“Correlazioni astratte” a Grosseto

Si inaugurerà, il 3 settembre prossimo, “Correlazioni astratte”, mostra d’arte curata da Maurizio Vitiello che, fino al 23 settembre prossimo, dalle 17,30 alle 19,30, esporrà, presso l’Associazione Artistico Culturale”Eventi” di Grosseto, opere dei maestri Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo e Gianni Rossi, in collaborazione con il Dipartimento Campania dell’Associazione Nazionale Sociologi.

Opacità dell’Italia e trasparenza dell’Ordinamento europeo

Sempre maggiore trasparenza delle istituzioni è prevista dall’ordinamento europeo.

In Italia invece, non si fa luce su diverse zone d’ombra istituzionali e quindi sulle politiche pubbliche.

L’ordinamento europeo si è sempre più evoluto in termini di trasparenza sull’operato delle istituzioni. In Italia non esiste un moderno funzionamento delle Camere, una disciplina delle lobby e, pertanto, a differenza di quanto accade in UE, vi è opacità sulle scelte che influenzano il processo legislativo. Inoltre, sono mal gestiti e applicati gli strumenti per la trasparenza riferiti alla regolamentazione sulla produzione del governo, come l’analisi di impatto, la valutazione preventiva di costi e benefici delle ipotesi di intervento normativo, come risultato di una comparazione fra opzioni alternative; la verifica di impatto, vale a dire l’esame degli effetti prodotti dall’opzione prescelta. Infine, manca un compiuto “ciclo di valutazione” delle politiche pubbliche sui profili regolatori, ma soprattutto per gli studi di fattibilità delle diverse ipotesi di azione risolutiva, del  controllo in itinere e alla verifica dei risultati.

La trasparenza di tale “ciclo” consentirebbe di conoscere realmente l’operato dei pubblici poteri. Quindi, per la conferma dello sviluppo democratico del nostro Paese, si spera che i recenti miglioramenti in ambito di trasparenza in sede UE possano contaminare il nostro sistema italiano in tempi non lunghi.

Danilo Turco

Meno conflittualità nel dibattito pubblico per la costruzione di opere pubbliche

Il dibattito pubblico può certo aiutare a migliorare le decisioni delle amministrazioni sulle scelte riguardanti le opere pubbliche, ma è opportuno che tutti i soggetti interessanti siano consapevoli dei limiti da non superare.

Sulla Gazzetta ufficiale del 25 giugno 2017 è stato, infatti, pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 76 del 10 maggio 2017 sul dibattito pubblico (Dp). Il testo del Dpcm ha avuto una lunga gestazione nella precedente legislatura, ma non era stato possibile emanarlo a causa dello scioglimento delle Camere. Questo nuovo strumento può migliorare l’efficacia delle decisioni amministrative, a condizione che tutti i soggetti interessanti, oltre a coglierne le opportunità, siano anche coscienti dei confini che non possono essere superati. La sua introduzione, sul modello del dèbat public francese, costituisce una novità per l’ordinamento statale, ma non per quello regionale (vedi la legge regionale 46/2013 della Regione Toscana o quella 28/2017 della Regione Puglia).

Questo Dpcm definisce il dibattito pubblico e lo intende un processo di informazione, partecipazione dei soggetti interessati sul confronto pubblico sull’opportunità e sulle soluzioni progettuali di opere, progetti o interventi e, per poter migliorare la progettazione e l’efficacia delle decisioni pubbliche, Individua le tipologie, le caratteristiche e il valore economico degli investimenti che devono essere sottoposti a Dp, ne definisce la procedura da seguire e i tempi del suo svolgimento.

Questo Dp consente di superare questioni emerse negli anni che hanno alimentato spesso contestazioni non fondate su conoscenze , ma su superficiali e non corrette idee diffuse e che hanno bloccato la realizzazione ad esempio di strade, aeroporti. Si tratta di prese di posizioni alimentate anche dal fatto che i soggetti e le comunità interessate non sono state coinvolte e informate, o lo sono state a decisione già presa.

Il suddetto Dpcm, prevede che il Dp debba svolgersi “nelle fasi iniziali di elaborazione di un progetto di un’opera o di un intervento, in relazione ai contenuti del progetto di fattibilità ovvero del documento di fattibilità delle scelte progettuali”.  La documentazione, approntata dall’amministrazione promotrice, dovrà fornire ai soggetti interessati le informazioni sulle motivazioni dell’investimento, sulle alternative alla soluzione proposta, anche con l’ipotesi di non realizzarlo affatto, sulle scelte progettuali e sulle valutazioni dei suoi impatti sociali, economici ed ambientali. Il Dp è una procedura consultiva che intende garantire la realizzazione dell’opera senza alcuna contestazione, riducendo le occasioni di tensioni e conflitti, specie se animate da motivazioni politiche pregiudiziali.

Danilo Turco

 

In edicola Misteri nascosti: Dossier Ufo

Tornano in questi giorni gli X-files e gli Ufo con la programmazione della prima stagione della serie andata in onda dal 1993 al 2002 e successivamente a partire dal 2016 che vede protagonisti Fox Mulder e Dana Scully, coinvolti in mille esperienze extrasensoriali/paranormali e strane presenze aliene.

Ancora alieni nella serie Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. con il dna alieno che fa rivivere il direttore  Phil Coulson e l’esistenza degli Inumani.

In contemporanea in edicola esce la collana della Hobby & Work “Misteri nascosti” che, con una elegante veste editoriale, presenta un piano dell’opera di particolare interesse per gli appassionati di “poteri occulti, contatti alieni, lobby mondiali, fenomeni paranormali…”.

Quello che la “gente normale non avrebbe mai dovuto sapere” si concretizza nelle pagine del volume sugli Ufo (Unidentified Flying Objects, oggetti volanti non identificati). Dossier Ufo presenta infatti Area 51, il mistero di Roswell, gli avvistamenti, i fascicoli classificati top secret, i confidential files.

Anche gli altri volumi della collana stimoleranno la voglia di saperne di più dei lettori: Templari e Sacro Graal, Torri gemelle, continente perduto, piramidi, esperienze già vissute, massoneria esoterica, custodi del soprannaturale, città magiche: Torino, Barcellona, Praga, sono alcuni dei temi trattati nella collana.

I grandi enigmi della storia racchiusi nelle pagine di “Misteri nascosti” perché, riprendendo la frase scelta per la presentazione della collana, come diceva Socrate “Solo la ricerca porta alla verità”

 

In edicola “Gli Egizi e le piramidi”, primo numero de “Le antiche civiltà”

E’ in edicola il primo numero della collana “Le antiche civiltà”, in vendita con il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. La serie, composta in totale da 35 volumi inediti e illustrati, scritti da storici e archeologi di fama, è realizzata dall’editore Giunti in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) e le riviste “Archeologia Viva” e “Art e Dossier”.

La collana porterà i lettori alla scoperta delle civiltà antiche dalla preistoria all’età moderna, a partire da quella dell’Egitto.

“Gli Egizi e le piramidi”, con la prefazione del direttore del MANN,  Paolo Giulierini, presenta i principali eventi  e personaggi della storia di un popolo e dei suoi faraoni, ancor oggi ricca di misteri.

“Se si vuole avere un giudizio critico, consapevole e autonomo sui fatti del Mediterraneo attuale, – scrive Paolo Giulierini – non si può che ripartire dall’Egitto, dalla Grecia, da Roma, dagli Imperi orientali che tanto hanno segnato, in termini di cultura e contaminazioni etniche, le nostre società”.

Una collana dall’elegante veste editoriale, ricca di suggestive immagini come, nel primo volume, quelle delle piramidi, dei templi, della sfinge e di tantissime costruzioni e opere presenti in Egitto e nei principali musei di tutto il mondo.

Un volume, quello sugli Egizi, di grande fascino  sia visivo che culturale, un viaggio appassionante in un mondo che da sempre ha suscitato l’interesse degli archeologi, degli studiosi e di tutti coloro che restano affascinati dall’Egitto e dalla sua storia.

Un volume, una collana,  che non può mancare nelle biblioteche degli amanti della cultura e dell’arte. Così come non può mancare una visita alla ricca e, cronologicamente più antica, collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Bianca Desideri

Pensieri e parole, all’Asinara la 13ma edizione con Violante Placido e Paolo Virzì

“Avevamo visto giusto sin dalla prima edizione nel 2006. In questi anni abbiamo visto in diretta cosa è cambiato in quei luoghi. Sono stati fatti passi da gigante in un contesto nazionale davvero unico.” L’incipit di Sante Maurizi ha avviato la conferenza stampa della nuova edizione del festival “Pensieri e parole.” L’incontro con la stampa si è svolto presso la sala giunta del comune di Porto Torres nella mattinata del 20 agosto.

All’incontro insieme con il regista sassarese, direttore artistico della rassegna, ha preso parte il vicesindaco Marcello Zirulia, il Direttore del Parco dell’Asinara Pierpaolo Congiatu, l’attrice Daniela Cossiga (moglie di Maurizi), Aldo Addis, titolare libreria Koinè, già presidente di Liberos e la responsabile comunicazione del festival Monica De Murtas.

“Ritroviamo importanti amici e nuovi amici”- ha esordito Congiatu che ha portato con sé un originale cimelio, il suo accredito alla prima edizione del 2006.  “Fu un’avventura, soprattutto su un’isola come l’Asinara, dove ogni evento richiede sforzi enormi. Il festival è riuscito a trovare una continuità. L’Asinara si presta a tali iniziative: la location di Cala Reale sembra essere quella più indicata, anche per la logistica e i trasporti” – ha ribadito il direttore del Parco rilanciando i temi cruciali dell’isola Parco, poco prima ricordati dallo stesso Maurizi:  la fruibilità dei servizi essenziali: acqua, trasporti marittimi esterni e viabilità interna.

Il regista sassarese ha insistito sulla necessità di un tavolo collettivo che riunisca le varie istituzioni coinvolte, nazionali e locali affinché l’idea semplice e immutata del festival possa sempre più arrivare a compimento: avvicinare al territorio la piena vivibilità e fruizione di un’isola Parco, la cui istituzione era percepita come un problema. La cultura e le rassegne di questi anni hanno dimostrato il contrario sebbene ci sia ancora molto da lavorare.

Per affrontare il principale ostacolo alla partecipazione del pubblico nelle due serate a Cala Reale sono stati approntati sistemi dedicati di trasporto marittimo:

da Porto Torres: sarà operativa l’imbarcazione Gwaihir in partenza al Molo Dogana Segni, ore 17:30 (prenotazioni al numero 349 4910755),

da Stintino: opereranno taxiboat Isola d’Ercole  (prenotazioni ai numeri:  335 7864047 – 366 894849).

All’interno dell’Asinara sarà attivo il servizio di trasporto tra Fornelli, Cala Reale e Cala d’Oliva per consentire alle persone in arrivo da Porto Torres o Stintino di raggiungere le sedi dell’evento.

Ricco il palinsesto degli appuntamenti di questa edizione 2018.

Prima di “salpare” per l’Asinara il festival fa tappa quest’anno a Porto Torres con l’iniziativa “Cinema alla Renaredda” che propone venerdì ventiquattro agosto alle ventuno “Oh, mio Dio!” di Giorgio Amato. Regista e sceneggiatore originario di Porto Torres Amato sono un sociologo specializzato in criminologia forense. Nel 2015 ha diretto la black comedy “Il Ministro”, con Gianmarco Tognazzi.

Amato presenta al festival il suo ultimo film “Oh mio Dio!” un mockumentary in cui la fiction si mischia alla realtà di una Roma prenatalizia teatro del nuovo avvento di Cristo, interpretato da Carlo Caprioli. Il messia trova la terra molto diversa da come l’aveva lasciata duemila anni fa: dominata dal consumismo, dall’egoismo, quasi del tutto priva dei valori che il Figlio di Dio aveva trasmesso ai suoi discepoli. Nella colonna sonora del film anche un pezzo di Sardegna con “No potho reposare” cantato da Ilaria Porceddu e due attori sardi nel cast: Vanni Fois e Federico Melis.

A Cala d’Oliva nell’ambito dei campi “E!State Liberi!” Libera Sardegna presenta alcune pellicole sul tema “Cinema e Legalità”: dal ventuno al ventiquattro agosto saranno proiettati, alle ore 21:00: “In un altro paese” di Marco Turco, “Uomini soli” di Attilio Bolzoni, “Lea” di Marco Tullio Giordana e “Così in terra” di Paolo Santolini.

Una quota rosa inaugurerà la serata del sabato venticinque agosto a Cala Reale alle diciotto e trenta. Saranno la giornalista Cristina Nadotti e la scrittrice Natascha Lusenti, nota voce di Radio2 che presenta il suo volume d’esordio “Al mattino stringi forte i desideri” (Garzanti), la storia di tutti noi quando abbiamo bisogno di ripartire da zero, spaventati e felici allo stesso momento. A seguire l’anteprima nazionale del film “Restiamo amici” di Antonello Grimaldi. Il regista sassarese sarà presente alla premiere accompagnato dall’attrice Violante Placido (tra gli interpreti del film) e dal produttore Gianluca Curti. Il film è un viaggio avventuroso in cui la vera scoperta è il valore dell’amicizia.

E’ dedicata alla musica l’apertura del festival di domenica ventisei agosto alle diciotto e trenta  con “Tutti giù per terra”, concerto dei Ciurma Anemica (Daniela Cossiga e Salvatore Delogu). Il programma proseguirà alle diciannove con Gianni Caria che dialogherà con Giancarlo De Cataldo e il suo “L’agente del caos” (Einaudi) .

La serata conclusiva del Festival dell’Asinara sarà dedicata nel finale anche al concorso “Isole del Cinema” alla sua prima edizione che quest’anno consegnerà il premio a Paolo Virzì per la sceneggiatura di “Ella & John” che sarà proiettato al termine della serata.

“Ella e John” è il primo film “americano” di Paolo Virzì regista toscano pluripremiato  (“Ovosodo”, “La prima cosa bella”, “La pazza gioia”). Il film è girato “on the road” in USA ed è interpretato da due grandi attori Hellen Mirren (Ella) oscar per “The Queen” e Donald Sutherland (John Spencer) oscar alla carriera,  attore poliedrico in tante pellicole di successo.  Prosegue, infine, l’iniziativa “Che libro porteresti su un’isola deserta?”: il festival invita gli ospiti e il pubblico che seguirà i vari appuntamenti a portare con sé un libro da donare alla costituenda “Biblioteca dell’Asinara”, sul quale scrivere in breve le ragioni della propria scelta, come se fosse una dedica. Su quest’ultima iniziativa Aldo Addis ha concluso ricordando come negli ultimi dodici anni della rassegna si sia incrementato in maniera esponenziale il “mercato delle sceneggiature” con il conseguente fiorire di tanti libri tratti dai film prodotti. Una gioia anche per i librai.

Luigi Coppola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’immigrazione di colf e badanti

I lavoratori domestici in Italia (più di due milioni) sono affidati gran parte a stranieri e quasi il 60 per cento non è in regola. Basterebbe una sanatoria per garantire benefici sostenibili?

In Italia lo Stato ha sempre più delegato alle famiglie la gestione del welfare. Secondo stime Istat, solo il 10 per cento degli oltre 2 milioni di persone non autosufficienti è assistito in strutture residenziali (Ra).

L’Italia, come Germania e Giappone, è uno dei Paesi più anziani al mondo e si stima che nel 2050 il numero delle persone con più di 75 anni è destinato ad aumentare, da 7 a 12 milioni (+74%), cioè passare dall’11% al 21% della popolazione.

L’assistenza domiciliare si compone di assistenza domiciliare integrata, a cura delle Asl, e servizi di assistenza domiciliare, a cura dei Comuni, che raggiungono rispettivamente 650 mila e 130 mila anziani, anche se quasi sempre per un tempo molto limitato.

Nel nostro Paese la figura del “caregiver familiare” è molto diffusa. Si tratta di un familiare che si prende cura, a titolo gratuito, di un genitore o del coniuge non autosufficiente. Figura istituzionalizzata alla fine della scorsa legislatura con un fondo di sostegno piuttosto modesto (60 milioni di euro). Per questo motivo in Italia si è andato affermando l’impiego di badanti e colf  e da una ricerca Domina dell’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico, risulta che le famiglie italiane spendano per i lavoratori domestici 7 miliardi ogni anno, facendone risparmiare 15 allo Stato che, altrimenti, dovrebbe farsi carico di circa 800 mila anziani non autosufficienti.

Danilo Turco

Una professione emergente: il data scientist

In Italia sono stati assunti circa 1500 data scientist nel 2017, si tratta di una figura che richiede competenze multidisciplinari (statistiche, matematiche ed economiche).

Si generano quantità immense di dati attraverso l’utilizzo dei social network, del web e dei processi automatici/digitali specie per  acquisti on line e anche gli scontrini di supermercati connessi alla carta fedeltà, Questi cosiddetti big-data se analizzati con intelligenza, consentono di conoscere i diversi aspetti qualitativi sullo stile di vita e le loro tendenze, informazioni utili per poter poi pianificare le politiche pubbliche o i piani di marketing aziendali.

I “big-data” evidenziano i comportamenti umani e le loro analisi avvengono attraverso lo studio delle reti neurali artificiali (artificial neural networks) o dell’apprendimento automatico (machine learning), riferiti allo studio sull’intelligenza artificiale, che si evolvendo negli anni grazie soprattutto al miglioramento della potenza di calcolo e nella capacità analitica di affinare le tecniche di stima, di classificazione e di previsione del dato.

Come si forma un data scientist?

Diversi Paesi cercano di sfruttare le sinergie fra insegnamento universitario e apprendimento a distanza. Uno dei casi più noti è quello del professor Balaraman Ravindran in India, che tiene i suoi corsi tramite una piattaforma governativa che consente successivamente agli studenti di sostenere gli esami di persona in diverse parti del paese, guadagnando una certificazione formale riconosciuta in ambito lavorativo.

Si tratta di una scelta professionale utile in campo lavorativo in quanto risulta in costante aumento il numero di aziende (di grandi e piccole dimensioni) che manifestano l’esigenza di assumere figure professionali specializzate, denominati data scientist, o capaci di maneggiare ed estrapolare informazioni a supporto dei processi decisionali. Sono figure professionali ancora rare da trovare, ma necessarie. Le loro analisi devono  risultare chiare e semplici per poter essere divulgate. Si tratta di una figura che richiede competenze multidisciplinari (statistiche, matematiche ed economiche) e deve essere capace di estrarre dati da database MySQL, di gestire gli Analytics, di sviluppare algoritmi di ottimizzazione e di saper disporre di sufficienti competenze nel settore del business.

La piattaforma Kaggle è di grande stimolo per chi desideri approcciarsi a questo lavoro. Essa presenta un concorso a premi in lingua inglese, per individuare tali figure professionali e offre gratuitamente anche la potenza di calcolo on-line per i partecipanti con risorse limitate perché ciò che viene premiato al concorso è la capacità analitica, cioè la competenza di base posseduta.

Danilo Turco

 

 

 

Il Museo della Seconda Guerra Mondiale di Felonica

 

Nell’inverno del 1942-43 in Russia infuriava la Seconda Guerra Mondiale e i soldati sovietici spingevano le lunghe file dei nemici fatti prigionieri in marcia sul fronte del Don e a Stalingrado, per poi caricarli sui treni  che avevano come ultima destinazione i gulag nel profondo nord delle steppe siberiane. Tra quei prigionieri, molti furono gli Italiani e pochi riuscirono a sopravvivere a quella traversata mortale. Il freddo, le ferite, le malattie, la denutrizione troncarono parecchie vite, così i corpi venivano ammassati negli ultimi vagoni di quei treni e questi, una volta pieni, venivano sganciati in prossimità di snodi o centri abitati, per essere svuotati.

La città di Kirov, sul fiume Vjatka, fu uno di quegli avamposti logistici usati dai soldati russi per liberarsi dei cadaveri nemici; senza troppe cerimonie con l’esplosivo si realizzavano grandi fosse comuni a ridosso della Transiberiana che attraversava la città.

Questa storia è il fondamento del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Felonica, in provincia di Mantova; una struttura del tutto particolare che al suo interno ospita i resti, i cimeli, dei caduti italiani al fronte russo.

Ventiquattro volontari, questo l’organico del museo, che a proprie spese si alternano i quei luoghi, lontani quasi 4mila km da casa, per scavare di fianco a quella ferrovia ancora funzionante e recuperare pezzi di un passato fatto di storie personali interrotte bruscamente. Assieme al personale della locale Organizzazione Pubblica Volontaria Giovanile Ricognitori di Kirov, che aiutano nelle operazioni di sondaggio e delimitazione del terreno delle fosse comuni, i nostri contemporanei connazionali ritrovano bottoni, pezzi di divise, lavorando assieme ai russi per dare identità a coloro che non sono mai tornati in patria.

Fino ad ora sono state recuperate 11 piastrine di riconoscimento, restituite dai “memoriali russi” alle relative autorità nazionali, al fine di permettere i necessari approfondimenti. E sono stati recuperati i resti di 298 caduti italiani, ungheresi e tedeschi, perché l’impegno dei volontari di Felonica è transnazionale.

Tuttavia la spinta al recupero dei nostri caduti, e non solo, sul territorio russo, avrebbe bisogno di costante alimento, supporto e attenzione, anche da parte delle istituzioni, visto che le fosse di Kirov sono ancora piene. Per questo motivo la senatrice a vita Elena Cattaneo ha preso a cuore la faccenda,  appellandosi al Presidente della Repubblica e al Ministro della Difesa affinché i Ventiquattro di Felonica non vengano lasciati soli; sta nella ferma volontà dello Stato, infatti, l’intenzione di non affidare all’oblio collettivo del tempo il sacrificio dei singoli.

Rossella Marchese

La sfida dell’audiolibro

Si chiama Storytel ed è la piattaforma svedese di produzione, distribuzione e vendita di audiolibri; nata nel 2005 come startup, oggi è presente in 13 Paesi del mondo con più di 600mila abbonati. Ultima, l’Italia, che solo pochi giorni fa ha visto inaugurato in rete il servizio offerto dal canale Storytel.

Una storia nello smartphone, questo il motto di Storytel, nonché del suo fondatore, Jonas Tellander, ingegnere meccanico di Stoccolma, che nel 2005 creò la prima piattaforma per l’ascolto in streaming degli audiolibri, con un modello di business basato sull’abbonamento. Nonostante l’inizio difficoltoso e piuttosto in sordina, ciò che impedì il fallimento del progetto fu l’arrivo di Spootify, con la sua offerta di musica in streaming on demand, lanciato nel 2008 da una compagnia anch’essa svedese e, poi, dall’America, l’arrivo di Netflix, per film e serie tv. Questi due colossi di fabbricazione del tempo libero hanno permesso all’audiolibro di ritagliarsi con successo la propria fetta di mercato.

Al momento Storytel è un’azienda di 350 dipendenti tra i vari Paesi ed ha acquistato Norstedts, la casa editrice più antica della Svezia (quella che, per capirci, ebbe tra i suoi autori Astrid Lindgren, creatrice di Pippi Calzelunghe).

La sfida per questo nuovo tipo di produzione culturale è quella di rendere fruibile, sempre ed in qualsiasi situazione, un prodotto come il libro che, generalmente, ha bisogno di tempo ed attenzione per essere “consumato”. Nel caso dell’audiolibro, non c’è più bisogno di leggere, si può ascoltare una storia in mobilità, senza necessità di concentrarsi, anche perché i nuovi lettori, o gli utenti in questo caso, ricercano sempre più l’intrattenimento e non l’analisi.

C’è spazio anche per generi nuovi in questo mondo fatto di file scaricabili: vengono offerti podcast e contenuti nativi, creati cioè, fin dall’inizio in formato audio; si chiamano “originals” e sono filoni di 10 episodi, strutturati come una serie tv da ascoltare a puntate, che adattano la narrativa alla nuova economia dell’abbonamento e alle abitudini di fruizione, un’alternativa sempre più apprezzata rispetto al libro intero. Oltre all’evasione pura e semplice ci sono anche i “Docs”, documentari che possono oscillare dai 30 ai 60 minuti, su temi di attualità, inclusa la lettura di articoli di giornale.

Stanno ritornando i tempi in cui si leggeva a voce alta per la diffusione del sapere, adesso ci sono canali di distribuzione per questo format.

Rossella Marchese

 

 

 

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