Protagonisti storici della lotta per Napoli capitale della cultura: Antonio Vitale

Il dibattito sulla questione della qualità della vita nella nostra città ha assunto in questi ultimi tempi i toni di una lotta senza quartiere, impegnando cittadini associazioni e comitati in un susseguirsi di attività  ed iniziative sociali culturali ed ambientali che sembrano essere nate improvvisamente dopo  un lungo tempo di silenzio e di disinteresse.

Andando studiare la  cronaca degli ultimi decenni, abbiamo “scoperto” che  da oltre trent’anni  la città  è percorsa da un  forte  impulso al rinnovamento  promosso da  alcune associazioni  che partire dagli anni  Ottanta/Novanta hanno stabilito la loro sede nel Centro Antico.

Da queste associazioni sono nate  molteplici e per quel  tempo originali iniziative  i cui effetti si possono rilevare oggi.

Il nostro viaggio l’iniziamo intervistando uno tra i molti protagonisti della lotta per il riscatto sociale e culturale della città: il dott. Antonio Vitale, presidente  dell’Associazione Culturale Napoli Centro Storico.

Quale è stato il principale argomento con il quale l’Associazione ha  dato vita al suo intenso programma di attività?

L’Associazione ha svolto sin dall’inizio della sua costituzione un programma di attività sulle problematiche  di salute ed ambiente.

L’Associazione ha realizzato conferenze e convegni su questi temi…

Già nel 2001, in un convegno organizzato con il patrocinio del Comune di Napoli,  abbiamo affermato la necessità  di organizzare una  efficiente  raccolta differenziata e l’istituzione di uno sportello verde al quale i cittadini potevano segnalare casi di inquinamento dell’aria causati da emissioni di fumo, smog ed esalazioni tossiche.

Come  avete affrontato, dal punto di vista medico-sanitario, il problema dei rifiuti e delle esalazioni tossiche?

Questi temi sono stati trattati  evidenziando in  maniera scientifica e documentata   le varie patologie oncologiche che stanno sempre più devastando l’umanità, oltre alle patologie  respiratorie, metaboliche, cardiovascolari e neurologiche.

La raccolta differenziata corretta  è  alla base del riciclo dei rifiuti, qual è la vostra posizione  nei riguardi  di questa attività che nonostante siano trascorsi anni dal suo avviamento, non ha raggiunto al momento i risultati  sperati?

Il riciclo dei rifiuti deve partire da una sempre più intensa campagna di informazione e di sensibilizzazione iniziando da quella specie più diffusa, pericolosa e di difficile  decomposizione in natura: la plastica che può essere utilizzata per realizzare  utensili, oggetti come panchine, sedie, tavolini, guaine di copertura stradale e perfino tessuti  per capi  di abbigliamento.

Importante il riciclo della carta per materiale ecologico, carta per la stampa o per imballaggi, contenitori, bicchieri e piatti per alimenti.

Altri materiali riciclabili sono i metalli, il vetro, il cosiddetto RAEE che consiste nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche che contengono anche materiali preziosi e rari.

Quale messaggio  pensa utile inviare ai nostri lettori?

In definitiva il mondo  potrebbe essere più pulito se si mettesse in atto un’attenta ed efficiente raccolta dei rifiuti ed un riciclo dei materiali, riducendo non solo le patologie oncologiche ma anche gli sconvolgimenti climatici che stanno distruggendo i nostri territori  con il cosiddetto effetto serra.

Pur essendo trascorsi oltre venti anni  da quando è stato trattato l’argomento le problematiche in oggetto non sono ancora state risolte, anzi, purtroppo, in alcuni casi sono addirittura peggiorate con un notevole incremento dell’elettrosmog  generato dalle apparecchiature  elettriche  e per la presenza  di numerosi ripetitori sul territorio.

Pertanto  ritengo che  sia indispensabile per gli anni a venire una di ripresa  ancora più intensa, concreta e fattiva  di quanto esposto che coinvolga sempre di più  tutti i cittadini.

Alessandra Federico

“Diritti in Comune”: ANCI e UNICEF Italia uniscono le forze per i diritti dei bambini e la sostenibilità.

In occasione del 33° anniversario della ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e l’UNICEF Italia tornano a collaborare per l’iniziativa “Diritti in Comune”. La campagna, ormai giunta alla sua quarta edizione, punta quest’anno i riflettori sul tema della sostenibilità ambientale e sull’importanza degli spazi verdi per il benessere dei bambini e degli adolescenti. Il 27 maggio 2024 segna un importante traguardo: 33 anni dall’approvazione della Convenzione da parte dell’Italia con la Legge n.176 del 1991. Questo anniversario sarà celebrato con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e amministrazioni locali non solo sui diritti sanciti dalla Convenzione, ma anche sull’impatto che un ambiente sano e sostenibile ha sulla vita dei più giovani. L’edizione di quest’anno vuole coinvolgere attivamente i comuni italiani, invitandoli a promuovere azioni concrete e iniziative di sensibilizzazione. Tra queste, la realizzazione di contenuti dedicati sui social media e sui siti web ufficiali, la diffusione di materiali informativi come poster e locandine, e l’organizzazione di sedute del Consiglio Comunale focalizzate sull’anniversario. “L’ANCI accoglie con favore l’iniziativa ‘Diritti in Comune’, essendo da sempre impegnata nel supporto delle giovani generazioni,” ha dichiarato Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia e delegato ANCI al Welfare. “C’è un legame inscindibile tra la salvaguardia dell’ambiente e il futuro dei nostri ragazzi. Inquinamento e crisi climatica influenzano pesantemente la vita quotidiana dei giovani, e dobbiamo agire subito per invertire questa tendenza.”
Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia, ha sottolineato l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici: “Nel 50º anniversario dell’UNICEF Italia, ricordiamo quanto i cambiamenti climatici siano una minaccia significativa per migliaia di bambini e le loro famiglie. Ringraziamo l’ANCI per la costante collaborazione; questa iniziativa evidenzia l’importanza del ruolo dei comuni nell’implementazione dei principi della Convenzione ONU.” “Diritti in Comune” si inserisce nel quadro delle numerose iniziative promosse congiuntamente da ANCI e UNICEF Italia, rafforzate dal Protocollo d’intesa del Programma UNICEF Città amiche dei bambini e degli adolescenti. Questo protocollo mira a valorizzare il ruolo strategico delle amministrazioni locali nel garantire i diritti dei minori. I Comuni possono trovare tutte le informazioni necessarie per aderire all’iniziativa e scaricare i materiali informativi sui siti ufficiali di ANCI e UNICEF Italia. Con queste risorse, sarà possibile coinvolgere la cittadinanza e promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza di un ambiente sostenibile per il benessere delle nuove generazioni. La campagna “Diritti in Comune” non è solo una celebrazione, ma un vero e proprio invito all’azione. Attraverso la collaborazione tra ANCI e UNICEF, i comuni italiani sono chiamati a essere protagonisti nel costruire un futuro più verde, inclusivo e rispettoso dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
Ivan Matteo Criscuolo

UNICEF Italia festeggia 50 anni al Giffoni Film Festival: anteprima del film “Shoes”

In occasione della 54ª edizione del Giffoni Film Festival, l’UNICEF Italia celebra un traguardo importante: 50 anni di attività dedicata alla protezione e al supporto dei bambini di tutto il mondo. L’evento cinematografico, in programma dal 19 al 28 luglio a Giffoni Valle Piana (SA), avrà quest’anno come tema “L’Illusione della Distanza”, affrontando argomenti di rilevante attualità come le discriminazioni etniche, il conflitto israelo-palestinese, lo sport come strumento di riscatto e le sfide della genitorialità. Il 27 luglio sarà una giornata speciale con la proiezione in anteprima del film “Shoes” di Giuseppe Carrieri. Il film verrà presentato in due appuntamenti: alle 17:00 in Sala Truffault e alle 18:00 in Sala Blu. “Shoes” narra la vicenda di K. e Peter, due ragazzi che vivono a Kibera, uno dei quartieri più poveri di Nairobi. I due giovani cercano di sopravvivere vendendo oggetti trovati nelle discariche. K. sogna di far camminare di nuovo il suo amico Peter, che è costretto su una sedia a rotelle, grazie a un paio di scarpe magiche. Il film, sostenuto dall’UNICEF Italia, vede la partecipazione di Joseph Odhiambo e Joris Omwamba ed è una produzione Natia Docufilm. Al termine delle proiezioni, seguirà un dibattito che vedrà la partecipazione del regista Giuseppe Carrieri, del direttore della fotografia Andrea Longhin e di rappresentanti dell’UNICEF Italia, tra cui Paolo Rozera, Andrea Iacomini e Lucio Melandri. La Goodwill Ambassador dell’UNICEF Italia, Alessandra Mastronardi, sarà l’ospite d’onore. “Essere presenti al Giffoni Film Festival ci permette di dialogare direttamente con i giovani su temi cruciali attraverso il linguaggio del cinema, che ha il potere di illuminare realtà lontane e favorire una maggiore consapevolezza,” ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia. Jacopo Gubitosi, Direttore generale del Giffoni Film Festival, ha espresso il suo entusiasmo per la collaborazione: “Siamo fieri di lavorare con l’UNICEF, un’opportunità per promuovere valori fondamentali come la solidarietà e la tutela dei diritti dei bambini. Questa partnership ci consente di realizzare progetti importanti che sensibilizzano il pubblico e danno voce ai giovani.” Il Giffoni Film Festival 2024 si prospetta dunque non solo come una celebrazione del cinema per ragazzi, ma anche come una piattaforma significativa per discussioni sociali e culturali. I partecipanti avranno l’opportunità di riflettere su temi di grande rilevanza, grazie anche al contributo dell’UNICEF Italia, che celebra mezzo secolo di impegno continuo. Con questi presupposti, l’edizione di quest’anno promette di essere particolarmente rilevante e coinvolgente.
Ivan Matteo Criscuolo

Eduardo De Filippo e il Teatro San Ferdinando

Uno sguardo fra gli scaffali della “Biblioteca campana” dell’Associazione Culturale “Napoli è” ed ecco che attrae l’attenzione una pubblicazione di recente riportata alla luce da “la Repubblica”, in collaborazione con Fondazione Eduardo De Filippo.

Pubblicato per la prima volta nel gennaio del 1954, a febbraio di quest’anno è ritornato disponibile come ristampa “Eduardo De Filippo e il Teatro San Ferdinando” un volume che ripercorre pagine e storia del Teatro San Ferdinando chiuso all’indomani del terremoto dell’80 e poi per decisione della famiglia e di Luca negli Anni ’90 donato alla città affinché fosse continuata l’opera intrapresa da Eduardo.

Aprono la pubblicazione gli interventi di Tommaso De Filippo, Francesco Somma, Maurizio Molinari, Ottavio Ragone, Conchita Sannino, Roberto Andò, Gaetano Manfredi, Vincenzo De Luca.

La pubblicazione contiene gli scritti di illustri personalità della cultura dell’epoca dell’inaugurazione del teatro.

Locandine, fotografie, immagini, pagine d’arte di Eduardo, articoli, contenuti nelle sue pagine rendono ancor più rilevante, a distanza di 70 anni, la testimonianza  culturale e sociale contenuta in questa pubblicazione.

Antonio Desideri

Le 4 R a tutela del Pianeta

“Facciamolo insieme, facciamolo tutti” con questo spirito Miriam D’Ambrosio Coordinatrice del Service “Le 4 R” per il Distretto 108 Ya Lions International ha portato avanti l’impegno dei Lions per la sostenibilità ambientale.

Qual è il significato delle 4 R?

Sono le 4 pratiche fondamentali per la tutela del nostro Pianeta: Riduzione, Recupero, Riutilizzo, Riciclo.

Con il Recupero il rifiuto diventa risorsa per ricavare nuova materia o energia.

Con la Riduzione si invita a produrre meno rifiuti attraverso la lotta allo spreco.

Con il Riutilizzo si chiede di riusare più volte un oggetto prima di buttarlo.

Infine il Riciclo è la trasformazione in nuovi oggetti dei materiali raccolti in maniera differenziata, dando loro una seconda vita.

Cosa si propongono i Lions del Distretto 108Ya con questo service?

Il service è iniziato nel nostro Distretto nel 2015 ad opera del Governatore Toto’ Fuscaldo di Vibo Valentia ed è stato portato avanti in tutti questi anni da Sergio Esposito del L.C. Eboli Battipaglia Host.

L’obiettivo è proteggere la natura come la grande casa dell’umanità che per troppo tempo è stata violata. I Lions hanno la capacità di affiancare cittadini imprese ed istituzioni per accelerare la transizione ecologica, in quanto la trasformazione deve essere sia pubblica che privata, sia di impegno personale che di costo collettivo.

Il prossimo appuntamento è a Vibo Valentia, come hanno contribuito i Clubs della Calabria al service?

Hanno contribuito proficuamente; martedì 21 maggio, presso l’Istituto Professionale di Stato “E Gagliardi” il L.C. di Vibo Valentia ha organizzato con successo un incontro con gli studenti, presente anche l’iniziatore del service Totò Fuscaldo. Un altro appuntamento è stato quello di sabato 1 giugno, su Corso Vittorio Emanuele, per sensibilizzare tutta la cittadinanza ad un uso responsabile dei rifiuti, con la raccolta di cellulari e occhiali usati, pile e farmaci scaduti. La serata è stata allietata da musica dal vivo da parte dei musicisti del Conservatorio Musicale di Torrefranca e dalla “zeppolata” offerta dall’Associazione “ La Goccia”.

E Basilicata e Campania? Ci dia qualche dato…

Per la Campania cito un interessante connubio tra le 4 R e il progetto Erasmus STEAM presso l’Istituto Comprensivo “G. Salvemini” di Battipaglia, progetto che la scuola porta avanti con altri partner europei. Il tema è stato come le STEAM (acronimo di Scienze, Tecnologie, Ingegneria, Arte e Matematica) supportano le attività di Riciclo, Riutilizzo, Recupero, Riduzione, attraverso la produzione di elaborati concreti quali: un giardino pensile, la riproduzione di un’opera d’arte, la realizzazione di una touch screen pen, etc.

E poi il service con gli studenti dell’Istituto Superiore “E. Ferrari” di Battipaglia del 26 marzo scorso. Questa volta la tematica è stata: come parlare di problemi ambientali ai giovani col metodo Greenopoli (www.greenopoli.it). E’ stato proprio l’ideatore del metodo il Prof. Giovanni De Feo dell’UNISA che ha dimostrato come si possono trasmettere alle giovani generazioni idee, valori contenuti in maniera accattivante e coinvolgente anche a ritmo di “green rap”.

Per quanto riguarda la Basilicata, domenica 2 giugno si è svolto a Grumento un evento con la collaborazione di 9 Lions Club che condividono gli obiettivi di 3 service distrettuali: La via Herculea, Ambiente economia e lavoro e Le 4 R, durante la giornata sono previste varie attività.

Insieme si può fare la differenza?

Certamente, perché si sa che a livello individuale siamo una goccia, ma insieme diventiamo un oceano. Per vivere meglio dobbiamo impegnarci tutti, solo dallo sforzo collettivo si otterranno i risultati, uniti verso la meta. La causa ambientale per quanto impegnativa riguarda tutti.

Allora il motto deve essere: facciamolo insieme, facciamolo tutti.

Antonio Desideri

Il patrimonio verde di Napoli e della Campania: il Parco Mascagna

Il Parco Mascagna, fu realizzato nella prima metà del secolo scorso nella zona collinare del capoluogo partenopeo tra i quartieri Vomero e Arenella rappresentando  per molte generazioni l’unico spazio verde dove poter trascorrere  ore   giocando in un ambiente salubre e decoroso.

Una volta conosciuto come  i giardinetti di via Ruoppolo in seguito gli fu dato il  nome di un giovane pediatra ed ambientalista Marco Mascagna, deceduto prematuramente che negli anni novanta si era reso protagonista di una lotta popolare non violenta che coinvolse l’intero quartiere e riuscì a sconfiggere il piano  di cementificazione che prevedeva la realizzazione di un parcheggio interrato di ben 10 piani.

Anche se piuttosto limitato nella sua estensione, circa 12.000 mq, il parco  Mascagna è un polmone verde considerato indispensabile dalla comunità del quartiere che lo frequenta assiduamente. Nel Parco vi sono molte specie  di arbusti  ed alberi d’alto fusto, percorsi ben articolati tra le aiuole ed una  fontana, campi giochi per bambini, due campi di basket e uno di bocce, panchine e bagni per i visitatori.

Dal momento della sua creazione sono state apportate notevoli modifiche e deterioramenti depauperando il prezioso patrimonio arborio e sottraendo spazi   alle strutture  dei giochi dei bambini anche a causa della mancanza di una costante  e adeguata manutenzione.

L’ultima modifica, avvenuta nel 2005 a cura del servizio ambiente del Comune di Napoli, pur mantenendo il patrimonio arborio ha ridefinito l’aspetto dividendo il Parco in due aree distinte:  un’area esterna sempre praticabile ed un’area interna recitata e suscettibile di chiusure orarie.

Nel 2019, il Consiglio Comunale di Napoli approvò una delibera  con la quale  si decideva finalmente di riqualificare il Parco Mascagna restituendolo al suo  splendore, ma  dopo sei anni il progetto di riqualificazione non  vede ancora la luce.

Il 20 novembre del 2023 erano partiti i lavori di riqualificazione che dovevano durare 120 giorni e pertanto il Parco doveva essere riconsegnato ai cittadini  entro il mese di marzo 2024.

Siamo a giugno 2024 ed i lavori non  si sono conclusi nei termini previsti,  mentre si  è assistito all’abbattimento di numerosi lecci e al rinsecchire dei nuovi alberi  piantumati presumibilmente per mancanza di  adeguata innaffiatura.

La popolazione del Vomero attende la fruibilità del Parco.

Alessandra Federico

Argia di Donato: “Voglio vivere così”

Voglio vivere così” è il titolo dell’album di esordio di Argia di Donato, avvocato, giornalista, scrittrice e pittrice, disponibile su tutti gli store di streaming audio e piattaforme social da oggi lunedì 24 giugno 2024.
Il disco, con gli arrangiamenti del talentuoso Dario Della Monica, compositore e musicista napoletano, e le fotografie della brillante Fabiana Privitera per il cofanetto CD, ripropone alcuni dei brani più noti del panorama della musica italiana ed internazionale, ed è un omaggio dell’artista al caro padre scomparso un anno fa: “È stato mio padre ad incoraggiarmi a creare un disco con le canzoni che gli piacevano di più. Voleva che fosse il mio regalo di Natale per lui, poi però, è spirato mesi prima” afferma Argia “Questo disco è una favola d’amore. La mia voce è rimasta silente per trentatré anni ed è uscita solo sette anni fa, portandomi nuovamente in un mondo che credevo fosse soltanto fatto di sogno. Per questo, considero questo album, un vero e proprio dono”.
Dalle note intramontabili dei classici come Moon RiverQuizaz quizaz quizazQue sera, sera, alle incursioni nella musica tradizionale balcanica passando per l’Oriente con due omaggi al compositore pianista nipponico Joe Hisaishi per poi ritornare in Italia con Il cuore è uno zingaro Io che amo solo te, “Voglio vivere così” è un vero e proprio viaggio sonoro composto da 12 tappe, tra gli affetti più cari della memoria familiare dell’interprete.
Con il disco nasce il progetto sociale “Il Senso dell’Arte”: con i proventi della vendita di “Voglio vivere così” saranno realizzate riproduzioni tattili di opere d’arte contemporanea, accompagnate dalle relative schede espositive in italiano e inglese, redatte in Braille, per i non vedenti e ipovedenti: “Mio padre, sin da bambino, avrebbe voluto destinare una parte del proprio denaro proprio in beneficenza per chi, essendo privo della vista, non può godere appieno delle meraviglie del nostro mondo”.
Dal sogno realizzato al sogno da realizzare, dalla memoria di ieri al vivere dell’oggi: “Il ricordo di ciò che abbiamo dato al mondo è ciò che resta di noi” prosegue Argia “Spero che mio padre sia ricordato anche da chi non lo ha conosciuto, così da poter “essere” per sempre nel tempo presente.”

Il libro rosa della filosofia. Da Aspasia a Luce Irigaray, la storia mai raccontata del pensiero femminile

Nel testo lei cita la filosofa e sociologa francese Annabelle Bonnet, autrice de “La barba non fa il filosofo”.

Ebbene, quali e quanti ostacoli deve saltare una filosofa?

Nei tempi passati gli ostacoli sono stati innumerevoli, tant’è vero che purtroppo pochissime ce l’hanno fatta, e qualcuna, tra queste donne coraggiose,  ha addirittura perso la vita, come la celebre Ipazia e Olympe de Gouges, quest’ultima all’epoca della rivoluzione francese. Attualmente  quasi tutti gli storici impedimenti sono stati rimossi, e nelle facoltà di Filosofia le presenze femminili sono considerevoli. Non ancora, però, si è sfiorata o raggiunta la parità negli incarichi universitari e direttivi, sicché per molti versi è ancora vero che per, filosofare, ci vuole la barba, ovvero occorre essere uomini…

Così come avvenuto per tante professioni, l’eredità delle filosofe è stata cancellata, oscurata, dimenticata.

“Che cosa ha perso il mondo, impedendo al genere femminile di esprimere la propria voce e di contare?”

È molto difficile immaginare come sarebbero andate le cose se il pensiero femminile  fosse stato libero di esprimersi: è stata, per così dire, “silenziata” una metà dell’umanità perfettamente in grado di scegliere, di prendere decisioni, di assumersi  responsabilità. Insomma, non stiamo parlando di una metà “minorenne”, come invece parecchi filosofi hanno sentenziato, bensì di adulte che, per farsi ascoltare, hanno invece dovuto agire all’ombra dei maschi o usare dei mezzi traversi (l’attrazione sessuale, lo spirito, la pazienza, la dedizione a un uomo) per poter – almeno parzialmente – contare. Tutto questo è estremamente  umiliante.

Lei scrive nella prefazione: “Filosofe pubbliche o private, filosofe mancate, filosofe perseguitate, filosofe famose o misconosciute, donne che sono scese in piazza a protestare e donne che hanno taciuto, ma hanno spronato le loro figlie a uscire di casa: è di loro, è di noi che si parla in questo libro.”

L’assenza di un pensiero femminile sui libri quanto stride con la consapevolezza contemporanea?

Le ragazze, soprattutto, si indignano; ma non solo le ragazze. A me sembra un’ottima cosa, perché fino a non molto tempo fa lo si dava praticamente per scontato: filosofare è cosa da uomini, di donne filosofe non ce ne sono..il che, peraltro, è una menzogna.

“Filosofare ha in sé qualcosa di rivoluzionario e pericoloso”: quali competenze richiede il filosofare?

Filosofare richiede studi preliminari per impadronirsi dei concetti principali e della terminologia della disciplina, per aver chiaro il divenire e l’evolversi della storia del pensiero; richiede inoltre molte letture e molto confronto, dialoghi e dibattiti, e soprattutto la libertà,  il tempo, il modo e  la volontà e di riflettere.

Da Senofonte ad Aristotele, da Cicerone a Seneca si è reputato che le donne fossero manchevoli della ragione speculativa.

In qual misura la propaganda maschile ha inciso sul sbarrare la strada al pensiero filosofico delle donne?

Probabilmente i filosofi “misogini” (l’assoluta maggioranza) hanno razionalizzato e trasmesso, camuffandolo in modo filosofico, un modo di sentire comune e diffuso nella loro epoca e nella loro società; hanno solo nobilitato – ammesso che si possa usare il termine in questo processo di svilimento – il pregiudizio, anzi spesso lo hanno cavalcato trionfalmente.

Mary Astell, integralista religiosa con un’inclinazione femminista: “Un’ardente fede cristiana la sorresse nella sua strenua lotta per emancipare le donne”

La filosofia femminile non prosperò solo nelle celle dei conventi?

Più o meno, sì; ma anche nelle case nobili, dove alle donne veniva concessa l’istruzione; oppure nel caso delle figlie predilette di uomini di grande cultura;

mosche bianche, malauguratamente.

Olympe de Gouges s’impose nonostante “La donna è la femmina dell’uomo” recitato sentenziosamente nell’Encyclopédie.

Quali sono le ragioni, insospettabili, dell’Illuminismo ostative di una promozione della parità di genere in campo culturale?

Non ci si stupisce (fino a un certo punto, naturalmente)  dei pregiudizio contro le donne delle cosiddette epoche oscure (e le chiamavano così proprio i philosophes francesi), ma ci colma di meraviglia, al contrario,  la chiusura assoluta dell’Illuminismo nei nostri confronti. Quei grandi pensatori ci reputavano, alla stregua del  popolo ignorante della loro epoca (definito la canaille) ancora impreparate, non pronte, inadatte a un ruolo diverso. Forse,- si auguravano- attraverso i secoli, l’educazione, ci saremmo evolute in positivo, tante volte non si sa mai…

Lei ha adottato un criterio cronologico: dalle pitagoriche Teano e Timica fino al postmodernismo di Judith Butler.

Cosa ci attende per il futuro?

La speranza è che non ci sia più il bisogno di scrivere un libro settoriale sulla filosofia femminile, essendo tale filosofia già inserita, e a pieno titolo, in un “normale” testo di storia della filosofia.

 

Simonetta Tassinari – Ha insegnato “Laboratorio di didattica della filosofia” presso l’Università del Molise, è stata tutor universitario del TFA (Tirocinio Formativo Attivo), da anni coltiva la Psicologia relazionale, la Psicologia dell’età evolutiva, il counseling filosofico e la divulgazione filosofica per bambini e ragazzi. È l’animatrice di partecipati “Caffè filosofici” e tiene conferenze e presentazioni in tutta Italia. Ha pubblicato romanzi per Giunti, Meridiano zero e Corbaccio, testi di argomento storico e filosofico (tra gli altri, per Einaudi scuola) e il saggio “brillante” – sull’insegnamento della filosofia nelle scuole – La sorella di Schopenhauer era una escort (Corbaccio). Per Feltrinelli ha pubblicato nel 2019 Il filosofo che c’è in te, alla terza edizione e uscito in edizione speciale come supplemento al quotidiano “la Repubblica”; S.O.S. filosofia. Le risposte dei filosofi ai ragazzi per affrontare le emergenze della vita, rivolto agli adolescenti; Il filosofo influencer. Togliersi i paraocchi e pensare con la propria testa (2020); per Gribaudo Instant Filosofia (2020) e Le 40 parole della filosofia (2021).

 

 

 

 

Dallo scaffale della poesia: Luigi Esposito e il racconto della pandemia in versi

 ‘Ntrasatta (‘o cunto d’ ‘o virusso) è il titolo della raccolta di poesie in napoletano che Luigi Esposito ha voluto dedicare a una delle esperienze peggiori che abbiamo vissuto negli ultimi anni: quello della pandemia da Covid-19.

“Â ‘Ntrasatta. All’improvviso. Un fulmine a ciel sereno senza neanche un tuono premonitore. Come un vento impetuoso che spazza via tutto, obbligandoci a rinchiuderci in casa. La vita non può svolgersi soltanto nelle nostre stanze. Ci siamo dovuti adattare non solo rinunciando a qualcosa ma anche sforza noci per intravedere nuovi spunti di riflessione”, così apre il suo lavoro il poeta Luigi Esposito.

Forti, dense di sentimento e analisi sociale, le liriche contenute in questa raccolta mettono in evidenza la grande capacità di far emergere le sensazioni, i timori, le paure, la sofferenza di chi sta vivendo questa esperienza del tutto nuova e drammatica, un’esperienza, anzi un incubo, che sembrava non dover finire mai e che tanto dolore e tanti strascichi ha lasciato dietro di sé.

Luigi Esposito ha una pesante ma fondamentale eredità da cui però non si è fatto schiacciare, anzi ha mostrato di poter occupare a giusta ragione un posto importante nel panorama della poesia napoletana così come aveva fatto il padre Gennaro, grande indimenticato poeta napoletano, conosciuto anche fuori della città partenopea.

Nella postfazione Ino Fragna, scrittore, poeta e critico letterario evidenzia le tematiche trattate dall’Autore fra cui quella della solidarietà del popolo napoletano anche nella tragedia “…. Ma Luigi non tralascia di sottolineare esempi virtuosi di solidarietà e abnegazione quali il “panaro solidale” e lo strenuo impegno di infermieri e medici” e ancora evidenzia “… Una caratteristica precipua e, direi distintiva della Poesia di Luigi, è l’uso ricercato e sapiente di un dialetto insaporito da termini dal gusto antico. L’Autore non ha paura di usare “arcaismi” che non appaiono come tali perché sono così contestualizzati elle sue liriche da conferire un sapore particolare ai temi e alle situazioni descritte”.

Nelle poesie presenti in questa raccolta l’Autore predilige le rime baciate e il lettore amante del napoletano lo scopre verso per verso, poesia per poesia.

Antonio Desideri

Francescapia Monti: giovane scrittrice di gialli

E’ stato presentato lo scorso 17 maggio il libro “Assassinio a Green Dwelling” di Francescapia Monti, una giovanissima scrittrice, di appena 15 anni, la quale si è cimentata a scrivere questo libro giallo, ambientato in America in un quartiere di New York, che narra di un duplice omicidio e delle indagini fatte da un investigatore… una trama interessante ed intrigante. Ne parliamo con l’Autrice.
Francesca, quando è nata la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura è nata grazie al mio professore di italiano delle scuole medie, poiché ci faceva leggere spesso testi  gialli dal libro di narratologia. Grazie a lui ho iniziato a leggere libri gialli di grandi scrittori (come Agatha Christie) che mi hanno ancora più appassionata.

Come mai la tendenza a scrivere un romanzo giallo?

La tendenza per i gialli è arrivata spontaneamente, in quanto l’intrigo e la ricerca della verità sono insiti nel mio cuore. Il protagonista del racconto, il Dottor Happen, è un uomo zelante, responsabile, intuitivo ed istintivo (spesso anche troppo) e che a volte potrebbe risultare arrogante nei modi solo per portare i personaggi a dire la verità, la cosa più importante. Mi ci rivedo molto in lui, infatti ho cercato di associargli alcune caratteristiche che ritrovo in me.

Chi ti ha incoraggiato ad intraprendere questa avventura nella scrittura di un libro?

Ad incoraggiarmi nel mio percorso è stata mia madre, la quale ha subito avuto l’intuizione che io fossi avvezza alla scrittura. Non avrei mai pensato di poter fare una cosa, per me, così grande, ma mia madre ha sempre visto del potenziale in me, è stata la luce che mi ha guidata in questo nuovo cammino. Le sono grata per tutto ciò che ha fatto, per la pazienza avuta nel fare ogni cosa potesse essere utile a realizzare questo sogno.

Quando scriverai il prossimo libro? Sarà anch’esso un giallo oppure hai in programma un altro genere?

Il prossimo libro è già in elaborazione, anch’esso un giallo. Inoltre, ho intenzione di affrontare altri generi, come i romanzi rosa.

Alessandra Federico

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