Antichi culti e malavita nel romanzo di Maria Elefante

Sarà presentato stasera, alle 20,30, sulla splendida Costa d’Amalfi, nell’ambito dei “Salotti letterari” del Bar Bistrot 52 di Minori, con l’intervanto di Alfonso Bottone e di Maria Coppola, il libro di Maria Elefante, docente di Lingua e Letteratura latina presso l’università “Federico II” di Napoli, già insignita del premio internazionale “Th. Mommsen” e premiata ai concorsi letterari “L’Iguana” e “Dickinson”, “Mala Semenza”, edito da Homo Scrivens, romanzo ambientato in terra vesuviana, nell’arco di tempo che va dall’ultimo dopoguerra ad oggi, mescolando antichi culti e moderne iatture malavitose.

La rivincita del cuore

“La rivincita del cuore. Attesa, dolore e gioie, fra testimonianze e racconti”, pubblicato da Homo Scrivens, è nato dall’esperienza e testimonianza di Umberto Mormile, malato di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), scomparso da tempo.

Non si poteva più muovere ma la sua voglia di comunicare ed esprimersi era ancora più forte di prima, da questa forte volontà sono nate molte delle pagine di questo volume curato da Emilia Ferrara e che porta in copertina un cuore pieno di nomi su fondo azzurro.

“Sono cosciente di non saper scrivere, non mi sento affatto uno scrittore. Scrivo solo – queste le parole di Umberto Mormile – perché mi fa star bene, anche perché non sapendo fare musica e non riuscendo a dipingere, mi diletto a scrivere con la speranza di trasmettere qualche emozione. Se così fosse, mi sentirei davvero un fortunato”.

Nell’intervento di Adele Ferrara “L’amore e la resistenza nonostante la SLA” si sente tutta la forza della vita nelle sue vibranti parole “la nostra malattia abbandona la zona buia per farsi luce. Pensiamo ai nostri affetti, ai nostri studi, alla nostra cultura, alle esperienze di lavoro fatte, e ci rendiamo conto che possiamo essere utili agli altri compagni di avventura che non hanno la possibilità di farsi valere”.

Nella prefazione Eduardo Savarese parla della malattia e di come possa diventare fonte di luce. “I temi scelti per i racconti presenti in questa raccolta, nella loro varietà e nelle molteplici sfumature con le quali vengono declinati, costituiscono l’evidenza luminosa e, forse, ovvia del fatto che la condizione del malato diviene una forma di vita” e aggiunge “la vita trascorre lungo un fiume di accadimenti molto simili per ciascun essere umano: l’amore, l’amicizia, la solitudine, la paura, la speranza, la resistenza, il combattimento…” e tutti questi sentimenti e sensazioni li ritroviamo nelle pagine di questo coinvolgente libro che ci porta a riflettere sulla condizione dell’uomo, sulla sua fragilità, ma allo stesso tempo sulla sua forza di andare oltre il dolore.

Racconti, quelli raccolti in questo elegante volume, che reinventano la vita. Una reinvenzione, che per Savarese, è doppia “perché il punto di partenza e il terminale di arrivo hanno a che fare con la sfida di chi ha immaginato di nuovo la sua vita, per resistere al male e realizzare con ogni sforzo la propria insostituibile pienezza esistenziale”.

Emilia Ferrara racconta, nella sua introduzione, la nascita del libro e come si è arrivati poi alla pubblicazione inserendo anche altri racconti e quattro poesie.

Ne ricordiamo solo una per il legame affettivo che con la nostra Redazione aveva l’Autore, prematuramente e tragicamente scomparso, Alessandro Selvaggio.  Un terribile 18 ottobre del 2015 Alessandro ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Lo avevamo subito ricordato pubblicando su www.napolie.it la sua poesia e un pensiero che ci piace riproporre:

“Alessandro non c’è l’ha fatta.  Il giovane ventenne, studente universitario di psicologia, amante della poesia,  pieno di vita e di speranze, ci ha purtroppo lasciato.

Avevamo appena incominciato a conoscerlo e a volergli bene. Sensibile e intelligente studiava e lavorava, come fanno molti giovani. Amava la cultura e, con la timidezza ma anche con la voglia di essere protagonista positivo di un percorso di crescita, si faceva coinvolgere con grande entusiasmo in iniziative ed eventi.  Ci piace ricordarlo con alcuni versi della sua poesia “Emozioni di un preludio”.

Se guardi avanti, ci sono delle sottili linee di luce

che si riflettono nell’acqua scura.

E dei fari in lontananza, che illuminano fiocamente l’orizzonte buio.

Dei fari che rappresentano il mistero, di una terra e di un mondo,

ancora tutto da scoprire”.

 

Il ricavato della vendita  dell’antologia sarà devoluto all’associazione AISLA onlus (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica ) sezione di Napoli.

Salvatore Adinolfi

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