Animali Fantastici, il fan event porta in Italia le bacchette dei protagonisti della saga più famosa al Mondo

Ad un mese dall’uscita nelle sale italiane di “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald”, Warner Bros Pictures presenta “Animali fantastici fan event – Accendi la magia”.

Sabato 3 novembre alle ore 18.30 i fan del Wizarding World accenderanno contemporaneamente con uno speciale Lumos le imponenti installazioni delle bacchette dei protagonisti del magico mondo di J.K. Rowling in nove città italiane.

A Milano, in piazza Cadorna, sarà protagonista la bacchetta di Albus Silente; a Roma l’appuntamento è fissato in via del Corso, Largo dei Lombardi, con la bacchetta di Gellert Grindelwald; a Napoli la bacchetta di Harry Potter sbarcherà a Piazza Trieste e Trento, mentre a Lucca, in occasione dell’edizione 2018 del Lucca Comics & Games, la bacchetta di Newt Scamander dominerà sulla centralissima Piazza San Michele alla presenza di Paul Harris, lo storico coreografo dei duelli che hanno scandito le avventure di Harry Potter.

Il 15 novembre 2018 segna la data di uscita del secondo capitolo prequel di Harry Potter: “Animali Fantastici I Crimini di Grindelwald”. I trailer usciti fino a oggi hanno ormai delineato la trama e le avventure dei protagonisti. Newt Scamander deve partire per un’avventura alla volta di Parigi, per dare la caccia al mago oscuro Gellert Grindelwald, sfuggito agli Auror. È il professor Silente a chiedere al suo ex alunno di partire per contrastare i terribili piani del suo antagonista.

I due ormai ex alleati, Gellert e Albus, sono interpretati da Johnny Depp e Jude Law. Mentre nel cast tornano Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol e Ezra Miller. Introdotti invece in questo secondo capitolo sono i personaggi femminili di Leta Lestrange, interpretata da Zoë Kravitz, e di Nagini, la donna serpente, interpretata da Claudia Kim.

Nicola Massaro

Per Alberto Angela prima serata su Raiuno e cittadinanza onoraria di Napoli

Alberto Angela è cittadino onorario di Napoli. La cerimonia si è tenuta nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino, gremita di appassionati e fan dello scienziato e divulgatore. Ad accoglierlo, il sindaco Luigi de Magistris, il vice sindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore alla Cultura Nino Daniele. “Da oggi, ha detto de Magistris, Aberto Angela è un nostro concittadino: attenzione, non perché nei suoi programmi abbia parlato bene di Napoli, ma perché è riuscito a comprenderla e a raccontarla a fondo, senza patinature folcloristiche, con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità di un uomo di cultura”. “Alberto Angela”, ha dichiarato il primo cittadino della città adagiata all’ombra del Vesuvio, “ha colto l’umanità di una città che è insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso. Non è mai stata una lettura superficiale né improntata al folklore. Alberto Angela è riuscito a cogliere la complessità di Napoli con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità dell’uomo di cultura”.

Il divulgatore scientifico, ha evidenziato “l’emozione” che ha provato, “inaspettata” e, di conseguenza, “ancora più gradita”. Nel raccontare Napoli “abbiamo sempre fatto un lavoro sincero, vero, trasparente, perché la città ha questo volto”. “Devi entrare a Napoli per conoscerla, dichiara, ho compreso, negli anni, il suo vero volto che sono le persone”. Non nasconde i problemi di Napoli, “le tante complessità, ma quale città non le ha?”. Il conduttore non solo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli, ma nei giorni scorsi, ha ritirato anche il premio qualità del Moige, e presto tornerà in tv in prima serata, sulla rete ammiraglia.

“Proporre la cultura in prima serata il sabato sera su Rai1 è una bella sfida”, ha affermato Alberto Angela, ricevendo nella Sala della Regina della Camera dei Deputati il Premio qualità del Moige per il suo programma Meraviglie – La penisola dei tesorì.

Angela si appresta nella prossima stagione a portare su Rai1 anche il suo programma del sabato sera su Rai3, di “Ulisse, il piacere della scoperta”.

“È un’ulteriore evoluzione, spiega il direttore di rete Angelo Teodoli. Proponiamo un confronto fra cultura e spettacolo. Ha già funzionato, noi scommettiamo su quello”. Il primo evento, “sarà il 22 settembre, con “Una notte a Pompei”, la settimana seguente riprenderà la programmazione di Ulisse” ha aggiunto il direttore di Rai1.

Per Angela “in Italia è facile fare cultura, con il patrimonio artistico e culturale che abbiamo. Non facciamo che raccogliere una tradizione antica che appartiene anche alla televisione. Io ho respirato in casa tradizione di servizio pubblico, ma l’ho trovata anche nei direttori con cui ho lavorato”. Questo “è uno dei pochi Paesi che propone la cultura in prima serata, ha agginto. Qui funziona, il pubblico italiano è diverso e il servizio pubblico è uno specchio di quello che c’è dall’altra parte dello schermo. È importante non lasciare quel pubblico da solo”. Il premio “è un impulso ad andare avanti. Io non cerco ascolti, cerco di far arrivare una cultura che appartiene a tutti. Perché conoscendo tu proteggi, conclude, e questo è molto importante per il nostro futuro”.

Nicola Massaro

Alberto Angela torna in prima serata su Raiuno con Ulisse e riceve la cittadinanza onoraria di Napoli

Alberto Angela dal 26 giugno è cittadino onorario di Napoli. La cerimonia si è tenuta nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino, gremita di appassionati e fan dello scienziato e divulgatore. Ad accoglierlo, il sindaco Luigi de Magistris, il vice sindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore alla Cultura Nino Daniele.

“Da oggi – ha detto de Magistris – Aberto Angela è un nostro concittadino: attenzione, non perché nei suoi programmi abbia parlato bene di Napoli, ma perché è riuscito a comprenderla e a raccontarla a fondo, senza patinature folcloristiche, con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità di un uomo di cultura”.

Alberto Angela, ha dichiarato il primo cittadino della città adagiata all’ombra del Vesuvio, ha colto l’umanità di una città che è insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso. Non è mai stata una lettura superficiale né improntata al folklore. Alberto Angela è riuscito a cogliere la complessità di Napoli con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità dell’uomo di cultura”.Il divulgatore scientifico, ha evidenziato “l’emozione” che ha provato, “inaspettata” e, di conseguenza, “ancora più gradita”. Nel raccontare Napoli “abbiamo sempre fatto un lavoro sincero, vero, trasparente, perché la città ha questo volto”. “Devi entrare a Napoli per conoscerla, dichiara, ho compreso, negli anni, il suo vero volto che sono le persone”. Non nasconde i problemi di Napoli, “le tante complessità, ma quale città non le ha?”. Il conduttore non solo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli, ma nei giorni scorsi, ha ritirato anche il premio qualità del Moige, e presto tornerà in tv in prima serata, sulla rete ammiraglia.

“Proporre la cultura in prima serata il sabato sera su Rai1 è una bella sfida», afferma Alberto Angela, ricevendo nella Sala della Regina della Camera dei deputati il Premio qualità del Moige per il suo programma Meraviglie – La penisola dei tesori”.

Angela si appresta nella prossima stagione a portare su Rai1 anche il suo programma del sabato sera su Rai3, di “Ulisse, il piacere della scoperta”. “È un’ulteriore evoluzione, ha spiegato il direttore di rete Angelo Teodoli. Proponiamo un confronto fra cultura e spettacolo. Ha già funzionato, noi scommettiamo su quello”. Il primo evento, “sarà il 22 settembre, con “Una notte a Pompei”, la settimana seguente riprenderà la programmazione di Ulisse” ha aggiunto il direttore di Rai1.

“In Italia è facile fare cultura, dice Angela, con il patrimonio artistico e culturale che abbiamo. Non facciamo che raccogliere una tradizione antica che appartiene anche alla televisione. Io ho respirato in casa tradizione di servizio pubblico, ma l’ho trovata anche nei direttori con cui ho lavorato”. Questo “è uno dei pochi Paesi che propone la cultura in prima serata, aggiunge. Qui funziona, il pubblico italiano è diverso e il servizio pubblico è uno specchio di quello che c’è dall’altra parte dello schermo. È importante non lasciare quel pubblico da solo». Il premio «è un impulso ad andare avanti. Io non cerco ascolti, cerco di far arrivare una cultura che appartiene a tutti. Perché conoscendo tu proteggi, conclude, e questo è molto importante per il nostro futuro”.

Nicola Massaro

Roberto Di Roberto, un poeta, un impegno per la cultura

Esile figura, uomo dai modi signorili, sinceri e garbati, presente nel panorama culturale napoletano sin da giovanissimo, partecipa attivamente ad alcuni salotti e cenacoli artistici partenopei.

Sensibile ma allo stesso tempo forte nella comunicazione poetica, Roberto Di Roberto è nato poeta e di questo abbiamo conferma in un manoscritto di Giovanni Boccacciari che parla proprio del nostro Autore descrivendolo così: “I napoletani nascono poeti e, fin dalla nascita, la poesia la succhiano dal seno materno e la tramandano ai posteri. Anche colui che non ma mai scritto un verso, a Napoli è poeta nell’anima. E’ un male atavico e contagioso, dal quale non è uscito indenne Roberto Di Roberto, figlio e nipote di poeti, quali furono il padre Gennaro e il fratello della nonna paterna Pietro Sparano, intimo amico del  poeta Antonio Cinque che  fu direttore del periodico “La Piccola Fonte” e nonno della poetessa Anna Aita”.

E ancora “ è ormai da anni sulla breccia e il suo stile si è andato man mano affinando col tempo”. Di Roberto ha collaborato per numerosi periodici quali, fin dal 1966 , il “Rievocatore”, “Ribalta” e “6e22” diretti dal dinamico poeta e canzoniere Giuseppe Carullo, di “Miscellanea” di Salerno e del già citato “L’Eco del Popolo”. Ha pubblicato i volumi di poesie  dialettali:

‘E vvoce d’ ‘o core, prefazione di Giuseppe Porcaro; Aria ‘e primmavera, prefazione di Ada Sibilio Murolo; Vase e carocchie, consenso di Giovanni Boccacciari; Senza scuorno, prefazione e appendice di Gioanni Boccaccari; ‘E vvie d’ ‘o core e Tiempe d’ammore, entrambi in accoppiamento con Tina Piccolo, la poetessa fondatrice del Premio internazionale Città di Pomigliano d’Arco.

Di Roberto è noto anche per essere stato inserito nella “Letteratura dialettale napoletana di F. D’Ascoli; nel “Dizionario storico dei poeti italiani” di S. Natale, oltre che nelle antologie “Torna a Natale” di Renato Ribaud, “E’ sempre poesia” di V. Uliva, “La più bella antologia del nostro tempo” e “La letteratura dei sentimenti”, entrambe di Tina Piccolo; in “Poetica napoletana di fine Novecento”, edizione Ferraro.

E’ inoltre presente nelle varie edizioni del “Calendiario” di A. Rotondo. L’antica ditta V. Carcavallo ha pubblicato, sulle sue cartoline di vedute di Napoli antica, versi di Tina Piccolo e del Di Roberto. E’ stato varie volte ospite nel passato di Televomero e ha fatto parte del Salotto Tolino e del Cenacolo Spadaro.

Particolarmente prolifico, disponibile a trasmettere la poesia e la storia dei salotti ai quali ha partecipato e partecipa, frequenta da lungo tempo il Cenacolo dell’Associazione Culturale “Napoli è” fornendo la sua collaborazione per eventi e iniziative che vedono protagonista la cultura napoletana.

Di seguito riportiamo la poesia “Senza mamma”.

Alessandra Desideri

 

Senza mamma

 

A ‘o terzo piano, ‘a quanno è morta ‘a mamma

quatto criature stanno sole sole

e si quaccuna chiagne ll’ata chiamma…

pe ddi’ sti ccose, mancano ‘e pparole.

 

Donna Cuncetta, a porta, sente e trase:

– Nennelle meie so’ appena appena l’otto! –

Ll’abbraccia a una a una e po’ s’ ‘e vase;

fa friddo, lle fa mettere ‘o cappotto.

 

Mpruvvisamente se spalanca ‘a porta.

E’ don Gennaro torna d’ ‘a fatica

– Onna Cuncè’, vuie site ‘a meglia sciorta

pe sti ccriature e Dio ve benedica! –

 

Pecché nun me facite nu favore?

Vuie pure state sola stu Natale,

vuie date a sti ccriature gioia e calore

perciò s’hanno appiccià quatte bencale -.

 

E tutte quante mangiano cuntente,

doppo c’hanno vasato ‘o Bammeniello,

Donna Cuncetta s’  ‘e teneva mentel

levanno a tutt’ ‘e quatto ‘o capputtiello.

 

‘E spoglia, ‘ cocca e doppo ll’accarezza

mntre on Gennaro ‘a cerca mille scuse…

Donna Cuncetta è tutta tennerezza,

guarda ‘e ccriature, e tene ll’uocchie nfuse!…

 

Roberto di Roberto

(per gentile concessione dell’Autore)

 

Juventus – Napoli: 0-1

Ieri, con una impresa quasi epica, il Napoli ha battuto la Juve con un gol di Koulibaly al 90′, riaprendo la corsa scudetto e portandosi a -1 dai bianconeri a quattro giornate dalla fine del campionato. Fino al 90′ la Juventus è stata brava a parare tutte le stoccate del Napoli riuscendo a subire pochissimo col grande lavoro difensivo di Benatia in grandissima forma, mentre Reina è stato quasi uno “spettatore non pagante” perché non è stato molto impegnato, non avendo subito praticamente tiri in porta. L’impresa del Napoli è ancora più grande se si pensa che la  Juventus in casa aveva perso quest’anno solo in un’occasione e che aveva concesso un solo gol nelle ultime nove partite, lasso di tempo in cui aveva portato a casa ben 8 vittorie e un pareggio per 0-0 contro l’Inter. Alla squadra del Napoli va il merito di averci creduto fino alla fine e di aver sfruttato l’unico errore concesso dalla retroguardia bianconera. Vittoria meritata, dunque, e ora imperdibili, non solo per i tifosi partenopei, le ultime quattro giornate che saranno praticamente 4 finali.

Al termine del match, cortei, sirene spiegate, gente in strada in tutti i quartieri della città. Al rientro in aereo la squadra del Napoli ha trovato all’aeroporto migliaia di persone, che hanno voluto ringraziare la squadra per questa partita che qualcuno ha definito “perfetta”. Il popolo napoletano dopo questa impresa ci crede adesso più che mai e intona sempre più forte: “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”.

Maria Grazia Palmarini

Napoli e Campania innevate

Napoli negli ultimi giorni si è ammantata di neve, con gli immancabili disagi legati al fatto di non essere una città dove abitualmente i candidi fiocchi fanno da padrone. Dopo l’imponente nevicata del ’56, vicina per accumulo e intensità a quella di questi giorni, l’altra di cui si ha memoria è  quella del 1985.

Tanti i disagi per la circolazione quasi completamente paralizzata nei rioni alti e resa difficile dal manto scivoloso nelle altre zone della città. Disagi all’aeroporto di Capodichino chiuso per ore, scuole chiuse come da ordinanza sindacale, temperature sottozero.

Tantissime le foto e i filmati che hanno documentato sui social l’evento straordinario che ha lasciato con il naso all’insù soprattutto i più piccoli che hanno potuto ammirare i candidi fiocchi scendere lievemente al terreno anche sul lungomare di Napoli.

Neve su tutta la Campania, sulle isole, sulla costiera amalfitana. La Reggia di Caserta ha offerto immagini ancor più suggestive sotto il candido manto nevoso.

Salvatore Adinolfi

Una Napoli da sogno: grazie Sirene

Una Napoli da sogno, una Napoli che fa sognare e che si ricollega, seppur solo per il personaggio protagonista, al mito della sua nascita. Sirene, la miniserie di Rai1 è riuscita a coinvolgere il pubblico italiano con il suo misto di romanticismo e fantasy e a far scoprire  una Napoli molto diversa da quella presentata nella serie Gomorra, il lato positivo e bello della città, una città di arte e cultura con una storia plurimillenaria legata al mito della sirena Parthenope.

Le riprese sono iniziate il 24 agosto 2016 nell’ex palazzo della Provincia in piazza Matteottie hanno visto protagonista alcune delle più belle zone del centro storico di Napoli, la città della sirena Parthenope. Suggestive anche le riprese della città dall’alto. Altre scene sono state girate a Cuma. La serie  è stata presentata al pubblico il 20 luglio 2017 al Giffoni Film Festivale la programmazione Rai si è conclusa da poco e molti sperano che possa esserci un Sirene2.

La trama di questo mix romantico-fantasy ha visto Yara, una giovane sirena, protagonista di una storia d’amore complessa e difficile. La sirenetta è giunta sulla terraferma con la madre e due sorelle minori alla ricerca del suo promesso sposo il Tritone Ares che ha avuto una crisi di identità e si è rifugiato a Napoli.

La storia mette a confronto due tipi di società completamente opposti uno matriarcale quello delle sirene, dotate di poteri magici e di una vita lunga centinaia di anni,  e uno, quello dei mortali in cui non esistono poteri magici, la vita ha una durata limitata e le donne devono rapportarsi agli uomini spesso in una condizione non paritaria.

A mano a mano che conoscono gli esseri umani e imparano ad amare la vita che conducono sulla terra rimangono affascinate da questo strano mondo e vorrebbero non più tornare al loro.

Bravi  e simpatici tutti gli interpreti. Ne ricordiamo solo alcuni.

Yara, interpretata da Valentina Bellè, la sirena protagonista della serie. Disperata e furibponda per la scomparsa di Ares, cerca in ogni modo di ritrovarlo ma col passare del tempo si innamora di Salvatore, l’umano che con lei trascorre molte ore. Alla fine dell’ultima puntata da quest’ultimo avrà due gemelli.

Marica, interpretata da Maria Pia Calzone. È la madre di Yara, Irene e Daria. Autoritaria, mostra disprezzo verso gli umani, ma ne è attratta. Cercherà e troverà le quattro persone che aveva salvato dall’annegamento circa trent’anni prima. Dopo la partenza di Ingrid è diventata la sovrana delle Sirene del Mediterraneo.

Irene, interpretata da Denise Tanucci, sorella minore di Yara e seconda figlia di Marica, equivale ad una sedicenne in età umana. Va molto d’accordo con Michele, un suo compagno di classe malato di cuore che poi muore. Alla fine inizia una storia con Ares ricambiata.

Daria, interpretata da Rosy Franzese, è la sorella più piccola di Yara. Fa amicizia con una bambina di nome Elena, a cui racconta, la sua vera identità.

Ingrid, interpretata da Ornella Muti, è la zia di Marica, Yara, Irene e Daria, trasferitasi a Miami per poi tornare a Napoli.

Salvatore Gargiulo, interpretato da Luca Argentero, è un professore di educazione fisica che allo stesso tempo gestisce un bed & breakfast, nel quale ospita le sirene. E’ sempre in compagnia di Yara ma a causa di un incantesimo non se ne innamora, se non quando, pronto a sposare Francesca, l’ex fidanzata di Ares, la lascia sull’altare perché, spezzato l’incantesimo, si accorge di essere innamorato di Yara.

Ares, interpretato da Michele Morrone. Il tritone, dopo aver abbandonato Yara e il mare, ha assunto il nome di Gegè de Simone e lavora come modello di intimo e giocatore di pallanuoto, fidanzato di Franescea che poi si innamora di Salvaore. Ares seppur in ritardo si rende conto di essere ancora innamorato di Yara che però nel frattempo ama Salvatore.

La serie si conclude con il lieto fine per Salvatore e Yara.

 

Alessandra Desideri

Costruire in Italia un museo che racconti la storia dell’Europa

A Bruxelles lo hanno pensato già nel 2007 e ad oggi il progetto deve essere solo eseguito: un nuovo hub culturale costruito nella ex clinica di un nobile dentista morto nel 1935, sarà il Museo d’Europa.

Il museo dovrebbe esporre su ogni piano oggetti simbolo prestati o donati dai singoli Paesi;  tutto a Bruxelles, nella capitale d’Europa, il luogo in cui le folle dovrebbero precipitarsi ad imparare com’è e come sarà fatta l’Europa.

Tuttavia sono in molti a pensare che un museo d’Europa dovrebbe essere costruito in ogni Stato membro; in Italia, ad esempio, per molti cittadini sarebbe indispensabile una sede della Casa d’Europa in ogni paese, da rendere tappa obbligata per le scolaresche in gita. E così potrebbe essere anche in Francia, Spagna, Portogallo o Germania: la presenza di un luogo fisico  in cui tutti i cittadini, specialmente quelli in corso di formazione, possano vedere materialmente e tutta insieme la complessa composizione del progetto Europa Unita, con tutti i suoi popoli, le sue identità, i suoi oggetti e i suoi paesaggi.

E siccome da Roma non si è ancora mosso nessuno, lo scrittore e critico letterario napoletano Michele Rak ha colto, per primo, la palla al balzo ed ha proposto Napoli come sede italiana della casa della storia europea. La posizione, nel cuore del Mediterraneo, e la stratificazione culturale così visibile in città, potrebbero fare di Napoli un luogo perfetto per mostrare la convivenza tra le diversità; sedi storiche e suggestive per esprimere tutto questo non mancano: tra tante, Palazzo Fuga (una volta maestoso Real Albergo dei Poveri), che si affaccia su Piazza Carlo III, l’illuminatissimo e amatissimo sovrano di Napoli e Spagna, e potrebbe essere un simbolo potente. I soldi europei, troppo spesso poco e mal spesi dal nostro Paese, potrebbero fare il resto.

Il progetto europeo della Casa d’Europa è pensato in 24 lingue, affinché tutti possano capire e riconoscersi in un’identità comunitaria, ma gli storici di Bruxelles che ci stanno lavorando su hanno pensato ad un’immagine dell’Europa a partire dall’anno Mille. Rimarrebbero fuori dalla ricostruzione storica dell’identità europea, dunque, gli Imperi di Roma e di Bisanzio, Carlomagno e i suoi paladini, gli scrittori sacri e profani che crearono con le loro penne d’oca un ponte tra la nuova Europa e l’Antico Mediterraneo, ricopiando e conservando testi che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre; tutti esempi di come l’Europa abbia mutato pelle e fisionomia nel corso dei secoli e, pertanto, necessari.

Rossella Marchese

Stefano Rodotà: “la mia Napoli delle idee, nell’ingegno e nella vitalità la sua forza”

Quando, nel 2014, Stefano Rodotà partecipò alla “Repubblica delle Idee”, che si teneva a Napoli, con un intervento dal titolo “il tempo della democrazia ibrida”, egli era già l’encomiabile giurista, il grande accademico e il brillante politico conosciuto da tutti, nonché da tutti ribattezzato “il Garante”; tuttavia non tutti conoscevano l’intimo rapporto che lo legava a Napoli ed alla intellighenzia partenopea. Intervistato, alla domanda su quale delle iniziative di quella manifestazione avrebbe posto la sua attenzione, rispose: “vengo spessissimo a Napoli e una storia straordinaria, tra le altre, trovo che sia quella di Gerardo Marotta e il problema della biblioteca  deve trovare una soluzione. Napoli è piena di eccellenze. Se ne dovrebbe parlare di più fuori da Napoli: non possiamo chiuderla nelle difficoltà amministrative, nei problemi noti, perché c’è anche quest’altra. Esistono iniziative di punta nei campi che io frequento, del diritto e delle tecnologie: direi una vera Napoli delle Idee. A parte che è bellissima”. Legato a doppio filo con l’Avvocato Marotta, da stima e comunanza di vedute, Rodotà fu, tra le altre cose, anche parte viva dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,  come membro del consiglio direttivo e non solo, spesso e volentieri anche come relatore; ultimo contributo lo scorso febbraio, con un suo intervento sui beni comuni e l’inaspettata rinascita degli usi collettivi.

Stefano Rodotà fu sempre sensibilissimo alle questioni sui diritti civili, intesi come essenziale  riconoscimento di libertà in democrazia, e fiero promotore della giustizia sociale, ma non solo, le sue serie battaglie libertarie hanno riguardato i temi della bioetica istituzionale e delle biotecnologie, nonché internet e la comunicazione telematica, con un’unica idea di fondo: la centralità del diritto di autodeterminazione e la sostanziale eguaglianza di accesso alle informazioni per tutti i soggetti.

Il diritto di avere diritti, titolo di un suo rinomato saggio, è la chiara summa del suo pensiero e della sua azione.

Con questo campione del pensiero laico se ne va un altro pezzo di quella “vecchia generazione” che tanto ha avuto a cuore il sentire delle nuove generazioni.

Rossella Marchese

Antonio Lanzaro: una vita da Presidente

 

Significativo titolo quello scelto da Antonio Lanzaro per il suo libro: “Una vita da Presidente. Ricordi di un Lasalliano, Napoletano e Democristiano”, il racconto della sua vita e dei suoi molteplici impegni.

Ne parliamo con lui nella sede della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus di cui è, appunto, Presidente.

Professor Lanzaro, come è nato questo libro autobiografico?

Ho iniziato a buttar giù le idee per questo libro molte volte, ma sempre, per un motivo o per un altro, nel corso di questi ultimi dieci anni ho dovuto desistere dal completarlo. Ora la mia creatura che racconta la storia della mia vita e dei miei molteplici interessi ed impegni ha visto la luce.

Ho voluto raccontarmi soprattutto per i miei nipoti, affinché sappiano chi è stato il nonno.

Ricordi di un Lasalliano, Napoletano, Democristiano…

Lasalliano perché ho studiato all’Istituto De La Salle e ho partecipato attivamente e fattivamente alla vita dell’associazione degli ex alunni, Napoletano non necessita spiegazione, Democristiano perché ho militato nelle fila della DC e ho avuto incarichi politici diventando anche consigliere comunale.

Attraverso la sua storia si ripercorre anche la storia di una città, Napoli, meravigliosa nelle sue mille contraddizioni?

Sì, ho dedicato il libro, alla mia Napoli. Attraverso gli eventi, i fatti, le vicissitudini della mia vita, ho voluto rendere omaggio a Lei, alla sua storia, alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla poesia, alla musica, alla pittura e perché no anche al calcio.

Perché anche il calcio?

Con il calcio il popolo napoletano, quello vero, quello genuino che non tradisce, manifesta il suo amore per la città.

Una vita intensa la sua?

Sì, ho incominciato molto giovane a 19 anni a seguito della morte di mio padre, ho dovuto rimboccarmi le maniche e lasciarmi alle spalle quella che si può definire una vita dorata, ho dovuto studiare e mandare avanti le aziende familiari, e nel poco tempo rimasto cercare di vivere anche la gioventù. Marito felice e ancora innamorato di Anna e padre altrettanto felice di Bianca, Daniela e Ugo. Nonno orgoglioso di Antonio e Roberto, sono stato impegnato nell’associazionismo, nella cultura, nel sociale, nella politica e nell’insegnamento.

Professor Lanzaro è docente universitario, quanto importante è questa esperienza nella sua vita?

Fondamentale, nel 1982 cominciai la carriera universitaria, con passione, abnegazione, sempre vicino ai giovani: ne ho laureati circa 500. Ho tenuto contemporaneamente gli insegnamenti di Diritto dell’Unione Europea, Tutela internazionale dei diritti umani, Diritto internazionale privato presso la scuola di specializzazione della Facoltà di Giurisprudenza. E altri insegnamenti che sinceramente ora non ricordo più.

Anche la sua attività di conferenziere è stata ricca?

Sì, ho tenuto moltissime conferenze.

Veniamo alla Fondazione Casa dello Scugnizzo…

Ho assunto la presidenza della Fondazione Casa dello Scugnizzo perché ritengo importante, nel panorama napoletano e non solo, questa esperienza fondamentale per il territorio su cui insiste. Sono consapevole delle tantissime quotidiane difficoltà in cui ci dibattiamo ma sono certo che la Fondazione, anche con l’aiuto di tutti coloro che vi collaborano, sta svolgendo, seppure fra grandi difficoltà economiche, la sua missione.

Alessandra Desideri

 

 

 

 

1 2 3
seers cmp badge