24 settembre 2022, in collaborazione con il Comune di Napoli e il PAN, e terminerà il 29 gennaio 2023. La location è stata selezionata accuratamente ed allestita esclusivamente per l’evento: si svolge all’interno di una sala del Palazzo delle Arti Napoli.

La mostra presenta 60 fotografie prodotte dallo storico fotografo Andrew Kent, con il quale il cantante aveva un forte legame di amicizia, e l’obiettivo è quello di  raccontare, attraverso la fotografia,  un fondamentale quanto esordiente periodo di vita della stella della musica rock: Bowie nel 1976 presenta l’album “Station to station” con 66 concerti in quattro mesi tra Usa, Europa e Canada. Il tour in Europa contava ben 25 tappe e, una volta divenuto un fotografo di fama mondiale Kent, durante ogni spettacolo ebbe il vantaggio di ottenere una posizione riservata esclusivamente a lui la cui veduta gli permise di elaborare un perfetto reportage di ogni concerto di Bowie. Per Kent si prospettava una vita movimentata e di successo dal momento in cui ebbe la grande occasione di seguire la star durante ogni viaggio: navi, hotel, treni, aerei e visitare luoghi incantevoli come Mosca, Berlino, Londra e tanti altri luoghi in compagnia del suo più caro amico. Kent è un noto e stimatissimo fotografo americano, non solo per aver realizzato molti scatti per Bowie, (che senza  dubbio sono i suoi lavori più considerevoli), ma anche per aver  lavorato per molte rock star degli Anni ‘70: Freddie Mercury, Iggy Pope Frank Zappa, Elton John, Jim Morrison, KISS. Considerato che il rapporto tra David e Andrew non era solo professionale ma i due erano legati da una profonda amicizia sincera, all’interno della mostra ci sono anche diverse fotografie che raccontano aneddoti di Bowie con Kent e, soprattutto, momenti speciali per la star come quello che ricorda il poster del film in cui interpretò un importante ruolo. Ancora, video, scatti di abiti originali che indossava durante i suoi concerti, le copertine delle riviste di quegli anni in cui era quasi sempre presente il volto della star. A proposito degli abiti originali di Bowie: il cantante, per il suo abbigliamento eccentrico (spesso si truccava da donna), diventò un’icona capace di abbattere gli stereotipi riguardo l’omosessualità e non solo, riuscì ad avvicinare più generazioni amanti della musica rock e, dunque,  pare proprio  che il suo intento fosse quello di seminare pace. Anche il messaggio che vuole mandare Kent allo spettatore attraverso le sue foto arriva forte e chiaro: una persona muore quando viene dimenticata e questo per David Bowie non accadrà mai.

Alessandra Federico

La Storia d’Italia per i piccoli

Un’avventura alla scoperta della storia d’Italia dai primi uomini che hanno abitato la nostra penisola al boom economico  attraverso la piacevole e interessante narrazione che ne fa il nonno  di Marco e Giulia, due bambini dei nostri tempi affascinati dai suoi racconti.

Un appassionante viaggio nel tempo alla scoperta di tante diverse epoche che portano al nostro presente. Una narrazione che fa conoscere, anche attraverso le ricche illustrazioni, storie, luoghi, eventi, protagonisti e il ruolo che hanno avuto.

40 uscite in edicola per la collana edita da EMSE Italia srl, la prossima, secondo il piano dell’opera, il 3 novembre con il volume dedicato all’impero romano e il successivo il 10 novembre dedicato a Pompei, Ercolano e al Vesuvio.

Antonio Desideri

Naples Fashion Week

Anche a Napoli ha visto finalmente il momento più amato per gli appassionati di moda: la Naples Fashion Week. Da giovedì 20 ottobre fino a sabato 22, un’emozionante ed appassionante sfilata di moda si è svolta nella città partenopea dove meravigliosi abiti, indossati da elegantissime modelle, sono stati presentati presso il Complesso di San Domenico Maggiore e fotografati sul Red Carpet addobbato per il grande evento.

A progettare l’evento è stata l’associazione NoiNo Polo Moda di Alessandro Di Laurenzio con la collaborazione di Bottega Ferrigno, Sorbillo Lievito Madre, NaFashion Magazine, TeleA e CapriEvent TV e Fashion Week MAG  magazine.

L’obiettivo di questa sfilata-evento moda, è stato quello di lanciare idee di outfit cercando di abbinare abiti semplici alla portata di tutti e adatti ad ogni tipo di circostanza e, difatti, allo show erano presenti diverse influencer di moda che, grazie alla loro notorietà nel mondo dei Social Network, erano pronte ed entusiaste di collaborare postando foto e video degli outfit.  Un altro fruttuoso intento è stato, con questo evento, quello di restituire alla città di Napoli il suo valore, la sua importanza che da troppi anni le era stata ingiustamente sottratta. Pare proprio che, negli ultimi tempi Napoli stia rifiorendo: si organizzeranno una serie di entusiasmanti eventi di moda e non solo; mostre, spettacoli e tanto altro. D’altro canto, tutti i  turisti  presenti sono rimasti piacevolmente incantati dalla accattivante atmosfera che si era creata, non solo per lo show e il clamore circostante, bensì per tutto lo scenario che la spettacolare città partenopea è riuscita a regalare anche stavolta.

 

“Questo evento è stato emozionante, non perché sia stata la prima fashion week a cui ho partecipato, ma perché è stata organizzata e realizzata a Napoli”

Marina è una ragazza di 26 anni napoletana ed è un’appassionata di moda. Ci racconta la sua esperienza alla Naples Fashion Week.

Marina, cosa in particolare ti ha colpito di questa sfilata?

Di certo i meravigliosi outfit che proponevano e anche l’obiettivo che gli organizzatori avevano per questo evento, che a mio parere risulta molto interessante e costruttivo perché è ora che Napoli torni a splendere. E gli sguardi del pubblico, prima di ogni cosa. Quelli dei napoletani e quelli di tutti i turisti che osservavano lo show e fotografando esclamavano: stupendo, stupendo come Napoli! Erano tutti affascinati dagli abiti ma soprattutto dalla bella Napoli che contribuisce, e non poco, a rendere tutto più magico.

Ti piace vivere a Napoli?

Come in tutti i posti nel mondo ci sono i pro e contro. Ma se c’è una cosa che posso affermare con fierezza della mia città è che Napoli è un teatro a cielo aperto.  Per me questa frase racchiude due cose: la bellezza estetica di Napoli e quella del suo popolo che collabora a renderla tale. Perché il calore dei cittadini con il loro entusiasmo, la musica, il profumo costante di buon cibo, il buon clima, l’arte dell’artigiano, e tanto altro fanno la storia di Napoli, una storia che ti racconta ogni angolo della città.

Studi moda oppure è solo una tua passione?

Sono una grande appassionata di moda ma non ho mai frequentato alcun corso, anche se in realtà è come se l’avessi studiata perché sono sempre informatissima su tutto ciò che riguardi il mondo del fashion. Studio per diventare Social Media Manager ma non escludo un giorno di frequentare l’accademia di fashion designer e chissà, le cose potrebbero anche andare di pari passo. Napoli, per quanto riguarda le facoltà di design e cucito, penso sia una delle città migliori, soprattutto per quanto riguarda la sartoria.

Dunque consiglieresti di studiare moda a Napoli?

Se si ha intenzione di diventare fashion design consiglio di studiare anche a Napoli ma poi emigrare verso Milano, che è sempre la capitale della moda, per quanto riguarda l’Italia. altrimenti direi Parigi o New York. Per quanto riguarda la sartoria, invece, Napoli offre anche di più, i migliori capi di artigianato sono da sempre quelli napoletani.

Alessandra Federico

Maschilismo: necessario un cambio di mentalità

La donna lotta da sempre per ottenere diritti alla pari di quelli degli uomini e, nonostante sia riuscita a conquistare alcuni diritti, non gode ugualmente di tutti quelli di cui  beneficia il genere maschile. Nei paesi orientali, ad esempio, la donna è ancora totalmente sottomessa all’uomo, (prima dal padre e poi dal marito). Nei paesi occidentali, invece, con la democrazia la donna può vivere in uno stato di libertà. Questa libertà, però, pare celarsi dietro ad una realtà fatta ancora di mentalità profondamente maschilista: al lavoro, ad esempio, le donne non ricevono lo stesso stipendio degli uomini. A quanto pare, tale mentalità, consiste sempre in una sorta di prevaricazione sulla donna, basta pensare che gli incarichi più importanti sono da sempre stati ricoperti dai maschi; le prime riviste di moda erano scritte da uomini con pseudonimi femminili per poter dettare leggi sull’abbigliamento e sull’aspetto estetico delle donne. Viene perfino considerata di facili costumi colei che decide di vivere relazioni non costanti, a differenza dell’uomo che, anche se sposato, al quale è sempre stata concessa completa libertà.

La donna viene tuttora considerata quasi un oggetto, viene ancora costretta a concentrarsi eccessivamente sul suo aspetto estetico e indotta a rassegnarsi che sia questo l’unico obiettivo da perseguire. Sembra, pertanto, che la donna debba ancora combattere per conquistare gli stessi diritti, lo stesso rispetto, e la stessa considerazione che ha l’uomo.

Ma cos’è che ostacola la fine della mentalità maschilista? Forse anche alcuni comportamenti a volte agiti dalle donne possono favorire la persistenza di questa scorretta mentalità. Sembra che a volte la donna stessa, un minoranza, esiga ancora che ci siano ruoli da rispettare, soprattutto nel momento in cui pretende che sia sempre l’uomo, in qualsiasi occasione, quello che deve pagare. D’altronde, questo potrebbe essere uno dei motivi che autorizza l’uomo ad avere sempre il dominio sulla donna e a convincersi che chi ha i soldi possiede anche il potere. Ma non solo, a volte la donna dimostra di sottomettersi ad un uomo anche quando cerca continue approvazioni da parte sua (quando si sottopone addirittura a chirurgie plastiche pur di compiacere loro) sottovalutando che, in questo modo, non diventa  altro che un burattino nelle sue mani. Ragion per cui, se la donna vuole ottenere ogni diritto alla pari di quello di un uomo, deve continuare a combattere per i propri diritti e per un cambio complessivo di mentalità di entrambi i sessi.

“Ho trascorso gran parte della mia vita credendo che ciò che mi diceva mio padre fosse la verità assoluta. Ora credo sia arrivato il momento di ragionare con la mia testa perché una donna maschilista non può che essere deleteria per una società ancora retrograda. Bisogna completamente rinnovare la propria struttura mentale, le proprie consuetudini di pensiero, le proprie abitudini, le tradizioni, la cultura.”

Marisa, donna di trentaquattro anni, racconta la sua storia e come ha lottato per ribellarsi alla mentalità maschilista.

Marisa, cos’è che ti ha insegnato tuo padre?

Sin da quando ero molto piccola amavo studiare, leggere ed acculturarmi. Mio padre, invece, pensava che sarebbe stato inutile perché diceva che quello che soddisfa una donna è trovare un buon marito (un buon partito). Mi sono quindi sposata all’età di ventitre anni, naturalmente con un uomo benestante. Il mio coniuge si chiama Franco ed è un architetto. Mio padre, con tanta prepotenza, mi ha imposto (più che insegnato) ad avere una mentalità maschilista come la sua. Dunque, per anni e anni, mi sono convinta che tutto ciò di cui io avessi bisogno è di un uomo accanto che si prendesse cura di me.

Tu volevi lavorare?

Il mio sogno era quello di diventare medico pediatra. Sono però cresciuta con il pensiero che un uomo doveva fare tutto al mio posto e quindi anche pagare ogni volta che uscivamo a cena, quindi anche guidare la macchina e tanto altro. Mi sono resa conto, ad un certo punto, che la prima ad avere una mentalità maschilista ero proprio io, conseguenza di tutto ciò che mi aveva inculcato mio padre.

Cosa hai fatto per ribellarti?

Ho detto a mio marito che voglio studiare e lavorare e così sto facendo: un paio di sere a settimana lavoro in un pub (giusto per essere indipendente su alcune cose, anche se gli studi me li paga lui per adesso) e di mattina seguo i corsi all’università. Sono rinata. Abbiamo anche tre splendidi bambini io e Franco: Damiano, Massimiliano e Penelope.

Come l’ha presa tuo marito al riguardo?

Non benissimo ma non può impedirmelo. Mi ha ribadito che inizialmente i patti erano altri: lui avrebbe lavorato e io badato ai bambini. Ma io non ero felice, nonostante i miei figli siano stati la gioia più grande della mia vita, sento il bisogno di sentirmi appagata, fiera di me, come donna e poi come mamma, soprattutto per poter crescere i miei figli nel modo migliore possibile e potergli dare amore, senza rimpianti personali. Ma Franco, purtroppo, è quel tipo di uomo che si spaventa al pensiero che la moglie potrebbe diventare una donna in carriera, o peggio ancora guadagnare più soldi di lui. Per me deve farci l’abitudine, perché potrebbe accadere.

Riuscite a seguire i vostri figli così?

Certamente, per me una cosa non esclude l’altra; posso riuscire a concretizzare i miei sogni ed essere una mamma presente e amorevole. Mentre i piccoli sono a scuola io seguo i corsi all’università. Nel pomeriggio, invece, mentre loro eseguono i compiti io studio per gli esami, e nel tempo libero facciamo tante attività  insieme. E poi per fortuna c’è Lara, una meravigliosa donna che ci aiuta con le faccende domestiche. Quando le due sere a settimana lavoro, Franco si occupa dei bambini, è giusto così. Penso che tutte le donne abbiano il diritto di fare quello che desiderano, di sentirsi libere di essere. Oramai, al giorno d’oggi, per alcune è stato più facile raggiungere i propri obiettivi, ma posso confermare con certezza che non per tutte è così, almeno non lo è per chi nasce in una famiglia all’antica che ti annulla la personalità. In una famiglia in cui ti convincono che da sola non puoi farcela, e invece fuori c’è un mondo che ti aspetta e tutte noi donne dobbiamo essere pronte a conquistarlo.

Alessandra Federico

 

 

 

 

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