Ascolti TV Auditel: stravince Rocco Schiavone, la Sciarelli batte Le Iene

Il ritorno su Rai2 del vicequestore “Rocco Schiavone”, in onda mercoledì 17 ottobre, vince la competizione della prima serata affermandosi come il programma più visto, con 3,2 milioni di spettatori, uno share del 14% e punte superiori al 17.

Significativo anche il riscontro tra i laureati 21,7%. “Una conferma e un rilancio forte per un personaggio e una serie che giocano la carta dell’innovazione del linguaggio e un profilo del protagonista in controtendenza rispetto agli stereotipi –   ha sottolineato il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta – scorretto, fuori dalle regole ma con un senso profondo dell’etica e per questo amato dal pubblico. Un circuito virtuoso, i romanzi di Antonio Manzini, l’ironia e bravura di Marco Giallini che s’incontrano con la regia di Giulio Manfredonia e la qualità produttiva di Cross Production e Rai Fiction”.

Nei dettagli: Rocco Schiavone 2 ha trionfato con 3.172.000 spettatori pari al 13.9% di share, superando anche Rai1 e il film Lasciati andare con Toni Servillo, fermatosi a 1.917.000 spettatori pari all’8.4% di share. Battuto anche Canale 5 con “Benvenuti al Sud”che ha conquistato 2.795.000 spettatori pari al 13.1% di share. Su Italia 1 “Le Iene” raggiungono 1.735.000 spettatori (9.9%) e soccombono a Rai3 con Federica Sciarelli e “Chi l’ha Visto?” che convince 2.088.000 spettatori pari ad uno share del 10%.

Su Rete4 la telenovela “Il Segreto” arriva a 1.731.000 spettatori con il 7.7% di share, superando di netto La7 con “Atlantide” dedicato a Evita Peron che ha totalizzato 613.000 spettatori con uno share del 2.9%. Su TV8 lo show culinario” MasterChef 7″ ha invece segnato il 2.7% con 559.000 spettatori.

Nicola Massaro

La paura delle  donne Yazide irachene fuggite in Europa

Il caso inquietante che ha coinvolto un gruppo di donne yazide è scoppiato in Germania poco tempo fa, ma ha creato subito allarmismo attorno a quello che è, ormai, il tema centrale del dibattito politico europeo degli ultimi mesi: la sicurezza delle frontiere.

Il punto di partenza è la storia che una giovane yazida ha raccontato ai media tedeschi lo scorso agosto; fuggita dall’Iraq dopo essere stata venduta ad un miliziano dell’Isis che l’ha stuprata e seviziata per mesi,  arrivata in Germania, da rifugiata, ha incontrato il suo carnefice nei pressi di Stoccarda, davanti ad un supermercato. Nonostante abbia denunciato l’accaduto, la giovane  non è riuscita a fare arrestare l’uomo e ha deciso di ritornare in Iraq.

Il dramma delle donne yazide, divenute schiave sessuali per sedicenti appartenenti allo Stato Islamico, è noto alla Comunità Internazionale almeno dal 2015; la schiavitù sessuale è una pratica che l’Isis ha ritenuto di dover istituzionalizzare, non solo attraverso una burocrazia dello stupro (mercati dove vengono vendute le donne, listini prezzi, contratti d’acquisto notarizzati da corti islamiche), ma anche con una teologia dello stupro. Il settimanale dell’Isis Dabiq spiegava, non molto tempo fa,  come fosse legittimo trattare le donne yazide quali spoglie di guerra; mentre il «Dipartimento Fatwe» dell’Isis illustrava la liceità di avere rapporti anche con ragazzine che non avessero raggiunto la pubertà.

Alla luce di questi fatti, che sono storia a noi contemporanea, l’episodio vissuto dalla giovane ha più dell’inquietante.

Secondo gli attivisti yazidi e siriani presenti in Germania, non è stato un caso isolato. Dopo l’attacco alla città irachena di Sinjar, nell’agosto del 2014, circa 1800 giovani donne sono state rapite e seviziate dall’Isis; molte di quelle che sono riuscite a fuggire in Europa, dopo che la famiglia ne ha pagato il riscatto, hanno trovato rifugio in Germania dove sono stati avviati dei programmi di supporto, per queste donne e e per tutti i profughi accolti nel paese, di circa 95 milioni di euro. Tuttavia, assieme alle vittime, pare che in Europa siano arrivati anche i criminali, e che questi godano degli stessi diritti delle donne che hanno torturato. Come ha spiegato ai media tedeschi (e non solo) Aghiad Al Kheder, il siriano portavoce dell’associazione Sound and Picture, che è diventata un punto di riferimento per i rifugiati in Germania, è accaduto che alcuni affiliati al gruppo terroristico abbiano rubato l’identità ad altri siriani e siano riusciti ad ottenere asilo politico approfittando della politica delle porte aperte di Angela Merkel. Sarebbero entrati in questo modo circa 900 membri dell’Isis in Germania. Mentre un altro gruppo è rappresentato dai returneers, i foreing fighters che hanno combattuto in Siria e hanno fatto ritorno in Europa. Ovviamente, si sta lavorando per l’identificazione e l’incriminazione di questi soggetti. Inoltre, a far ben sperare la comunità yazida è il fatto che la Germania è uno dei pochi Paesi che permette di procedere contro un soggetto per reati commessi aldi fuori della sua giurisdizione; ed è proprio dalla Germania che gli yazidi hanno fatto partire le denunce contro gli jihadisti, per portarli, in futuro, di fronte alla Corte dell’Aja.

Rossella Marchese

Fuggire dalla miseria, non solo nel Mediterraneo

Ancora racconti di disperazione dal Venezuela. Questa volta sono i Paesi confinanti con Caracas a fare notizia. Su invito dell’Ecuador, infatti, lo scorso settembre si sono riuniti i ministri degli Esteri di 14 Paesi latinoamericani, assieme ai rappresentanti dell’Unhcr, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati e  dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni, in un vertice di emergenza per mettere a punto delle soluzioni politiche condivise nel coordinare un fenomeno che non ha precedenti nella storia del continente sudamericano: la fuga in massa della popolazione venezuelana.

Fuggono con borsoni, abiti indossati uno sull’altro, a volte qualche trolley, in fretta e a piedi, lasciandosi tutto il resto in Venezuela. L’Onu ha stimato che sono circa 2,3 milioni i venezuelani fuggiti dal Paese e dalla miseria imperante; e l’esodo è sempre più impetuoso, basti pensare che egli ultimi 15 mesi in Colombia sono entrati oltre 1 milione di migranti; ogni giorno ne arrivano più di 4mila al confine con l’Equador e poi, dopo un viaggio di settimane a piedi o in autostop (perché i soldi per gli autobus non ci sono) fino in Perù, dove si è arrivati ad un numero complessivo di presenze che supera il mezzo milione.

Il Venezuela, che un tempo attirava con le sue ricchezze minerarie è diventata la terra da cui fuggire, tanto che Joel Millman, rappresentante dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni, ha equiparato questa crisi migratoria a quella del Mediterraneo. Entrambe di difficile soluzione.

Tuttavia solo con la cooperazione dei Paesi limitrofi, in Venezuela come nel Mediterraneo, si può sperare di giungere ad una risoluzione della situazione.

Eppure, anche i valichi del Sudamerica si chiudono. Il Brasile schiera l’esercito nello stato di Roraima, l’Equador vuole respingere chi si presenta alle sue frontiere con la sola carta di identità, così anche il Perù. Ma per i venezuelani il passaporto è diventato una chimera, per ottenerlo ci vogliono mesi e circa 200 dollari, cifra ormai insostenibile per larga parte degli esuli che arrivano a piedi, dopo aver marciato per migliaia di kilometri.

Sul ponte Simòn Bolìvar , porta d’ingresso alla Colombia, si registrano oltre 100mila passaggi al giorno, quasi tutti in uscita dallo Stato-caserma di Maduro. La maggioranza si ferma, altri proseguono il viaggio verso gli altipiani andini; le mete più ambite sono il Perù, con la sua economia in piena espansione, l’Argentina e il Cile.

Nei paesini di frontiera tra Colombia e Venezuela, ormai assediati dai migranti, si vedono incollate ai muri le banconote bolivares, che ormai non valgono più nulla, accompagnate a scritte offensive contro Maduro, principale responsabile dell’agonia in cui versa il Paese da ormai 5 anni.

Rossella Marchese

 

Salute sport e solidarietà al Campus 3s

Visite mediche specialistiche gratuite, eventi sportivi e solidali, food, aree dedicate ai bambini, hanno animato dal 4 al 7 ottobre, alla Rotonda Diaz in via Caracciolo, il Progetto Campus 3s organizzato dall’Associazione SportForm con il sostegno di Fondazione con il Sud.

Un grande ospedale da campo affacciato sul lungomare napoletano che ha visto coinvolte le Università Federico II e Vanvitelli si messo al servizio della città offrendo la presenza di specialisti di varie branche.

Un vero e proprio successo di numeri: circa 2.500 le visite effettuate; 3mila visite compresi gli studenti dello Sport; 200 tra medici, esperti e volontari impegnati; 23 le aree mediche specialistiche presenti.

“Nel corso dei tre giorni di visite gratuite i migliori professionisti campani” sono stati “gratuitamente al servizio della popolazione napoletana͟, ha spiegato Annamaria Colao”, coordinatore scientifico e promotore del Campus, tra le quindici scienziate italiane più quotate al mondo.

“Salute, sport e solidarietà compongono le tre S del Campus3S che ormai da anni è attivo in tutta la Campania ma che realizza manifestazioni in tutta Italia, con iniziative che coinvolgono la popolazione con una diffusa azione di prevenzione facendo anche sport e divertendosi”, ha spiegato Tommaso Mandato, presidente di Sportform e organizzatore della manifestazione.

 

“Oggi miriamo a promuovere una campagna nazionale di prevenzione primaria vera che, oltre a garantire un abbassamento delle percentuali di malati, riduca anche i costi per la sanità pubblica. Intendiamo così anche ribaltare l’approccio alla cura delle malattie. Bisogna ricercare le cause più che mirare alla semplice terapia sugli effetti. E lo stile di vita, il mangiare bene, il dormire adeguatamente, l’esercizio fisico, rappresentano un elemento essenziale per ridurre l’impatto che le malattie hanno sulla nostra popolazione”, hanno concluso Colao e Mandato.

Il clima inclemente di sabato pomeriggio non ha consentito lo svolgimento della maratona.

Avvicinare la medicina alla gente in maniera semplice e diretta, questa la formula vincente dell’iniziativa.

 

In filatelia cosa sono le affrancature gemelle?

Fra i tanti aspetti interessanti della filatelia vi è quello delle affrancature gemelle e più in generale di quelle miste, sulle quali si deve porre attenzione sia dal punto di vista storico sia da quello più materiale del valore economico.

Nel passato e sino al 1967, anno in cui la validità è diventata perenne, i francobolli avevano una scadenza ufficiale di validità che poteva essere più breve o più lunga, spesso riservata solo a uno specifico avvenimento. Tutti i francobolli, a una certa data stabilita, cessavano la loro validità con decreto e quindi non potevano più essere utilizzati per affrancare lettere e cartoline. Tutto ciò rispondeva al preciso scopo di evitare la falsificazione dei pezzi che era abbastanza diffusa all’epoca, analogo sistema era previsto per le banconote. Ogni x numero di anni le banconote andavano in pensione e venivano sostituite da nuove banconote stampate d’identico valore ma completamente differenti da quelle che andavano a sostituire. Allo stesso modo accadeva per i francobolli e più in generale nel campo dei valori bollati.

In altre occasioni eventi storici imprevedibili, come ad esempio la morte di un sovrano, non consentivano la sostituzione in tempo reale in tutto il regno dei francobolli o poteva anche accadere che per errore non fossero ritirati tutti i francobolli dell’emissione precedente. Poteva quindi capitare che la corrispondenza fosse affrancata con l’effigie di due re. E’ il caso, ad esempio, di lettere affrancate con l’effigie di Vittorio Emanuele II con il figlio Umberto I e di quest’ultimo con il figlio Vittorio Emanuele III.

E’ chiaro che nel settore tutti questi accavallamenti hanno creato curiosità filateliche molto apprezzate.

Nonostante tutti gli accorgimenti per evitare le falsificazioni, in ogni caso, molti francobolli del Regno d’Italia sono stati falsificati e molti sono passati regolarmente per posta. Quelli riportanti l’effigie di Vittorio Emanuele II con valori in tornesi e grana hanno raggiunto cifre altissime, anche intorno ai 90 mila euro a pezzo.

Ma ritorniamo alle affrancature miste. Spesso le ritroviamo tra Regno di Napoli e Province Napoletane, Regno di Napoli con lo Stato sardo. Nelle affrancature miste c’è sempre da perdersi… Spesso i francobolli delle Province Napoletane sono stati usati anche in altre regioni ed anche questi valori hanno raggiunto quotazioni di tutto rispetto che si aggirano intorno ai 40 mila euro a lettera.

Salvatore Adinolfi

The Cranberries, un brano inedito per i 25 anni dal debutto

Dolores O’Riordan canta in irlandese, unico brano gaelico della band.

Un pezzo che sembra riportarci al 1993, ai tempi dell’esordio con Everybody else is doing it so why can’t we?. I Cranberries, in occasione dell’anniversario, che sarà celebrato con l’uscita di un cofanetto, pubblicano la versione studio di Íosa, unico pezzo in gaelico registrato dalla band con la voce di Dolores O’Riordan, trovata senza vita poco dopo le 9 del 15 gennaio nella camera 2005 dell’hotel Hilton a Park Lane, a Londra.

La cantante è morta annegata nella vasca da bagno in seguito a un’intossicazione da alcool.  Íosa è un inno alla Chiesa cattolica e il titolo significa “Gesù”. Il brano è una supplica a Dio, al quale Dolores chiede di non essere lasciata sola.

“Continuiamo a lottare per riuscire ad accettare quello che è successo,avevano scritto in un comunicato i Cranberries. Le nostre sentite condoglianze vanno ai figli di Dolores e alla sua famiglia e oggi i nostri pensieri sono con loro: Dolores vivrà eternamente nella sua musica”.

Prima della scomparsa della cantante irlandese, il gruppo, che si era sciolto nel 2003 per poi riunirsi nel 2009 per un tour negli Stati Uniti e in Canada, aveva iniziato a lavorare su nuovo materiale: O’Riordan aveva già realizzato delle registrazioni che ora i Cranberries promettono di condividere con i fan entro il 2019.

La band, nata nel 1990, aveva scalato le classifiche mondiali della musica, tanto da diventare vera e propria icona del rock degli anni Novanta.

Nel 2003 il gruppo irlandese si era sciolto, nel 2009 c’era stata una prima reunion per un tour tra Stati Uniti e Canada.

Da lì la band aveva deciso di provarci ancora. Dolores O’Riordan aveva già realizzato alcune registrazioni e il resto del gruppo ha scelto di condividere con chi ha saputo apprezzare e ammirare una delle voci più belle della storia della musica.

Si stima che la band abbia venduto attorno ai 40 milioni di album nel mondo.

Nicola Massaro

Roma: IX edizione di Centopiazze

Torna oggi sabato 6 ottobre la IX edizione di Centopiazze, storica iniziativa promossa dall’AIMC, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici e per la prima volta, quest’anno, in collaborazione con il Forum delle Associazioni familiari.

La manifestazione “Centopiazze”, presentata il 3 ottobre alla Camera dei Deputati, patrocinata dal Senato della Repubblica e dall’Ufficio Nazionale Educazione Scuola Università della Conferenza Episcopale Italiana, è la risposta operativa all’invito fatto da Papa Francesco, lo scorso 5 gennaio, durante l’udienza privata al termine del XXI Congresso nazionale dell’AIMC. Un invito a recuperare l’alleanza educativa tra scuola e famiglia che, come ha sottolineato il Santo Padre, richiede “il coraggio di prendere iniziative, di fare tutto ciò che è possibile anche con l’aiuto di esperti per ricostruire il ponte con le famiglie”.

AIMC e Forum insieme riaffermano che il patto educativo è un atto condiviso fra famiglie, insegnanti e dirigenti. “Atto condiviso”, afferma Giuseppe Desideri, presidente nazionale dei Maestri Cattolici, “che si basa sul rispetto reciproco e sulla voglia di cooperare per dar vita ad un progetto educativo comune in cui ciascuno ha un ruolo insostituibile”.  “Abbiamo scelto la piazza”, sottolinea Desideri, “perché essa è il luogo simbolo dello scambio culturale, del dialogo e del confronto,  per far uscire la ‘questione’ della sfida educativa dai contesti per soli esperti e proporre un’ideale alleanza con tutti i soggetti coinvolti nell’educazione dei giovani e non solo, pronti ad essere insieme, come dice papa Francesco ‘maestri del rischio ragionevole dell’educare’.

“In Italia”, continua il presidente dell’AIMC, “nonostante tutto, la scuola è sostenuta da docenti che, ogni giorno, si donano ai loro alunni con passione e professionalità. Una scuola che vuole collaborare anche con le famiglie, attraverso un confronto costruttivo per il vero bene dei ragazzi, in un clima di fiducia reciproca e non di relazione conflittuale. Una scuola che vive l‘importanza di riconquistare un ruolo fondamentale per la crescita del nostro Paese”.

  Un dialogo, tra scuola e famiglia, evidenziato anche da Maria Grazia Colombo, vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari con delega all’Educazione: “In questo momento storico vogliamo affermare e costruire insieme genitori e docenti relazioni educative dentro le scuole statali e paritarie”. “È nella storia del Forum”, aggiunge Colombo,”un’attenzione all’educazione e alla promozione di alleanze, relazioni in campo educativo. Per questo motivo abbiamo voluto come famiglie ed associazioni genitori aderire a questa proposta e condividere con i docenti un percorso virtuoso in tantissime realtà del nostro Paese. Insieme a quattro mani abbiamo steso un Vademecum, non sono istruzioni per l’uso ma occasione di dialogo tra genitori e docenti. Non più contrapposizioni ma dialogo voluto prima di tutto e poi costruito insieme”.

In cento piazze in tutta Italia, da Trento a Catania, genitori, docenti e studenti, insieme costruiranno cento e più progetti per rendere non uno spot, ma realtà propositiva il patto educativo. Un programma ricco su tutto il territorio nazionale: incontri in piazza o in scuole o in sale pubbliche, flash mob, giochi di strada e/o sportivi organizzati dal CSI Centro Sportivo Italiano, staffette, mostre estemporanee, concerti, dibattiti, tavole rotonda.

Piazza simbolica della manifestazione nazionale sarà piazza Santi Apostoli a Roma, dove fin dalla mattina andrà in scena un ricco programma, tra cui l’esibizione della Banda musicale della Polizia municipale di Roma, la tavola rotonda fra docenti, dirigenti, genitori e studenti (titolo “Insieme si può. Costruire ponti tra scuola e famiglia per sostenere la sfida educativa del terzo  millennio”) e un flash mob organizzato dagli studenti delle scuole di Roma.

La piazza sarà animata da studenti, genitori e docenti degli Istituti scolastici: I.C. “Via San Biagio Platani”; Scuola infanzia internazionale paritaria “La bottega dei talenti”;  Liceo Artistico Pablo Picasso di Pomezia; Istituto Paritario “Sacro Cuore”; Istituto Paritario Salesiano Pio XI; Istituto Paritario Marymount; Liceo Azzarita; IC Margherita Hack; Istituto paritario Massimo; Istituto Comprensivo IV di Frosinone; IC Visconti; I.I.S. Tommaso Salvini.

Interverranno: “Sogno di bambino onlus”, l’attore Andrea Paolotti e la BAND della Legalità. Presenterà la giornalista RAI Patrizia Angelini.

 

Tex Willer compie 70 anni, a Milano una mostra sul fumetto italiano più conosciuto al mondo

Forse a tanti giovani d’oggi il nome di Tex Willer non dirà nulla, ma il personaggio dei fumetti della Sergio Bonelli Editore può vantare una storia personale ed editoriale molto importante.

Gli albi del ranger dalla camicia gialla sono il prodotto fumettistico più venduto in Italia, nonché in assoluto uno dei più venduti. Nato il 30 settembre del 1948 dalla fervida mente di Gianluigi Bonelli su un’intuizione della consorte Tea, l’eroe senza paura festeggia 70 anni d’età con una grande mostra intitolata “Tex. 70 anni di un mito”.

A ospitare la grande esposizione del materiale conservato negli archivi della Sergio Bonelli Editore è il Museo della Permanente di Milano, che dal 2 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019 aprirà le porte a tutti gli appassionati dell’avventuriero dal grilletto più veloce del West.

Patrocinata dal Comune di Milano e curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto italiano, la mostra è un tributo a un personaggio che incarna ideali incrollabili, sempre fedele a se stesso e ai propri valori nonostante le avversità. Tra i primissimi esempi di western antirazzista, essendosi Bonelli posto sin dall’inizio dalla parte dei nativi americani, Tex è diventato un fenomeno di costume di cui tutti gli italiani sono a conoscenza senza magari aver mai posato gli occhi su una tavola.

Come spiega Mauro Boselli, curatore di Tex: “La nostra intenzione è quella di fare riassaporare ai lettori il gusto e il ritmo d’altri tempi di un giovane West e di un giovane Tex, il sapore dell’avventura semplice, diretta e incantata, come la vivevano le fantasie di Bonelli, di Galep e dei loro lettori. La prima storia è un sentito e necessario omaggio al mito e ai due grandi fumettari che l’hanno creato, e prenderà avvio proprio da quel primo episodio con Tesah e il suo tesoro segreto, ma scoprendone antefatti, seguiti e particolari nuovi. Questo Tex non è una rivisitazione del genere “reboot”, dove tutto cambia, bensì una riscrittura moderna, ma, allo stesso tempo, fedele all’originale, e non si può prescindere dai sacri testi del grandissimo G. L. Bonelli”.

“Tex nasce nell`immediato dopoguerra a Milano quando una imprenditrice illuminata, Tea Bonelli, ricostituisce una casa editrice che era nata nell`anteguerra grazie al marito, Giunluigi Bonelli. Nasce per caso e per sfida. Il personaggio su cui puntava la casa editrice in verità era un altro, Occhio Cupo si chiamava. Questo Occhio Cupo è durato qualche mese, Tex è ancora qui dopo 70 anni”, ha sottolineato Masiero. Nell`esposizione spazio anche alla multimedialità con la realtà aumentata per mostrare i paesaggi del mondo di Tex, dai deserti del Sud-Ovest alle grandi praterie del Mid-West.

Nicola Massaro

All’America Hall presentazione di Frammenti di una storia

Sarà presentato il giorno 11 ottobre alle ore 17.30 presso il cinema America Hall il volume di Aldo Madìa “Frammenti di una storia. Dalla rivolta delle pietre al terrorismo”, una finestra nella realtà, “una finestra su una parte di storia contemporanea”. Non si tratta di un “romanzo o un racconto di fantasia ma la storia di un conflitto narrato da chi lo ha vissuto in prima persona, non al cinema ma nella realtà”.

Un  articolato volume che racconta alcuni degli anni più complessi della storia del Medio Oriente, una memoria inedita di fatti legati alla questione israelo-palestinese svoltisi nell’arco 2000-2004 visti attraverso gli occhi di “un pugno di uomini, scelti da alcuni Servizi di informazione europei” .

 

Aldo Madìa

Frammenti di una storia. Dalla rivolta delle pietre al terrorismo

Yocanprint, €16,90

2018, pp. 286

 

 

Il piano Macron e il reddito universale

Il Piano Macron contro la povertà presentato il 13 settembre  prevede il cosiddetto reddito universale, approccio simile al reddito di cittadinanza proposto in Italia.

Lo strumento di Macron è denominato universale non perché sarà distribuito a tutti, ma perché raggruppa in un unico strumento diverse azioni, come il reddito di solidarietà attiva, gli aiuti per la casa, i bonus per la ripresa dell’occupazione ed altre. Ma il successo di queste offerte non si percepisce perché in Francia le procedure amministrative sono lunghe e complicate e in parte perché i beneficiari temono la stigmatizzazione prodotta dalle prestazioni sociali, in una società che tende sempre più a vivere la povertà come una “colpa”.

Tale scelta del governo francese è scaturita dall’aver constatato che l’aumento delle spese sociali non era bastato a contrastare la povertà. In uno dei Paesi più ricchi al mondo e con il sistema di welfare più generoso, i poveri rappresentano il 14,2% del totale della popolazione. Inoltre, secondo i dati OCSE di giugno 2018, in Francia la povertà passa dai genitori ai figli con una mobilità sociale perfino inferiore a quella italiana. Il governo francese ha stimato in 8,5 miliardi di euro (0,4 per cento del Pil) il costo totale del piano, ma funzionerà? Il progetto è ambizioso e simili tentativi del passato non hanno dato i risultati attesi. Si spera che i francesi oggi si comportino da homines economici,  rispondendo così alle attese degli incentivi proposti dal piano progettato dal governo.

Al momento il piano francese è una lista di intenti e non ha ancora un preciso articolato di leggi, ma sicuramente è da ritenere sia stata un’utile fonte di ispirazione  in Italia, riguardo all’attivazione del cosiddetto reddito di cittadinanza.

Danilo Turco

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